Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
L’IMPRESA DI RENATO ACCORINTI: AL PRIMO TURNO IL CANDIDATO PD AVEVA AVUTO IL 49,9% DEI VOTI, LUI L’8%… LA GRANDE RIMONTA AL BALLOTTAGGIO: 52,6% CONTRO 47,33%
Ha indossato la fascia tricolore sopra la t-shirt con la scritta «No ponte», una delle tante con cui ha girato negli ultimi dieci anni per opporsi alla mega-opera costata seicento milioni di sola progettazione.
«Il colosso non si farà mai, ma c’è gente che sta andando in pensione dopo una vita passata a lavorare nel consorzio Ponte sullo Stretto», spiega Renato Accorinti dal telefono della sua casa dove risponde, come da accordi, alle tre e mezza del pomeriggio, «perchè il cellulare non ce l’ho, non l’ho mai avuto, anche se adesso mi sa che dovrò soccombere. Anzi, mi scusi un attimo chè suonano al citofono».
Incredibile che quest’uomo di 59 anni arrivato dall’obiezione di coscienza, dalle battaglie nonviolente, dalle marce antimilitariste, dall’ambientalismo, sia il nuovo sindaco di Messina, 245 mila abitanti, la città che un tempo era la «babba», la sciocca, risparmiata dalle pallottole di Catania e Palermo, e che poi si è scoperta soltanto più capace di una crudele, apparente, rispettabilità .
Pentola a pressione di mafia, ‘ndrangheta e massoneria che non è mai esplosa.
«Dal dopoguerra in poi nessuno ha scalfito il potere, mai. Adesso abbiamo vinto a mani nude contro una portaerei con missili nucleari», dice con un sorriso sul volto scavato da santone.
Una vittoria partita dal basso, da una raccolta di 5.000 firme, e poi approdata al ballottaggio con Felice Calabrò, lo strafavorito esponente del Pd che al primo turno ha mancato la vittoria per soli 59 voti.
Calabrò «figlio politico» di Francantonio Genovese, il reuccio di Messina, Accorinti outsider con la bicicletta e il barbone bianco.
Il Movimento Cinque Stelle, che alle politiche aveva raggiunto il 30 per cento, non è arrivato neanche al 3 nonostante la candidata Maria Cristina Saija avesse aggiunto «detta Grillo» sulla sua scheda elettorale.
Proprio Accorinti era stato vicino a correre per la lista dell’ex comico genovese, «ma non ero iscritto, io non prendo tessere, sono anarchico dentro, allora non se n’è fatto niente. Ma del Movimento non mi è piaciuta la linea politica dopo le elezioni. Se hai vinto, hai la responsabilità di governare».
Lui ha sempre fatto l’insegnante di Educazione fisica alle scuole medie.
«Adesso ho rinunciato allo stipendio di sindaco, mi tengo quello da professore che basta alle mie necessità . Non amo il superfluo, la vera ricchezza è lo spirito», racconta. Già .
Se Beppe Grillo con le sue invettive è la post-politica, Accorinti è la new age dell’amministrazione, uno che a scuola ha realizzato «una cosa forse unica in Occidente, la stanza del silenzio, del respiro consapevole e della meditazione, e i miei alunni quando escono da lì scrivono pensieri di profondità incredibile. Li faccio leggere ai miei amici intellettuali dicendo che sono versi di monaci tibetani del 1200 e loro ci credono».
Ebbene, quest’uomo che dieci anni fa salì per un giorno e una notte sul pinnacolo principale del traliccio Enel alto 220 metri per dire no al ponte sullo Stretto, adesso è al timone di Messina, impegnato nella missione impossibile di salvare dal dissesto una città con un buco da 392 milioni di euro dove tutto è commissariato, dalla Fiera alla Asl, dall’Ente porto all’Istituto case popolari.
Un disastro.
«Ma a me, più del default economico, preoccupa quello culturale e spirituale. Nella mia vita ho incontrato tre volte il Dalai Lama, l’ultima volta sono rimasto con lui per mezz’ora nella stessa stanza, ed è stata un’esperienza pazzesca. Sono pieno di energie grazie agli esercizi di respirazione yoga, credo che la politica debba ripartire dalla partecipazione, basta con la delega. Come diceva Giorgio Gaber, voglio essere concreto come un sognatore».
