Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
PER IL 78% DEGLI ITALIANI BERLUSCONI HA FATTO QUELLO DI CUI E’ ACCUSATO…IL 56% NON VUOLE PIU’ L’ATTUALE GOVERNO… ALTRO CHE PRESENTARSI AI GIUDICI, ORA BERLUSCONI CERCHERA’ DI FAR VOTARE ALLA CAMERA IL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE CONTRO LA PROCURA DI MILANO
Crollano i sondaggi e Berlusconi prepara la Camera a votare il conflitto di attribuzione con i pm
Il premier è deciso a tentare l’impossibile per evitare la procura di Milano.
E stamani quando ha letto il solitamente rassicurante Mannheimer, che rivela come ormai solamente un italiano su dieci creda che le accuse nei suoi confronti siano senza fondamento, ha deciso di portare a termine la proposta avanzata dai suoi legali: far votare alla Camera il conflitto di attribuzione contro la procura di Milano davanti alla Corte costituzionale.
Un passaggio politico complesso, perchè a scrutinio segreto e quindi rischioso considerato anche il “tradimento” sul federalismo alla Lega e i tanti delusi dalle promesse ricevute e non ancora onorate, ma necessario per evitare il giudizio immediato che il gip della procura lombarda dovrebbe formulare tra oggi e domani.
Se il gip accoglierà la richiesta dei pm milanesi, sulla base dunque di “prove evidenti” di reato, per il premier la salvezza passerebbe dalla Camera: la decisione dell’aula infatti non è sindacabile.
Nonostante le prove di forza e i rassicuranti videomessaggi, l’opinione pubblica ha compreso e condannato la gravità di quanto accaduto.
Tanto che il 56% degli italiani non riconosce più il governo guidato da Berlusconi e vuole cambiarlo, mentre solamente uno su dieci crede che le accuse rivolte al premier siano senza fondamento.
A fotografare lo stato del Paese è il consueto sondaggio di Renato Mannheimer per il Corriere della Sera.
Una vera doccia fredda per il Cavaliere, ormai distante dal Paese e chiuso nel suo bunker a studiare strategie per evitare il tribunale a costo di lasciare sul campo il consenso.
Secondo il sondaggio di Mannheimer appena il 12% degli italiani crede che le accuse rivolte a Berlusconi siano senza fondamento.
Per il 78% del Paese il premier ha fatto ciò per cui è indagato dalla procura di Milano: concussione e prostituzione, minorile e non.
Inoltre il 56% degli intervistati non vuole più l’attuale governo.
Meglio andare a elezioni anticipate (30%), è comunque preferibile un esecutivo guidato da un esponente di centrodestra diverso da Berlusconi (7%) o da un’alta personalità istituzionale per formare un governo tecnico (19%).
Soltanto il 31% degli elettori interpellati ritiene che Berlusconi debba continuare a governare il Paese; il premier (sostiene il 34%) ha fatto ciò di cui è accusato ma sono comportamenti che riguardano la sua vita privata e quindi non inficia lo status del presidente del Consiglio.
La difesa solitamente granitica dei berlusconiani si sta evidentemente sgretolando, forse è l’effetto del vaccino di cui parlò Indro Montanelli: “Per guarire da Berlusconi ci vuole una bella dose di vaccino Berlusconi”.
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
LA MORATTI AVEVA PRESENTATO L’INIZIATIVA AL PRESIDENTE NAPOLITANO DICENDOSI “ORGOGLIOSA DI QUESTO BIGLIETTO DA VISITA”…MA SUL GIORNALE E’ SPECIFICATO CHE E’ UN ANNUNCIO A PAGAMENTO
«Siamo orgogliosi di un biglietto da visita in più che ci viene riconosciuto anche dall’inserto del Financial Times che riconosce che Milano è diventata una capitale internazionale della cultura».
Parola di Letizia Moratti una settimana fa davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo la visita al Museo del ‘900.
