Marzo 11th, 2016 Riccardo Fucile
LA MEDIA DEI SONDAGGISTI VEDE IL PD 32,8%, M5S 24.2%, LEGA 13.9%, FORZA ITALIA 11,6%, FDI 4,8%, SI 4,3%, NCD 2,7%
La settimana è stata positiva per il Partito Democratico, non tanto per la modesta crescita della 0,2%, quanto piuttosto per il calo del Movimento 5 Stelle poco sopra il 24%, della Lega che scende sotto il 14% e di Forza Italia di nuovo sotto il 12%.
Nelle retrovie sempre in affanno il Nuovo Centro Destra di Alfano, ancora sotto il 3%, e buone performance di Sinistra Italiana e Fratelli d’Italia, tra il 4% e il 5%.
Tuttavia è la voce Altri, in netta crescita oltre il 6%, che ci dice che una fascia sempre più ampia di elettori è insoddisfatta dell’attuale quadro politico.
La crescita del Pd a discapito dei principali competitor, non deve trarre in inganno. Per vedere se il trend positivo sarà costante bisognerà aspettare la prossima settimana, quando verranno calcolati gli effetti delle primarie sulle intenzioni di voto.
I casi di Roma e Napoli rischiano di danneggiare il Partito Democratico su scala nazionale. Le continue divisioni interne, (oggi Bersani, in un’intervista al Corriere, ha ammonito il proprio partito: “Gli elettori non ci seguono”) possono rappresentare un pericolo in chiave elettorale.
Il calo di Lega e Forza Italia è invece da iscrivere nella confusione creatasi intorno alla candidatura di Guido Bertolaso a Roma.
(da agenzie)
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Marzo 11th, 2016 Riccardo Fucile
DISCONOSCE ORFINI E AVVERTE SUI RISCHI DEL MALESSERE DELLA SINISTRA… APERTURA A UNA SCISSIONE
Massimo D’Alema respinge con forza l’ipotesi di essere il regista di una fronda interna al Partito
Democratico che vuole la sconfitta di Matteo Renzi alle elezioni amministrative, ma osserva con severità quanto sta avvenendo con le primarie di Roma e Napoli.
L’ex premier giudica molto negativamente la gestione di Matteo Renzi e di Matteo Orfini e non esclude che il malcontento della minoranza dem possa sfociare in una nuova formazione che sancisca la scissione dal Pd, recuperando lo spirito dell’Ulivo. In un’intervista al Corriere della Sera, Massimo D’Alema dice la sua sugli ultimi eventi che hanno scosso il partito, definisce “arrogante e autoreferenziale” la classe renziana alla testa del Pd e non esclude che dal malessere della sinistra possa nascere una forza nuova.
“Sono sbarcato all’alba a Fiumicino dall’Iran. Non avevo nè telefono nè Internet. Non so nulla di quello che è successo in questi giorni. So solo che il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani”.
Roma e Napoli hanno gettato discredito su uno strumento che resta valido come le primarie. Per il Campidoglio, D’Alema non mostra grande slancio verso Roberto Giachetti, preferendo la soluzione Massimo Bray.
“Bray è un mio carissimo amico, ma è un uomo libero e indipendente. È anche una delle persone più testarde che ho conosciuto in vita mia. Non sente nessuno; decide, e va rispettato nella sua decisione. E non è neppure iscritto al Pd. Basta consultare la Rete per vedere quanti cittadini e associazioni si stanno rivolgendo a lui; anche se io non figuro, non faccio parte di questa comunità […] Non so ancora chi siano i candidati. Li valuterò liberamente da cittadino romano. Non so cosa farà Bray. Certo non ho il minimo dubbio che la sua candidatura sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale; mentre qui pare tutto un giochino interno al Pd. Sono molto attaccato a questa città , che dopo le vicende drammatiche che ha vissuto merita un sindaco di alto livello, a prescindere dall’appartenenza di partito” […] Giachetti si è fotografato su Internet mentre traina un risciò su cui è seduto Renzi. Ma questa non può essere l’immagine del sindaco di Roma, neanche per scherzo. Il quadro è estremamente preoccupante. C’è una crisi della democrazia. Una caduta di partecipazione e tensione politica, di fronte alla quale i partiti, compreso il Pd, non riescono a schierare personalità all’altezza”.
Per quanto riguarda Napoli, le primarie erano da annullare.
“Le primarie così hanno perso ogni credibilità . Sono manipolate da gruppetti di potere. Sono diventate un gioco per falsificare e gonfiare dati. Bisogna scrivere nuove regole. E intanto rispettare quelle che già ci sono” […] “A Napoli i dati sono impressionanti. Nelle aree di voto d’opinione, Bassolino è nettamente avanti. In altre zone è sotto di tremila voti: a proposito di capibastone e di truppe cammellate, come le chiamano i nostri cosiddetti leader. Bassolino denuncia un mercimonio. Produce video che lo provano. E il presidente del partito, con il vicesegretario, rispondono che il ricorso è respinto perchè in ritardo? Ma qui siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità “.