Laura Anello
(da la Stampa“)
argomento: elezioni | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
L’EX AVVOCATO DI BERLUSCONI: “LA STORIA DELLA NIPOTE DI MUBARAK SEMBRAVA UNA BATTUTA ALLA TOTO’… UN ERRORE PORTARE RUBY IN AULA”
«La storia della nipote di Mubarak? Sembrava una battuta alla Totò, un pasticcio all’italiana, facilmente verificabile, tra l’altro, nella sua grossolanità . Ecco, io dico che quando perdi un processo devi sempre chiederti dove hai sbagliato. E poi quegli attacchi ai pm, ai giudici e perfino alla Cassazione che alla fine ti prende a mazzate sulla richiesta di legittima suspicione: “I magistrati sono come i maiali, se ne attacchi uno tutti si ribellano”, diceva Calamandrei e aveva ragione. Va detto, però, che il Tribunale di Milano è andato sopra le righe condannando Silvio Berlusconi a una pena che non avrebbe mai applicato per un imputato comune».
L’avvocato Gaetano Pecorella – difensore storico del Cavaliere fino a cinque anni fa, parlamentare di Forza Italia e poi del Pdl per diciassette anni – non risparmia critiche alla strategia difensiva predisposta dai colleghi Niccolò Ghedini e Piero Longo che ha portato al Cavaliere l’ennesima condanna.
Iniziamo da chi suggerisce a Berlusconi come difendersi dalle «aggressioni della magistratura».
«Un grande vulnus , di cui anch’io mi dichiaro corresponsabile, consiste nel non saper distinguere il destino del Paese dai problemi personali e giudiziari di Berlusconi. Anch’io quando ero presidente della commissione Giustizia, qualche volta, ho contribuito a tenere più in conto le esigenze del presidente piuttosto che la necessità che quel testo fosse condivisibile da tutti. E ora chi grida facciamo cadere il governo e andiamo al voto non fa un buon servizio all’Italia».
Chi ha gridato di più nel Pdl ha aiutato l’imputato Berlusconi?
«Se Berlusconi viene posto permanentemente al centro del conflitto sociale e c’è una magistratura che tende, e questo può essere anche meritevole, a risolvere il conflitto sociale a favore dei deboli, poi lo stesso Berlusconi sarà sempre il bersaglio preferito».
Che cosa non ha funzionato nella difesa, al processo Ruby?
«Io non intendo fare critiche ai colleghi, rispettabilissimi, ma se devo guardare ai risultati… Se i risultati sono negativi, la strategia difensiva, forse, sarebbe potuta essere diversa. Perchè questo era un processo che andava tenuto completamente sotto tono, anche da un punto di vista mediatico. Bisognava tenersi lontanissimi da testimoni che potevano far nascere sospetti di possibili condizionamenti».
Ruby alla fine è stata chiamata in aula dalla difesa.
«Ecco Ruby, mai andarla a sentire. Io sarei andato dal pm e gli avrei detto: “Guardi, è un fatto, abbiamo organizzato qualche festa, potrà essere stato sgradevole, ho sbagliato, lo ammetto…”».
Gli italiani che idea si sono fatti delle serate di Arcore?
«Il ragionamento che hanno fatto gli italiani è uno solo: “Mentre c’è la crisi lì si fanno grandi feste”. Poi la cosa è diventata un romanzetto rosa anche se la Procura di Milano è stata molto abile a insistere sui soldi spesi dal ricco imprenditore per divertirsi».
Oltre alla concussione per costrizione c’è la prostituzione minorile.
«Il reato di rapporto con una minorenne, intanto, andrebbe graduato: un conto è se vai con una quindicenne, un altro se vai con una ragazza che ha quasi 18 anni e che comunque lo fa di mestiere. Poi, la concussione per costrizione non ce la vedo proprio. Ma tutto questo è il prodotto del mettere insieme morale e diritto».
La condanna reggerà in appello?
«Con questa decisione abnorme devo dire che la sentenza difficilmente può reggere al giudizio d’appello».
Per Berlusconi è arrivata l’ora di ritirarsi dalla vita pubblica?
«Lo dico anche con affetto. Per tutti gli uomini politici arriva sempre il momento di uscire di scena. Chi non coglie l’attimo rischia di fare la fine di Napoleone o di Mussolini».
