Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
LAVORO, SANITA’, GIUSTIZIA, GIOCHI: UNA PIOGGIA DI PROPOSTE INONDA LE CAMERE: MA SOLO UNA SU CENTO VA IN PORTO
1.929 proposte in tutto: 1.134 alla Camera e 795 al Senato, in media circa 25 al giorno.
Dopo oltre tre mesi e a quasi cento giorni dall’insediamento del nuovo parlamento, a tanto ammontano le proposte di nuove leggi depositate da deputati a senatori a Montecitorio e palazzo Madama.
Proposte che toccano tutti i settori della vita politica e della società , dalla giustizia al lavoro, dalla sanità alle carceri, dall’economia ai giochi di azzardo, che “L’Espresso” ha passato in rassegna in un articolo che compare nel numero in edicola e che offrono un’idea di quali sono per la classe politica le priorità del Paese. Il settimanale ha anche stilato alcune classifiche.
Per quanto riguarda i temi più gettonati dai parlamentari nelle loro proposte, in testa alla graduatoria ci sono i temi legati al diritto e alla giustizia (277 progetti di legge).
A seguire, il lavoro e la salute e, immancabili, le riforme dell’ordinamento dello Stato. A fare la parte del leone, forte dei suoi 401 parlamentari, è naturalmente il Pd, con 730 proposte.
Seguono il Pdl e la Lega, terza in questa graduatoria, ma in testa se si considera la media delle proposte di ciascun parlamentare: quasi otto a testa.
Non sorprende perciò se i due primatisti alla Camera e al Senato sono entrambi del Carroccio: Davide Caparini (58 proposte) e Giacomo Stucchi (83).
Per quanto riguarda invece i parlamentari del Movimento 5 Stelle, sono quasi in coda alla classifica e ultimi come media individuale.
Non brillano nemmeno i big dei vari partiti.
Da quando non è più premier, Mario Monti per esempio non ha trovato il tempo per firmare una legge.
Idem per Silvio Berlusconi e Angelino Alfano.
Nel centrodestra annaspano anche i capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani, autori di una proposta-fotocopia per istituire la commissione Antimafia.
Brunetta ha solo fatto mezzo passo in più, chiedendo con Mara Carfagna l’aggravante per i reati connessi alle discriminazioni razziali, sessuali o religiose.
Quanto alla sinistra, Pier Luigi Bersani ha presentato la proposta per la modifica del Porcellum e per concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati, che doveva essere la prima legge del suo esecutivo.
Enrico Letta (due proposte in tutto), prima di essere chiamato a Palazzo Chigi ha invece puntato sui cervelli in fuga, proponendo incentivi per favorirne il rientro.
Nichi Vendola prima di dimettersi da deputato ha cavalcato immigrazione, matrimoni e adozioni gay.
Male invece Guglielmo Epifani, la cui attività legislativa risulta nulla, come quella di Pier Ferdinando Casini, mentre Giulio Tremonti ha riproposto la separazione fra banche commerciali e d’affari per fissare, così ha scritto, «un limite allo strapotere del capitalismo finanziario».
Primo Di Nicola e Paolo Fantauzzi
(da “l’Espresso)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
IL NEOCAPOGRUPPO ALLA CAMERA, PER ECCESSO DI ZELO VERSO MULLAH BEPPAR, VEDE TRADITORI OVUNQUE MA FINISCE SOTTO ACCUSA
Mentre il caso Gambaro è tutt’altro che chiuso, sul Movimento Cinque Stelle piombano le parole del capogruppo alla Camera Riccardo Nuti: “E’ in atto una compravendita morale e politica di nostri parlamentari”.
Giarrusso e Campanella chiedono che faccia i nomi, altrimenti “è diffamazione del movimento”, con il senatore siciliano che minaccia anche la richiesta di espulsione di Nuti.
Tutto questo in vista della riunione congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato, che dovrà decidere sull’espulsione della senatrice bolognese, nel mirino per le sue dure dichiarazioni su Beppe Grillo.
Stamattina, un gruppo di senatori del M5S si è riunito a Palazzo Madama nel tentativo disinnescare l’espulsione della “dissidente”.
“Ci sono contatti anche con la Camera – spiega un senatore – sarebbe davvero un peccato” espellere Adele Gambaro.
Allarme compravendita parlamentari.
Tutto comincia su Facebook, dove Nuti lancia l’allarme: “Sappiamo con certezza che c’è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al Movimento. Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in Aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal movimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi”.
E questo, prosegue, “vale anche per coloro che, con la scusa della ‘libertà di critica’, già indagano su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo. Non taceremo. Il Movimento non tacerà “.
“Nuti faccia i nomi o chiederò sua espulsione”.
Accuse, quelle di Nuti, che trovano una dura presa di posizione da parte di Mario Giarrusso.