L’inserto in questione è uscito due giorni prima, il 29 gennaio.
Cinque pagine presentate con il titolo “Milano si prepara a prendere la scena”.
Seguono lodi sperticate al sindaco, alle sue capacità manageriali che le hanno fatto vincere l’Expo 2015.
Dimostrate anche nelle sue precedenti esperienze nella finanza, nelle assicurazioni e come presidente della Rai.
Ma è un dossier a pagamento, come conferma la celebre testata con l’avvertenza ai lettori nella prima pagina in alto a destra: “Advertising dossier”. Proprio quella dedicata alla Moratti.
Le altre sono dedicate a moda, Borsa e all’immobiliare Citylife, che riconosce di aver pagato l’inserzione.
Insorge il leader lombardo di Fli, Giuseppe Valditara, che annuncia un’interrogazione della consigliera comunale finiana Barbara Ciabò al sindaco. «Vogliamo sapere chi ha pagato questo servizio – spiega il senatore futurista – E soprattutto come mai il sindaco ha utilizzato politicamente il contenuto di questa inserzione pubblicitaria. Dopo le bugie sul bunga bunga, pretendiamo che almeno a Milano la politica cittadina sia rispettosa della verità dei fatti».
In ogni caso, dicono a Palazzo Marino, il servizio ha parlato della città all’estero in termini positivi e senza alcun costo per i milanesi.
Qualcuno dovrebbe spiegarci perchè mai una immobiliare dovrebbe pagare paginate di pubblicità sul Financial Times tessendo le lodi del sindaco.
Forse ha qualche interesse a farlo?
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
INDAGINI SU EURO FALSI, SPUNTANO IL NOME DELLA SHOWGIRL SARA TOMMASI E LE VISITE A VILLA SAN MARTINO…L’ OMBRA DELLA CAMORRA DIETRO LA VICENDA DELLA GESTIONE DELLE FOTO DEL PREMIER SCATTATE DURANTE I FESTINI
C’è un fronte napoletano che si intreccia con l’inchiesta della procura di Milano sulle feste del presidente.
Un traffico di soldi falsi che ha fatto emergere personaggi in contatto con Lele Mora e Fabrizio Corona.
Le telefonate e gli sms intercettati nelle ultime settimane rivelano nuovi dettagli sul «reclutamento» delle ragazze da inviare ad Arcore e nelle altre ville di Silvio Berlusconi.
Fanno emergere i racconti di chi ha partecipato alle serate, confermando e riscontrando quanto già contenuto nei verbali e nelle conversazioni del fascicolo del capoluogo lombardo.
E rappresentano il possibile sfondo alle nuove dichiarazioni dello stesso Corona che in un’intervista pubblicata ieri dal quotidiano Il Mattino ha parlato di «foto di Berlusconi nudo che vengono trattate a Napoli da emissari di settimanali con la malavita».
Entro qualche giorno il fotografo sarà interrogato come testimone per scoprire se davvero abbia informazioni sulla vicenda o se la sua sortita sia soltanto l’ultimo tentativo di mettersi in mostra oppure di far soldi.
Ma l’indagine condotta dai pubblici ministeri Marco Del Gaudio e Antonello Ardituro ha già aperto nuovi scenari sul giro di prostituzione arrivato sino alle residenze del capo del governo.
Tutto comincia qualche mese fa quando la polizia avvia un’indagine su un traffico di euro falsi.
Tra le persone sotto controllo c’è V.S., conosciuto come “Bartolo”, che si occupa di campagne pubblicitarie e cura l’immagine di alcune ragazze.
Ma cerca di piazzare sul mercato anche le banconote fasulle. Le intercettazioni svelano i suoi rapporti con Corona, e soprattutto quelli con l’attrice Sara Tommasi che diventerà un personaggio chiave dell’inchiesta napoletana, pur se non indagata.
La giovane è stata diverse volte ad Arcore, era presente pure il 25 aprile insieme a Ruby e alle altre ragazze dell’Olgettina quando a Villa San Martino arrivò Vladimir Putin.