Dino Martirano
(da “il Corriere della Sera“)
argomento: Giustizia | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
POLANCO: “NON VORREI CHE COLPISSERO NOI”… CONCEICAO: “LE RAGAZZE HANNO TACIUTO PER I SOLDI”
Una stanca e soprattutto assonnata Iris Berardi, fintamente grintosa al risveglio di mezzogiorno: «Non so nemmeno cos’è successo, chi se ne frega!».
Beata lei.
Iris Berardi, pur olgettina della prima ora, non compare nel dispositivo di sentenza, dunque non è una dei testimoni che, per aver detto il falso, rischiano di finire indagati. Come per esempio Manuela Ferrera.
Un certo straripare verbale dopo essersi ordinata il silenzio stampa. «Non parlo». Ha sentito di Berlusconi? «Lo stimo, gli voglio bene». Certo, ma lei? «Ho raccontato la verità ». Davvero? «Ho raccontato quel che dovevo. Comunque…». Eccoci. «…comunque Silvio si è conosciuto con i miei genitori, e loro mai avrebbero mandato la figlia da una cattiva persona, da, diciamo, un pedofilo. Mi sbaglio?».
Donne in fuga già da un pezzo.
Aggrappate a tenerissime, per quanto fanciullesche, scuse.
Un’affabile Marystelle Garcia Polanco incolpa il cellulare a corto di credito.
Imma De Vivo insiste con un «Pronto? Pronto?» come in preda a un attacco di sordità . E se Imma mai crollerà , fino a tarda sera, mai inciampando, mai abboccando, la signora Polanco, più che altro per non rovinarsi il resto del giorno, a un certo punto, anzi quasi subito, si concede: «I sette anni di condanna? Me li aspettavo, lo sapevano tutti. Adesso non vorrei si mettessero a colpire anche noi».
Ci sta pensando? «Ci penso con l’avvocato. Vede, è un po’ difficile». Cosa è difficile? «Non lo so. Ma potrei presentarmi dai magistrati prima che mi chiamino…».
Chissà se ci andrà anche Roberta Bonasia. Che ne pensa Roberta? «Mmmhhhh». Cosa teme? «Il problema, vede, è che non posso parlare». In che senso? «Non posso, mi perdoni»
Ora, sarà che a star lontano viene facile, pur se – qui introduciamo Michelle Conceicao – la lontananza è figlia di un provvedimento di espulsione dall’Italia; comunque, la medesima Michelle, dal Brasile, finalmente confessa la verità : «La verità è che le ragazze hanno paura. Hanno taciuto per paura e anche perchè si aspettavano da lui una quantità di soldi. Qualunque persona che ha difeso Berlusconi rischia».
Chi conosce si faccia avanti, sembra esortare. In realtà ci sarebbe una seconda verità : «Sono molto contenta». Motivo? «Contenta di non essere a Milano».
Non c’è nemmeno Marystelle, a Milano, almeno a darle ascolto: «Mi trovo in Svizzera e, per quel problema al telefonino, che è morto, dovremmo risentirci domattina». L’indomani. Addirittura.
Ce n’è soltanto una, fra le mille, che con orgoglio non soltanto non scappa, ma adora farsi trovare. Miriam Loddo.
Siccome il cellulare balbetta, con istantaneo sms regala un secondo numero. Signora Miriam Loddo… «Che tristezza». Teme la prigione? «Visto che accanimento contro Silvio? Ci sono assassini in libertà , che escono e scrivono libri e si fidanzano. Io, casomai dovessi ripresentarmi in tribunale, non cambierò una virgola rispetto all’iniziale deposizione».
Entrando un poco nel dettaglio… «Avete sentito la quantità incredibile di soldi spesi per le intercettazioni?». Sicuramente, ma riguardo alla sua posizione… «Una rottura di scatole, questo è stata l’inchiesta, una gran rottura di scatole. La nostra vita, la nostra carriera…». Lei e Silvio avete avuto recenti incontri? «La saluto, devo finire degli studi per l’università … La verità è una». Cioè? «Davvero, ho da fare». Non può abbandonarci proprio ora: a proposito di verità … «Niente».
Non meno di quindici giorni e non oltre i venti.
Francesca Cipriani, fa sapere un tipo con forte accento veneto che si presenta come suo manager, si è concessa il suddetto preciso lasso di tempo per evitare qualsiasi commento.