Interpellato dall’Agi, il senatore M5S dichiara: “Se Nuti ha notizia di una compravendita, è un dovere preciso andare in Procura. Altrimenti sono fatti inventati e si sta diffamando il Movimento e per questo mi troverei costretto a chiedere la sua espulsione”.
Anche il senatore Francesco Campanella invita Nuti a fare i nomi dei coinvolti: “Riccardo Nuti ha denunciato un tentativo di compravendita di parlamentari del MoVimento 5 Stelle. A quanto pare ci sono notizie certe. Vorremmo conoscere i nomi. O dimostrano che non è vero oppure non ci rappresentano. Abbiamo speso tempo e sudore per fare politica senza soldi”.
A Nuti fa invece eco su Twitter la ex capogruppo del M5S alla Camera, Roberta Lombardi: “Giù le mani dal Movimento. Non avremo paura di denunciare tutto. Tutto”.
Non è d’accordo con questa analisi il deputato 5 Stelle, Alessio Tacconi, che sia su Twitter che su Facebook scrive: “Nessuna compravendita in atto. Queste dichiarazioni sono volte solo a distogliere dal merito della questione”. “Noi non abbiamo prezzo. L’onestà non si compra: o ce l’hai di tuo o sei come loro”, ribatte su Twitter Giulia Sarti.
Civati nel mirino. In tema di “compravendita”, Pippo Civati finisce nel mirino del M5S come il reclutatore dei dissidenti Cinque Stelle.
Lo attacca da Facebook il ‘comunicatore’ del movimento Daniele Martinelli: “È colui che recita la parte di ‘pontiere’ e che appare sui giornali armato di telefonino come se stesse cercando di ‘scilipotare’ qualche cittadino a 5 Stelle. Civati è una delle esche di quel sistema che se la fa sotto per il Movimento e per quello che i suoi ragazzi stanno portando avanti in tema di mozioni e di progetti di legge. Poverello, Civati”.
Caso Gambaro, Crimi: “Tolleranza zero”.
”Il caso della senatrice Gambaro è solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Azioni lesive del Movimento non saranno più tollerate”, dice il capogruppo uscente al Senato.
Alla riunione congiunta di lunedì si voterà sull’espulsione solo se qualcuno in quella sede lo chiederà , precisa Crimi: ”E’ impossibile tornare indietro perchè io stesso ho avviato la procedura per la convocazione congiunta dei due gruppi per valutare l’espulsione della collega. Per votare, però, qualcuno dovrà chiederlo: se sarà proposta l’espulsione allora si procede con il voto” ha spiegato.
Il neo-capogruppo al Senato Nicola Morra: “Aspettiamo che la senatrice Gambaro venga a darci le sue ragioni in assenza delle quali siamo stupiti dal suo comportamento. Lei ha chiesto di non essere disturbata per qualche giorno e quindi oggi abbiamo discusso della necessità di continuare a ragionare”.
A chi gli fa notare che è stato Beppe Grillo a sollevare l’esigenza dell’espulsione, il capogruppo ha risposto: “Grillo ha fatto nascere il movimento, merita rispetto e gratitudine, se discutiamo per ore è perchè vogliamo che il suo sogno si realizzi”.
Anche da alcuni ortodossi ‘no’ a espulsione.
Proprio per ‘salvare’ la collega, il gruppo del Movimento al Senato ha valutato anche un voto su Gambaro senza i deputati, dato che alla Camera è più alto il numero dei parlamentari “ortodossi”.
Ma la proposta, elaborata proprio da un “ortodosso”, Roberto Cotti, naufraga molto presto.
”E’ improcedibile perchè incompatibile con l’iter avviato per la convocazione dell’assemblea congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato”, spiega ancora Crimi. Dunque, la linea dura sembra avere la meglio.
Due fazioni nel Movimento.
Le divisioni all’interno di M5S diventano sempre più nette: da una parte ci sono quelli che si allineano all’intransigenza dettata dal leader Beppe Grillo, dall’altra chi, invece, punterebbe a disinnescare la bomba.
Tra questi anche alcuni ‘ortodossi’, come appunto Roberto Cotti: “Non condivido quanto ha detto Adele, ma non per questo penso che debba essere cacciata”.
È convinta che i senatori siano invece tutti concordi sulla non espulsione la senatrice M5S Serenella Fucksia, intervistata da Huffington Post: “I senatori sono tutti compatti nell’escludere qualunque ipotesi di espulsione di Gambaro. Non può esistere che uno venga allontanato per un motivo del genere. Adele ha espresso un pensiero personale in modo chiaro e trasparente”.
La senatrice marchigiana spiega che, se come ha detto Crimi “verra’ imposto un voto tante persone come me non ci andranno, rendendo l’assemblea inutile”
Verso il Gruppo misto.
