Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
MENTRE SALVINI E DI MAIO LITIGANO, IL CAVALIERE DIVENTA ECUMENICO E QUIRINALIZIO
Ci sono tre leader che santificano il venerdì di Pasqua con un profluvio di parole.
Per due, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non è una novità .
È il terzo a deflagrare d’improvviso nel già faticoso dibattito su un ipotetico governo gialloverde: Silvio Berlusconi.
Un ritorno in grande stile sulla scena pubblica. Che spariglia i giochi e rende quasi trascurabili le pungolature sui quali i leader di M5s e Lega si stanno rincorrendo senza sosta in queste ore.
Una vera è propria strategia in quattro mosse.
Uno: fa filtrare di puntare a una piena riabilitazione politica dalla Corte di Strasburgo, un ritorno in piena regola al centro della scena politica.
Due: pubblica un intervento sul sito di Forza Italia nella quale elogia il metodo che ha portato all’elezione dei presidenti delle Camere, spiega che “bisogna raccogliere una maggioranza parlamentare intorno a un programma e a un premier in grado di realizzarlo, senza pregiudizi di schieramento”, ma ne rivendica la guida per il centrodestra.
Tre: manda in avanscoperta i suoi ad annunciare che guiderà la delegazione azzurra al Colle.
Quattro: dirama una nota in cui usa termini dai significati stratificati e dai livelli di lettura complessi per gli osservatori della politica.
La premessa è quella di una “legislatura difficile”. Le strade indicate sono quelle della “larga condivisione” e il dovere di dare risposte da parte di “tutte le forze politiche responsabili”.
Come tirare una pedata sul castello di sabbia costruito faticosamente dai trenta/quarantenni nel loro gioco della sedia per non rimanere in piedi fuori da Palazzo Chigi.
Perchè l’appello ai responsabili e all’ampia condivisione è impregnato di un sapore quasi quirinalizio.
Come a intravedere il fallimento di tutte le ipotesi di accordo tra i partiti sul governo, anticipando una soluzione guidata dalla sapienza di Sergio Mattarella, che tenga dentro il ventaglio più ampio possibile di partiti a sostegno di un esecutivo benedetto dal Colle.
Soprattutto perchè il lavorio dei 5 stelle in vista di un’intesa politica per sbloccare l’impasse con le camicie verdi è finalizzato in particolar modo a anestetizzare la presenza di Berlusconi.
Poco prima dell’uno-due tra intervista e nota, uno dei consiglieri più vicini a Di Maio per la prima volta apriva informalmente alla presenza di Forza Italia nella futura maggioranza parlamentare.
Spiegando che si stava cercando una “soluzione legata a creatività e fantasia, tenendo dentro figure tecniche vicine a Forza Italia o ministri azzurri che possano essere ascrivibili alla Lega”.
Aggiungendo che proprio dal Carroccio si confidava in una soluzione, “come hanno saputo fare con l’elezione dei presidenti delle Camere”, sapendo che i tempi saranno lunghi e che si arriverà a un secondo round di consultazioni. Tempo sufficiente, a dire dei 5 stelle, a far decantare la situazione aprendo una fase nuova.
Tutto spazzato via da un Berlusconi che rivendica la propria centralità di leader, facendolo con un ecumenismo che spazza via la voglia di una convergenza a due auspicata dalla war room stellata.
L’ex Cavaliere non rinuncia affatto al proprio ruolo, ma concede a Salvini il ruolo di guida nelle interlocuzioni con gli altri partiti.
A questo proposito, l’altro Matteo oggi ha affermato di ritenere che una possibile vittoria del centrodestra alle prossime elezioni regionali possa essere un segnale importante nelle valutazioni che dovrà fare il Colle. Un passaggio apparentemente demagogico, ma che nasconde un dato non di poco conto.
In Molise — dove avvantaggiati sembrano i grillini — si voterà appena il 22 aprile.
In Friuli Venezia Giulia — vero riferimento di Salvini, dove i sondaggi accreditano una vittoria schiacciante per il suo uomo, Massimiliano Fedriga — addirittura il 29. Rivelando così che la Lega ha ben chiaro che da qui a dopo Pasqua nessun accordo verrà chiuso, e che i tempi per la formazione dell’esecutivo andranno per le lunghe. Arrivando addirittura a maggio.