Però il silenzio lo romperà , mica può tacere a vita. «Ovvio», spiega lui, «ovvio. Ci sono, mi creda, questo glielo posso anticipare, con uno strappo alla regola, ci sono delle novità bomba».
Tipo? «Tipo delle bombe mediatiche. L’Italia intera parlerà di Francesca». Riguardano il processo? «No, per carità . Francesca si è lasciata alle spalle quel passato, si è buttata nella carriera, con forza e impegno. Le ferite sono state profonde. Quante ne ha subite, Francesca. Ma si rifarà ampiamente, avrà un successo televisivo strepitoso. Un clamoroso cambiamento nel suo percorso professionale».
E se verrà indagata, condannata? «Figuriamoci». Potrebbe anche essere. «No, dai. Sarà una bomba».
Perdoni, senza offesa: non alluderà per caso a uno scenario rivoluzionario, a un incredibile contropiede, al debutto nel mondo del… «Nooooo… Come la Tommasi? Fermi, fermi. Francesca è antitetica, rispetto alla Tommasi…».
E quindi cosa diamine sarà ? Hollywood? «Beh, non esageriamo».
Andrea Galli e Cesare Giuzzi
(da “il Corriere della Sera”)
argomento: Berlusconi, Giustizia | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
L’IPOTESI E’FALSA TESTIMONIANZA, I PM DECIDERANNO CASO PER CASO
E adesso? Adesso, che poi non potrà essere «adesso» ma dovrà essere tra almeno 90 giorni, visto che soltanto con il deposito della motivazione dei 7 anni a Silvio Berlusconi avverrà anche la trasmissione in Procura delle deposizioni di 32 testi ordinata dal Tribunale, tutti costoro saranno per forza indagati dai pm per l’ipotesi di reato di falsa testimonianza: non perchè il Tribunale abbia in sè la facoltà di incriminare qualcuno, ma perchè la trasmissione degli atti contenuta nella sentenza del Tribunale è una notizia di reato qualificata, e dunque in regime di obbligatorietà dell’azione penale imporrà ai pm di iscrivere nel registro degli indagati tutti e 32 i testi.
Solo in un secondo momento, in teoria anche il giorno dopo, i pm potrebbero chiedere l’archiviazione per tutti, il processo per tutti, oppure distinguere tra le posizioni.
Code procedurali di questo tipo non sono infrequenti nei dibattimenti delicati, basti pensare al processo per mafia al n. 3 del Sisde Bruno Contrada nel quale nel 1996 il Tribunale di Palermo trasmise gli atti per 24 testi tra i quali il generale dei carabinieri Mario Mori, l’ex capo della polizia Rinaldo Corona e una sfilza di prefetti.
La differenza è che in quel caso era stata la Procura a sollecitare il Tribunale a trasmetterle gli atti sui testi, dei quali peraltro gli stessi pm chiesero poi l’archiviazione nel 1999 e nel 2000.
Nel processo Ruby, invece, nell’assenza di richieste formali dei pm (che pure a parole si erano più volte doluti del comportamento di alcuni testi), sono state le tre giudici Turri-De Cristofaro-D’Elia a ravvisare in 32 deposizioni il possibile reato di «chi, deponendo come testimone innanzi all’Autorità giudiziaria, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace in tutto o in parte ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato», ed è perciò punibile con una pena da 2 a 6 anni.
Sotto accusa, infatti, i testi non rischiano di finire per aver asserito qualcosa che contrasti con l’accusa o non garbi ai pm.
Il problema potrebbe piuttosto essere, ad esempio, nel caso di Roberta Bonasia aver negato di aver ricevuto soldi da Berlusconi quando le intercettazioni l’avevano invece colta a parlare dei «soldi ricevuti per un negozio»; o nel caso di Barbara Faggioli aver declassato a momento di rabbia verso l’amato Berlusconi la propria intercettazione in cui si lasciava scappare che (Berlusconi, ndr) «quando se la faceva addosso per Ruby chiamava e si ricordava di noi… adesso fa finta di non ricevere chiamate».