Al momento sono tre i parlamentari eletti con Grillo finiti nel Gruppo misto: Alessandro Furnari e Vincenza Labriola, che hanno preso la decisione una settimana fa, e Marino Mastrangeli, che invece è stato espulso per le sue presenze in tv.
Secondo un sondaggio della Swg diffuso questa mattina, per conto della trasmissione di Rai tre ‘Agorà ‘, ben il 58% degli elettori grillini è convinto che presto altri parlamentari lasceranno i gruppi M5S. Percentuale che arriva al 79% quando a essere campionati sono elettori anche di altre forze politiche.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
NELLA CLASSIFICA DI CHI DISERTA SEGUONO VERDINI, MARIA ROSARIA ROSSI, GIACOBBE E MINNITI… GIA’ 29 CAMBI DI CASACCA IN TRE MESI
Il nuovo Parlamento, quello con l’età media più bassa e con il numero maggiore di donne, è al suo terzo mese di vita.
Ma di nuovo si registra ben poco.
Resta il vecchio malcostume dell’assenteismo, ancora duro a morire.
Il record negativo spetta a Silvio Berlusconi, presente in aula una sola volta su 158 sedute. A fargli compagnia, il suo avvocato, senatore Nicolò Ghedini, Maria Rosaria Rossi e Denis Verdini: l’intero quartetto, capeggiato dall’ex premier, s’è presentato in aula solo per votare la fiducia al governo Letta.
A fornire questi dati, e a stilare la classifica delle presenze e delle assenze, è Openpolis, l’osservatorio civico che fotografa le attività dei parlamentari a Montecitorio e Palazzo Madama.
Nella top five degli assenti, al Senato Openpolis cita la Cinque Stelle Fabiola Antinori, in aula solo dieci volte, ma giustificata da seri problemi di salute.
Il vero quinto posto spetta quindi a Francesco Giacobbe del Pd (eletto all’estero) con 17 presenze, mentre il suo collega di partito Marco Minniti è al sesto con 18 presenze. Mentre, per scovare un deputato Cinque stelle assenteista bisogna arrivare al ventiduesimo posto, dove troviamo Paolo Romano con oltre il 50 per cento delle assenze.
Gli assenteisti abituali alla Camera per ora spettano al centrodestra: Antonio Angelucci del Pdl (della famiglia che attraverso la Tosinvest controlla il quotidiano Libero), in novanta giorni di legislatura risulta presente una sola volta su 122, seguito da Stefano Quintarelli di Scelta civica, che ha solo una presenza in più del collega del Pdl.
Al terzo posto c’è Piero Longo, anche lui avvocato di Silvio Berlusconi e onorevole del Pdl, che conta solo nove presenze.
Maglia nera anche per Umberto Bossi che ha disertato Palazzo Madama ben 108 volte e Michela Vittoria Brambilla, a quota 103 assenze.
Tra i deputati più presenti, sul podio ci sono Annalisa Pennarella di Sel, Roberta Agostini del Pd e Ferdinando Alberti del M5S: non hanno mai saltato un giorno di Aula.
CENTROSINISTRA, IL MENO PRESENTE E’ BERSANI.
Sempre alla Camera, per trovare gli assenteisti del centrosinistra bisogna scorrere la classifica e arrivare all’ottavo posto, dove si piazza l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, assente 79 volte su 122.
Scorrendo ancora un po’ questo elenco, in quattordicesima posizione, troviamo il collega democratico, Paolo Gentiloni, fermo al 55 per cento, seguito dagli esponenti del centrodestra Gianfranco Rotondi e Daniela Santanchè.
In totale sono soltanto 24 su 315 i senatori che non hanno mancato neanche un giorno a Palazzo Madama.
I primi della classe sono del Pd con undici senatori sempre presenti: Maria Rosaria Capacchione, Felice Casson, Donatella Albano, Silvana Amati, Massimo Caleo, Mauro Del Barba, Marco Filippi, Federico Fornaro, Doris Lo Moro, Carlo Pegorer e Pasquale Sollo.
Al secondo posto il Pdl con sette senatori che non si sono mai assentati: Salvo Torrisi, Giancarlo Serafini, Andrea Mandelli, Mario Della Tor, Franco Conte e Federica Chiavaroli.
Medaglia di bronzo va al M5S: i cinque senatori sempre presenti sono Alberto Airola, Luigi Gaetti, Vincenzo Santangelo e Giuseppe Vacciano.
L’unico senatore della Lega che non ha mai disertato gli appuntamenti è Jonny Crosio. In compenso, ha cambiato due volte gruppo parlamentare.
IN TRE MESI 29 CAMBI DI CASACCA
Infatti nei primi novanta giorni di legislatura, calcola ancora Openpolis, ci sono stati anche diversi cambi di casacca: 12 alla Camera e 17 al Senato.
