Febbraio 6th, 2011 Riccardo Fucile
EPPURE DOVREBBERO ESSERE LORO A INCATENARSI AD ARCORE CHIEDENDO MORALITA’….SONO LORO CHE PER ANNI HANNO SPIEGATO CHE LA DESTRA E’ ONESTA’, RISPETTO, DECORO, SENSO DELLO STATO E PATRIOTTISMO… MORALISTI DA SEMPRE, OGGI DIFENDONO L’IMMORALITA’ PUBBLICA.. E PRETENDONO PURE DI FARLO NEL NOME DELLA COERENZA
Sono loro che dovrebbero parlare, che dovrebbero urlare, che dovrebbero scendere in piazza.
Sono loro, i depositari dei veri valori della destra, che dovrebbero dire basta, che dovrebbero rivoltarsi al signorotto di Arcore, che dovrebbero invocare una nuova stagione.
Sono loro.
Sono quelli che hanno spiegato per anni che la destra è moralità , è compostezza, è onestà , è rispetto, è decoro.
Sono loro che dovrebbero stracciarsi le vesti in piazza, perchè – lo hanno predicato fino a far sanguinare le orecchie – la destra è patriottismo, è senso dello stato e delle istituzioni.
Sono loro che dovrebbero andare in televisione per difendere tutto quello che hanno difeso fino a ieri: il valore della famiglia, la convinzione che esiste il giusto e lo sbagliato, la gerarchia dei comportamenti, la lotta al “relativismo” e al principio del “faccio quello che voglio”.
Sì, sono loro che dovrebbero incatenarsi di fronte ad Arcore per difendere la dignità e l’onore di una nazione.
Sono loro che dovrebbero chiedere a gran voce il ritorno all’etica pubblica, al “buon esempio” da parte di chi governa, alla decenza e alla moralità .
E dunque sono loro, gli alfieri della destra maiuscola e “valoriale”, che dovrebbero essere i più fieri antiberlusconiani.
E invece finisce che proprio loro, antilibertari nell’anima, bacchettoni per tradizione, arrivano ad accettare qualsiasi libertinismo istituzionale.
Stanno lì, a difendere l’indifendibile.
Moralisti da sempre, difendono ogni immoralità pubblica.
E dunque tacciono, oppure balbettano.
Stanno ancora qui a tergiversare, a pontificare di centrodestra come se fosse una scatola vuota, con su il timbro di Berlusconi.
Ancora consigliano moderazione, ancora consigliano il compromesso con chi ha schiacciato sotto i suoi tacchi alti tutto quello in cui dicevano di credere. Ancora vagheggiano, chissà , la ricucitura e la ricomposizione con chi ha nascosto sotto chili di fondotinta la schiettezza evangelica del sì sì no no.
E lo fanno nel nome della coerenza, s’intende…
Filippo Rossi
FareFuturoweb
argomento: Berlusconi, Costume, destra, Fini, Futuro e Libertà, PdL, Politica, radici e valori | Commenta »
Febbraio 6th, 2011 Riccardo Fucile
GABRIELLA BONTEMPO INTERVISTATA DALLA RIVISTA “A” PARLA DEL PREMIER COME DI “UNA CARICATURA SENZA CONTEGNO”….”UN UOMO IN BALIA DELLA SOLITUDINE, ACCECATO DA UNO SMISURATO NARCISISMO, INCAPACE DI PENSARE AL PAESE”…”FINI? PIU’ SICURA DI LUI CHE DI MIO MARITO”
Gabriella Buontempo, moglie del capogruppo alla camera dei finiani Italo Bocchino, parla in esclusiva con «A», il settimanale diretto da Maria Latella. «Osservo quello che succede e provo tristezza. Per un uomo solo, infelice, che sembra vivere cercando soltanto adulatori, soltanto persone capaci di dire sì. Sa, una volta Italo mi disse: “Berlusconi vive come un barbone di lusso”», racconta Gabriella Buontempo, che definisce il presidente del Consiglio «un uomo in balia della solitudine, terrorizzato dall’idea di diventare vecchio, accecato da uno smisurato narcisismo. E incapace di pensare al Paese».