O ancora, nel caso del consigliere diplomatico Valentino Valentini e del caposcorta Giuseppe Estorelli, aver giurato d’aver chiamato il capo di gabinetto della Questura (Ostuni) e avergli poi passato Berlusconi, mentre Ostuni è categorico nel ricordare di essere stato chiamato solo da Berlusconi
L’esito in questo genere di processi non è però mai semplice, e Berlusconi l’ha sperimentato in due occasioni.
Intanto, anche la vicenda di David Mills cominciò come caso di possibile falsa testimonianza dell’avvocato delle società estere Fininvest, presto prescritta ma origine – dopo il ritrovamento della famosa lettera autoconfessoria al proprio commercialista e dopo l’interrogatorio inizialmente ammissorio dello stesso Mills – della ben più pesante contestazione di corruzione in atti giudiziari.
E uno scenario simile è temuto dallo staff del leader del Pdl, visti i cospicui pagamenti (persino stipendi mensili da 2.500 euro al mese) elargiti dall’imputato alle testi che hanno deposto a sua difesa.
Ma Berlusconi ha anche un indiretto precedente a favore, prodottosi oltre 15 anni fa attorno al caso della sua segretaria storica Marinella Brambilla e del suo allora assistente Nicolò Querci.
I due, infatti, furono imputati nel 1999 di aver negato, nel processo a Berlusconi per le tangenti alla Guardia di Finanza, che l’8 giugno 1994 l’allora premier avesse avuto a Palazzo Chigi un incontro con l’avvocato Massimo Maria Berruti, finalizzato a depistare le indagini (Berruti ebbe poi 8 mesi definitivi per favoreggiamento) e provato per l’accusa dal ritrovamento di un pass di Palazzo Chigi.
L’altalena di verdetti si volse infatti in autentica saga processuale: condanna in primo grado a 2 anni mezzo nel 2001, conferma in appello nel 2002, annullamento in Cassazione, nuova condanna in appello a 1 anno e 4 mesi, e infine annullamento tombale in Cassazione nel 2008.
Il bello è che nel frattempo anche l’autista di Berruti era stato indagato per quello che aveva testimoniato proprio nel processo a Brambilla e Querci nato dal processo a Berlusconi e Berruti: ma il giudice di primo grado lo assolse nel presupposto che «la distanza temporale» potesse averlo «indotto in errore» sulle rilevate discrepanze.
Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella
(da “il Corriere della Sera”)
argomento: Berlusconi, Giustizia | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
UN IMPRENDITORE: “DE GREGORIO MI DISSE CHE IL CAVALIERE ERA LA PERSONA PIU’ RICATTABILE D’ITALIA”
Silvio Berlusconi voleva candidare l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola per ricompensarlo del suo impegno nella cosiddetta “operazione Libertà ”, ovvero la presunta compravendita di senatori perchè lasciassero lo schieramento di centrosinistra determinando la crisi del governo Prodi.
Lo sostiene l’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino, interrogato in qualità di persona informata dei fatti dai pm di Napoli che conducono l’inchiesta sulla vicenda.
Il verbale è stato depositato agli atti dell’udienza preliminare che si svolgerà giovedì nel procedimento che vede imputati Berlusconi, Lavitola e l’ex senatore Sergio De Gregorio (che ha dichiarato di aver ricevuto 3 milioni da Berlusconi per passare con lui, ndr).
Bocchino, all’epoca figura di vertice del partito, concorreva a selezionare le candidature. In questa veste ha ricordato che Lavitola voleva presentarsi alle elezioni europee per il Pdl nella circoscrizione Sud.
“La sua candidatura — ha dichiarato Bocchino — era molto appoggiata da Silvio Berlusconi in persona. Berlusconi proprio ebbe a dirmi nel corso di una riunione che lui teneva particolarmente a questa candidatura poichè era grato a Lavitola per il fatto che si era prodigato all’epoca del governo Prodi e della sua crisi per quella che fu chiamata ‘Operazione Libertà ‘, cioè il traghettamento di alcuni parlamentari dal centrosinistra verso il centrodestra”.
Secondo l’ex colonnello Pdl, “la richiesta di Berlusconi venne ovviamente presa in seria considerazione, tuttavia la base del partito in Campania era ostile a Lavitola e alla sua candidatura, per cui io stesso proposi a Lavitola una candidatura nella circoscrizione Centro, ma Lavitola ebbe a rifiutare”.