Mentre si continuano a rincorrere le voci di un incontro fra il segretario della Lega e il capo politico del Movimento fra martedì e mercoledì, fra i due è andata in scena una lunga giornata di tira e molla.
Il leader del Carroccio ha continuato nelle sue (parziali) aperture al reddito di cittadinanza, preannunciando che la settimana prossima presenterà una proposta per un “reddito di avviamento al lavoro”. Ma ha anche rivendicato per il centrodestra la guida del futuro governo, brandendo lo spettro di elezioni anticipate in caso di mancato accordo.
È stato lo stesso Fedriga, poco dopo, ad esplicitare il concetto: “Se Di Maio si impunta sulla premiership è più facile che torniamo al voto”.
Tutto questo perchè a metà pomeriggio sul Blog delle stelle era uscito un post che metteva ancora una volta i puntini sulle i: “Luigi Di Maio unico candidato premier per il governo”.
Al momento i 5 stelle non si schiodano da lì. “Rivendicare la poltrona di Palazzo Chigi — spiega un uomo dell’inner circle — è l’unico modo che abbiamo di garantire il gruppo parlamentare e gli elettori su intese altrimenti indigeribili. Per dire io mi prendo quei voti, ma per fare questi 5, 10 punti che servono a tutti i cittadini. In caso contrario non lo reggeremmo”.
Intanto le struppe stellate stanno mettendo in campo un piano d’attacco sui vitalizi. I componenti dell’ufficio di presidenza della Camera, guidati da Roberto Fico, subito dopo le vacanze pasquali avvieranno le procedure per arrivare a un’abolizione o a una forte riduzione.
Un terreno teoricamente comune con la Lega. E sul quale Forza Italia ha sempre espresso parere contrario. Proprio nei giorni in cui Berlusconi salirà al Colle. Da dove guarderà divertito i due litiganti. I quali oggi sono stati avvertiti: senza il Cavaliere non si possono fare i conti.
(da “Huffingtonpost“)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
LA LINEA: OPPOSIZIONE… IPOTESI ASSEMBLEA NAZIONALE A GIUGNO
E’ un venerdì di passione nel Pd anche per i non cattolici.
All’indomani dell’infuocata assemblea dei deputati in cui Dario Franceschini e Andrea Orlando hanno ‘osato’ interrogare la linea di opposizione decisa dopo il 4 marzo, Matteo Renzi scatena i suoi.
Sono i più attivi sui social e sulle agenzie a ribadire che “la linea che porteremo la prossima settimana al Colle è di opposizione”, per usare le parole di Andrea Marcucci.
Tanto per iniziare, alle consultazioni con Sergio Mattarella sul governo per il Pd saliranno in quattro: il reggente Maurizio Martina, il presidente Matteo Orfini e i due capigruppo, Graziano Delrio per la Camera, Marcucci per il Senato.
Segno che il partito è attraversato da reciproci sospetti. Si apre una fase confusa. Nebbia anche sulla data di convocazione dell’assemblea nazionale che dovrebbe eleggere il nuovo segretario.
Fonti renziane ipotizzano che l’assemblea possa riunirsi solo a fine giugno. Vale a dire dopo i ballottaggi nei comuni che andranno al voto a metà giugno. Perchè entro aprile ci sono le regionali in Molise e Friuli e poi inizia la campagna elettorale per le amministrative. Difficile convocare un’assemblea così delicata in fase pre-voto.
Anche se la pazienza di Renzi con il reggente Martina è agli sgoccioli.
Nel partito si è aperta la guerra interna ed è tempo di schierare le truppe: con me o contro di me.
E’ il motivo per cui giorni fa, dopo un pranzo con Renzi, Matteo Richetti ha dato un’intervista per candidarsi alle prossime primarie per la segreteria. Nessuno in questo caos sa dire quando si terranno, ma la candidatura di Richetti serve a Renzi per lanciare un segnale ai non-renziani, compreso Martina: alle brutte, io il candidato ce l’ho.
Già , i non-renziani. Dopo aver detto la sua ieri in assemblea, Franceschini aspetta il primo giro di consultazioni al Colle per tirare un po’ di somme.