Tra i più clamorosi ci sono quelli dei deputati Vincenza Labriola e Alessandro Furnari, che il 6 giugno hanno aderito al gruppo misto lasciando il Movimento 5 stelle:
Al Senato, Marino Mastrangelo, il primo maggio s’iscrive al gruppo misto, dopo la rottura con Beppe Grillo per il suo “vizio delle comparsate tv”.
Il senatore Giulio Tremonti l’8 maggio lascia la Lega nord per far parte del gruppo Grandi autonomie e Libertà (Gal) seguito a ruota dal collega Paolo Naccarato.
Inoltre c’è chi dopo soli tre mesi conta già due passaggi di gruppo: il record spetta ai senatori Gian Marco Centinaio e Jonny Crosio che, dalla Lega, passano al Gal, per poi ritornare nuovamente nella Lega.
I parlamentari eletti con la sigla Fratelli d’Italia, nel giro di due settimane hanno abbandonato il gruppo misto per fondarne uno tutto loro.
LA CLASSIFICA DEI “RIBELLI”: SVETTA SCILIPOTI.
C’è poi la classifica dei senatori ribelli: il primo in assoluto è Paolo Naccarato del Gal, che ha votato diversamente dl proprio gruppo ben 37 volte.
Al secondo posto, tra i senatori indomiti c’è Domenico Scilipoti, che — nella passata legislatura — lasciò Antonio Di Pietro per abbracciare la causa di Silvio Berlusconi. In questi primi tre mesi, su 68 votazioni si contano 28 sue defezioni.
Al terzo posto troviamo Francesco Palermo, alla sua prima esperienza da parlamentare con il gruppo Per le autonomie-Psi, ha votato 23 volte contro corrente.
Tra i banchi di Montecitorio troviamo Angelo Attaguile (Lega) con 25 voti ribelli e Franco Marguerettaz (Lega) con 13 voti contrari alla linea del partito.
Segue Andrea Vecchio di Scelta civica con i suoi dieci voti dissenzienti.
I PIU’ SEGUITI ON LINE: LA PALMA A DI BATTISTA E CIVATI.
In questa classifica spiccano anche i parlamentari più seguiti: gli utenti — registrandosi e entrando nel sito — possono attivare il monitoraggio per atti, parlamentari e argomenti e ricevere aggiornamenti sulle attività svolte da ogni singolo eletto. Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle e Pippo Civati del Pd sono i più seguiti, rispettivamente da 40 e 36 utenti.
Loredana Di Cesare
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
IL GOVERNO ANNUNCIA TAGLIA ALLE BOLLETTE E CINQUE MILIARDI DI CREDITI AGEVOLATI ALLE IMPRESE
Conto alla rovescia per la “pioggia” di semplificazioni che arriverà stamane all’esame del Cdm.
Norme che spaziano da quelle più tecniche (la privacy, le autorizzazioni amministrative ecc) fino ad una sorta di anticipo dello “ius soli”.
Ma ci sono anche sorprese dell’ultima ora: taglio alle bollette elettriche per 500 milioni l’anno – annuncia il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato – e 5 miliardi di credito agevolato, ad un tasso dimezzato rispetto a quello di mercato, per le imprese che innoveranno il processo produttivo acquistando nuovi macchinari.
Per il resto arriverebbero due testi distinti dei quali già circolano due bozze: un decreto di 15 articoli (che non è escluso possa diventare parte integrate del «decreto del fare») e un ddl di 82 che spazia da fisco a lavoro, da privacy ad ambiente.
Ecco alcune delle misure previste.
CALO BOLLETTA DA 500 MLN
Il governo punta a tagliare le bollette elettriche a cittadini e imprese di oltre 500 milioni di euro l’anno, riducendo oneri impropri e rendite.
DA CDP 5 MLD FINANZIAMENTO A IMPRESE
La Cassa depositi e prestiti metterà a disposizione 5 miliardi di credito agevolato, ad un tasso dimezzato rispetto a quello di mercato, per le imprese che innoveranno il processo produttivo acquistando nuovi macchinari, fino a 2 milioni.
POTENZIAMENTO FONDO PMI
Il fondo di garanzia per le Pmi «ha risorse sufficienti per tutto l’anno – dice Zanonato – ma è già previsto un cospicuo rifinanziamento che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi».
DIPLOMI E RESIDENZA
Rilascio di certificazioni sui titoli di studio in lingua inglese e anche semplificazioni sul cambio della residenza e del domicilio che varranno automaticamente anche ai fini della tassa sui rifiuti.
MULTE A P.A. INADEMPIENTE
Se un procedimento della P.a. si `incaglia’ il responsabile rischia fino a 4.000 euro di multa.