Alla testimonianza di Italo Bocchino si aggiunge quella dell’imprenditore Bernardo Martano, detenuto a San Vittore nell’ambito di un’inchiesta su una bancarotta, che il 12 aprile scorso è stato interrogato dai magistrati della procura di Napoli.
Silvio Berlusconi, sostiene Martana, finanziò “pesantemente” il movimento politico dell’ex senatore Sergio De Gregorio che riteneva il leader del Pdl “la persona più ricattabile d’Italia (“lui non mi può mai dire no”).
“Preciso che avevo visto con i miei occhi Silvio Berlusconi a Napoli in occasione della manifestazione politica da me sponsorizzata, ed avevo visto che abbracciava De Gregorio”, ha affermato l’imprenditore.
“E’ noto che queste manifestazioni amicali e di affetto tra politici in occasioni ufficiali possono essere di mera facciata e di convenienza. Dunque feci la domanda chiedendogli di darmi una risposta sincera”.
E a questo punto “De Gregorio, ricordo come se fosse oggi, mi fece un sorriso sornione e beffardo.
Mi disse quasi testualmente: ‘Berlusconi ha pesantemente finanziato il mio movimento politico e comunque è la persona più ricattabile d’Italia e, per quanto mi riguarda, io personalmente lo considero la mia assicurazione, in senso che in futuro, se le cose mi dovessero andare male, lui non mi può mai dire di no”.
Berlusconi è accusato in particolare di aver dato ingenti somme di denaro a De Gregorio perchè il senatore, eletto all’epoca nelle liste dell’Italia dei Valori, passasse al centrodestra contribuendo a determinare la crisi del governo Prodi.
L’inchiesta è stata condotta dai pm Curcio, Piscitelli, Woodcock, Milita e Vanorio.
L’udienza preliminare si svolgerà domani davanti al gup di Napoli Amelia Primavera, il gip aveva respinto la richiesta della Procura di giudizio immediato.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Giustizia, Parlamento | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
AVREBBE TRASCORSO LE VACANZE NELLE STRUTTURE VALTUR DI BAIA DI CONTE IN SARDEGNA E AL SESTRIERE: LO RIVELA “PANORAMA”… SCONTI DEL 70% CONCESSI DALL’EX PATRON PATTI, TRATTATO ANCORA MEGLIO DEI POLITICI FNITI NEL’INCHIESTA
Meravigliose vacanze con super sconto.
Non solo politici, che negano, come aveva rivelato l’Espresso, ma a usufruire di tariffe agevolate per soggiornare nei villagi Valtur — il tour operator commissariato e per cui è stato trovato un acquirente in Orovacanze — ci sarebbe stato anche Beppe Grillo.
Secondo Panorama il comico genovese e leader del Movimento 5 Stelle, dal 2002 al 2007, con i suoi familiari e amici avrebbe soggiornato nei villaggi ottenendo sconti fino al 70 per cento.
Il leader del M5S è uno dei nomi di vip — l’Espresso aveva individuato Schifani, Alfano e altri — che avrebbero ricevuto un trattamento di favore dalla società guidata a lungo dall’imprenditore trapanese Carmelo Patti su cui è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Trapani sui suoi rapporti con il boss mafioso Francesco Messina Denaro e suo figlio, Matteo, latitante dal 1993.
Secondo il magazine avrebbe trascorso le vacanze nelle strutture Valtur di Baia di Conte in Sardegna e al Sestriere.
Grillo avrebbe ricevuto un “trattamento anche superiore rispetto a politici. Alcuni dei nomi di questi politici erano già noti nelle scorse settimane ma, singolarmente, del caso Valtur non si è fatto cenno sul blog di Grillo” scrive il settimanale.
Che fa sapere di aver chiesto all’interessato di fornire delucidazioni, ma di non aver ricevuto risposta.
In un’occasione, a Sestriere nel 2002, risulterebbe dai documenti che Grillo non pagò i 12mila euro del conto per un “cambio merci”, probabilmente per uno spettacolo agli ospiti del villaggio.