Le conversazioni captate consentono di ricostruire anche altri incontri a pagamento ai quali ha partecipato a Napoli.
Il suo telefono viene messo sotto controllo proprio per cercare riscontri all’accusa di induzione alla prostituzione ipotizzata nei confronti dei suoi interlocutori napoletani.
Tommasi invia alcuni sms a Berlusconi, lui non le risponde.
Si tratta di messaggi banali di saluti e di auguri.
Ben più interessanti sarebbero i racconti che la ragazza fa sul ruolo di Mora e sulle feste che si svolgono ad Arcore.
La starlette, nota per aver partecipato a “L’isola dei famosi”, parla ampiamente del ruolo delle ragazze, dei metodi utilizzati da «Lele» per il reclutamento, del pagamento dei compensi.
E per questo i pubblici ministeri avrebbero deciso di convocarla come testimone prima di trasmettere copia del fascicolo ai colleghi milanesi. Quanto emerso in queste settimane di accertamenti sembra infatti rappresentare un riscontro alle accuse contestate a Mora, ma apre un nuovo fronte anche sui rapporti tra questi personaggi e la criminalità napoletana legati all’organizzazione di incontri sessuali e forse non solo.
Da giorni si rincorrono indiscrezioni sull’esistenza di foto che ritraggono Berlusconi insieme alle ragazze in atteggiamenti compromettenti.
Immagini che non sono inserite nel fascicolo dell’inchiesta milanese, ma sarebbero state messe sul mercato per cifre da capogiro.
Potrebbe trattarsi di scatti «rubati» da qualche ragazza durante le serate e poi affidati a chi aveva i canali giusti per venderli o addirittura per chiedere soldi in cambio della loro sparizione.
Un metodo utilizzato proprio da Corona che per questo ha subito anche un processo e una condanna per tentata estorsione.
Ora il fotografo sostiene che è la malavita a gestire queste immagini. Ma quanto c’è di vero nelle sue parole?
È possibile che a fornirgli le informazioni siano stati gli stessi personaggi indagati per i soldi falsi, oppure che le abbia raccolte in altri ambienti.
Tra le persone che negli ultimi giorni avrebbero cercato di vendere foto delle feste c’è il fratello di Roberta O., l’amica di Noemi che trascorse dieci giorni a Villa Certosa per festeggiare il Capodanno 2008.
E forse non è l’unico.
Del resto i rapporti spericolati di alcune ospiti delle feste sono già emersi nell’inchiesta milanese. Come quello di Eleonora De Vivo, una delle gemelle napoletane che frequentano il presidente e hanno un appartamento all’Olgettina: è fidanzata con Massimo Grasso, imprenditore campano ed ex consigliere comunale di Forza Italia, recentemente inquisito per associazione a delinquere di stampo camorristico.
Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini
(da “Il Corriere della Sera“)
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
UNA MEDIA MENSILE DA REGIME MILITARE, PER RIBATTERE ALLE ACCUSE DEI PM DI MILANO, SENZA CONTRADDITTORIO TRA COMIZI, MESSAGGI ALLA BIN LADEN E TELEFONATE… PARLA DIECI VOLTE PIU’ DI QUALSIASI ALTRO LEADER POLITICO
È il campione indiscusso della parola. Almeno di quella televisiva. Silvio Berlusconi invade il piccolo schermo, lo intasa di messaggi, telefonate e comizi.
Un dato su tutti: negli ultimi dieci anni il Cavaliere ha parlato direttamente agli italiani per più di una settimana.
Sommando i passaggi televisivi dei sei leader della sinistra che si sono succeduti dal 2001 ad oggi si arriva appena a un terzo della settimana berlusconiana.
E più è in difficoltà , più la sua immagine domina i telegiornali: lo scorso gennaio, ad esempio, la presenza televisiva di Berlusconi è raddoppiata, raggiungendo il tempo record di 160 minuti.