CITTADINANZA STRANIERI NATI IN ITALIA
Un piccolo anticipo di Ius Soli. Diventa più facile per i nati in Italia da genitori stranieri acquisire la cittadinanza a 18 anni, anche se i genitori non hanno effettuato alcuni adempimenti.
SICUREZZA SUL LAVORO
Alcune norme sono sul decreto altre sul ddl. Prevedono semplificazione negli adempimenti per le prestazioni lavorative di breve durata o quelle, come le ristrutturazioni immobiliari, che impiegano poche persone.
STOP RESPONSABILITà€ SOLIDALE APPALTI
Abrogata la responsabilità solidale fiscale negli appalti.
EDILIZIA E ASSENSO:
Nei casi in cui serve la segnalazione certificata di inizio attività l’interessato può richiedere allo sportello unico l’acquisizione di tutti gli atti di assenso
DURC ELETTRONICO E TUTOR IMPRESA
Il Durc potrà viaggiare in formato elettronico e arriva nella Pa il tutor per l’impresa.
DELEGA PER COMUNICAZIONI COMUNI
Delega al Governo per adottare un regolamento per il riordino della rilevazione di informazioni e la trasmissione di dati a carico dei Comuni.
CERTIFICATI GRAVIDANZA E PARTO ON LINE
Viaggeranno on line i certificati medici di gravidanza e parto.
SALUTE E ODONTOIATRI
Arrivano semplificazioni per le procedure di autorizzazione degli apparecchi per la risonanza magnetica. Viene tolto il requisito della specializzazione per l’accesso degli odontoiatri al servizio sanitario nazionale.
VISITE DI CONTROLLO
Niente più visita obbligatoria prima del rientro al lavoro. Rimane solo per patologie pericolose.
STOP A “SANA E ROBUSTA” COSTITUZIONE
Stop ai certificati di sana e robusta costituzione per i dipendenti P.A. : data unica
Gli adempimenti amministrativi per cittadini e imprese scatteranno solo il primo luglio e il primo gennaio.
BORSA STUDIO PER STUDENTI ECCELLENTI
Chi avrà conseguito un percorso di studio eccellente nella scuola superiore potrà ottenere una «borsa di mobilità ».
PRIVACY
Si allentano gli obblighi previsti dal codice della privacy per il trattamento dei dati di «persone giuridiche, enti o associazioni».
PROGETTI COFINANZIATI
Lo Stato potrà sostituirsi agli enti inadempienti nel caso di ritardi nella realizzazione di progetti cofinanziati dall’Ue.
IMMOBILI A PRIVATI
Se non sarà possibile valorizzare gli immobili pubblici verranno concessi in uso ai privati. Meglio se giovani e se impiegano giovani.
DELEGA SU ISTRUZIONE
Due deleghe nel Ddl di semplificazioni: quella al governo per arrivare ad un testo unico dell’Istruzione e un’altra per una ulteriore `potatura’ delle leggi obsolete.
(da “La Stampa“)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
IL PDL TEME IL RITORNO ALLE URNE, IL PD DEVE RISOLVERE LE LOTTE INTERNE: LE LARGHE INTESE VANNO AVANTI PER INEDIA
Lo scarno intervento parlamentare del ministro dell’Economia Saccomanni ha reso esplicite le difficoltà in cui si dibatte il governo.
Taglio dell’Imu e blocco o rinvio dell’aumento Iva previsto dal primo luglio insieme non si possono fare.
E non è neppure detto che la rata Imu sospesa a giugno possa essere del tutto cancellata. Occorrerebbero scelte e accordi politici chiari all’interno della larga maggioranza: ma è difficile, se non impossibile, costruirli nel clima attuale, con i due maggiori partiti impegnati ad affrontare le loro questioni interne e intenti a scrutarsi a distanza, per capire se e quanto l’intesa che sorregge il governo possa durare.
Berlusconi ha spiegato ai suoi che il governo deve andare avanti il più possibile e che non saranno le sentenze che lo riguardano, e stanno per essere pronunciate, a convincerlo a rompere per andare a nuove elezioni.
Il Cavaliere è consapevole che il centrodestra non è affatto pronto a un nuovo appuntamento elettorale e una parte degli eletti potrebbe perfino staccarsi, pur di evitare un altro scioglimento delle Camere.
Per questo preferisce aspettare, vedere dove andrà a sfociare la lunga campagna precongressuale del Pd, e se Renzi riuscirà o meno ad averla vinta.
Ma in un angolo della sua mente si fa più forte il sospetto che una parte del Pd stia lavorando alla costruzione di una maggioranza alternativa con i transfughi del Movimento 5 stelle, che potrebbe essere accelerata dalla crisi del rapporto tra Grillo e i suoi parlamentari.
La festa per la vittoria alle amministrative, nel Pd, è durata poco.