Un invito a farsi da parte? «Non servono inviti. Berlusconi ha mille risorse; capirà … E, magari, liberandosi dal clichet dell’uomo invincibile ne guadagnerà in umanità , in dolcezza: è così bello ammettere le proprie debolezze e riconoscere le proprie sconfitte».
La moglie di Italo Bocchino affronta anche il capitolo Veronica Lario: «Veronica l’ha amato tanto, tantissimo; poi si è arresa. E non si dica che la separazione è stata una scelta di interessi: è stato un atto d’amore e di disperazione».
Ma sbagliò a far esplodere il caso sui giornali?
«Forse, ma quanto ha sofferto. Veronica veniva dallo spettacolo, da una vita di luci e per Silvio ha rinunciato ai riflettori, agli applausi. Ha persino accettato i tradimenti con dignità . Ora la immagino con gli occhi fermi su quelle carte choc, dove si racconta di un uomo capace di vincere tanto e che sembra una caricatura senza più nessun contegno».
Anche su Fini, però, sono girate voci a proposito di una certa escort di Reggio Emilia…
«Ma quale escort. Gianfranco è un monogamo totale. Lui, non cerca avventure, non saltella da una storia a un’altra. Elisabetta è arrivata quando il matrimonio con Daniela era finito. E uno che cerca “distrazioni” non riparte con una nuova famiglia, non decide di mettere al mondo due bambini. Su Gianfranco metto la mano sul fuoco. Anzi le metto tutte e due. Vuole la verità ? Sono più sicura di Gianfranco che di Italo…».
argomento: Berlusconi, Costume, Fini, Politica, radici e valori | Commenta »
Febbraio 6th, 2011 Riccardo Fucile
IL FURTO E’ AVVENUTO NELLA SEDE DELLA NUOVA AGENZIA DI CORONA A MILANO: “I LADRI HANNO AGITO SU COMMISSIONE, MAI NOI NON ABBIAMO QUEL MATERIALE COMPROMETTENTE”…LASCIATI GLI ASSEGNI E I SOLDI, RUBATO SOLO L’ARCHIVIO FOTOGRAFICO: UNA STRANA MANO STA CERCANDO DI ELIMINARE LE FOTO?….IL MERCATO DELLE FOTO E UN AVVOCATO CHE TRATTA PER CONTO DI UNA RAGAZZA CHE HA FOTO “ELOQUENTI”
L’archivio fotografico della Fenice, la nuova agenzia di Fabrizio Corona, è stato rubato la notte scorsa a Milano.
Lo ha detto Luca Arnau, direttore della stessa agenzia, spiegando che “probabilmente è stato un furto su commissione: cercavano le foto del premier nudo di cui si parla così tanto in questi giorni”.
Queste foto comunque, garantisce Arnau, “non erano nell’archivio, visto che non sono in nostro possesso, e non c’era null’altro di compromettente”.
Corona è stato ancora più deciso: “Quello che ho subito non è un furto, chi è entrato nella mia agenzia cercava foto di Berlusconi nudo.
“Mi sono davvero rotto, sono quattro giorni che mi chiamano tutti i giornalisti – ha continuato – E tutti mi chiedono la stessa cosa: se ho quelle foto. Non è un caso che chi è entrato nella mia agenzia abbia lasciato soldi e assegni e si sia portato via l’archivio segreto e gli hard disk”.
Ma le famose foto erano custodite nell’archivio segreto?
“Va be’! Ciao”, dice il paparazzo prima di interrompere di colpo la conversazione.
Corona avrebbe già sporto denuncia per il furto in via De Cristoforis, dove si sarebbe recata per i rilievi anche la polizia scientifica.
Ma il mercato continua.
Ci sono diverse trattative in corso.
Tra queste, quella gestita da un avvocato, per conto di una ragazza che ha
partecipato a feste in Sardegna, a Villa Certosa.