Il ministro ha provato a scalfire la linea renziana dell’opposizione per tentare di evitare quello che pensa sia un danno all’Italia: un governo Lega-M5s.
Con quali numeri non è chiaro, visto che la maggioranza dei gruppi parlamentari sembra stare con Renzi, che invece spera in un governo giallo-verde, così il Pd resta all’opposizione sicuro.
Ma la battaglia è solo iniziata, dicono in area Franceschini. Oggi sul Mattino il sottosegretario Antonello Giacomelli, origini in AreaDem poi entrato in area Lotti, dice che è un bene che “gli eletti dem tornino a discutere”, pur ribadendo la linea di “opposizione ma non rinunciataria o di Aventino”.
Per i non-renziani sono piccoli segnali di crepe nello schieramento renziano. “Stare all’opposizione non può essere uno slogan ‘rifugio'”, dice Anna Rossomando, senatrice orlandiana eletta vicepresidente di Palazzo Madama. E poi c’è Francesco Boccia, area Emiliano, fin dall’inizio schierato per il dialogo con il M5s, oggi nel mirino di Carlo Calenda su Twitter.
“Ribadisco che i 5 stelle non sono nemici da abbattere ma solo avversari da rispettare, provando nel tempo a superare con proposte alternative”, risponde Boccia.
Il Pd è in ebollizione. I non-renziani sospettano che alla fine della fiera Renzi voglia aiutare il centrodestra a mettere su un governo, magari con un’astensione tecnica del Pd. I renziani sospettano che il gioco dei posizionamenti sul governo sia strumentale a precise contropartite.
Per esempio, una frase attribuita a Orfini e riportata da ‘La Stampa’ ha mandato su tutte le furie i luogotenenti di Franceschini e anche di Walter Veltroni, che al Corriere aveva detto sì ad un “dialogo con il M5s sotto la regìa di Mattarella”. La frase incriminata è questa: “Non vorrei che questa apertura al Cinquestelle da qualcuno dei nostri venga scambiata con un qualche improbabile accordo futuro per la presidenza della Repubblica…”.
Il fatto è che sulle consultazioni al Colle, si apre il congresso nel Pd. Si è già aperto. “Il Pd in questa legislatura starà all’opposizione. Se qualche dirigente vuol cambiare posizione, lo dica chiaramente – scrive su Facebook Marcucci – Non vedo l’ora che giuri un governo Di Maio-Salvini. Loro hanno il diritto dovere di governare, noi non gli faremo sconti”.
E invece Martina, sempre su Facebook: “Stiamo attenti a un dibattito sterile tra isolamento e apertura. La Direzione nazionale ha stabilito unitariamente come dobbiamo muoverci. Le grandi discriminanti sono tutte di merito: rinnovamento delle istituzioni e della democrazia rappresentativa, nuova scelta europeista contro ripiegamenti sovranisti, lotta alle diseguaglianze, questione sociale, equità . Ricordiamoci sempre che il nostro primo vero tema è il ricongiungimento dell’impegno dei democratici con gli italiani. Penso che faremmo bene a spendere tutte le energie che abbiamo a partire da qui…”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
E IL BISCIONE SBARCA SUL SATELLITE CON CINEMA E SERIE PREMIUM
Sky Italia e Mediaset Rti hanno siglato un duplice accordo commerciale che porta molti benefici agli abbonati Sky attuali e che consente ai telespettatori italiani di avere un’offerta Sky anche sul Digitale Terrestre.
Grazie a un primo accordo relativo ai contenuti, 5 canali di cinema e 4 canali di serie tv attualmente disponibili solo su Mediaset Premium, saranno visibili a tutti gli abbonati Sky via satellite senza nessun costo aggiuntivo.
Inoltre, tutti i film e le serie tv disponibili on demand andranno ad arricchire la library di contenuti a disposizione delle oltre 3,1 milioni di famiglie abbonate che accedono per scaricare e vedere i loro programmi preferiti quando e dove vogliono.
Gli abbonati Sky al pacchetto Cinema vedranno quindi – in aggiunta ai 12 canali HD targati Sky che già offrono una prima visione al giorno, film campioni di incasso e le migliori pellicole italiane – Premium Cinema e Premium Cinema +24, con ancora più anteprime e blockbuster hollywoodiani, Premium Cinema Energy, dedicato al cinema d’azione, al brivido e all’horror, Premium Cinema Emotion, con le commedie romantiche e le storie più emozionanti, Premium Cinema Comedy, interamente dedicato alla commedia e al divertimento, dai cult italiani ai film comici di maggior successo.