Il documento promosso da Bersani costituisce una reazione ai timori, diffusi all’interno del partito, che un accordo tra Letta e Renzi accompagnato dalla formazione di un correntone centrale possa determinare gli equilibri del congresso già prima che la data sia decisa.
Di qui la spinta per condizionare l’elezione del segretario con regole strette, sul genere di quelle che bloccarono l’ascesa del sindaco di Firenze nelle ultime primarie.
Insomma ognuno pensa ai propri problemi.
E, soprattutto all’interno del centrosinistra, la vigilia congressuale alimenta continue manovre e impedisce decisioni chiare.
In questa cornice trovare un compromesso all’interno della maggioranza sulle scelte più urgenti del governo o sull’iter delle riforme istituzionali è diventato davvero arduo.
Lo ha capito bene Napolitano, che non a caso è tornato a richiamare i partiti alle loro responsabilità .
Marcello Sorgi
(da “La Stampa“)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
VELTRONI LANCIA RENZI SEGRETARIO: “E IL LEADER SIA CANDIDATO PREMIER”
Saranno le scelte di Matteo Renzi a spostare gli equilibri del Pd.
Il corpaccione del partito è in movimento. Lunedì si riunisce la commissione per il congresso, formalmente inizia il percorso per eleggere il nuovo segretario e lo scontro sulle regole (primarie aperte a tutti o solo per gli iscritti; leadership debole e premiership forte) è la cartina di tornasole della sfida politica.
Un movimento scomposto, che vede l’offensiva di Bersani, l’ex leader; documenti e lettere inviati al segretario Epifani per denunciare (il correntismo) o per marcare le differenze: la riunione di Areadem, corrente di Dario Franceschini.
Correnti e spifferi, le chiama Renzi.
E verrebbe voglia di rovesciare il tavolo? «La tentazione a volte c’è perchè non si sa chi fa scacco matto…
«Comunque, «indifferente» – così si dichiara il “rottamatore” – a tutte queste riunioni di ex («ex segretario, ex ds»), perchè lui è per «next», il futuro prossimo.
Il sindaco fiorentino per orasi limita a dire che il Pd dovrebbe aprire le finestre, fare entrare «aria nuova e gente nuova», restituendo un po’ di speranza, invece di inutili discorsi che poi portano alla sconfitta. Non scioglie la riserva sulla sua candidatura come successore di Epifani.
A tirare la volata a Renzi è Walter Veltroni.
Dopo il gelo in fase rottamazione, tra Veltroni e il sindaco è ripreso il feeling.
«Renzi si candidi – esorta il fondatore del Pd – e il segretario democratico resti anche il candidato premier, è bene non cambiare lo Statuto».
Aggiunge, poi: «Le primarie siano aperte e Matteo sia più profondo, non bastano le battute».
In questo mosaico di posizionamenti, Franceschini a sua volta apre al sindaco fiorentino: «Le regole vanno concordate con Renzi», osserva. Nel vertice mattutino con Piero Fassino, Antonello Giacomelli, Marina Sereni e Ettore Rosato, il ministro per i Rapporti con il Parlamento non rompe con Bersani però non condivide l’impostazione che i bersaniani voglio dare al congresso.
La prima faglia si aprirà lunedì con l’elezione del presidente della commissione per il congresso: Bersani e Epifani punterebbero su Zoggia, che è a capo dell’organizzazione del partito.
Ipotesi che scatena la protesta dei “giovani turchi”, la sinistra del partito.
«Zoggia non èneppure pensabile, proprio perchè ha già un altro ruolo», attacca Francesco Verducci. «Almeno sul percorso troviamo equilibrio – invita Giacomelli, vice presidente dei deputati del Pd – . I documenti di queste ore? Poco convincenti, sinceramente. Siamo preparatissimi sull’organizzazione di competizioni interne ma l’attitudine al confronto di idee è un po’ arrugginita».
Pentito sulla rottamazione, Renzi? «No, casomai pentito diavere fatto troppo poco, perchè oltre ai politici bisogna rottamare le politiche, nel senso delle scelte politiche…
Invece di ascoltare i consigli di D’Alema di non esporsi troppo mediaticamente, ieri sera il sindaco è in tv, al Tg2, e detta due o tre cose che contribuiscano a fare uscire il Pd dall’afasia sull’agenda del governo.
Anche Epifani bacchetta sulle cose da fare. Il segretario su Facebook chiede al governo Letta di trovare soluzioni su «lavoroper i giovani, l’Imu e no all’aumento dell’Iva».
E si prepara sabato all’incontro con i socialisti europei a Parigi e con Hollande.
Tutta la sinistra riprende respiro e iniziative.