La giovane racconta di esserci stata quando era presente anche Noemi,
minorenne.
Avrebbe realizzato foto e riprese con il telefonino.
La qualità non è “eccelsa”, dice l’avvocato, ma il materiale sarebbe “eloquente”.
Il legale sta trattando con diversi giornali che vorrebbero l’esclusiva,
ma naturalmente solo dopo aver visionato e valutato il materiale.
Queste settimane sono evidentemente considerate il momento più propizio per monetizzare scatti e riprese dei festini: molte delle ragazze che negli anni hanno avuto accesso alle residenze del
presidente del Consiglio estraggono infatti dai cassetti, o dalle memorie elettroniche, le immagini delle feste e cercano di piazzarle
Spesso chiedendo cifre enormi per materiale irrilevante o impubblicabile.
argomento: Berlusconi, Costume, criminalità, denuncia, emergenza, governo, PdL, Politica, Sicurezza, Stampa | Commenta »
Febbraio 6th, 2011 Riccardo Fucile
L’AVVOCATO DEL PREMIER NEGA CHE LE FOTO ESISTANO E, SE CI FOSSERO, SOSTIENE CHE NON SAREBBERO VERE: AVEVA SOSTENUTO ANCHE CHE LA D’ADDARIO NON ERA MAI ENTRATA A PALAZZO GRAZIOLI E CHE LA REGISTRAZIONE CHE AVEVA PRODOTTO ERA FALSA… PRENDENDO UNA FACCIATA DA SCOMPARIRE DAI TRIBUNALI.. IL COMMENTO DI MARCO TRAVAGLIO: SE STA SOTTO IL LETTONE, ALMENO NON SI ADDORMENTI
Dicono che Berlusconi sia un grande comunicatore.
Balle: è solo il padrone dei mezzi di comunicazione.
Basta vedere come gestisce gli scandali sessuali che lo inseguono da tre anni, da quando il trapianto di pompetta gli restituì almeno l’illusione del ritorno agli anni verdi.
Avrebbe potuto dire, escludendo reati e sfidando i pm a dimostrarli: “La sera, dopo una giornata trascorsa con Bondi, Cicchitto, Capezzone e Bonaiuti, roba che non auguro al mio peggior nemico, mi piace allungare le mani sulle mie amiche consenzienti con un gruppo di vecchi sporcaccioni, poi alcune me le porto a letto e, se fanno le prostitute, le pago”.
Il Vaticano avrebbe protestato un paio di minuti, poi sarebbe tornato a cuccia in cambio di qualche milione in più alle scuole private.
Mons. Fisichella avrebbe invitato a “contestualizzare il bungabunga”, come del resto le bestemmie.
E lui si sarebbe liberato di tutti i ricatti di quell’orda di velociraptor siliconate che ora vanno in giro per le redazioni a offrire foto e video col Papi desnudo.
Invece, giurando a reti unificate “mai pagato una donna in vita mia” e “mai frequentato minorenni”, ha trasformato in notizie d’interesse pubblico qualsiasi particolare della sua vita privata.
Comprese le foto.
Perchè si tratta di stabilire se il capo del governo dice la verità o mente.
Se avesse ammesso di essere un “vecchio porco”, come ha scritto l’amico Belpietro, avrebbe trasformato in violazione della privacy (dunque reato) la pubblicazione di qualunque foto o video di bungabunga & affini (salvo quelle che dimostrassero il reato di sesso a pagamento con minorenni).
Non l’ha fatto e così ha reso quelle foto pubblicabili in nome del diritto, anzi dovere di cronaca, visto che sembrano sbugiardarlo.
Queste cose dovrebbe saperle molto meglio di noi il Garante della Privacy: organismo solitamente sonnacchioso, riprende improvvisamente vita non appena sente le parole “foto” e “Berlusconi”.
Infatti ieri ci ha inviato un fax dal titolo: “Diffusione di dati personali relativi all’on. Silvio Berlusconi”.