Tutti spesi a ribattere, senza contraddittorio, al Rubygate.
Cavalca il populismo, e gran parte dei tg si accodano: nel nuovo millennio – nonostante gli sconvolgimenti dello scacchiere geopolitico – è stato dimezzato lo spazio per gli esteri a beneficio della cronaca, utile a instillare paure o desideri nell’elettorato.
Unite tra loro da un filo invisibile, nell’ultimo decennio le parole pronunciate da Berlusconi nei telegiornali Rai e Mediaset formano un monologo di 10.260 minuti.
Una settimana abbondante di servizi e interventi (i dati sono stati assemblati da Vidierre, leader europeo nell’analisi e nel monitoraggio sui media).
Quasi il triplo di quanto raccolto complessivamente dai capi del centrosinistra che si sono avvicendati dal 2001 al 2010:
Rutelli, Fassino, Prodi, Veltroni, Franceschini e Bersani, tutti insieme, hanno parlato “solo” per 3.688 minuti.
Due miseri giorni e mezzo.
Berlusconi (che nel 2010 ha stracciato Bersani 1.386 minuti a 460) ha parlato il triplo dei presidenti della Repubblica: Ciampi e Napolitano, insieme, in 10 anni si sono espressi in televisione per 3.414 minuti.
Stracciato dieci a uno Gianfranco Fini: dal 2004 le sue parole sono arrivate alle orecchie degli elettori per 1.530 minuti.
Con un dato medio che la dice lunga: nel 2010 – anno dello strappo con Berlusconi – la sua presenza televisiva è calata.
A rigor di logica, vista la sua centralità per la scena politica, sarebbe dovuta aumentare.
Chi invece riesce a battere se stesso è, manco a dirlo, Silvio Berlusconi. Il gennaio 2011 è stato il mese dei record. In gran difficoltà per lo scandalo minorenni, le accuse di concussione e prostituzione, il premier si è tenuto alla larga da conferenze stampa e domande scomode.
In compenso ha invaso le case degli italiani.
Nel mese del Rubygate tra interventi e videomessaggi il premier ha parlato nei tg per 160 minuti e 12 secondi. Un maratoneta dell’oratoria.
La sua media mensile fino al dicembre 2010 era di 85 minuti. Quasi la metà .
Primo da premier, primo da capo dell’opposizione.
Illuminante il 2006: a Palazzo Chigi Berlusconi si è alternato con Prodi. Il Cavaliere ha “teleparlato” 837 minuti.
Il Professore, che ha guidato il governo per più mesi di Berlusconi, ha raccolto 764 minuti.
Cambia la politica e cambiano i telegiornali.
Nel 2001, ad esempio, gli esteri occupavano il 32% dello spazio del Tg1.
Nel 2010 la quota è scesa al 14%.
Di contro la cronaca è raddoppiata (dal 12 al 25%).
E se la cronaca tocca più da vicino speranze e timori degli spettatori-elettori, ci sono poi i servizi di intrattenimento, quelli di pura distrazione. Risulta allora che nel 2010 i telegiornali Rai e Mediaset hanno dedicato ad arte, musica, storia, letteratura, cinema e tv quasi 15.000 minuti, pari al 10% dello spazio informativo.
Dieci anni fa i servizi “leggeri” beneficiavano di 5.238 minuti.
Con differenze vistose: se il Tg1 preferisce bellezza e fitness, il Tg3 guarda a lavoro e ambiente, mentre Studio aperto ama la cronaca nera e la moda.
C’è poi la “personalizzazione” della politica nel decennio berlusconiano: se a inizio millennio le istituzioni nei tg avevano più spazio rispetto ai partiti, nel 2010 il rapporto si è capovolto.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
ORGANIZZAVANO DEI TURNI PER ANDARE AL MERCATO A FARE LA SPESA…ERA LA PRASSI DI BEN 98 DIPENDENTI DELLA REGIONE VENETO A ROVIGO SU UN TOTALE DI 115….. INDAGATI PER TRUFFA AI DANNI DELLO STATO
Invece di trascorrere le loro ore di lavoro dietro la scrivania, organizzavano dei turni per andare al mercato a fare la spesa.
