Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
DISASTRO CENTRODESTRA: MELONI 15%, MARCHINI 9%, BERTOLASO 8%… IRRAGGIUNGIBILI RAGGI 26% E GIACHETTI 24%… ENTRO 10 GIORNI ALLEANZA CON MARCHINI
La partita del centrodestra a Roma non è ancora chiusa.
L’uscita di Guido Bertolaso su un suo possibile passo indietro in favore di Marchini — “Se verrà appurata la mia impossibilità di arrivare al ballottaggio” — è il frutto dei ragionamenti politici che si stanno facendo in queste ore all’interno del partito azzurro.
I sondaggi arrivati questa settimana sul tavolo di Berlusconi sono impietosi per l’ex capo della protezione civile, che non va oltre l’8 per cento.
Più basso di Giorgia Meloni, al 15 e anche di Alfio Marchini, al 9 per cento.
Un disastro generale per il centrodestra, nessun candidato va oltre i partiti che lo sostengono.
Giachetti è dato al 24 per cento e Raggi al 26, praticamente già al ballottaggio.
Un altro rilevamento è stato commissionato per la prima settimana di aprile: se Bertolaso non dovesse recuperare, allora nel partito azzurro si valuterà il da farsi. Quello che non si capisce, però, è perchè Bertolaso lo abbia dichiarato pubblicamente, dando l’idea di un rompete le righe ancora prima della battaglia.
“Incomprensibile”, viene definita l’uscita del candidato azzurro nel resto del centrodestra. A meno che non si tratti della sua ennesima gaffe: Bertolaso si sarebbe fatto scappare quei ragionamenti che a Palazzo Grazioli e nel partito si fanno già da un paio di settimane.
Oppure potrebbe trattarsi di una mossa apposita per preparare il terreno a una sua uscita dal campo in maniera onorevole.
Venerdì, intanto, da Forza Italia si è cercato di blindare il candidato.
“Con Bertolaso si va avanti fino alla fine senza alcun dubbio”, dice Silvio Berlusconi. “Bertolaso è assolutamente determinato ad andare avanti, bisogna unire le forze intorno a lui”, gli fa eco Maurizio Gasparri.
“Io non ho detto che voglio convergere su Marchini. Non starò all’angolo e gioco per fare il sindaco, non il city manager”, sostiene invece il candidato forzista. Che poi sfida gli avversari: “Facile fare campagna elettorale essendo parlamentari. Dimettetevi”.
Gianluca Roselli
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
PAROLE DURISSIME CONTRO I “MINISTRI INFEDELI”, LE “COSCIENZE NARCOTIZZATE” DI FRONTE AL “CIMITERO DEL MEDITERRANEO” E CHI UCCIDE IN NOME DI DIO
“Vediamo la croce di Cristo nei preti pedofili, nel cimitero insaziabile del Mar Mediterraneo, nei profughi, nei terroristi e nei corrotti”.
È la forte denuncia che Papa Francesco ha rivolto in “O Croce di Cristo!”, una lunga e struggente preghiera scritta e letta al termine della via crucis del Giubileo che si è svolta come ogni venerdì santo al Colosseo.
Dopo aver ascoltato in silenzio sul Colle Palatino le meditazioni delle 14 stazioni, scritte quest’anno dal cardinale di Perugia Gualtiero Bassetti, Bergoglio ha condannato con forza i mali che attualmente affliggono l’umanità .
Ed è partito dalla pedofilia del clero proprio come aveva fatto l’allora cardinale Joseph Ratzinger nel venerdì santo del 2005, poche settimane prima di essere eletto vescovo di Roma, con Wojtyla che lentamente andava spegnendosi.
“Quanta sporcizia — aveva affermato in quella occasione il futuro Papa tedesco — c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui”.
“O Croce di Cristo, — ha affermato dopo 11 anni Bergoglio — ancora oggi ti vediamo nei ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità ”.
Francesco ha puntato il dito contro “l’odio che spadroneggia e acceca i cuori e le menti di coloro che preferiscono le tenebre alla luce”.
Con una nuova forte denuncia dei tanti migranti morti in mare nei loro viaggi della speranza nel Mediterraneo e nell’Egeo “divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata”.
Una nuova condanna della “globalizzazione dell’indifferenza” che Francesco aveva fatto a Lampedusa, primo viaggio del suo pontificato.
Per Bergoglio oggi la croce di Cristo rivive “nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco”, “nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilato con le mani lavate”.
Denuncia che Francesco ha fatto anche aprendo la settimana santa del Giubileo straordinario della misericordia.