Svolgimento: “Si trasmette l’allegata segnalazione inviata dagli avv. Ghedini e Longo, in nome e per conto dell’on. Berlusconi, al fine di acquisire ogni elemento ritenuto utile alla valutazione del caso segnalato, con particolare riguardo all’articolo ‘Un’asta per le foto’. Si prega di dare riscontro…”.
In pratica il Garante fa il postino degli avvocati del premier, che in una letterina di due pagine ci avvertono che B. “ha conferito incarico a questi difensori di procedere in ogni sede a sua tutela per i fatti di cui in premessa”, cioè la notizia delle foto all’asta, perchè — tenetevi forte — “foto del Presidente svestito in atteggiamenti intimi con ragazze, laddove effettivamente esistenti, devono ritenersi sicuramente false, frutto di fotomontaggi e/o di manipolazioni”.
Se ne deduce che Berlusconi, quando si spoglia per fare le sue cose, tiene sempre Ghedini e Longo sotto il letto o nel guardaroba a controllare.
Il guaio è che poi i due, sul più bello, si abbioccano.
Ghedini giurò che la D’Addario non era mai entrata a Palazzo Grazioli e che le registrazioni della sua notte con Berlusconi erano false, poi si scoprì che era tutto vero, ma lui s’era assopito.
Gli On. Avv. avvertono poi che “chi rivela o diffonde notizie o immagini indebitamente procurate che attengono alla vita privata e si svolgono nei luoghi di abitazione” commette reato.
Non sanno forse, nè il Garante-postino li informa, che la privacy vien meno davanti al dovere di cronaca sui personaggi pubblici.
In ogni caso esprimiamo agli avvocati da spogliatoio la più sentita solidarietà . Così come al Garante, che dovrà presto occuparsi di un’altra drammatica denuncia: quella del membro leghista del Csm Matteo Brigandì, sottoposto a “perquisizione corporale” e financo “spogliato” dalla polizia.
Una pratica davvero umiliante e disumana.
Passi rischiare la pelle per 1.500 euro al mese, ma vedere Brigandì nudo no: questo, per un poliziotto, è davvero troppo.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Berlusconi, Costume, denuncia, emergenza, Giustizia, governo, PdL, Politica, radici e valori, Sicurezza | Commenta »
Febbraio 6th, 2011 Riccardo Fucile
TASSE DI SOGGIORNO PER I TURISTI, AUMENTI IRPEF AI LAVORATORI DIPENDENTI, IMPOSTE PER I COMMERCIANTI, INCERTEZZA SULLE RISORSE…NELLA LEGGE PATACCA DELLA LEGA NESSUNA RIVOLUZIONE, SCONTI SOLO A I PIU’ RICCHI
Adesso potrebbe essere questione di un mese.
Se tutto andasse nel modo più favorevole al governo, cioè se non ci fossero ulteriori intoppi, il decreto legislativo sul federalismo municipale potrebbe anche essere approvato in via definitiva dall’esecutivo in poco più di trenta giorni.
È questo il tempo previsto dalla legge delega 42 del 2009 per un dibattito parlamentare necessario nel caso in cui il governo voglia comunque approvare un decreto su cui gli organi parlamentari abbiano dato un parere negativo.
Che è quello che è successo due giorni fa nella Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale (composta da 15 deputati e 15 senatori).
Anche nell’ipotesi che questo pezzo di federalismo, che riguarda le imposte gestite dai Comuni, diventi operativo, non ci sarà alcuna rivoluzione autonomista, non sarà la svolta promessa dalla Lega Nord ai suoi elettori, o lo strumento per raddrizzare “l’albero storto della finanza pubblica” annunciato dal ministro Giulio Tremonti.
Semplicemente un altro po’ del carico fiscale si sposterà dai titolari di rendite (immobiliari) al lavoro dipendente, con grandi incertezze per i conti dello Stato e dei Comuni stessi.
Abbiamo chiesto al professor Alberto Zanardi, ordinario di Scienza delle finanze all’Università di Bologna, di spiegare cosa cambierà in concreto per i contribuenti e per i Comuni con le principali novità del federalismo municipale.