Questo è quanto accaduto a Rovigo, negli uffici della Regione Veneto.
A incastrarli, sono stati i filmati che mostrano i dipendenti allontanarsi spesso dalla loro postazione di lavoro e che, il più delle volte, sono stati ripresi rientrando nel cosiddetto «palazzo di vetro» con le borse della spesa in mano.
Infatti, su 115 dipendenti della Regione Veneto di Rovigo, ben 98 andavano al mercato a fare la spesa o delle commissioni, come pagare le bollette, recarsi dal medico o semplicemente a prendersi un caffè.
Il tutto, però, accadeva troppo frequentemente. Da qui scatta l’allarme.
Gli indagati per truffa ai danni dello Stato, quindi, sarebbero 98 dipendenti. Ora, dai filmati sotto inchiesta, per ogni dipendente che si è allontanato dalla postazione di lavoro, gli investigatori dovranno accertarne il motivo.
E non solo.
Sono sotto esame anche i permessi temporanei, i tabulati meccanografici, gli ordini per le missioni, i badge magnetici e gli incarichi esterni.
Le indagini, molto probabilmente, si chiuderanno entro le prossime settimane, poichè la Guardia di finanza ha vagliato quasi tutto il materiale raccolto.
Al termine dell’analisi del materiale raccolto da parte delle Fiamme Gialle, il magistrato potrà fare il punto dell’inchiesta.
Assenteismo ingiustificato e truffa ai danni dello Stato.
Lo scorso dicembre furono notificate sedici misure cautelari notificate ad altrettanti dipendenti della Regione Lazio, del settore agricoltura, decentrato a Viterbo, per assenteismo ingiustificato dal posto di lavoro.
Gli accusati, talvolta operanti in concorso tra di loro, scavalcavano i tornelli senza usare il badge, si facevano timbrare il cartellino da un collega compiacente, arrivavano in ufficio per poi andarsene subito dopo, con un collega che timbrava per tutti gli assenti a fine turno.
Barbara Fanelli
(da “Il Quotidiano Italiano“)
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
LA CAMPANIA GUIDA LA CLASSIFICA, MA ORMAI SONO DIVERSI ANCHE AL NORD, ULTIMO CASO DESIO IN BRIANZA… MA SPESSO CHI VIENE RIMOSSO RITORNA IN CARICA
L’ultimo caso non riguarda il sud, bensì il ricco nord.
Si tratta di Desio, travolto dall’ultima inchiesta sulla ‘ndrangheta in Lombardia. Spesso, poi, i sindaci delle giunte commissariate si ricandidano con altri partiti
I comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, ad oggi, sono stati 201.
Numero calcolato a partire dal 1991, anno di introduzione della legge.
A questa cifra vanno aggiunte le quattro aziende sanitarie commissariate perchè condizionate dal crimine organizzato.
Gli ultimi azzeramenti , fine dicembre, parlano calabrese: l’azienda sanitaria di Vibo Valentia e San Procopio, comune in provincia di Reggio Calabria. Parla calabrese anche la norma.
La legge, che ha carattere preventivo, è figlia della stagione delle emergenze. A Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, nel 1991 c’era la guerra di ‘ndrangheta, sangue e morti ammazzati.
Per fermare la scia di sangue e collusioni, il parlamento varò la norma che in questi anni ha azzerato giunte comunali di ogni colore.
Per Taurianova, ad esempio, non c’è pace. Nel 2009 nuovo scioglimento, ora è guidata da una triade di commissari in attesa di tornare alla normalità .
Gli interessi nei comuni sono innumerevoli: gli appalti con il controllo del ciclo edilizio e dei rifiuti.
