Maggio 20th, 2017 Riccardo Fucile
DAI POLITICI AI GIUDICI, I RAPPORTI DEI MORACE PER IL MONOPOLIO DEI SERVIZI MARITTIMI
La Procura di Palermo ha chiesto al gip di richiedere al Senato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche delle conversazioni tra l’armatore Ettore Morace e Simona Vicari, parlamentare di Ap ed ex sottosegretario alle Infrastrutture, indagata per corruzione nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Morace e del candidato sindaco di Trapani Girolamo Fazio.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Si tratta di intercettazioni indirette.
Le utenze messe sotto controllo, infatti, non erano quelle di Vicari, ma quelle di Morace. E in questo contesto gli investigatori hanno registrato alcune telefonate tra l’armatore e la politica.
La legge, però, in casi simili, prevede che per l’utilizzo a carico del parlamentare serva l’autorizzazione della Camera di appartenenza: il Senato in questo caso. Se il gip dovesse ritenere rilevanti le conversazioni, dopo aver fissato udienza con le parti, dovrà chiedere al Senato l’autorizzazione al loro utilizzo. In caso di rifiuto, le intercettazioni devono essere distrutte. Stessa sorte avrebbero qualora il gip le ritenesse irrilevanti.
Una fitta rete di rapporti con politici, funzionari, faccendieri. E un unico obiettivo: mantenere il dominio sui mari di Sicilia e sui redditizi collegamenti con le Isole minori finanziati dalla Regione, con gare che fino al 2014 valevano 93 milioni e adesso 63.
Questo emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace e del candidato sindaco a Trapani, Girolamo Fazio e agli avvisi di garanzia per il governatore Rosario Crocetta e per la sottosegretaria alle Infrastrutture Simona Vicari che ieri si è dimessa.
Al centro di tutto il rampollo della famiglia Morace, Ettore, amministratore dell’impero che porta il nome Liberty lines (ex Ustica lines). E per avere il controllo di tutto, per interferire sulle decisioni della politica, del Parlamento nazionale e dell’assemblea regionale e della Regione, Morace ha oleato tutti, garantendo favori come assunzioni, vedi il caso del nipote dell’ex sindaco e deputato Girolamo Fazio, al quale era stata data in dotazione anche una Mercedes.
Dando regali, come il Rolex fatto arrivare alla sottosegretaria Simona Vicari. E cercando di “sostenere” gli amici che potevano agevolarlo negli affari
Morace ha rapporti con tutti. A partire dagli assessori che si susseguono alle Infrastrutture. Vanta ottimi rapporti con Giovanni Pistorio, che in una telefonata con tono molto scherzoso gli diceva di non «mandargli più Fazio e Turano (deputati regionali trapanesi, ndr) perchè non ce n’è bisogno».
«Lei è un dio», dice Morace figlio all’assessore Baldo Gucciardi, trapanese, che sostiene un emendamento all’Ars che fa avere un finanziamento aggiuntivo da 3 milioni per il trasporto marittimo.
I Morace arrivano ovunque, anche nel cuore di Palazzo Chigi. «Ne è dimostrazione – scrivono gli inquirenti – una conversazione registrata tra Ettore e il padre Vittorio nel corso della quale il rampollo riferiva di essere stato il giorno prima a Filicudi a cena con il già sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti, attuale ministro con delega al Mezzogiorno, che per stessa ammissione di Ettore era colui che lo aveva “aiutato nell’acquisizione della Siremar”».
I Morace possono innanzitutto contare sul grande impegno di alcuni deputati e politici, su tutti l’ex sindaco Girolamo Fazio che ottiene in comodato d’uso una Mercedes, intestata all’azienda Liberty Lines, con la quale si muove tranquillamente. Ottiene anche l’assunzione del nipote, Roberto Fazio, per un lungo periodo nella società dell’armatore.
Fazio poi, quando l’Ars ha votato un emendamento, proposto prima in giunta dall’assessore trapanese Baldo Gucciardi, che stanzia 3,5 milioni per il trasporto marittimo, cerca di prendersi tutti i meriti e in cambio chiede a Morace «di poter partecipare all’incontro con i dipendenti della Liberty Lines per lo scambio degli auguri natalizi». Morace coltiva rapporti suoi, ma manda spesso in avanscoperta Fazio.
Ad esempio, quando cerca sponde al Cga dopo aver perso al Tar il ricorso contro la Regione che non gli ha riconosciuto dei pagamenti passati (Morace chiedeva 60 milioni, il dipartimento Infrastrutture guidato da Fulvio Bellomo e da Maria Piazza, la dirigente che ha fatto partire la mega indagine, gliene ha riconosciuti 40).
Fazio vola a Roma per incontrare prima il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella (dialogo registrato da inquirenti ma con molti omissis) con il quale va a pranzo insieme per parlare del ricorso dei Morace.