Tutti insieme, questi canali programmano ogni anno mediamente oltre 1.400 differenti titoli cinematografici tra cui blockbuster del calibro di Wonder Woman, Dunkirk, L’ora più Buia, Cinquanta Sfumature Di Rosso, Justice League, It, L’uomo di Neve.
Gli abbonati Sky al pacchetto Sky Famiglia, potranno quindi vedere il canale Premium Action, dedicato alle serie d’azione, ai supereroi, al fantasy e al sci-fi, Premium Crime, il canale delle serie poliziesche e legal, Premium Joi con le grandi storie, che spaziano dal medical, al romance, ai drama familiari e Premium Stories, dedicato alle serie comedy, sitcom e alle commedie di ogni genere.
Questi canali vanno a rafforzare un’offerta già ricchissima che va da Sky Uno a Fox, da Sky Atlantic a National Geographic.
Alle apprezzatissime produzioni originali Sky – come Gomorra – La serie, The Young Pope, Babylon Berlin, Britannia, o l’atteso Il Miracolo di Niccolò Ammaniti – e alle serie tv internazionali trasmesse anche in contemporanea con gli Stati Uniti prodotte da HBO, Disney e Fox – come Westworld, Il Trono di Spade, Grey’s Anatomy, The Walking Dead, Billions, Trust – si aggiungeranno titoli del calibro di Gotham, Chicago Fire, Supergirl, Suits e Mr Robot.
Questa offerta di contenuti di pregio senza precedenti si combinerà con la qualità dell’esperienza di visione che da sempre offre Sky, oggi più forte che mai grazie a Sky Q.
Sulla base di un secondo accordo commerciale relativo alla distribuzione di contenuti sulla piattaforma digitale terrestre, Sky Italia affitterà banda sui multiplex gestiti dalla società Ei Towers del Gruppo Mediaset, per distribuire direttamente una sua offerta a pagamento pensata appositamente per il digitale terrestre.
A partire dal 1° giugno 2018, grazie alla capacità trasmissiva messa a disposizione dal gruppo Mediaset, Sky creerà una sua offerta televisiva a pagamento in digitale terrestre che combinerà una selezione dei canali Sky e Fox con i 9 canali targati Mediaset, 5 di cinema e 4 di serie tv, che contemporaneamente andranno ad arricchire l’offerta via satellite.
A questo pacchetto di canali di cinema, serie tv e intrattenimento, si potrà aggiungere anche un altro pacchetto dedicato allo sport che includerà una selezione dei grandi eventi sportivi di Sky, anche in Alta Definizione.
Grazie a questa offerta da giugno avere Sky sarà più facile e saranno i clienti a scegliere come riceverlo, via Satellite, Internet o Digitale Terrestre.
Ulteriori dettagli relativi a questa offerta Sky dedicata al digitale terrestre verranno resi noti in prossimità del suo lancio commerciale.
“L’accordo strategico siglato oggi da Sky e Mediaset è ricco di buone notizie per gli amanti della televisione. Gli abbonati Sky troveranno entro l’estate inclusi nei loro abbonamenti e senza costi aggiuntivi, l’intera offerta di canali Cinema e Serie Tv di Premium, tutti in HD. Sarà quasi come avere due offerte PayTv al prezzo di una”. Lo ha detto Andrea Zappia, ad di Sky Italia ha dichiarato.
“Dopo il lancio di Sky Q e l’annuncio della partnership con Netflix – ha aggiunto – questo accordo conferma la determinazione di Sky di offrire la miglior esperienza televisiva possibile agli italiani. L’altra ottima notizia è per chi invece non è ancora cliente Sky. Grazie a questa nuova partnership, infatti offriremo ancora più libertà di scelta a coloro che vogliano accedere alla PayTV, lanciando a giugno una offerta pensata per il digitale terrestre. Portare nelle case dei nostri abbonati un’esperienza televisiva ancora più ricca e completa, lasciando loro la libertà di scegliere come riceverla, è motivo di grande soddisfazione. Ed è proprio i nostri clienti che vorrei ringraziare. Con la loro fiducia ci stimolano a migliorare ogni giorno il nostro servizio”.