All’inizio, primi anni novanta, fu boom di scioglimenti, poi il sangue e le stragi lasciarono il posto alla pax mafiosa e il pugno duro si trasformò in accondiscendenza.
In molti casi, ultimo in ordine di tempo Fondi, il ministro dell’Interno Bobo Maroni ha preferito non azzerare per mafia, obbedendo al volere dei padrini politici.
La legge sugli scioglimenti è stata modificata nel luglio 2009, ma non convince.
“L’istituto dello scioglimento, malgrado tutti i limiti — spiega il magistrato napoletano Raffaele Cantone — rappresenta un valido strumento nella lotta alle mafie e nel contrasto alle infiltrazioni malavitose. La legge 94 si sta dimostrando peggiorativa rispetto al passato. La norma ha introdotto presupposti per lo scioglimento molto più rigidi e stringenti così si rischia di confinarla solo ad episodi eclatanti, perdendo in questo modo la natura preventiva della legge, la funzione di utile controllo per la quale era nata”. Individuando presupposti più stringenti, aumentano i ricorsi amministrativi accolti dai Tar regionali.
I dati dei comuni sciolti, mai comunicati dal ministero dell’Interno nonostante le ripetute richieste, vedono la Campania al primo posto, 76 comuni azzerati. L’atto di scioglimento che ha natura amministrativa è un decreto del presidente della repubblica, non è una condanna penale, ma una macchia politica.
I ritorni in sella degli amministratori sono, però, una costante.
Ultimo in ordine di tempo il caso di Carlo Esposito, Pd, sindaco di Crispano, in provincia di Napoli.
Il comune viene sciolto nel 2005 per infiltrazioni mafiose. Nel 2010 il sindaco ci riprova e viene nuovamente eletto.
Stesso dicasi per il sindaco di San Giuseppe Vesuviano, comune in provincia di Napoli, Antonio Agostino Ambrosio, sindaco dimissionario quando il comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose nel 1993.
Ambrosio è tornato in sella, nuova elezione nel 2002, riconfermato nel 2007. Nel 2009 puntuale il nuovo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Un politico che ha attraversato tutti i partiti, agli inizi a sinistra, fino alla militanza in Forza Italia, Mpa, Udc, oggi Pid, il micro partito di Calogero Mannino e Totò Cuffaro.
La nuova norma prevede anche la non candidabilità degli amministratori coinvolti, ma resta, al momento, sulla carta.
“Oggi, a quanto mi risulta, non è stata mai applicato questo strumento — continua Cantone — e sarà molto difficile farlo perchè presuppone un iter complesso. Rappresenta, al momento, più un intervento immagine che un intervento reale. Oggi la lotta alla mafia sembra puntare più all’ala militare che a quella dei colletti bianchi”.
Non solo centro-sud. Il primo comune sciolto al nord è Bardonecchia, in provincia di Torino nel 1995.
A rischiare lo scioglimento, oggi, c’è Bordighera, in provincia di Imperia.
Il tratto in comune è la presenza di mamma ‘ndrangheta.
Stesso discorso anche a Desio, in provincia di Monza e Brianza. In questo caso il consiglio comunale si è autosciolto per evitare la scure dell’azzeramento per mafia.
La politica locale era stata scossa dall’operazione Infinito, scattata nel luglio scorso. Il locale di ‘ndrangheta di Desio, da tempo attivo in zona, è retto dal famiglia Moscato.
C’è il rischio che il caso Fondi faccia scuola.
“Nel caso di Fondi — conclude Cantone — il ministro degli interni ha autorevolmente affermato che lo scioglimento volontario del consiglio comunale evita lo scioglimento per mafia.
Un’affermazione che non trova nessun riscontro nella norma, ma è un indirizzo applicativo ulteriormente peggiorativo della legge”.
