Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
LO DICIAMO DA TEMPO: SALVINI HA PAURA DI FARSI CONTARE A ROMA DOVE PRENDE PIU’ UOVA CHE VOTI
Mentre ogni giorno i media vanno dietro a un caratterista da avanspettacolo che, pur di acquisire titoli sui giornali, sarebbe disposto ad aprire persino l’impermeabile ai giardinetti, qualcuno si accorge della reale strategia della Lega a Roma.
Come sosteniamo da tempo, oggi anche “Libero” titola “Salvini, mossa estrema: si ritira?”.
Non è certo una novità , noi lo scriviamo da tempo, la strategia è in atto per una serie di ragioni.
In primo luogo a Salvini di Roma non frega nulla, il che è risaputo, basta conoscere l’ambiente.
In secondo luogo, se la Lega è in fase calante a livello nazionale ed ormai sotto la soglia del 14%, a Roma la situazione è tragica: una Lega spaccata in due, tra espulsioni e vendette, con personaggi riciclati e poco credibili, è data tra il 2% e il 3%.
In pratica non conta una mazza all’interno del centrodestra, dove Meloni e Marchini veleggiano oltre il 10% e persino Storace prenderebbe il doppio dei voti di Salvini.
Preso atto di questo, si capisce perchè Salvini abbia voluto “minare” la coalizione, cambiando parere ogni giorno.
Prima Bertolaso sì e poi no, prima “sentiamo i romani” con le primarie taroccate poi “facciamo altre primarie”, fino a “si presenti la Meloni” (che non ha alcun intenzione di intestarsi la sconfitta).
Scopo finale, far saltare il banco e poter fare l’offeso fino alla fatidica frase: “allora non ci presentiamo” (come se la cosa fregasse a qualcuno).
Così la lista non ci sarebbe e neanche la percentuale da prefisso telefonico.
Aggiungiamo: volete vedere che magari arriva un invito a votare Marchini, così si può rifugiare dietro la percentuale di Alfio e dire che il merito è suo?
In realtà la Lega ha due suoi candidati solo a Bologna e a Novara: non gli rimane che fare il tifo per la ex “zecca rossa” Borgonzoni, quella che ha frequentato i centri sociali per anni e che viene definita “la sindachessa della fattanza” (alla vostra deduzione capire il motivo).
Magari ve lo spiegherà “Libero” dopo la batosta elettorale del centrodestra a Bologna (dove Salvini si è ben guardato da reclamare le primarie, visto che il candidato era il suo).
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
E C’E’ CHI SPERA CHE LA MELONI SI FACCIA FREGARE E ACCETTI DI INTESTARSI LA SCONFITTA
“Questo Salvini è totalmente inaffidabile. Ma chi si crede di essere per comportarsi così? La verità è che pensa solo ai voti della Lega a discapito degli alleati. Io tengo il punto su Bertolaso”.
Silvio Berlusconi è davvero una furia. Accecato dall’ira decide addirittura di rimandare l’intervento agli occhi programmato al San Raffaele, per intervenire alla kermesse romana organizzata da Tajani.
Ha appena letto le agenzie di stampa con l’ennesimo “no” di Salvini alla candidatura di Guido Bertolaso: “Adesso basta — sbotta coi suoi — io non mi faccio trattare così. Se non ragiona con le buone, proviamo con le cattive”.
La mossa successiva è far partire a Mediaset la richiesta di ridimensionarlo negli spazi televisivi.
Non proprio il “trattamento Fitto” il cui gruppo sulle reti del Biscione praticamente non esiste. Ma certo una ridimensionata sì.
Far ragionare Salvini, provando a evitare una clamorosa rottura. Questo l’obiettivo.
Al momento la candidatura di Bertolaso tiene, ma il vero punto fermo più che l’ex capo della Protezione Civile è il “no” di Berlusconi alle primarie.
Perchè dare il via libera alla consultazione nella capitale significa sancire un precedente nazionale. A supporto della tesi viene indicato il “modello Milano” dove il centrodestra ha trovato un candidato competitivo secondo i sondaggi senza le consultazioni.
Incontri, contatti. A metà pomeriggio il centrodestra pare una maionese impazzita: “Sono ore frenetiche. È ancora presto” taglia corto Gasparri.