(da “il Fatto Quotidiano“)
argomento: Grillo | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
GRILLO ATTACCA LETTA MA CONFONDE IL DECRETO SOSTENENDO CHE SARA’ APPLICATO A POCHE PERSONE, MENTRE RIGUARDA 200.000 GIOVANI … IMBARAZZO DEI CINQUESTELLE IN PARLAMENTO E SUL WEB
Non passano neanche un paio d’ore dal semaforo vedere del consiglio del ministri al pacchetto di misure per l’occupazione che Beppe Grillo sul suo blog va all’attacco del decreto varato dal governo Letta. “Le movenze di Capitan Findus Letta, un po’ legnose, e il naso affilato in crescita telegiornale dopo telegiornale, ne rivelano la vera essenza collodiana, pinocchiesca”, scrive il leader 5 stelle.
“Il suo eloquio è meno effervescente di quello dello psiconano, ma la sostanza è sempre quella della balla in prima serata”.
In particolare sotto la lente di ingrandimento di Grillo ci sono i requisiti che il Dl fissa per potere accedere agli sgravi fiscali previsti per rilanciare l’occupazione.
Il leader portavoce però fa un po’ di confusione nell’interpretazione del decreto.
Scrive Grillo:
“Un ragazzo per dire addio alla piaga della disoccupazione e dare questo “colpo duro” deve: – essere privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi – essere privo di un diploma di scuola media superiore o professionale – vivere da solo con una o più persone a carico. Quindi per accedere devi essere un disoccupato cronico (se sei a casa da cinque mesi non vale), essere un semianalfabeta (se hai studiato sono cazzi tuoi), non vivere con i genitori ma da solo (infatti un giovane senza reddito esce sempre di casa) e avere a carico la vecchia nonna o moglie e figli. Chi, in nome di Dio, possiede questi requisiti in Italia?
Nel caso il disoccupato cronico, semianalfabeta, con famiglia a carico acceda “all’intervento significativo” di Letta, questo, come si legge nel decreto, verrà corrisposto all’azienda “per un periodo di 12 mesi ed entro i limiti di 650 euro mensili per lavoratore nel caso di trasformazione a tempo indeterminato”.
Letta, adesso facce anche Tarzan…
In realtà , il decreto dice altro.
L’articolo 1 comma 2, quello che si riferisce proprio ai requisiti necessari per gli incentivi per le nuove assunzioni recita:
L’assunzione di cui al comma 1 deve riguardare lavoratori, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che rientrino in una delle seguenti condizioni: a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; c) vivano soli con una o più persone a carico
I requisiti non devono quindi essere soddisfatti simultaneamente, ma sono invece alternativi.
Non si tratta perciò, come dice Grillo, di un provvedimento destinato a un ipotetico “disoccupato cronico, semianalfabeta, con famiglia a carico”.
Una svista che viene rilevata dagli stessi sostenitori m5s, che nei commenti redarguiscono il proprio leader: “Ma Beppe li rilegge i post che vengono messi sul suo blog?”, scrive Alessandro.
“Mi sta venendo un dubbio. Prima l’autogol con i giornalisti e ora questo. Continuiamo a dare il fianco a critiche di ogni genere. Almeno informiamo correttamente i frequentatori di questo sito. I requisiti sono tra loro alternativi”.
Ad altri sta invece venendo una certezza: che nel merito dei problemi qualcuno non capisca proprio nulla.
argomento: Grillo | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
PER RINVIARE PER TRE MESI L’AUMENTO IVA, INVECE CHE IL 96% SI PAGHERA’ IL 100% DI IRPEF…E L’ACCONTO DELL’IMPOSTA SUL REDDITO DELLE SOCIETA’ PASSA DAL 100% AL 101%…IMPOSTA DEL 58,5% SULL SIGARETTE ELETTRONICHE
La carte sono finalmente scoperte.
Il governo ha trovato le coperture per bloccare di tre mesi l’aumento dell’Iva, e lo farà con un aumento dell’acconto Irpef al 100%.
A novembre, quindi, al momento del versamento dell’anticipo del’acconto sull’imposta sulle persone fisiche, i contribuenti non dovranno più versare il 96% delle tasse dovute per l’anno successivo, ma l’intero ammontare (la restante parte oggi si versa a giugno).
Una piccola beffa, da un lato perchè la riduzione di imposta (Iva) viene così coperta con piccolo aumento, seppur virtuale, di un’altra tassa (Irpef).
Dall’altro perchè l’ultimo che nel 2011 aveva ridotto l’acconto Irpef dal 99% al 82% (poi passato al 96%) era stato il premier “rigorista” Mario Monti, che aveva abbassato l’acconto proprio per fare respirare le famiglie in vista del Natale, periodo in cui peraltro aumentano significativamente i consumi.