D’Alema disconosce il “suo” Orfini.
“Nella vita si può evolvere in tanti sensi. Del resto, loro dicono che sono bollito; anch’io avrò avuto una mia evoluzione. Ma come non capire che una risposta così sconcertante getta discredito sul partito, sulla politica?”
Capitolo scissione nel Pd, D’Alema non esclude.
“Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Si tratta di un problema politico e non di un complotto di D’Alema, che è impegnato in altre attività di carattere culturale e internazionale […] Anche Prodi mi pare sempre più distaccato. Il Pd è finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali. Dei fondatori non sanno che farsene. Ai capi del Pd non è passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento così difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?” […] “Molti elettori ci stanno abbandonando. Compresi quelli che ci avevano votato alle Europee, nella speranza che Renzi avrebbe rinnovato la vecchia politica: ora vedono un gruppo di persone che ha preso il controllo del Paese, alleandosi con la vecchia classe politica della destra. Non so quanto resteranno in stato di abbandono. Nessuno può escludere che, alla fine, qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito”.
La colpa che D’Alema attribuisce a Renzi è di aver reciso le radici dell’Ulivo e così anche quelle del Pd.
“Il punto vero è che il Pd non ce la fa più a tenere insieme il campo di forze del centrosinistra. E dubito che riuscirà a compensare le masse di voti perse a sinistra alleandosi con il mondo berlusconiano: non solo Alfano,Verdini, Bondi, ma anche Mediaset e uomini di Cl. A destra viene riconosciuto a Renzi il merito di aver distrutto quel che restava della cultura comunista e del cattolicesimo democratico. Ma così ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd. Ha soffocato lo spirito dell’Ulivo: del resto Renzi non ha mai nascosto il suo disprezzo per l’esperienza di governo del centrosinistra, che anzi è bersaglio costante della sua polemica” […] Oggettivamente Renzi somiglia più a Berlusconi che all’Ulivo. La cultura di questo nuovo Pd è totalmente estranea a quella originaria. Anche la sua riforma elettorale si ispira a quella di Berlusconi, non alla riforma uninominale maggioritaria voluta dalle forze dell’Ulivo. È una legge plebiscitaria: non si elegge il Parlamento; si vota il capo”.
Per D’Alema inoltre il Governo Renzi racconta un’Italia che ancora non c’è.
“L’Italia cresce dello 0,7%. Questo dato modesto viene presentato come frutto di grandi riforme. In realtà , la ripresa sia pur faticosa investe tutta l’Europa; e la ripresa italiana è metà di quella europea, forse un po’ meno. La Germania cresce dell’1,7, con la disoccupazione al 6. Altro che “siamo più forti dei tedeschi, l’Italia ha ripreso a correre, non ce n’è più per nessuno”. Sarebbe carino evitare la propaganda e dire la verità al Paese. Il nostro gap viene da lontano, non è certo colpa di Renzi. Ma lo si affronta con un vero progetto riformista di innovazione. Non vedo questo nè nel Jobs act nè nella cancellazione dell’Imu”.
L’esito appare scontato all’ex premier, Renzi sarà sconfitto dai 5 Stelle.
“Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra. Vogliono sbarazzarsene. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già fatto, è già accaduto. Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto. Ma è un’illusione. Il problema non è Verdini, che è uomo intelligente e molto meno estremista di alcuni suoi partner del Pd. Verdini ha capito che se Renzi rompe con la sinistra va dritto verso la sconfitta, magari in un ballottaggio con i Cinque Stelle. Per questo, capendo di politica, è preoccupato” […] Secondo me, una volta lacerato il centrosinistra, non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo. O viene la destra”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 11th, 2016 Riccardo Fucile
L’INCONTRO CON FASSINA E IPOTESI CANDIDATURA UNITARIA ATTRAVERSO PERCORSO PARTECIPATO
Non si placa la polemica sulle primarie del centrosinistra a Roma. Sono state ricontate le schede, una per una, quelle 3.709 bianche e nulle ufficializzate lunedì sera dal Comitato promotore delle primarie.
E a sinistra la partita non è ancora chiusa.
Ieri l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino ha incontrato Stefano Fassina, candidato per Sinistra Italiana, e il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni. “Grande condivisione”, è quanto emerso dalla riunione.
L’ex primo cittadino è quindi in campo e l’obiettivo è quello di proporre una candidatura unitaria attraverso un percorso “partecipato”.
Il faccia a faccia tra Marino e Bray è slittato ai prossimi giorni.
L’ex ministro della Cultura dovrebbe però declinare qualsiasi offerta di scendere in campo, dopo giorni in cui la sua candidatura è stata parecchio invocata.
Mentre l’ex sindaco, nel giorno del suo 61esimo compleanno, su twitter ringrazia “i tantissimi che mi stanno facendo gli auguri. Una carica di affetto e fiducia che fa bene e dà forza”.