Girano le più disparate ipotesi, compreso un ticket Bertolaso-Meloni. Nella war room del Cavaliere sussurrano: “Siamo allo stallo perfetto. Salvini sta forzando con l’obiettivo di fare le primarie per arrivare a Marchini. Per uscirne, due sono le strade. O andiamo divisi e ci massacrano oppure serve un nome che tiene assieme tutti”.
Tutto porta alla possibile candidatura della Meloni, nei panni di salvatrice della patria e come vittima sacrificale.
Vediamo se anche questa volta la Meloni cadrà nella trappola, intestandosi la sconfitta.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
L’EX PRESIDENTE LEGHISTA DEL PIEMONTE, CADUTO IN DISGRAZIA, E’ TORNATO A FARE L’AVVOCATO: “IL LAVORO E’ LAVORO”
Da presidente leghista del Piemonte e soprattutto, fino a qualche settimana fa , numero uno del Carroccio in Piemonte, tuonava contro gli immigrati extracomunitari. Nella nuova veste di avvocato (professione che è tornato a fare dopo il primo scandalo sulle firme false alle elezioni piemontesi), Roberto Cota in un’aula di tribunale di Verbania difende un tunisino accusato di ricettazione di una bicicletta.
Uno di quegli stranieri contro i quali tuonava nel periodo in cui veniva immortalato a tenere il posacenere a Umberto Bossi.
Una pesante disavventura d’immagine.
“E’ successo per caso – spiega – il tunisino regolare in Italia era difeso da un collega che mi ha chiesto di sostituirlo nella causa perchè aveva un altro impegno. Ho accettato senza battere ciglio. La politica non c’entra: i clienti sono clienti”.
L’avvocato novarese, 47 anni, è tornato a indossare la toga dopo che la sentenza del Consiglio di Stato nel febbraio 2014, per le false firme a sostegno della lista «Pensionati per Cota», ha annullato il risultato delle elezioni che nel 2010 lo avevano chiamato al governo del Piemonte.
Riprendere l’attività legale per Cota, già capogruppo dei deputati di Lega Nord nel quarto governo Berlusconi, è stato tornare sui propri passi e allo studio di famiglia, avviato dal padre Michele arrivato a Novara dalla Puglia.
Udienze in tribunale, ricevimento dei clienti in ufficio, ore dedicate a preparare le attività di difesa.
«Oggi – racconta Cota – lavoro in tutto il Piemonte e la Lombardia. Ho processi a Novara, Torino, Casale, anche a Milano. Mi occupo soprattutto di penale e, nel civile, di materia sanitaria, che mi appassiona molto. Tutti clienti di fiducia. Clandestini? No, difficile senza essere difensori d’ufficio. Magari in futuro, vedremo. Al momento ho ripreso a seguire anche i clienti storici dello studio legale, che avevo prima di iniziare la mia carriera politica.
(da “La Stampa”)
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
L’EX CANDIDATO REPUBBLICANO ROMNEY DICE QUELLO CHE TANTI PENSANO E STRONCA IL RAZZISTA
Duro attacco di Mitt Romney, ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, a Donald Trump: “È una persona falsa, un impostore, un ciarlatano”.
Romney, che quattro fa ricevette l’endorsement proprio dal tycoon newyorchese, secondo le anticipazioni del suo discorso, nel suo intervento all’Università dello Utah sullo “stato della corsa per la Casa Bianca 2016”, ci andrà giù pesante.
Romney inciterà gli elettori “a fare la scelta giusta. Le politiche di Trump porteranno l’America alla recessione e le sua politica estera renderanno l’America e il mondo meno sicuri. Trump non ha nè il temperamento nè il giudizio per essere presidente. Perderà con Hillary Clinton”.
Romney non si schiera con uno dei candidati rimasti in campo a contrastare il magnate newyorkese limitandosi a dire che “le uniche proposte serie vengono da Ted Cruz, Marco Rubio e John Kasich, mentre Donald Trump dice di ammirare Vladimir Putin mentre dice che George Bush è un bugiardo”.
L’ex governatore del Massachusetts – Stato dove Trump ha vinto martedì scorso le primarie con un consistente vantaggio – riconosce che “gli americani oggi provano una forte rabbia, in passato i nostri presidenti hanno preso questa rabbia, trasformandola in determinazione”.
