MILANO, INCHIESTA DELLA PROCURA SULLA FUSIONE TRENORD-ATM: SPECULAZIONE SUI TITOLI”
IPOTESI DI REATO E’ AGGIOTAGGIO, MANAGER SOTTO ACCUSA SEGRETATI
Qualcuno ha speculato sui titoli della società Ferrovie Nord Milano (Fnm), o quantomeno ha provocato un’anomala alterazione del corso dei titoli, mesi prima dell’annuncio ufficiale – del 14 febbraio – sul progetto di fusione tra Fnm e Atm.
Di questo si è convinta la procura di Milano che, ieri mattina, ha spedito una pattuglia di uomini del Nucleo di polizia tributaria con un “ordine di esibizione” nella sede di Fnm che ha come azionista di maggioranza la Regione Lombardia
Essenziali per focalizzare meglio i contorni dell’inchiesta i dettagli contenuti nell’ordine di esibizione della magistratura. Si chiede agli investigatori di acquisire tutto il materiale riguardante “la prospettata integrazione tra Fnm e la società partecipata Trenord e Atm come si evince dal comunicato ufficiale reso noto il 14 febbraio scorso”. Nel provvedimento si chiede anche di cercare “il progetto e/o la relazione dell’organizzazione amministrativa ed eventuali giustificazioni sulle relazioni esterne”.
L’ufficializzazione ai mercati del progetto della fusione dei più importanti soggetti del trasporto pubblico lombardo risale, come detto, a metà febbraio. Ma molti mesi prima, la procura aveva già avviato una serie di verifiche. Nello stringato documento esibito ieri mattina si cita il numero di protocollo del fascicolo, che risale alla fine del 2016, e si precisa anche come l’ipotesi di reato affacciata sia quella di aggiotaggio.
Nel registro degli indagati sono stati iscritti i primi nomi, anche se non vengono specificati, e nemmeno le responsabilità ipotizzate. La firma dell’atto ufficiale è quella del pubblico ministero Giovanni Polizzi, impegnato nel pool sui reati contro la Pubblica amministrazione coordinato dall’aggiunto Giulia Perrotti.
Sulla nuova inchiesta però il riserbo resta assoluto. Anche se solo da questi pochi elementi è possibile decifrare in quale direzione vadano le verifiche che la procura ha affidato ai finanzieri della caserma milanese di via Filzi.
Il lavoro di Polizzi, negli scorsi mesi, si è più volte incrociato con la capogruppo Fnm e con il suo ex presidente, Norberto Achille, sospeso dall’incarico per una storia di peculato e truffa. Centinaia di migliaia di euro – secondo l’accusa – accreditati sui conti di Ferrovie Nord, per spese personali: dalle multe alle vacanze, per finire con l’uso delle auto di servizio.
Il reato di aggiotaggio è regolato dal Testo unico sulla finanza. Sulla carta, dunque, l’indagine dovrebbe essere condotta da un magistrato di un altro dipartimento (Reati finanziari) rispetto a quello in cui è invece impegnato Polizzi. Si può ipotizzare che il magistrato milanese si sia imbattuto in uomini di Fnm, o comunque in pubblici ufficiali che hanno gestito il progetto di fusione e, da qui, abbia trovato lo spunto per aprire la nuova inchiesta.
Un piano, quello della megafusione (che al momento sembra accantonato per le perplessità del Comune, azionista di Atm), che ha suscitato fin da subito forti polemiche politiche e anche un interessamento della Consob. Per capire l’entità degli affari che la fusione potrebbe comportare, basta comprendere i numeri che ruotano intorno alle società .
Il Sole-24Ore aveva anticipato nel novembre scorso l’indirizzo che stavano prendendo le principali società di trasporti pubblici milanesi, prevedendo un giro d’affari minimo di 2 miliardi.
(da “La Repubblica”)
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