Marzo 16th, 2018 Riccardo Fucile
“ALBERGHI DI LUSSO E STIPENDIO D’ORO” NON DOVUTI SECONDO L’ACCUSA… AL CENTRO DELL’INDAGINE LA GESTIONE DELLA SOCIETA’ REGIONALE INFORMATICA SICILIANA… LUI TRANQUILLO: “TUTTO REGOLARE”
Alberghi a cinque stelle e stipendio d’oro. L’ex pubblico ministero antimafia Antonio Ingroia, oggi avvocato e candidato con la “Lista del popolo per la Costituzione” alle Politiche del 4 marzo, finisce sotto accusa per la gestione di “Sicilia e-Servizi”, la società regionale che si occupa (fra tante inefficienze) dei servizi informatici.
Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo gli ha notificato un provvedimento di sequestro di beni per 150mila euro, l’equivalente di quanto avrebbe intascato illegittimamente, durante la sua attività di amministratore unico e di liquidatore della società .
Ingroia è indagato per peculato dai magistrati che fino a cinque anni fa erano i suoi colleghi.
Per il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Pierangelo Padova ed Enrico Bologna, avrebbe potuto ottenere solo il rimborso dei biglietti aerei nelle trasferte da Roma (sua nuova residenza) verso la Sicilia.
Nulla, invece, era dovuto per i costosi alberghi: dal Grand hotel Villa Igiea, la storica residenza della Belle Epoque scelta da tanti sovrani per i loro soggiorni in Sicilia, all’Excelsior, al Centrale Palace hotel.
§E poi c’è la maxi-indennità di risultato da 117mila euro che Ingroia si è autoassegnato per tre mesi di lavoro come liquidatore della società a capitale pubblico della Regione. Nel 2013, l’anno contestato, gli utili erano stati di appena 33mila euro, nell’anno successivo furono di 3.800 euro.
Utili, si fa per dire, di un carrozzone che doveva essere liquidato e invece è rimasto aperto. Il provvedimento di sequestro riguarda anche Antonio Chisari, revisore contabile della società che oggi si chiama Sicilia Digitale spa.
Il caso Ingroia è nato dopo una segnalazione della procura della Corte dei conti, incuriosita da un articolo del settimanale L’Espresso, che nel febbraio 2015 dava conto dei rimborsi a tanti zeri di Ingroia e titolava: “Servizi e imbarazzi”.
Nei mesi scorsi, l’ex pubblico ministero nominato dal governatore Rosario Crocetta ha ricevuto due avvisi di garanzia per questa vicenda. Interrogato in procura, ha rivendicato di avere rimesso in piedi un’azienda pubblica che faceva acqua da tutte le parti: “E’ la legge a prevedere riconoscimenti agli amministratori in caso di raggiungimento di determinati obiettivi”, ha dichiarato. Ma la difesa non ha convinto.
La procura contesta che “Sicilia e-servizi” abbia avuto risultati e sostiene che la maxi-indennità di Ingroia avrebbe addirittura determinato un deficit di bilancio. Nell’atto d’accusa, i pubblici ministeri ricordano che l’indennità di risultato ha una nuova disciplina dal 2008: prevede la liquidazione delle somme “solo in presenza di utili e comunque in misura non superiore al doppio del cosiddetto compenso omnicomprensivo”.
All’epoca, il compenso omnicomprensivo riconosciuto dall’assemblea della società era di 50 mila euro. Ingroia promette battaglia legale contro i suoi ex colleghi. Ora l’ex pubblico ministero fa l’avvocato a tempo pieno, fra i suoi clienti anche arrestati per mafia, il più recente è il “re” delle scommesse on line Ninì Bacchi, che in un’intercettazione diceva: “Una cosa è che uno si presenta con Antonio Ingroia, ex magistrato antimafia, conosciuto in tutto il mondo”. E l’imprenditore boss meditava di dare al suo avvocato l’uno per cento della società . Ma è rimasta un’idea.
Negli ultimi tempi, Ingroia si è dedicato soprattutto alla campagna elettorale, con la sua “Lista del popolo per la Costituzione”, che però ha avuto un risultato deludente. Ma l’ex pm non si arrende: il giorno dopo il voto ha annunciato su Facebook che proseguirà nel suo impegno in politica.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 16th, 2018 Riccardo Fucile
ARRESTATI QUATTRO AGENTI, OTTO INDAGATI PER PECULATO, ABUSO D’UFFICIO, VIOLENZA PRIVATA
Perquisizioni arbitrarie di extracomunitari sospettati di spaccio, percosse a chi si ribellava,
verbali falsi, denaro contante intascato senza mai dichiararne il sequestro. Sono alcune delle condotte contestate dalla Procura di Rimini a quattro agenti della polizia Municipale, finiti ai domiciliari nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza chiamata ‘Old Frank’.
Rispondono di abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, favoreggiamento personale, falso in atto pubblico, distruzione e occultamento di atti, percosse, perquisizioni e ispezioni personali arbitrarie, oltre che di violenza privata.
“Dalle indagini – scrive il Gip Sonia Pasini, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare – emerge un modus operandi poco professionale, una certa faciloneria” che ha portato alla commissione di reati “approfittando della delicata funzione pubblica rivestita”, e “una mancanza di remore” nel compromettere “la credibilità dell’amministrazione di apparenza”.
L’inchiesta, nei confronti degli agenti dell’ex nucleo ambientale, sciolto due anni fa dal comando, è stata condotta dalla polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle. L’amministrazione comunale, dando “sostegno e piena fiducia” alla magistratura, annuncia che per gli arrestati scatterà la sospensione dal servizio.