(da agenzie)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
IL COLOSSO DEL DIGITALE HA CHIUSO L’ANNO CON 27 MILIONI DI EURO DI UTILE MA LICENZIA I 400 DIPENDENTI
Licenziamenti e premi ai manager. E’ la strana accoppiata che si verifica in Italiaonline.
Alla prossima assemblea dei soci, in programma il 27 aprile, verrà infatti proposto un piano di incentivazione del top management in azioni che vale 6,7 milioni di euro. Una mossa che avviene proprio quando la società , controllata dall’imprenditore egiziano Naguib Sawiris e da alcuni fondi, dichiara 400 esuberi e l’intenzione di chiudere la sede di Torino.
Il piano di ‘performance share’ 2018-2021 mette a disposizione fino a quasi 2,3 milioni di azioni gratuite, pari al 2% del capitale, che verranno assegnate a manager e amministratori esecutivi nel caso in cui vengano raggiunti determinati obiettivi.
Al momento della sua adozione da parte del cda, martedì scorso, l’azione di Italiaonline valeva in Borsa 2,9118 euro, attribuendo così al piano un controvalore complessivo di quasi 6,7 milioni di euro.
Italiaonline ha congelato per un periodo di tre settimane il piano di ristrutturazione, dopo che lo scorso 20 marzo è stato aperto un tavolo di mediazione al ministero dello Sviluppo economico.
La mossa viene aspramente criticata da Liberi e Uguali, con Nicola Fratoianni che commenta: “Che Paese straordinario che è l’Italia: il colosso del digitale Italiaonline mentre prevede 400 licenziamenti e la chiusura dello stabilimento a Torino, pur avendo 27 milioni di euro di utile netto nell’ultimo anno, stabilisce anche la distribuzione di 7 milioni di euro di incentivi ai manager dell’azienda per i prossimi tre anni. In un Paese normale questo si chiamerebbe furto e gli autori verrebbero trattati tecnicamente come ladri”.
(da agenzie)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
IN OTTO ANNI I BANCARI SONO SCESI DEL 13,4%, PERSI 44.000 POSTI DI LAVORO
Nel 2017 il numero degli sportelli bancari in Italia è sceso di 1.669 unità a 27.358 da 29.027 di fine 2016 (-5,7%).
Lo indica Bankitalia nel rapporto ‘Banche e istituzioni finanziarie: articolazione territoriale’, sottolineando che la diminuzione ha riguardato tutte le regioni ed è stata più accentuata in Umbria, Marche e Molise
Dal rapporto emerge anche la dinamica per quanto riguarda l’occupazione, con i dipendenti scesi del 13,4% dal 2009 allo scorso dicembre. Nel solo ultimo raffronto si è registrata una sensibile diminuzione: se nel 2016 erano quasi 300mila, i bancari sono diventati 286mila alla fine dell’anno scorso
L’articolazione territoriale degli sportelli bancari operativi sul territorio mostra una maggiore presenza nelle regioni del Nord, che rappresentano il 57% del totale nazionale (40% in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto), spiega Bankitalia, mentre il numero di sportelli ubicati nelle regioni del Sud e nelle Isole ammonta complessivamente al 22% del totale nazionale.
La provincia di Milano, con 1.568 sportelli censiti, conta da sola più sportelli dell’intera Calabria o Sicilia.
(da agenzie)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
L’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITA’ CONTESTA IL SINDACO: “IO PARTECIPERO’ AL CORTEO”… ANNA PETTENE (FORZA ITALIA): “ATTO DI INCOMPRENSIBILE CHIUSURA E OSTILITA'”… MA I LEGHISTI DEVONO FARE MARCHETTE CON L’ELETTORATO PIU’ BECERO
Il Sindaco Marco Bucci ha detto no, ma nel centrodestra e anche all’interno della sua giunta le posizioni non sono unanimi rispetto al patrocinio (non oneroso) del Comune, che è stato negato alle iniziative promosse dal Coordinamento Liguria Rainbow per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender: la ColorataCena ai giardini Luzzati del 17 maggio, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, e il corteo del Liguria Pride del 16 giugno.