Ma non è finita.
Tra le coperture spunta un’inaspettata novità .
Si legge nel decreto: “Per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, la misura dell’acconto dell’imposta sul reddito delle società è aumentata dal 100 al 101 per cento”.
Non si tratta quindi più soltanto di un anticipo totale delle tasse da versare, ma una sorta di anticipo già delle imposte riferite all’anno ancora successivo.
Tra le coperture aggiuntive il governo poi prevede un aumento al 110% dell’acconto dei versamenti di acconto che spettano a aziende e istituti di credito secondo quanto previsto dal decreto legge 18 marzo 2976 n. 46 convertito dalla legge 10 maggio 1976.
Arriva poi una nuova stretta sulle sigarette elettroniche, che saranno ora soggette a un’imposta del 58,5% sul prezzo della vendita al pubblico.
Agli esercizi viene poi richiesta – sulla scorta di quanto previsto dalla legge 10 giugno 2982, n. 348, una cauzione a garanzia delle imposte da versare.
Flavio Bini
(da “Huffington Post”)
argomento: Alfano, Letta Enrico | Commenta »
Giugno 26th, 2013 Riccardo Fucile
DAGLI SGRAVI PER LE ASSUNZIONI DEI GIOVANI AGLI INCENTIVI PER GLI OVER 50… TETTO DI 650 EURO PER LE ASSUNZIONI DI GIOVANI, RIDOTTO L’INTERVALLO TRA UN CONTRATTO A TERMINE E UN ALTRO
Sgravi sperimentali per gli under 29, incentivi per l’assunzione dei disabili e dei cassintegrati. Sono questi alcuni dei provvedimenti inclusi nel pacchetto lavoro approvato dal Consiglio dei ministri. Si tratta in totale di 1,5 miliardi, così come spiegato dal presidente del consiglio Enrico Letta.
GLI INCENTIVI
Previsti «in via sperimentale» incentivi all’assunzione stabile di giovani tra i 18 ed i 29 anni. Il governo ha messo sul piatto 1,5 miliardi di euro di cui 794 milioni per la stabilizzazione degli under 30.
Così come annunciato, le risorse andranno per lo più alle Regioni del Sud dove il problema della disoccupazione giovanile arriva a livelli drammatici.
Confermato il tetto di 650 euro al mese per lavoratore: gli sgravi saranno di 18 mesi per le nuove assunzioni e di 12 per chi trasforma i contratti a tempo indeterminato.
Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico.
NON SOLO GIOVANI
Programmate anche agevolazioni per chi ha più di cinquant’anni di età e per i disoccupati da oltre dodici mesi.
Misure che guardano anche all’Expo 2015 «al fine di cogliere le opportunità di lavoro, su tutto il territorio nazionale, derivanti dall’iniziativa».
Inoltre, si legge nella bozza del provvedimento, in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015 viene istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo di 2 milioni di euro annui per consentire alle amministrazioni dello Stato «di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi».
Ad ogni studente universitario che abbia concluso gli esami, abbia una buona media e rientri sotto una soglia del redditometro, lo Stato potrebbe quindi riconoscere una specie di mini-assegno di 200 euro al mese qualora svolga un tirocinio della durata minima di 3 mesi con enti pubblici o privati.
CONTRATTI A TERMINE
Vantaggi fiscali per gli imprenditori che assumono a tempo indeterminato dipendenti che si trovano in regime di cassa integrazione.
Oltre a «ulteriori misure nei territori del Sud»: 80 milioni di rifinanziamento delle misure per l’autoimpiego e autoimprenditorialità , 80 milioni di rifinanziamento del Piano di Azione e Coesione, 168 milioni di finanziamento per borse di tirocinio formativo a favore di giovani che non lavorano, non studiano e non partecipano ad attività di formazione.
Si torna a pause meno lunghe tra un contratto a termine e l’altro: 10-20 giorni contro i 60-90 giorni introdotti dalla Riforma Fornero.
SOCIAL CARD
In arrivo, in via sperimentale, anche una carta per l’inclusione sociale che servirà a combattere la povertà estrema.
Riguarderà 170mila persone mentre sarà prorogata la vecchia social card per 425mila persone.
argomento: governo, Lavoro | Commenta »