Qui sotto le sue risposte.
Cedolare secca: risparmi per privilegiati
Riguarda la tassazione del reddito derivante da un immobile affittato.
Per il contribuente il passaggio dall’Irpef alla cedolare secca con aliquota del 19 o 21 è opzionale, si può scegliere la soluzione.
Lo sconto potenziale sulle imposte dovute è più rilevante per i contribuenti con un più alto reddito complessivo ed è indifferente per i redditi più bassi, che continueranno a scegliere l’Irpef.
I comuni oggi ricevono circa 11 miliardi di trasferimenti. Ora al posto dei trasferimenti ci sono tributi devoluti e compartecipazioni.
Tra questi la cedolare. Ma nella valutazione della ragioneria questa garantisce parità di gettito soltanto se emerge molto reddito ora sommerso. C’è quindi un problema di incertezza.
Addizionali Irpef: colpiti sempre i dipendenti
Per i Comuni si ritorna alla normalità : si passa dal blocco della possibilità di variazione delle aliquote Irpef a restituire le leve fiscali ai sindaci per aumentare, se ne hanno bisogno, il gettito.
Ma se c’è una riduzione delle dotazioni dello Stato ai Comuni ci sarà una tendenza a usare questa leva, massimo per lo 0,4 per cento (con aumenti massimi dello 0,2 per cento annuo).
Per i cittadini c’è il rischio di un aumento del peso di un tributo come l’Irpef che di fatto colpisce quasi solo dipendenti e pensionati.
Sarebbe stato meglio riattivare l’Ici, per ripartire il peso tra lavoratori e percettori di rendite.
Scopo e turismo: 5 euro a notte e più infrastrutture
L’imposta di soggiorno e quella di scopo sono un’altra leva data ai Comuni, ma ancora non sono specificati i dettagli sul loro funzionamento.
L’imposta di soggiorno attribuita ai Comuni capoluogo e a quelli turistici viene caricata sul prezzo di ogni notte di soggiorno, fino a un massimo di cinque euro.
Il gettito che deriva dall’imposta deve essere utilizzato per finanziare spese collegate ai Beni culturali e questo è utile, perchè i turisti producono reddito ma comportano costi.
La tassa di scopo esisteva già , ma viene ampliata.
Si tassano i cittadini spiegando che l’imposta serve per costruire un ponte, un’infrastruttura. Si allarga la tipologia di opere pubbliche finanziabili ma mancano ancora i dettagli.
Imposta municipale: più tasse per i commercianti
L’Imu (Imposta municipale unica) scatta dal 2014. Per i Comuni c’è l’incertezza che la nuova imposta garantisca lo stesso gettito delle imposte che accorpa.
Cioè, all’85 per cento, l’Ici sulle seconde case e gli immobili commerciali. Cambia l’aliquota, stabilita allo 0,76 per cento, al di sopra del livello attuale che in media è lo 0,5 per cento.
La ragione per cui aumenta è che su una parte dei redditi immobiliari gravano delle imposte dirette come l’Irpef.
Si trasforma un’imposta sui redditi in una patrimoniale.
Questa aliquota, secondo la relazione tecnica, dovrebbe generare parità di gettito. Per i Comuni comporta un limite all’intervento sulle aliquote, quindi minore autonomia.
Per le imprese non si realizza la cancellazione dell’Irpef: continuano a pagarlo per gli immobili che usano per il loro lavoro.
C’è quindi uno spostamento del carico fiscale a sfavore dei lavoratori autonomi, delle imprese e delle società di capitale che percepiscono redditi fondiari.
Fondo perequazione: chi ha avuto, ha avuto
È il vero elemento mancante del sistema.
Dovrebbe sopperire alla diversa distribuzione delle imposte tra i diversi comuni, in modo da garantire ai Comuni di finanziare i fabbisogni standard delle loro funzioni.
Cioè per i servizi fondamentali come gli asili nido, i trasporti pubblici locali, l’assistenza agli anziani.