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
POCO INVIDIABILE PRIMATO PER I NOSTRI ATENEI, LA MEDIA OCSE E’ DEL 10%, NEL REGNO UNITO I RAGAZZI CHE ARRIVANO PER STUDIARE SONO QUASI IL 18%… IN ITALIA POCHE RESIDENZE E POCHISSIME BORSE DI STUDIO
Nell’epoca della globalizzazione della cultura e dell’istruzione gli atenei italiani detengono un primato poco invidiabile: ospitano il minor numero di studenti stranieri (solo il 3,1% degli iscritti), un dato largamente al di sotto rispetto alla media dei Paesi Ocse (10%) e lontanissimo dalle eccellenze rappresentate da Regno Unito (17,9%), Germania (11,4%) e Francia (11,2%).
Lo denuncia la Fondazione Migrantes, evidenziando anche i motivi alla base di questa scarsa capacità di attrazione di studenti universitari stranieri da parte degli atenei di casa nostra: in primis le politiche di accoglienza, di fatto inadeguate.
La bassa mobilità studentesca “in entrata” dipende in larga parte da ragioni di ordine pratico: in primo luogo le poche residenze universitarie presenti, a disposizione soltanto del 2% degli studenti stranieri, contro il 17% della Svezia, il 10% della Germania e il 7% della Francia; poi le pochissime borse di studio erogate quasi esclusivamente da enti privati.
Da non sottovalutare, infine, la barriera linguistica: i corsi in lingua inglese, fondamentali per l’internazionalizzazione degli studi, sono ancora pochi e presenti a macchia di leopardo solo in alcuni atenei.
Nell’anno accademico 2008/2009 il totale degli iscritti alle università italiane risulta essere di 1.759.039 studenti, di cui soltanto 54.707 stranieri (il 3,1% appunto).
I più numerosi sono gli albanesi (11.380) seguiti da cinesi e greci (oltre 5.000), rumeni (4.000) e camerunensi (3.000).
Il maggior tasso di crescita tra gli iscritti stranieri si registra tra i cinesi, con un aumento del 10,9% rispetto all’anno precedente, grazie anche allo specifico programma di interscambio culturale “Marco Polo”, definito a livello ministeriale. L’ateneo con il maggior numero complessivo di iscritti stranieri è la Sapienza di Roma (6.500 studenti, circa il 5% del totale), non a caso l’istituzione universitaria più grande d’Europa.
Nel corso del 2009 si sono laureati in Italia 6.240 studenti stranieri.
Le facoltà più “gettonate” tra gli studenti stranieri sono quattro: Economia (17,6%), Medicina e Chirurgia (14,7%), Ingegneria (13,2%) e Lettere e Filosofia (10,4%).
La maggior concentrazione di iscritti stranieri si registra negli atenei del Centro Italia – che ospitano il 34% degli studenti – grazie alla presenza di numerose città universitarie come Roma, Perugia, Firenze e Pisa.
Nel Nord Ovest (30,3%) gli atenei più “internazionali” si trovano a Milano e Genova.
Nel Nord Est (26,6%) le città con una significativa presenza di studenti stranieri sono Padova, Trieste e Bologna.
Infine al Sud (7,2%) i due principali poli d’attrazione sono rappresentati da Napoli e Bari.
La più alta percentuale di iscritti stranieri sul totale degli studenti a livello nazionale si registra alla Bocconi di Milano (1.000 studenti, pari al 15,9%).
In questo panorama non esaltante, in cui l’Italia rappresenta il “fanalino di coda” della mobilità studentesca internazionale, il nostro Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca ha un apposito portale dedicato agli studenti stranieri che vogliono venire a studiare qui (www. studiare-in-italia. it).
Il sito – realizzato in collaborazione con il Cimea e potenziato dal Cineca – è naturalmente multilingue (inglese, tedesco, spagnolo e francese) ma manca il cinese.
I contenuti specifici rivolti agli studenti stranieri “incoming” sono piuttosto scarni e poco interattivi, anche per questo stupisce l’ampiezza della sottosezione “Vivere in Italia” infarcita di luoghi comuni che riporta la ricetta della pizza napoletana e suggerisce la migliore strategia per difendersi dai borseggiatori sui mezzi pubblici.