Nel coro di silenzi con il quale il centrodestra ha accolto anche questa decisione del sindaco, si distinguono per ora pochissime voci.
Una, molto critica, è di Anna Pettene, avvocato, moglie di Edoardo Garrone, indicata come possibile candidata prima in consiglio comunale nella lista Bucci e poi alle politiche con Forza Italia. Pettene, che fa parte della squadra di “saggi” del vicesindaco Stefano Balleari, ha scritto su Facebook che «negare il gay pride a Genova (il sigillo del Comune) è un atto di incomprensibile chiusura e ostilità . Non sono d’accordo».
E poi chiede: «L’omofobia non esiste secondo molti. Siete convinti? Non altre questioni in gioco e di contorno ma solo una semplice domanda: esiste ai giorni nostri l’omofobia?». E la risposta non detta è facilmente intuibile.
Ma anche l’assessore Arianna Viscogliosi (Direzione Italia), che ha la delega alle Pari opportunità oltre che al Personale, fa sapere che «sarò personalmente presente per portare la mia vicinanza a chiunque lotti per i propri diritti e per le proprie pari opportunità . Le mie azioni concrete – sottolinea Viscogliosi – parlano per me: sono contro ogni forma di razzismo, omofobia, violenza… Rispetto la scelta del sindaco che, fin dall’elezione, ha detto che il patrocinio non sarebbe stato concesso ad eventi divisivi o che possono diventare terreno di contrapposizione ideologica».
Anche se pure il patrocinio negato divide.
(da “Il Secolo XIX”)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
TRA I 21 CAPOLUOGHI DI PROVINCIA CI SONO UDINE, TRAPANI, BRESCIA, CATANIA, PISA, SIENA E TREVISO… LE REGIONI AL VOTO: IL 22 APRILE IL MOLISE, IL 29 IL FRIULI, IL 20 MAGGIO LA VAL D’AOSTA
Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha fissato, con proprio decreto, la data per lo svolgimento delle consultazioni per l’elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, nonchè per l’elezione dei consigli circoscrizionali nelle regioni a statuto ordinario per domenica 10 giugno 2018.
L’eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci avrà luogo domenica 24 giugno.
Le consultazioni amministrative 2018 riguardano in tutto 797 comuni italiani, dei quali 203 nelle regioni a statuto speciale.
Si voterà in 21 comuni capoluogo di provincia: Ancona (che è anche capoluogo di regione), Avellino, Barletta, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Udine, Vicenza e Viterbo.
Sul totale dei Comuni se ne contano 114 comuni con più di 15mila abitanti e 683 con meno; 21 capoluoghi di provincia. Tra gli elettori chiamati al voto anche quelli di due municipi di Roma, il III e e l’VIII.
Nelle prossime settimane si andrà al voto anche per rinnovare le giunte e i consigli regionali di Molise, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta.
In Molise urne aperte il 22 aprile, una settimana dopo voteranno i cittadini del Friuli Venezia Giulia mentre la Valle d’Aosta andrà al voto il 20 maggio. I Comuni valdostani che devono eleggere il nuovo sindaco torneranno al voto nella stessa data delle Regionali, il 20 maggio appunto.
Ulteriore eccezione quella dei Comuni del Trentino Alto Adige che andranno al voto il 27 maggio.
(da agenzie)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
PIU’ VOCI PER INCASSARE I SOLDI DEI FINANZIATORI E LA ONLUS CHE FA DA SPONDA… ECCO COSA NASCONDE LA LEGA
Dov’è finito il tesoro della Lega?
Dove sono spariti i 48 milioni di euro che il tribunale di Genova vorrebbe mettere sotto sequestro dopo la condanna di Bossi per truffa ai danni dello Stato?
Da mesi i giudici di Genova sono a caccia di quei denari. Finora sui conti del Carroccio sono stati però rinvenuti poco più di 2 milioni. E gli altri?
«Oggi sul conto corrente della Lega nazionale abbiamo 15 mila euro», ha detto lo scorso 3 gennaio Matteo Salvini, l’aspirante premier, l’uomo che vuole l’incarico di governo e che non perde occasione per ricordare come il suo partito sia senza un quattrino.
Alcuni documenti bancari, tuttavia, aiutano a comprendere meglio che fine ha fatto la ricchezza leghista.