Poi si vede con Raffaele De Lipsis, ex presidente del Cga. De Lipsis dice a Fazio: «Mi metto in moto». Per fare cosa? Per fare pressioni sull’attuale presidente del Cga, Claudio Zucchelli. De Lipsis chiama Zucchelli: «Ti raccomando, io ci tengo molto perchè io viaggio spesso con la Ustica Lines».
Per gli inquirenti questa è la prova delle pressioni e dell’attività dell’ex magistrato per aiutare Morace e Fazio a far rivedere la decisione del Tar. Ma qual è stato l’esito di questa pressione? «Il De Lipsis all’esito dell’incontro riservato intrattenuto con Zucchelli avrebbe da questi ricevuto espressioni di rassicurazione»», scrivono gli inquirenti. L’udienza ancora si deve tenere.
Morace è poi venuto incontro alle richieste che Montalto faceva per la ex deputata Marianna Caronia che aveva un contenzioso con la Siremar per la sua liquidazione.
Il gran manovratore era anche il padre della Caronia, il sindacalista Uil Giuseppe, potentissimo dentro il settore dei marittimi. Montalto si attiva e contatta la Caronia per riferirle che Franza e Morace «avrebbero provveduto al pagamento di 100 mila euro».
«Dopo pochi minuti – scrivono gli inquirenti – Morace contattava direttamente la Caronia per spiegarle i termini dell’accordo. L’armatore precisava che in base ai calcoli previdenziali alla stessa formalmente sarebbero stati liquidati esclusivamente 50mila euro mentre gli altri 50mila verrebbero elargiti con una fattura per attività inesistenti».
Montalto e Caronia poi fanno pressioni sulla commissione Ambiente dell’Ars per non far nominare consulente Giuseppe Prestigiacomo, ex dirigente Siremar. Montalto convince il deputato 5 Stelle Sergio Tancredi a sostenere lo stop e la nomina salta. I Morace fanno e disfano. E se in passato sulla loro strada avevano trovato dirigenti compiacenti, come Salvatrice Severino che aveva disegnato i bandi su misura per loro in cambio dell’assunzione della figlia, adesso hanno trovato la dirigente Piazza che ha alzato il coperchio del grande pentolone di affari.
(da “La Repubblica”)
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Maggio 20th, 2017 Riccardo Fucile
IPOTESI DI REATO E’ AGGIOTAGGIO, MANAGER SOTTO ACCUSA SEGRETATI
Qualcuno ha speculato sui titoli della società Ferrovie Nord Milano (Fnm), o quantomeno ha provocato
un’anomala alterazione del corso dei titoli, mesi prima dell’annuncio ufficiale – del 14 febbraio – sul progetto di fusione tra Fnm e Atm.
Di questo si è convinta la procura di Milano che, ieri mattina, ha spedito una pattuglia di uomini del Nucleo di polizia tributaria con un “ordine di esibizione” nella sede di Fnm che ha come azionista di maggioranza la Regione Lombardia
Essenziali per focalizzare meglio i contorni dell’inchiesta i dettagli contenuti nell’ordine di esibizione della magistratura. Si chiede agli investigatori di acquisire tutto il materiale riguardante “la prospettata integrazione tra Fnm e la società partecipata Trenord e Atm come si evince dal comunicato ufficiale reso noto il 14 febbraio scorso”. Nel provvedimento si chiede anche di cercare “il progetto e/o la relazione dell’organizzazione amministrativa ed eventuali giustificazioni sulle relazioni esterne”.
L’ufficializzazione ai mercati del progetto della fusione dei più importanti soggetti del trasporto pubblico lombardo risale, come detto, a metà febbraio. Ma molti mesi prima, la procura aveva già avviato una serie di verifiche. Nello stringato documento esibito ieri mattina si cita il numero di protocollo del fascicolo, che risale alla fine del 2016, e si precisa anche come l’ipotesi di reato affacciata sia quella di aggiotaggio.
Nel registro degli indagati sono stati iscritti i primi nomi, anche se non vengono specificati, e nemmeno le responsabilità ipotizzate. La firma dell’atto ufficiale è quella del pubblico ministero Giovanni Polizzi, impegnato nel pool sui reati contro la Pubblica amministrazione coordinato dall’aggiunto Giulia Perrotti.
Sulla nuova inchiesta però il riserbo resta assoluto. Anche se solo da questi pochi elementi è possibile decifrare in quale direzione vadano le verifiche che la procura ha affidato ai finanzieri della caserma milanese di via Filzi.
Il lavoro di Polizzi, negli scorsi mesi, si è più volte incrociato con la capogruppo Fnm e con il suo ex presidente, Norberto Achille, sospeso dall’incarico per una storia di peculato e truffa. Centinaia di migliaia di euro – secondo l’accusa – accreditati sui conti di Ferrovie Nord, per spese personali: dalle multe alle vacanze, per finire con l’uso delle auto di servizio.