Ma questo non può avvenire con Trump: “Una persona disonesta e indegna di fiducia come Hillary Clinton non deve diventare presidente, ma la nomination di Trump lo renderà possibile”. Questo non è il primo attacco lanciato da Romney contro il miliardario newyorkese, che ha preso praticamente in ostaggio le primarie repubblicane, nonostante e forse proprio grazie all’opposizione dei vertici del partito.
L’ex candidato alla Casa Bianca la scorsa settimana aveva suggerito che vi potesse essere “una mina vagante” nelle dichiarazioni dei redditi che Trump ancora non rende pubbliche.
(da agenzie)
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
POSTO PRENOTATO DA FIANO, RENZIANO CHE HA LASCIATO SPAZIO A SALA A MILANO
Qualcuno la definisce una vendetta del Partito democratico nei confronti di Rosy Bindi. Le fonti parlamentari che parlano con le agenzie usano il termine più diplomatico di “staffetta”.
Il punto è che sarebbe la prima volta che un presidente dell’Antimafia sarebbe sostituito. Secondo l’Ansa il voto per il rinnovo della presidenza della commissione Antimafia potrebbe essere fissato a breve, addirittura nei prossimi 15 giorni.
Il regolamento lo permette come per tutte le commissioni, che sono state infatti rinnovate tra Camera e Senato tra l’autunno e l’inizio dell’anno.
Ma non è mai successo per l’Antimafia: solo Ottaviano Del Turco lasciò l’incarico perchè era stato nominato ministro.
E ora la memoria torna in particolare al confronto a distanza tra la Bindi e l’allora candidato alla presidenza della Regione Campania, Vincenzo De Luca, successivamente eletto presidente.
La Bindi lo inserì nella lista degli impresentabili per via dei processi del sindaco di Salerno e lo scontro fu frontale.
In quel caso il presidente del Consiglio Matteo Renzi apparentemente non prese una parte, ma pronunciò parole precise: “Non si usi l’Antimafia per regolare i conti nel Pd, l’antimafia è un valore per tutti, non può essere usata in modo strumentale. La Bindi e De Luca se la vedranno in tribunale”.
Non proprio una difesa delle prerogative della presidente della commissione.
Ma gli scontri tra Bindi e il Pd sono stati anche altri, come su Mafia Capitale.
Tanto più che il candidato a sostituire Rosy Bindi, ex presidente del partito ed ex ministro dei governi ulivisti, è Emanuele Fiano.
Deputato milanese, Fiano da tempo nel partito si occupa di sicurezza, ma soprattutto è franceschiniano e quindi renziano: dopo essersi candidato alle primarie per le Comunali di Milano, si è ritirato per lasciare spazio a Giuseppe Sala.
Se non sarà Fiano, secondo fonti parlamentari, potrebbe essere anche un parlamentare delle forze d’opposizione.
La spinta per la sostituzione della Bindi arriva ovviamente dai renziani, anche se dai vertici del Partito democratico non confermano. A cascata al posto di Fiano, come capogruppo in commissione Affari costituzionali, potrebbe andare Matteo Richetti.
Per il momento la Bindi non sembra preoccupata.
Intervistata da Radio Anch’io ribadisce di stare attenti “nella selezione della classe dirigente locale e le amministrative in arrivo sono un momento molto importante”.
Per la presidente della commissione Antimafia “le mafie sono molto interessate al condizionamento del voto durante le amministrative. Bisogna stare molto attenti, la politica deve reagire non accettando voti” dalla criminalità .
Parole che rimandano tra l’altro alla vicenda di Casavatore, ultimo caso che ha coinvolto la politica in un’inchiesta giudiziaria.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
TRANQUILLO, VEDRAI CHE VERRA’ ANCHE A TROVARE TE A SAN VITTORE
Il “coraggioso” leader leghista che ha l’immunità parlamentare e gode della scorta della Repubblica Italiana, noto per scappare a gambe levate di fronte a quattro ragazzotti in quel di Bologna, oggi prova a distogliere l’opinione pubblica dalla farsa delle sue primarie tarocco in quel di Roma e riempie di insulti le due massime autorità dello Stato.
Oggi tocca anche a presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Sto leggendo delle dichiarazioni di Mattarella e mi incazzo come un bufalo, lui è in visita all’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti quando ci sono un milione di bimbi sotto la soglia di povertà . Che cazzo ci va a fare?!”
Lui notoriamente per i bambini poveri italiani fa molto, non parliamo di quelli che ospita a casa sua.