Facendo emergere un fatto inedito: sia sotto la gestione di Roberto Maroni, sia in seguito sotto quella di Salvini, parecchi milioni sono stati investiti illegalmente.
Una legge del 2012 vieta infatti ai partiti politici di scommettere i propri denari su strumenti finanziari diversi dai titoli di Stato dei Paesi dell’Unione europea.
Il partito che si batte contro «l’Europa serva di banche e multinazionali» (copyright di Salvini) ha cercato di guadagnare soldi comprando le obbligazioni di alcune delle più famose banche e multinazionali.
Ma c’è di più.
In questa trama finanziaria si ritaglia un ruolo anche un’associazione finora sconosciuta. Si chiama Più voci. Una onlus come tante, ma di area leghista.
Con una particolarità : è usata dalla Lega per ricevere finanziamenti dalle aziende, denari girati subito dopo a società controllate dal partito.
L’associazione è stata creata da tre commercialisti fedelissimi a Salvini nell’ottobre del 2015, nel pieno del processo per truffa contro Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito.
Non ha un sito web, nè sembra attiva nel dibattito pubblico. Di certo, però, su quel conto corrente hanno lasciato traccia lauti bonifici.
Chi ha finanziato la sconosciuta Più voci?
L’Espresso, in edicola da domenica 1 aprile, pubblicherà i nomi delle aziende e degli imprenditori (insospettabili leghisti) che hanno offerto il loro contributo alla Lega sovranista di Salvini.
Alle domande de L’Espresso, il partito guidato da Salvini ha preferito non rispondere. Ha commentato, invece, chi ha versato parte dei contributi sul conto della onlus.
(da “L’Espresso”)
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Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile
LA POLIZIA : “CONTROLLI RIGOROSI”… SE UN TIR VIENE FERMATO SOLO A DUE PASSI DAL PARLAMENTO FORSE QUALCOSA NON VA
Un Tir ‘buca’ la zona di sicurezza del centro di Roma e arriva fin nei pressi di piazza del Parlamento prima che qualcuno delle forze dell’ordine lo fermi.
Un errore, spiega l’agenzia Agi, che riporta la notizia, che però diventa particolarmente rilevante in un momento in cui si parla di guardia molto alta per prevenire atti di terrorismo.
È Venerdì santo e le forze di sicurezza sono allertate per controlli “senza sosta” nelle strade di Roma.
Il centro storico in particolare è considerato off limits, con tanto di sbarramenti con gipponi e mezzi militari dislocati in più punti lungo l’arteria stradale che dai Fori Imperiali porta fino a piazza del Popolo.
Un Tir con targa di Istanbul è riuscito ad arrivare dal Lungotevere fino a un pezzo di via del Corso, in prossimità di piazza San Lorenzo in Lucina, dopo aver superato largo Goldoni, dove ormai abitualmente stazionano mezzi delle forze di polizia.
Racconta all’Agi un testimone – che ha anche fotografato la scena – che il Tir avanzava lentamente, a passo d’uomo, senza trovare ostacoli alla sua marcia che l’ha portato quasi a ridosso di Piazza del Parlamento.
A fermarlo lì è stata una pattuglia di Carabinieri arrivata a sirene spiegate. I militari hanno verificato camion e autista, chiesto spiegazioni al conducente, un uomo di mezza età . Il quale per fortuna aveva solo sbagliato strada e s’era ritrovato nel cuore della Capitale.
La replica della Polizia: “Assoluta reattività del dispositivo di sicurezza”. In merito alle notizie diffuse circa un presunto ‘buco’ nel sistema di sicurezza della “green zone”, si precisa che si è trattato di una normale operazione di Polizia, nel corso della quale un mezzo pesante non autorizzato è stato fermato dalle pattuglie in servizio e, accertata la buona fede dell’autista, è stato riaccompagnato sull’itinerario corretto. La circostanza dimostra la assoluta reattività del dispositivo di sicurezza della “green zone”, che non prevede chiusure predefinite ai varchi ma, come più volte chiarito, controlli rigorosi e capillari.
Resta il fatto che prima di essere fermato e controllato il Tir era arrivato in pieno centro senza che nessuno lo fermasse.
(da “Huffingtonpost”)
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