Dopo gli attentati di Bruxelles, dietro i quali per il Papa ci sono i “fabbricatori e i trafficanti di armi”, Bergoglio ha sottolineato che vediamo la croce di Cristo “nei fondamentalismi e nel terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze”.
Ma le parole di Francesco si sono rivolte anche contro i “potenti e i venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli”; per i “traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque”; per i “ladroni e i corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l’etica si vendono nel misero mercato dell’immoralità ” e per i “distruttori della nostra ‘casa comune’ che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni”.
Il Papa ha lodato anche tanto bene presente nei “ministri fedeli” della Chiesa, “nelle famiglie che vivono con fedeltà e fecondità la loro vocazione matrimoniale” e ha invitato a non abbandonare “gli anziani, i disabili, i bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita società ”.
Durante le meditazioni della via crucis, mentre la croce veniva portata anche da persone provenienti dalla Cina, dalla Russia, dalla Siria, dal Kenya, dall’Uganda e dalla Repubblica Centrafricana, al Colosseo si era pregato per i profughi e per i divorziati: “Dov’è Dio nei campi di sterminio? Dov’è Dio nelle miniere e nelle fabbriche dove lavorano come schiavi i bambini? Dov’è Dio nelle carrette del mare che affondano nel Mediterraneo?”.
“Come non vedere il volto del Signore — era stata la riflessione della sesta stazione — in quello dei milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dall’orrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature? Per ognuno di loro, con il suo volto irripetibile, Dio si manifesta sempre come un soccorritore coraggioso”. Mentre la pedofilia era stata al centro della decima stazione con “le piaghe dei bambini profanati nella loro intimità ”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
AVEVA 87 ANNI: UNA GENERAZIONE CRESCIUTA CON I SUOI RACCOLTI DI FAVOLE IN TV
E’ morto stasera il grande attore di teatro Paolo Poli. Aveva 87 anni. E’ stato uno dei più importanti attori teatrali italiani, una lunga carriera che ha spaziato anche fra il cinema e la televisione.
Nato a Firenze il 23 maggio del 1929, laureato in Letteratura francese, cominciò a lavorare in teatro negli anni Cinquanta.
E’ il 1949 quando Poli partecipa ad alcune trasmissioni della Rai di Firenze. Fa prosa, macchiette, racconta fiabe. Presta la voce ai cavalieri, alle streghe e alle principesse che popolano il mondo di Stac, ovvero Carlo Staccioli burattinaio in Firenze, attività alla quale affianca le serate con la Compagnia dell’Alberello, la stessa che nel 1954, cresciuta in popolarità , riaprirà dopo trent’anni di black out il teatro Goldoni, luogo storico del capoluogo toscano.
Sono proprio i piccoli palcoscenici di città , non solo fiorentini, il teatro delle prime esperienze di Poli.
Arriva a Roma grazie a un “book” speciale, le foto che gli aveva scattato l’amico Franco Zeffirelli. Recita in Le due orfanelle per sostituire Mario Girotti, ovvero Terence Hill, il futuro Don Matteo, titolare della parte ma in quei giorni ammalato. Dopo Roma è la volta di Genova, è il ’58 quando comincia a farsi apprezzare a “La borsa di Arlecchino”, un piccolo teatro d’avanguardia.
Prende corpo la sua vena surreale, poetica, esercitata in modo istrionico e con un’ironia implacabile. I suoi spettacoli sono straordinariamente comici, si rifà alla migliore tradizione della commedia brillante, XX Settembre (nato anche grazie ad Aldo Trionfo): qui inizia a farsi conoscere per la sua pungente ironia, il suo garbo da istrione, insieme alla sua vena poetica e surreale.
Rifacendosi alle commedie brillanti, oniriche e surreali, gli spettacoli teatrali di Poli sono caratterizzati da una forte connotazione comica.
Insieme ai momenti comici non mancano i giochi di parole linguistici: il suo talento viene apprezzato anche da capocomici illustri come Tina Pica e Polidor, con i quali Paolo Poli ha poi modo di lavorare.
Lavora anche in tv recitando in diversi sceneggiati o fiction. Durante i primi anni Sessanta è protagonista di una trasmissione televisiva sulle reti Rai in cui legge favole per bambini tratte da Esopo e da famosi racconti letterari.
Sul finire del decennio è talent-scout di Marco Messeri, che teatralmente parlando è considerato l’unico vero discepolo ed erede del maestro Poli.
Alessandra Vitali
(da “La Repubblica“)
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Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
ELIMINATO ANCHE OMAR IL CECENO, MINISTRO DELLA GUERRA DELL’ISIS
Due duri colpi per l’Is.
Uno è stato assestato dalle forze di coalizione a guida Usa, che hanno ucciso il numero due dell’Is.