Ci saranno Comuni molto dotati perchè hanno molte seconde case immobili commerciali, altri che non hanno questa fortuna.
I Comuni dove ci sono tante prime case, sulle quali non si paga alcuna imposta, avranno relativamente poche entrate.
Ci si aspettava un decreto legislativo che specificasse le fonti di finanziamento e le modalità di riparto di questo fondo a cominciare dalle direttive della legge delega.
Invece non è specificato come si finanzia e come usa le risorse. Il problema è stato semplicemente rimandato, pericolosamente, visto che siamo vicini alla scadenza della delega (a maggio).
Quindi non si sa quali saranno le risorse complessive a disposizione dei Comuni.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Berlusconi, Bossi, denuncia, economia, emergenza, federalismo, finanziaria, governo, Politica | Commenta »
Febbraio 6th, 2011 Riccardo Fucile
L’OPERAZIONE E’ CONDOTTA DA 17 PARLAMENTARI CAMPANI PER VENIRE INCONTRO “ALLE FAMIGLIE IN SITUAZIONE DI DISAGIO ABITATIVO” E BLOCCARE L’ABBATTIMENTO DELLE CASE DICHIARATE ABUSIVE CON SENTENZA PENALE DEFINITIVA, PROROGANDO IL CONDONO A FINE 2014… IN BALLO CI SONO I VOTI DI 50.000 FAMIGLIE CHE FANNO GOLA
Per la quarta volta in un anno e per la seconda in tre giorni, rispunta il condono edilizio.
L’ultimo tentativo, ad opera di 17 senatori in gran parte campani e del Pdl, era appena stato bloccato in quanto inammissibile.
Sono passate 48 ore e gli emendamenti sono rinati come l’Araba fenice. Riformulati, come si dice in gergo parlamentare, da Carlo Sarro, docente di diritto amministrativo e ostinato senatore casertano del Pdl, strenuo difensore delle ragioni del condono edilizio.
La speranza, sua e degli altri parlamentari della lobby campana, è sempre la stessa: infilare il condono come emendamento nel decreto milleproroghe, un gran calderone in cui potrebbe passare inosservato.
Le novità di quest’ultima proposta di condono sono: l’accorato richiamo al «sostegno alle famiglie in situazione di disagio abitativo» per bloccare l’abbattimento delle case dichiarate abusive con sentenza penale definitiva e l’allungamento del termine per presentare domanda di condono fino al 31 dicembre 2014.
Limite insolitamente lungo, tanto da far sospettare la possibile sanatoria di immobili non ancora realizzati.
Per il resto, gli emendamenti confermano l’estensione del condono anche alle zone di tutela ambientale e paesaggistica, che la sanatoria del 2003 – pure voluta dal governo Berlusconi – escludeva.
A chi protesta, il senatore Sarro replica dichiarandosi stufo «dell’ennesima e ormai stantia ricostruzione fuorviante».
E pazienza se l’iniziativa faccia gridare allo scandalo associazioni ambientaliste (“Un regalo alla criminalità “, ammonisce Legambiente) e Istituto nazionale di urbanistica, secondo cui tra l’altro «ogni condono costa per i comuni da sette a dieci volte di più di quanto non produca in termini di entrate immediate».
I parlamentari campani vanno avanti a testuggine.
Guarda caso, i primi blitz furono platealmente effettuati un anno fa, in piena campagna elettorale, con la presentazione di due emendamenti (bocciati) e di un progetto di legge (mai approvato) sbandierati in Campania alla ricerca del consenso delle 27 mila famiglie che ogni anno costruiscono una casa abusiva e delle altre decine di migliaia sulle quali pende la minaccia della demolizione. Un anno dopo, vinte le elezioni regionali e con lo spauracchio di dover rimettere in palio i seggi parlamentari, rispunta il condono con altri due emendamenti.
Solo una coincidenza?
Giuseppe Salvaggiulo
(da “La Stampa“)
argomento: Ambiente, Berlusconi, casa, denuncia, emergenza, governo, Napoli, Parlamento, PdL, Politica | Commenta »