Oggi si riunisce “Rinnovamento della sinistra” con Nichi Vendola e Maurizio Landini. Domani mattina al Capranichetta il nuovo “Movimento 139” del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e di Felice Belisario.
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
LE MISURE: DAL CONTO IN BANCA AI FIGLI, STRETTA SUI TRUCCHI PER AGGIRARE LE REGOLE
Ci sono novità che faranno discutere: per misurare la ricchezza di una famiglia non si terrà conto solo del reddito dichiarato nel 730 ma di tutte le entrate, compresi gli assegni per i figli, le pensioni di invalidità o le borse di studio.
E altre che chiudono un buco imperdonabile, nel quale finora si sono infilati in parecchi: per tirare via dal calcolo i risparmi non basterà dire di non avere un conto in banca, come fa oggi l’80% degli italiani con punte del 96% al Sud (no, non è un refuso).
Le autocertificazioni andranno incrociate con la banca dati del Fisco e chi dichiara il falso ne pagherà le conseguenze.
Il governo riscrive l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, più semplicemente il riccometro.
Serve a misurare la ricchezza, mettere le famiglie in fila in quelle graduatorie che i funzionari del Comune scorrono dal basso verso l’alto, dai poveri ai ricchi.
E quindi a decidere chi ha diritto ad alcuni servizi sociali, dagli asili nido alle borse di studio, oppure quanto li deve pagare, come per le mense scolastiche.
Dopo 15 anni di servizio non troppo onorato il vecchio Isee aveva mostrato ormai tutti i suoi difetti. E la nuova versione era stata varata già dal governo Monti.
Mancava però il via libera delle Regioni, arrivato ieri in cambio della licenza di aggiungere qualche piccola variazione sul tema.
Per farlo entrare in vigore adesso serve il parere delle commissioni parlamentari, che il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio si augura «arrivi il prima possibile».
Una fretta che si spiega non solo con la volontà di complicare la vita ai «ladri di welfare». Ma anche con l’idea di usare il riccometro per calibrare la nuova Imu.
Se la tassa sulla prima casa peserà davvero più sui ricchi, come vorrebbe il Pd, allora non sarà legata al reddito puro e semplice, con tutti i rischi che comporta l’evasione fiscale.
Ma proprio all’Isee, che scatta una fotografia più fedele della solidità economica di una famiglia
Il nuovo riccometro, ad esempio, terrà conto di tutte le azioni e i titoli che si hanno in portafoglio, di tutti gli immobili, anche all’estero.
Sui risparmi in banca, in realtà , un buco ancora c’è.
Resta utilizzabile il vecchio trucco di togliere tutti i soldi dal conto, firmare l’Isee dichiarando di non avere risparmi, e poi versare di nuovo tutti i soldi sullo stesso conto.
Un gioco delle tre carte contro il quale il nuovo Isee dice, in teoria, che saranno possibili controlli successivi, a campione e per sorteggio, sulla reale consistenza dei depositi di chi aveva dichiarato zero.
Ma al momento la soluzione non è tecnicamente possibile e quindi il punto interrogativo resta. «Abbiamo eliminato il maggior numero di storture del passato» spiega il viceministro del Lavoro Maria Cecilia Guerra, che ha seguito il provvedimento passo passo.
E gli esempi possibili sono tanti.
Quello classico riguarda gli asili nido, dove oggi funziona così: i genitori non sono sposati e hanno due residenze diverse. Lui lavora e guadagna bene, lei sta a casa. Se il bambino è a carico della madre risulta figlio di nullatenente, ed entra al nido scavalcando pure chi è in cassa integrazione.
Con il nuovo Isee almeno questo trucco sarà impossibile visto che si terrà comunque conto del reddito del padre.
Altra cosa che ha fatto discutere sono le detrazioni per i figli: rispetto al passato fino al secondo non cambia nulla, mentre gli sgravi diventano più generosi dal terzo in poi. Una specie di quoziente familiare che però aiuterà solo le famiglie davvero grandi.
Cambiano le regole anche per i disabili, sulle quali in questi mesi le associazioni hanno protestato. Lo sgravio ci sarà in ogni caso ma se oggi è uguale per tutti diventerà crescente su tre livelli: disabilità grave, media e non autosufficienza.
Deducibile anche l’affitto, fino a 7 mila euro l’anno, stessa somma tagliata in automatico per chi vive nella casa di proprietà . Cifra fissa in tutta Italia, anche se forse bassa nelle grandi città e alta nei piccoli centri, ma fare diversamente sarebbe stato troppo complicato
Novità importante, e purtroppo significativa, la possibilità di aggiornare l’indicatore in corso d’opera.
Chi perde il lavoro oggi rimane ancorato per un anno al vecchio Isee e magari non ha diritto ai servizi perchè sulla carta risulta ancora ricco.