D’altronde chi meglio di lui, con lo stipendio di 12.000 euro da parlamentare europeo potrebbe aiutarli?
E la notte sicuramente andrà a distribuire panini ai senzatetto italiani insieme ai volontari padagni.
Poi tocca a Renzi: “ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia, è complice del terrorismo internazionale. O sono matti o sono complici sia Renzi che Mattarella.”
Magari dovrebbe informarsi, cosa che non fa mai, sull cause del rapimento dei due italiani in Libia e delle polemiche sull’azienda che non avrebbe garantito protezione ai suoi operai.
Renzi non c’entra una mazza in questo caso e Mattarella fa bene a visitare i centri di accoglienza, dato che l’Italia, con qualche eccezione di bastardi razzisti, è UN PAESE CIVILE.
Il Partito Democratico reagisce. “Le parole di Salvini sul presidente Mattarella, a cui va la nostra stima, sono indegne — attacca Emanuele Fiano componente della segreteria del Pd — Il leader leghista si pulisca la bocca e si vergogni. Noi rivendichiamo con orgoglio l’impegno umanitario profuso per salvare la vita di chi fugge dalle guerre. E’ chiaro come Salvini oramai faccia di tutto pur spostare l’attenzione dai guai del suo partito. Lasci perdere quindi le mani sporche di sangue e ci parli delle dentiere in Lombardia e dei soldi rimasti nelle mani dei leghisti coinvolti nello scandalo”, aggiunge.
A destra per ora nessuno prende a calci in culo il “sistemamogli”, ma è solo questione di tempo.
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
CORI RAZZISTI PER CECILE KYENGE, PARAGONE LI RIPRENDE: “DEFICIENTI”… SE I VIDEO SI USANO ALLO STADIO, ORA LA MAGISTRATURA ACQUISISCA QUELLI DELLA TRASMISSIONE E PROCEDA COME DA LEGGE
Cori razzisti per Cecile Kyenge, l’ex ministro per l’Integrazione del governo Letta che ieri sera è stata ospite a La Gabbia di Gianluigi Paragone, su La7.
La Kyenge era presente in studio insieme a Peter Gomez, Carlo Rossella e Claudia Fusani ma, durante la presentazione di Paragone sulle note di The Final Countdown, nel momento in cui il conduttore pronuncia il nome della Kyenge, dal pubblico si leva un udibilissimo “Buuu!”.
Pronta la reazione di Paragone che si rivolge alla platea con un seccato «un applauso ai deficienti di questa curva», per poi continuare con la presentazione di Carlo Rossella.
Una volta terminata la presentazione del parterre di ospiti, Paragone torna su quanto accaduto solo qualche secondo prima, rivolgendosi ancora una volta al settore della platea da dove è arrivata la contestazione alla Kyenge: «È inutile fare i dibattiti sui “Buuu” negli stadi se poi qui di levano i “Buuu”. Va bene che è una curva, però piantatela. Grazie. Non fosse altro per educazione nei vostri stessi confronti e verso i vostri famigliari che vi guardano in televisione».
A questo punto manca un dettaglio: la magistratura acquisisca la registrazione video e proceda contro gli autori degli insulti razzisti.
Se la regola vale per gli stadi, a maggior ragione dovrebbe valere per i media.
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
LO DICONO I DATI DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE
Le trivelle in mare inquinano. Non è sesto senso, bensì conclusione fatta di numeri e prove empiriche.
Lo dicono i dati del ministero dell’Ambiente che Greenpeace ha richiesto a luglio scorso e che oggi vengono resi noti per la prima volta in un rapporto stilato dall’organizzazione ambientalista, anche nell’ambito della campagna a sostegno del referendum contro le trivellazioni petrolifere in mare fissato per il 17 aprile.
Huffington Post pubblica in esclusiva il rapporto di Greenpeace.
Si tratta dei monitoraggi condotti dall’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale). Il quadro che emerge sull’Adriatico è “perlomeno preoccupante”, conclude Greenpeace. I dati si riferiscono al 2012, 2013, 2014.
“I sedimenti nei pressi delle piattaforme sono spesso molto contaminati. A seconda degli anni considerati, il 76% (2012), il 73,5% (2013) e il 79% (2014) delle piattaforme presenta sedimenti con contaminazione oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Questi parametri sono oltre i limiti per almeno due sostanze nel 67% degli impianti nei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Non sempre le piattaforme che presentano dati oltre le soglie confermano i livelli di contaminazione negli anni successivi, ma la percentuale di piattaforme con problemi di contaminazione ambientale è sempre costantemente elevata”.