Sono otto gli indagati, su 12 che componevano il nucleo: in mattinata sono scattate anche perquisizioni con sequestro di armi di servizio e pistole sportive regolarmente detenute. Uno dei quattro destinatari di misura cautelare è in Messico, ma ha annunciato che intende rientrare e costituirsi.
Secondo il Gip la misura cautelare si è resa necessaria nonostante i fatti contestati risalgano agli anni 2012-2016, perchè “nonostante gli agenti fossero da tempo trasferiti ad altri servizi continuavano a svolgere identificazioni e perquisizioni, soprattutto di persone extracomunitarie e i cosiddetti ‘pallinari’ (i truffatori del gioco delle tre carte, ndr) svolgendo un servizio diverso da quello comandato”
Le indagini, coordinate dal pm Davide Ercolani, sono partite da una denuncia, a gennaio 2016 da parte di un agente della stessa Municipale sui comportamenti al limite della legalità dei colleghi.
Tra gli episodi contestati c’è una perquisizione domiciliare eseguita dagli indagati in una casa dove, trovando 2.700 euro, non li avrebbero dichiarati nel verbale e, secondo l’accusa, se ne sarebbero impossessati. Un altro episodio denunciato da un giovane straniero racconta di una perquisizione personale condotta in strada, durante la quale fu costretto a denudarsi
Il giovane aveva protestato e, secondo la denuncia, era stato picchiato. Si parla anche del danneggiamento di un’auto di servizio: alcuni agenti, sapendo di essere indagati ed intercettati, avrebbero smantellato la vettura per rimuovere i microfoni.
Il Comune dovrà anche disporre la sospensione cautelare dal servizio degli agenti.
(da “La Repubblica“)
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Marzo 16th, 2018 Riccardo Fucile
GENOVA, LA PROCURA APRE INCHIESTA PER OMICIDIO COLPOSO PER LA MORTE DELL’UOMO PRECIPITATO IN UNA VORAGINE … IL COMUNE AVREBBE POTUTO INTERVENIRE D’URGENZA, PERCHE’ NON LO HA FATTO?
È stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo, sulla morte dell’uomo di 87 anni il cui corpo è stato trovato questa mattina all’interno di un cantiere in via Berno, nel quartiere genovese di San Fruttuoso: il cadavere era in fondo a una buca provocata dall’ondata di maltempo del 5 marzo 2016 , che a sua volta si trova a valle della voragine provocata dall’alluvione del 4 novembre 2011, quasi 7 anni fa .
Il pubblico ministero, Federico Manotti, vuole appunto capire perchè la buca era lì da oltre due anni e se le transenne erano state posizionate correttamente: delle indagini si occupa la squadra Mobile della polizia.
Il magistrato che indaga sulla morte dell’anziano ha chiesto al Comune di rendere immediatamente sicura la zona e da Palazzo Tursi è arrivato l’ok.
Resta da chiarire di chi fosse la competenza per i lavori sulla voragine: il buco si trova in una strada privata a cui però possono accedere tutti.
In teoria avrebbero dovuto provvedere i residenti, ma il Comune avrebbe potuto intervenire d’urgenza e poi rivalersi sui privati.
Intanto il sostituto procuratore Federico Manotti ha fatto sequestrare le transenne per capire se erano idonee a proteggere la voragine.
Il magistrato vuol sapere anche chi doveva transennarla e come e se il buco era correttamente segnalato.
Il sostituto procuratore ha anche incaricato il medico legale Camilla Tettamanti di eseguire l’autopsia sul corpo del pensionato e stabilire se è morto per un malore o per la caduta.
Questa mattina, sul posto, oltre agli agenti, sono arrivati gli uomini della Scientifica, i vigili del Fuoco e le ambulanze del 118, mentre molti residenti della zona sono scesi in strada per protestare contro questi lavori “infiniti”
(da agenzie)
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Marzo 16th, 2018 Riccardo Fucile
A MARGHERITA DI SAVOIA UN 49ENNE AUSTRIACO FERMATO DOPO DUE FURTI IN UNA CASA E IN UNO STABILIMENTO BALNEARE
E’ un pregiudicato austriaco, Kristian Josef Eigenbeger di 49 anni, ad aver tentato di accoltellare
il comandante della Stazione di Margherita di Savoia, intervenuto su segnalazione di un cittadino che aveva visto il malfattore rubare dapprima all’interno di un’abitazione e poi tentare un ulteriore furto all’interno di un lido balneare.
Nella prima mattina di martedì scorso il delinquente è entrato in una casa asportando alcuni attrezzi da lavoro che ha poi utilizzato per mettere a segno un altro colpo presso il lido balneare.
Vistosi scoperto dal proprietario, però, si è dato alla fuga.
La vittima ha quindi tempestivamente avvisato i Carabinieri del locale Comando Stazione, i quali, allertata la Centrale Operativa della Compagnia di Cerignola chiedendo rinforzi, si sono da subito messi alla ricerca del malfattore.
Il Comandante della Stazione di Margherita di Savoia, individuato sulla spiaggia il ricercato che si allontanava dal luogo del delitto, gli ha intimato di fermarsi, ma lo stesso, brandendo un taglierino, ha tentato di colpirlo con un fendente; schivato il colpo, dopo una violenta colluttazione, è riuscito a disarmarlo e a bloccarlo.
Come poi si è potuto accertare, l’uomo non è nuovo ad episodi del genere, e per tale ragione, a seguito dell’udienza di convalida, il Giudice ha disposto la sua carcerazione. Risponderà dei reati di furto in abitazione, tentato furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.
(da agenzie)
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