Adesso sarà possibile chiedere il cosiddetto Isee corrente, cioè calcolato in tempo reale, per non aggiungere al danno del licenziamento anche la beffa di essere considerati ricchi. «Purtroppo in questi mesi – dice il viceministro Guerra – abbiamo visto diversi casi del genere. E questo è sicuramente un ottimo motivo per andare avanti con urgenza».
Lorenzo Salvia
(da “il Corriere della Sera”)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
LA DE PIN VITTIMA DI STALKING POLITICO VIA SMS… MA IL PRESUNTO MOLESTATORE E’ UN FEDELISSIMO DI CASALEGGIO E I VERTICI LO DIFENDONO
Ogni giorno un nuovo caso.
Tra dissidenti, malpancisti e minacce di espulsione, il Movimento 5 Stelle è sempre più chiuso in se stesso, costretto a guardare ai problemi interni con l’unico risultato di sprecare energie che invece potrebbero essere utilizzate in altro modo.
E nonostante Grillo continui dal blog a invitare tutti a far sentire la propria voce, la fronda interna cresce e polemizza sempre sulla solita questione: i rimborsi da restituire.
Una telenovela che va avanti dall’inizio della Legislatura e che ora si arricchisce di un nuovo intrigante capitolo: il caso De Pin.
L’assemblea straordinaria, convocata di tutta fretta mercoledì sera in Senato, non ha affrontato la questione dell’espulsione della senatrice Adele Gambaro.
Un senatore del M5S ha assicurato che si è parlato di “una vicenda inquietante”: delle pressioni che la De Pin, senatrice eletta in Veneto, avrebbe subìto da David Borrelli, consigliere comunale a 5 Stelle del Comune di Treviso.
Ai colleghi la De Pin ha spiegato di sentirsi molto scossa a causa dei continui sms che sta ricevendo da Borrelli sugli importi della diaria e ha evocato la parola stalking, spiegando nei dettagli la “persecuzione” che sta subendo.
Alcuni senatori si sono detti scioccati dalla vicenda, suggerendo alla De Pin di denunciare Borrelli.
C’è anche chi assicura che la De Pin abbia ricevuto l’ennesimo messaggio sul cellulare la sera stessa dell’assemblea.
Un testo sinistro: “Countdown, racconta anche questo”.
Sono intervenuti Crimi e il sen. Endrizzi, anche lui veneto, che hanno difeso Borrelli, “un punto di riferimento in Veneto” e hanno accusato la De Pin di lanciare queste accuse perchè vuole lasciare il Movimento.
Cosa che la De Pin ha smentito categoricamente, mentre altri senatori hanno chiesto ulteriori chiarimenti e a questo punto Endrizzi è uscito dalla riunione in aperta polemica.
Borrelli sostiene di non aver nulla contro la senatrice, di avere un mese fa chiesto chiarimenti (a che titolo?….n.d.r.) sui rimborsi da restituire da parte della de Pin, la quale ha chiarito che aveva sostenuto delle spese documentate per i collaboratori.
Non si comprende pertanto come sia possibile che Borrelli continui a inviarle sms sulla diaria.
Ora molti però si chiedono se la Casaleggio Associati sapeva di queste pressioni. Anche perchè Borrelli è un tecnico informatico fedelissimo del guru.
Qualcuno è arrivato a sospettare che “possa esserci una struttura a livello locale” in grado di influenzare dall’esterno l’operato di un senatore della Repubblica”
(da “il Secolo XIX“)
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Giugno 14th, 2013 Riccardo Fucile
IN UNA SETTIMANA IL PD GUADAGNA 3 PUNTI, IL PDL PERDE L’1,7% E I GRILLINI CALANO DI UN ALTRO 2%
Sale il Pd nelle intenzioni di voto, che guadagna tre punti rispetto alla settimana scorsa, e supera così il Pdl diventando primo partito con il 28,1 percento dei consensi. Quello guidato da Angelino Alfano, invece, perde oltre un punto e mezzo (-1,7%) e scivola al 26 percento.
In calo anche il Movimento 5 Stelle (-2%), al 17,9 percento.
E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto Swg in esclusiva per Agorà , su Rai Tre.
Sel perde oltre mezzo punto (-0,7%) e scende sotto la soglia del 5 percento (4,8%).
Al 4,8 percento anche Scelta civica (+0,1%), seguita dalla Lega Nord al 4,4 percento. Fratelli d’Italia guadagna mezzo punto e si attesta al 2 percento, mentre l’Udc ne perde quasi mezzo (-0,4%) e chiude con l’1,8 percento dei consensi.
La rilevazione è stata effettuata nei giorni 11-12 giugno 2013 tramite sondaggio online Cawi [Computer Assisted Web Interviewing, ndr] su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 1500 soggetti maggiorenni (su 3700 contatti complessivi).
Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’Istat.
I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza.
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