Il reato di aggiotaggio è regolato dal Testo unico sulla finanza. Sulla carta, dunque, l’indagine dovrebbe essere condotta da un magistrato di un altro dipartimento (Reati finanziari) rispetto a quello in cui è invece impegnato Polizzi. Si può ipotizzare che il magistrato milanese si sia imbattuto in uomini di Fnm, o comunque in pubblici ufficiali che hanno gestito il progetto di fusione e, da qui, abbia trovato lo spunto per aprire la nuova inchiesta.
Un piano, quello della megafusione (che al momento sembra accantonato per le perplessità del Comune, azionista di Atm), che ha suscitato fin da subito forti polemiche politiche e anche un interessamento della Consob. Per capire l’entità degli affari che la fusione potrebbe comportare, basta comprendere i numeri che ruotano intorno alle società .
Il Sole-24Ore aveva anticipato nel novembre scorso l’indirizzo che stavano prendendo le principali società di trasporti pubblici milanesi, prevedendo un giro d’affari minimo di 2 miliardi.
(da “La Repubblica”)
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Maggio 20th, 2017 Riccardo Fucile
NEL MIRINO DEGLI INVESTIGATORI UN ALTO FUNZIONARIO… L’INDISCREZIONE DELL’INDIPENDENT… L’EX CAPO DELL’FBI COMEY HA DECISO DI TESTIMONIARE DAVANTI ALLA COMMISSIONE DEL SENATO
Gli investigatori che indagano sui presunti rapporti tra l’amministrazione Trump e le autorità russe avrebbero individuato un alto funzionario della Casa Bianca molto vicino al presidente come elemento chiave per fare luce sulla vicenda.
Lo rivela il Washington Post online, citando non meglio precisate fonti “molto vicine alla vicenda”.
Pur non volendo fare il nome del personaggio finito sotto la lente degli inquirenti, le fonti spiegano al WP che l’inchiesta è entrata in un fase più attiva e “scoperta”, passando da accertamenti riservati a interrogatori e citazioni di testimoni.
Finora le indagini sulle presunte ingerenze russe sulle presidenziali del 2016 ed i contatti tra membri dello staff di Trump e funzionari di Mosca, avevano riguardato ex membri della squadra della campagna elettorale ma nessuno che lo avesse seguito alla Casa Bianca.
Le stesse fonti sottolineano inoltre che gli investigatori restano concentrati soprattutto sulle persone che in passato hanno esercitato influenza sulla campagna elettorale di Trump e sulla sua amministrazione ma che attualmente non ne fanno più parte, compresi l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn e il presidente del comitato elettorale Paul Manafort.
E secondo alcuni media americani e britannici, tra cui l’Independent, l’ alto funzionario della Casa Bianca che gli uomini dell’ Fbi che indagano sul Russiagate ritengono una “persona di interesse” e che vorrebbero ascoltare potrebbe essere il genero del presidente Jared Kushner.
Sempre sul caso Russiagate, il New York Times riporta oggi alcune parole pronunciate da Trump il 10 maggio incontrando nello Studio Ovale il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, e l’ambasciatore russo negli Stati Uniti.
Il licenziamento di James Comey dalla guida dell’Fbi alleggerisce la “forte pressione” su di me, avrebbe spiegato il presidente americano ai suoi ospiti. “Mi trovavo sotto una forte pressione a causa della Russia” avrebbe ammesso Trump, definendo Comey un “pazzo, fuori di testa”.
Secondo la Cnn, in alcune conversazioni intercettate dagli 007 Usa durante la campagna presidenziale di Donald Trump, dei funzionari russi si vantarono di coltivare una forte relazione con l’ex generale Michael Flynn. Tanto da ipotizzare un suo utilizzo per influenzare il tycoon e la sua squadra. L’emittente americana spiega che tali conversazioni preoccuparono così tanto l’intelligence Usa che alcuni dei responsabili in seguito limitarono le informazioni da condividere con Flynn, nel frattempo nominato consigliere per la sicurezza nazionale.
Dal canto suo, l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, ha comunque accettato di testimoniare davanti alla commissione Intelligence del Senato sul Russiagate, ovvero sui legami tra il presidente Donald Trump e il Cremlino. Lo ha reso noto la commissione presieduta dal repubblicano Richard Burr, indicando che la testimonianza sarà a porte aperte ed è prevista subito dopo il Memorial Day che in calendario il prossimo 29 maggio.
I legali della Casa Bianca avrebbero comunque iniziato a studiare le procedure di impeachment per essere pronti nel caso in cui Donald Trump dovesse essere messo in stato di accusa. Lo rivela la Cnn, citando fonti dell’amministrazione che comunque sottolineano come al momento questo scenario resti un’ipotesi remota.
Nel corso dell’ultima settimana – riporta in particolare la Cnn – gli avvocati della Casa Bianca avrebbe consultato alcuni esperti in impeachment per raccogliere più informazioni possibili.
(da “La Repubblica”)
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