Il capo del Pentagono, Ash Carter, ha confermato l’uccisione in un’incursione aerea Usa di colui che era considerato il “ministro delle Finanze” dell’Is.
Si tratta di “un terrorista noto, fin dai suoi legami con al Qaida” e “uno dei tre obiettivi di maggiore valore” nella lotta allo Stato Islamico.
Carter ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti sono “impegnati più che mai al fianco dell’Europa. I nostri nemici sono gli stessi. L’uccisione di Abdel Rahmane al-Qadouli ostacolerà la capacità operativa dello Stato islamico”.
Su Abdel al Rahman Mustafa al-Qaduli, un alto leader religioso dello Stato Islamico di origine irachena, noto come Hajji Imam, il dipartimento di Stato americano aveva messo una taglia di 7 milioni di dollari per informazioni che avessero portato alla sua cattura.
Il militante aveva assunto maggior potere, si ritiene, dopo il presunto ferimento del leader dello Stato islamico, Abu Bakr al-Baghdadi.
Carter non ha rivelato se l’operazione sia stata sferrata in Iraq o Siria, così come – rispondendo a domande dei giornalisti – non ha confermato specifici legami con i fatti di Bruxelles.
Il capo del Pentagono ha tuttavia sottolineato che “non ci sono dubbi” sul fatto che i personaggi nel mirino delle operazioni Usa “facciano parte di quell’apparato in Siria e Iraq che lavora per reclutare e addestrare” per l’Isis.
Il Pentagono ha confermato la morte del ‘ministro della guerra’ dell’Is, Tarkhan Batirashvili, meglio conosciuto come Omar al-Shishani o ‘Omar il ceceno’ che, secondo l’Osservatorio per i diritti Umani, era rimasto gravemente ferito in un raid aereo a inizio marzo mentre alcune fonti Usa ritenevano che fosse morto.
(da agenzie)
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Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
COME AVEVAMO ANTICIPATO DIECI GIORNI FA, SI VA VERSO UN’INTESA CHE VALE IL 22%… L’INTERVISTA A BERTOLASO LO CONFERMA
L’ex numero uno della Protezione civile, il Mister Wolf che ha servito nove governi di centrodestra e centrosinistra, va avanti nella sua campagna elettorale per Roma.
Ma per la prima volta, in questa intervista al Corriere, paventa l’ipotesi di «una convergenza», prima del voto, con un altro candidato: «Alfio Marchini. Mi pare un candidato simile a me, un candidato civico, che in questi ultimi anni, a Roma, ha fatto un’opposizione concreta dimostrando di essere libero».
Sta dicendo quindi che lei e Forza Italia possiate finire per sostenere Marchini?
«Chiariamoci. Io sono in campo, continuo la mia campagna elettorale. Poco fa, camminando per strada, mi hanno fermato almeno la metà delle persone che ho incrociato. Mi dicono di andare avanti, qualcuno ha detto che va a votare solo se sono in campo io, altri mi hanno addirittura chiesto il numero di telefono. Però…».
Però
«Fino a che ci sono le condizioni per andare avanti, è ovvio che non mi ritirerò. Però non sono certo il tipo a cui piace andare a sbattere contro un muro. Di conseguenza, se nel corso delle settimane si dimostrasse l’impossibilità di arrivare al ballottaggio, si potrebbe trovare una convergenza con un candidato che abbia le mie stesse caratteristiche “civiche”».
Alfio Marchini.
«È l’unico candidato che mi somiglia. È stato in consiglio comunale negli ultimi tre anni, dimostrando di essere molto attento alla città . E poi, a prescindere dalle chiacchiere sulle idee della sua famiglia, è sempre stato al di fuori delle logiche della politica e dei partiti. Lo stimo moltissimo».
In questo caso, lei farebbe il city manager di Marchini?
«La convergenza con Marchini è un’ipotesi che avrebbe verificata nelle prossime settimane. Quanto alla storia del city manager, le rispondo subito. Non lo farò».
E la candidatura della Meloni?
«Tra le cose da verificare ci sono anche le prossime mosse della Meloni e di Salvini. Voglio verificare se entrambi tornano sulla mia posizione. Perchè io, sulla loro, non ci vado».
E se il tandem Meloni-Salvini…
«Parliamoci chiaro. L’unica figura con cui in questo momento si potrebbe immaginare un modus operandi comune è Marchini. Nel frattempo, sia chiaro, io vado avanti per la mia strada».
Che cosa le dicono i sondaggi?
«Mi crede se le dico che non c’è nessun sondaggio?».