Peraltro il dato sulla presenza dei (già ) pochissimi corsi in lingua inglese nei nostri atenei è fermo al 2007.
Insomma: un pessimo biglietto da visita.
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Febbraio 7th, 2011 Riccardo Fucile
MENTRE ALTRI LEGHISTI VIVONO RACCONTANDO PALLE, RENZO BOSSI SVILUPPA IL PROGETTO DEL PALLONE PADANO:… DIVENTA COSI’ RESPONSABILE DI NF-BOARD PER L’EUROPA, OVVERO DELLE NAZIONALI DI CALCIO DI PRESUNTE “MINORANZE NON RICONOSCIUTE”… LA SCALATA DEL TROTA NEL PARTITO MONARCHICO PADANO SUSCITA PARECCHI MAL DI STOMACO
Banche, fondazioni, autostrade, enti, municipalizzate: è bulimica la Lega Nord nel mangiarsi ogni fettina disponibile di sottogoverno, con tecniche ormai persino più sofisticate di quelle del mezzo secolo democristiano.
Ma una forza politica “popolana” (copyright Bossi), oltre alla finanza e alle centinaia di altre poltrone di potere che promanano dagli enti locali controllati, non può trascurare il più popolare degli sport in Italia e in Padania: il calcio.
Così Renzo Bossi, detto il Trota, che compare ormai quotidianamente al fianco del padre Umberto suscitando le ansie di tutte le paranze interne che lavorano sodo alla successione del capo carismatico e che temono la soluzione “dinastica”, è stato incaricato di sviluppare il progetto pallone padano.
L’altro giorno a Barcellona, il Trota è stato nominato per acclamazione responsabile e delegato per l’Europa di Nf-Board.
Di che si tratta ?
Del calcio “Non Fifa” che, come spiega La Padania, “è un mondo fatto di passione, di entusiasmo, di sacrificio, di rispetto delle tradizioni, di amore verso la propria terra e verso il proprio popolo, attraverso quello strumento unico, semplice e meraviglioso al tempo stesso che è lo sport”.
Il Nf -Board, oltre alla Padania, comprende la Lapponia, le Isole Chagos, la Groenlandia, Gozo, Fiume, Cipro Nord e altri undici membri espressione di “minoranze non riconosciute”.
Promuove un campionato che nel prossimo giugno prevede il “Mondiale dei Popoli” : femminile in Corsica e nel 2012 quello maschile in Kurdistan.
Tra gli incarichi del giovane Bossi c’è quello di accrescere l’interesse “anche economico dell’universo calcistico Non -Fifa” costituito da un centinaio di squadre.
Nel giugno scorso a Gozo (Repubblica di Malta) il figlio prediletto del Senatur ha già presidiato col piglio del supermanager la partita Nazionale della Padania contro il Regno delle Due Sicilie, vinta per 2-0 portando i padani per il terzo anno consecutivo nella finale dei campionati del mondo riservati ai “Popoli senza nazione”.
Intanto i maldipancia nel partito per l’onnipresenza di Renzo al fianco del padre e per l’evidente tentativo di deriva dinastica si moltiplicano, insieme alle tensioni locali che preparano il grande scontro finale sulla successione a Bossi, di cui peraltro nessuno può prevedere i tempi.
Sintomatica la battaglia nel Veneto, faticosamente rientrata, tra il segretario uscente Giampaolo Gobbo e l’aspirante Flavio Tosi, il potente sindaco di Verona di cui si è ipotizzata persino l’uscita dalla Lega.
La scalata calcistica e non del Trota tiene banco nei discorsi interni persino più del federalismo quasi realizzato e del dare-avere con Berlusconi.
Se Marina B. scende in campo per la successione dinastica del padre anatra zoppa (politicamente) perchè non dovrebbe farlo Renzo B. ?
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