“Tra i composti che superano con maggiore frequenza i valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale — continua il rapporto di Greenpeace – fanno parte alcuni metalli pesanti, principalmente cromo, nichel, piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico), e alcuni idrocarburi come fluorantene, benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene, benzo[a]pirene e la somma degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Alcune tra queste sostanze sono cancerogene e in grado di risalire la catena alimentare raggiungendo così l’uomo e causando seri danni al nostro organismo”.
Si prendano ad esempio i mitili raccolti nella zona delle piattaforme. “I risultati mostrano che circa l’86% del totale dei campioni analizzati nel corso del triennio 2012-2014 superava il limite di concentrazione di mercurio identificato dagli Standard di qualità ambientale”, si legge nel rapporto di Greenpeace. E “circa l’82% presenta valori più alti di cadmio rispetto a quelli misurati nei campioni presenti in letteratura; altrettanto accade per il selenio (77% circa) e lo zinco (63% circa)”.
Le conclusioni di Greenpeace: “Laddove esistono limiti di legge per la concentrazione di inquinanti, questi sono spesso superati dai sedimenti circostanti le trivelle. Pur con qualche oscillazione nei risultati, questa situazione si mantiene sostanzialmente costante di anno in anno. Non ci risultano però licenze ritirate, concessioni revocate o altre iniziative del Ministero dell’Ambiente atte a interrompere l’inquinamento evidenziato e/o a ripristinare la salubrità dei fondali. A cosa servono questi monitoraggi se non impongono adeguamenti e se non prevedono sanzioni?”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 3rd, 2016 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DELLA GENETISTA ALESSANDRA TROJANI
Raccogliere tappi può essere fruttuoso e, soprattutto, utile alla ricerca.
Può sembrare assurdo ma in Lombardia, la regione più ricca d’Italia in cui ha sede la più ricca sanità , la raccolta di tappi serve a pagare il contratto di una ricercatrice. Alessandra Trojani, 50 anni, biologa genetista, è sostenuta economicamente dalla raccolta di tappi effettuata da asili, scuole, aziende e privati.
Sì, perchè la ricca sanità lombarda, che stanzia 10 miliardi di euro l’anno per le spese sanitarie, non ha 26mila euro per la Trojani.
La ricercatrice studia i linfomi maligni, in particolare la malattia di Waldenstrà¶m, e lo fa nel suo laboratorio di ematologia, in una palazzina della cittadella di Niguarda a Milano.
Alessandra Trojani va nelle scuole e spiega ai bambini perchè è importante riciclare e soprattutto, con un linguaggio semplice e immediato, spiega a cosa serve questo “gioco”. Sulle pagine di Repubblica si legge:
Racconto come funziona una cellula malata con disegni e cartoon. Poi ci sono le sorprese: la bambina di 8 anni che mi chiede se da certe malattie si può guarire.. lì ho intuito che doveva essere malata, e infatti ha la fibrosi cistica. Quella volta ho imparato molte cose.
Sulla questione fondi per la ricerca, non poteva non esprimersi Enrica Morra, luminare dell’ematologia, primario a Niguarda, coordinatore scientifico della Rete ematologica lombarda e presidente dell’Ams (associazione malattie del sangue), che chiarisce:
Il dipartimento di ematologia non ha rapporti con l’università , quindi non accediamo ai fondi per la ricerca, quindi ci autofinanziamo. Mi sono ritrovata in uno degli ospedali più grandi d’Italia, in un reparto così povero per una realtà come Milano. Che vergogna.
Ma la ricerca va avanti, con il contributo di scuole e aziende che, con 170 tonnellate di tappi, riescono a pagare annualmente il contratto di Alessandra e a mandare avanti la ricerca delle cure per le forme tumorali.
A tale contributo si unisce quello dei pazienti guariti e delle famiglie di chi, purtroppo, non ce l’ha fatta.
Ci sono stati momenti bui, i soldi non bastavano, la ricerca sembrava destinata a subire una violenta battuta d’arresto.
Seguono le chiamate disperate a pazienti guariti, con risposte pregne di gratitudine che toccano il cuore.
(da “Huffingtonpost”)
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