Dicono tutti che…
«Non credo molto ai sondaggi che vengono commissionati dai partiti. Perchè temo che, spesso, siano fatti per soddisfare il committente e dirgli quello che vuole sentirsi dire. È questo il motivo per cui mi fido solo dei miei personalissimi sondaggi».
E quali sarebbero?
«Li elaboro da solo, girando per strada a piedi o con la mia macchinetta. La quantità delle persone che mi fermano è impressionante».
Come sono, quindi, i suoi sondaggi?
«Sono molto positivi. Molto».
Salvini e Meloni hanno detto che, in caso di ballottaggio tra M5S e Pd, voterebbero per i primi. E quindi per Virginia Raggi. Lei ha paura dei grillini alla guida del Campidoglio?
«Su molti temi, come la legalità , devono avere voce in capitolo. Ma non hanno alcuna esperienza per amministrare il Campidoglio. Non sono pronti».
Tommaso Labate
(da “il Corriere della Sera“)
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Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
“NON CERCATECI PIU’, IN POLITICA CI VUOLE DIGNITA'”
“Giorgia Meloni, ieri da Milano, ha rivolto con fare pomposo un ‘ultimo appello al centrodestra’ per la sua candidatura romana. Speriamo che sia davvero l’ultimo, e comunque non riguarda certo noi, che ancora conserviamo quel sottile gusto per la dignità di una comunità “.
Lo scrive Francesco Storace, candidato Sindaco di Roma:
“Abbiamo atteso con pazienza una spiegazione sulla strategia per la Capitale. Dopo la discesa in campo della Meloni, ci saremmo aspettati una telefonata per tentare di concordare una strada comune. Niente. Dieci giorni non sono stati sufficienti per uno squillo. Scrivo comunque – due volte – a lei e a Bertolaso e Marchini, che non rispondono alla proposta di incontro, quasi che avessi chiesto loro di andare a fare una rapina chissà dove. Il solo Marchini si limita ad una dichiarazioncina, giusto per educazione. Risultato: andate al diavolo, e non cercateci proprio”.
“Neppure – prosegue Storace- se andate al ballottaggio, che siete peggio degli altri”.
da agenzie
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Marzo 25th, 2016 Riccardo Fucile
CARBONE (PD) AL VETRIOLO: “FORSE BERTOLASO PREFERIVA LE RISATE DEI SUOI AMICI ALL’AQUILA”
Federica Mogherini, Lady Pesc,, durante una conferenza stampa in Giordania, con il locale ministro degli Esteri, parlando di contrasto al terrorismo l’Alto rappresentante non ha retto al debordare dell’emozione, a poche ore di distanza da quelle bombe che hanno ferito nell’anima Bruxelles e l’Europa.
Le lacrime della Mogherini si sono moltiplicate in una pioggia di commenti, che ha inondato la politica nostrana.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e candidata a sindaco di Roma, le ha trovate «un gesto di debolezza», perchè «quando ci si presenta e si rappresenta l’Europa in una conferenza stampa lo si deve fare con risolutezza».
Il giorno dopo si è accodato il candidato al Campidoglio di Forza Italia, Guido Bertolaso, che ha definito la circostanza «imbarazzante». Infatti «il ministro, come tutta la commissione europea, dovrebbe far vedere che non abbiamo paura e che non ci facciamo intimidire».
Dal Pd lo sferza con zelo il renzianissimo Ernesto Carbone: «Forse preferiva le risate dei suoi amici all’Aquila?».
Dai democrat si levano altre voci. Come quella di Giacomo Portas, eletto nelle liste Pd ma capo del movimento dei moderati, che esprime la sua vicinanza all’Alto Commissario: «Sul pianto di Federica Mogherini c’è una speculazione indegna. Evidentemente lei ha una sensibilità che altri non hanno», mentre Alessia Morani vede nelle lacrime «il segno di una bella umanità ».
Dal centro è Paola Binetti a difenderla: «Non si può che piangere vedendo lo scempio che è stato fatto».
Ed entrano in gioco anche gli altri candidati al Comune di Roma. Alfio Marchini percepisce contro il pianto giordano uno «sciacallaggio elettorale», e Storace twitta: «Non comprendo la polemica sulle lacrime della Mogherini. È successo anche a Obama. È umanità , credo».
Purtroppo il cinismo di un certo modo di fare politica sta facendo perdere ogni coordinata etica a chi pensa che per combattere il terrorismo sia sufficiente spararle grosse ogni giorno.
Alla luce delle lacrime versate a suo tempo da ben altri personaggi politici, da Putin alla Tacher, da Obama a Bush e alla Clinton, lo sciacallaggio di certi politicanti nostrani risulta ancora più miserabile.
(da agenzie)
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