ALLUVIONE DI GENOVA, RENZI STANZIA ZERO EURO, AVEVA DETTO: “NON VI LASCEREMO SOLI”
Ottobre 24th, 2014 Riccardo FucileDOPO DUE SETTIMANE IL CDM NON DELIBERA LO STATO D’EMERGENZA Nà‰ CONCEDE SOLDI… E SI SCOPRE CHE IL FONDO PER LE CALAMITà€ È DIMEZZATO A 50 MILIONI
Genova non merita lo stato di emergenza per calamità naturale e l’invio dei relativi fondi per rimettersi in piedi.
Dopo quattordici giorni, due settimane, ancora niente dal Consiglio dei ministri presieduto dal premier che cambia verso, sblocca l’Italia, ma non trova un euro per Genova.
“Non vi lasceremo soli”, disse Matteo Renzi a poche ore dalla disastrosa alluvione che il 9 ottobre ha sconvolto la città ligure, portandosi via anche una vita.
E non solo, neppure l’annunciata visita del primo ministro è ancora avvenuta, nonostante le assicurazioni delle prime ore: “Verrò appena passata la prima fase di emergenza”, disse Renzi.
Quattordici giorni dopo, appunto, prima, seconda e terza emergenza sono archiviate, i genovesi hanno spalato il fango da soli e si sono sentiti e si sentono ancora molto soli.
Sembra una beffa, ma il Consiglio dei ministri di due giorni fa uno stato di emergenza per calamità naturale l’ha deliberato, con un assegno di 10 milioni e mezzo, trovati dal ministero dell’Economia e delle Finanze che ha dovuto raschiare il fondo del barile. Si tratta di quello per la provincia di Foggia, colpita da un’alluvione tra il 1° e il 6 settembre, e che comunque ha dovuto aspettare quasi due mesi per veder placata la giustificata rabbia del Gargano per l’assurda e prolungata attesa.
Vista l’eccezionalità dell’evento ligure il governo, con due Consigli dei ministri riuniti nel frattempo, non avrebbe potuto provvedere subito anche a Genova?
Certo sono lontani i tempi delle vacche grasse quando Guido Bertolaso otteneva da Silvio Berlusconi stati d’emergenza nel giro di poche ore, un esempio su tutti il terremoto de L’Aquila dell’aprile 2009, con 30 milioni stanziati subito, doverosamente.
Ma anche per l’alluvione sarda del 2013 passarono soltanto pochi giorni per la dichiarazione dello stato d’emergenza.
Lo stesso governo Renzi, al suo primo Consiglio dei ministri, nel giorno stesso dell’insediamento, il 14 febbraio, sbloccò i fondi per i danni del maltempo che aveva colpito la Toscana solo pochi giorni prima, l’11 febbraio.
Il problema è il fondo per le emergenze nazionali, riempito con 70 milioni dalla legge di stabilità 2013 e poi prosciugato dalle varie emergenze che si sono susseguite fino ad arrivare a quota zero euro.
Lo “Sblocca Italia” prevede di rimpinguare il fondo con 50 milioni (cento con un emendamento della relatrice della legge, ma la Ragioneria generale dello Stato non ha dato il via libera).
Per il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci “i fondi così sono insufficienti”.
La Regione Liguria, nel frattempo, ha già fatto le prime stime dei danni, come conferma l’assessore alla Protezione civile Raffaella Paita: “Solo per le prime emergenze servono almeno 60 milioni, in tutto più di 250”.
Quindi, solo per l’immediato, più di quelle che saranno a disposizione dal fondo con lo Sblocca Italia.
Cosa farà il governo? “Ci hanno promesso — risponde Paita — un provvedimento ad hoc, non possiamo che essere fiduciosi perchè ne abbiamo bisogno, non c’è alternativa”.
Qualcosa, si spera, alla fine il governo s’inventerà , ma con il dimezzamento della cifra per il fondo di emergenza nazionale la strada si fa difficile e irta di ostacoli.
Se c’è una somma anche nelle pieghe della legge di Stabilità appena firmata dal presidente Giorgio Napolitano non è dato sapere.
Al cap omissione contro il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi, Erasmo D’Angelis, non risulta, il consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgeld, interrogato sulla questione, risponde così: “Mi trova impreparato, credo ci fossero un centinaio di milioni”.
E stride leggere, nella stessa legge di Stabilità , un capitolo di spesa accanto alla parola “Genova”: 400 milioni per il contestato terzo valico dell’alta velocità ferroviaria tra Milano e la Liguria.
I soldi per i buchi nelle montagne ci sono,insomma, quelli anti-dissesto idrogeologico, invece, sono molto difficili da trovare.
Giampiero Calapo’
(da “il Fatto Quotidiano”)