Ma di fronte all’eventualità che si facciano avanti sia Bray sia l’ex sindaco Ignazio Marino, Fassina mette sul tavolo l’opzione delle primarie. “C’è una riflessione in corso di personalità autorevoli che fanno parte del campo del Pd – ha ribadito ieri – una riflessione per valutare se candidarsi insieme a noi. È un segno di grande attrattività del nostro progetto, lo considero un indicatore di successo. Se sceglieranno di candidarsi nella nostra area faremo le primarie e sarà un momento di forza e di miglioramento della nostra credibilità “.
Interviene il commissario dem di Roma Matteo Orfini: “Per noi sono ipotesi che non esistono e ci stupisce non siano state già smentite. Noi le primarie le abbiamo già fatte e ora chi si candida al di fuori, si candida contro il centrosinistra lo fa senza alcuna possibilità , per far vincere la destra e Grillo”.
In caso di candidatura da outsider di Ignazio Marino o Massimo Bray, che sono attualmente esponenti del Pd, sarebbero fuori dal partito? “E’ un ipotesi che non voglio nemmeno prendere in considerazione”, ha risposto Orfini.
Intanto, l’ex capogruppo capitolino Sel, Gianluca Peciola, è pronto a candidarsi alle primarie della sinistra.
Secondo quanto si apprende da fonti Sel, infatti, nel caso la sinistra decidesse per le primarie, Peciola ha deciso di partecipare.
Con lui ci sarebbe appunto Stefano Fassina, già da settimane in campo come candidato sindaco per Si-Sel, mentre l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino deve ancora sciogliere la riserva sulla sua partecipazione.
Peciola già due mesi fa aveva proposto le primarie per arrivare a un candidato unico della sinistra.
(da agenzie)
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Marzo 11th, 2016 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEI FAMILIARI
Tutte le 9 cardiochirurgie campane (cinque pubbliche e quattro private accreditate) non avevano una
sala operatoria libera nella notte tra l’8 e il 9 marzo e Francesca Napolitano, una donna di 42 anni di Bagnoli, in gravissime condizioni, ricoverata all’ospedale San Paolo a Napoli per una sospetta miocardite con versamento pericardico (condizione che tiene il cuore stretto in una morsa impedendogli di battere), è morta dopo un’attesa di tre ore e il trasferimento alle 6 del mattino al Monaldi.
Non è un caso di Malasanità . I medici hanno fatto tutto il possibile per salvarla.
Le procedure sono state rispettate. Ma è un tragico effetto della riorganizzazione ospedaliera.
La donna infatti è arrivata al pronto soccorso del San Paolo con un tamponamento cardiaco. SI tratta di un urgenza che non richiede un vero e proprio intervento chirurgico, ma un drenaggio.
Il San Paolo non è attrezzato per queste emergenze, perciò ha allertato il 118 che ha chiamato tutte le strutture pubbliche e private accreditate.
Alla fine, alle sei del mattino, la donna è arrivata al Monaldi, nonostante l’ospedale non abbia l’emergenza cardio chirurgica.
“In quel momento avevamo le due sale chirurgiche esistenti erano entrambe impegnate, una per un trapianto di cuore e l’altra attivata (alle 3 di notte) per un aneurisma dissecante dell’aorta in trasferimento dal Cardarelli- spiega il responsabile Gian Antonio Nappi – Comunque quando è arrivata qui la donna non aveva bisogno di una sala chirurgica, ma solo di un drenaggio, che abbiamo fatto. Purtroppo però è intervenuta un’aritmia maligna”.
La domanda ora è: se la donna fosse stata portata subito in ospedale e le fosse stato fatto il drenaggio, si sarebbe salvata?
“Sì hanno chiamato anche noi – spiega Celeste Condorelli, ad della Clinica Mediterranea – Ma non abbiamo l’ok per l’emergenza cardiaca. Potremmo essere operativi in 20 giorni, ma non siamo autorizzati”.
A Napoli ( Asl Napoli 1) gli ospedali autorizzati per l’emergenza sono: il Cardarelli, Il Loreto Mare, Il San Paolo, Il Fatebenefratelli, Villa Betania, il Pellegrini.
Tutti però senza la cardiochirurgia.
Ecco perchè Francesca Napolitano non ha trovato subito un ospedale in cui tamponare la sua emergenza cardiaca.
I familiari della donna hanno sporto denuncia e la cartella clinica è stata sequestrata dai carabinieri. La salma è stata trasportata alla sala settoria del policlinico Federico II dove sarà anche effettuata l’autopsia.
Una dettagliata relazione dell’accaduto è stata trasmessa dalla direzione del Monaldi agli uffici della Regione.
Enrico Coscioni, cardiochirurgo e consigliere di De Luca precisa: “Per salvare la donna non c’era bisogno di una sala operatoria. Spero si capsica che la signora non è morta per malasanità ”.
Resta però la realtà , quella di una donna che per una notte intera a Napoli ha cercato una struttura sanitaria (pubblica o privata) in cui essere assistita.
Le dovevano fare solo un drenaggio cardiaco. Ma il piano sanitario, con le autorizzazioni per le cardiologie d’emergenza, è al momento bloccato.
Giuseppe Del Bello
(da “La Repubblica”)
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