Settembre 3rd, 2018 Riccardo Fucile
MILIZIANI AVANZANO VERSO L’AEROPORTO, SACCHEGGI NEI NEGOZI E NEI CONCESSIONARI
Oltre 400 detenuti nella prigione di Ain-Zara, nei sobborghi meridionali di Tripoli sono scappati durante la notte dopo che i combattimenti fra milizie ribelli avevano costretto la maggior parte delle guardie a fuggire. I carcerati hanno aperto le porte e si sono dileguati.
Nella stessa area, quattro giorni fa, erano stati portati via da funzionari dell’Onu centinaia di migranti rinchiusi in un centro gestito dal governo. Sono in totale novemila i migranti che sono stati condotti fuori dalla capitale in altri centri lungo la costa.
Gli insorti puntano a conquistare l’aeroporto di Mitiga, chiuso, che si trova nella parte nord-orientale della capitale, vicino alla costa, ed è controllato da un’altra potente milizia, la Rada del signore della guerra Al-Kara.
Il governo ha dichiarato ieri sera lo stato di emergenza e Al-Serraj ha incaricato il generale Emad Trabelsi di proteggere i palazzi governati e gli edifici statali. Sono stati segnalati saccheggi in tutti i sobborghi meridionali, con magazzini pubblici, negozi, concessionari svuotati.
Il governo non controlla la parte meridionale della città , l’aeroporto è chiuso perchè a portata dei razzi degli insorti, e non è più scontata la fedeltà dei combattenti di Misurata, un alleato strategico del governo di «accordo nazionale» che doveva condurre alla pacificazione del Paese.
Sabato Stati Uniti ed Europa avevano chiesto alle milizie di moderarsi ma ieri Abdel Rahim Al-Kani, comandante della cosiddetta Settima Brigata, una formazione con base nella cittadina di Tarhouna, 60 chilometri a Sud di Tripoli, ha annunciato l’assalto decisivo. Al-Kani ha dichiarato che «continuerà a combattere fino a quando le milizie armate non lasceranno la capitale e la sicurezza sarà ripristinata». Le sue forze, ha precisato, «sono posizionate lungo la strada per l’aeroporto» e si apprestano ad attaccare il quartiere di Abu Selim, la porta di accesso al centro storico. Se prende Abu Salim il comandante ribelle potrebbe piombare sulla zona dei ministeri, fino alla base navale di Bu Sitta, l’estremo fortino del governo.
Al-Kani ha già minacciato di «ripulire» la città dalle milizie rivali, accusate di essere «l’Isis dei soldi pubblici», perchè si accaparrano la maggior parte dei fondi pubblici che derivano dagli introiti petroliferi, ma anche i finanziamenti che arrivano dall’Unione europea.
(da “La Stampa”)
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Settembre 3rd, 2018 Riccardo Fucile
400 DETENUTI FUGGITI DAL CARCERE, SACCHEGGIATI NEGOZI
Tripoli è piombata di nuovo nel caos. 
Le truppe ribelli del generale Haftar si sono lanciate all’assalto della capitale della Libia dove il consiglio presidenziale guidato da Fayez al Sarraj, sostenuto dall’Onu, è stato costretto alle misure di emergenza.
Dopo una settimana di combattimenti violenti, la Settima Brigata, protagonista dell’attacco che in una settimana è costato la vita, secondo il Corriere della Sera, ad almeno 200 persone e ha provocato centinaia di feriti, avanza da sud e punta al centro della città , senza nessuna intenzione di fermarsi.
Il governo parla di “attentato alla sicurezza della capitale e dei suoi abitanti, davanti ai quali non si può restare in silenzio”. L’obiettivo dei miliziani — sempre secondo il consiglio — “è quello di interrompere il processo pacifico di transizione politica” cancellando “gli sforzi nazionali e internazionali per arrivare alla stabilizzazione del Paese”.
Circa 400 detenuti sono fuggiti da un carcere ad Ain Zara, approfittando della confusione, semplicemente forzando le porte. Molti dei detenuti del carcere di Ain Zara sarebbero sostenitori dell’ex leader libico Muammar Gheddafi, condannati per le violenze durante la rivolta del 2011.
Sarraj ha passato la domenica protetto (per non dire asserragliato) nel suo quartier generale in una base navale incontrando ministri e responsabili militari, ai quali ha affidato i piani per ristabilire l’ordine.
Si cerca di negoziare una nuova tregua, l’ennesima. Sarraj ha dato mandato alla milizia Forza Anti Terrrorismo di Misurata, guidata dal generale Mohammed Al Zain, di entrare nella capitale per organizzare un nuovo cessate il fuoco e far terminare le violenze nella periferia sud.
Che la situazione di crisi come non succedeva da tempo e che la tensione sia altissima lo dimostra il fatto che diversi diplomatici che lavorano all’ambasciata d’Italia a Tripoli sono stati evacuati.
Detto con il linguaggio della Farnesina, l’ambasciata “resta operativa — spiegano fonti qualificate all’agenzia Ansa — ma con una presenza più flessibile, che si sta valutando sulla base delle esigenze e della situazione di sicurezza”.
I miliziani hanno annunciato l’imminente assalto al quartiere di Abu Salim a Tripoli, tristemente celebre perchè vi sorge il carcere dove il defunto rais Muammar Gheddafi fece strage di oppositori nel 1996, quasi 1.300 i prigionieri massacrati a colpi di granate.
La Brigata “continuerà a combattere fino a quando le milizie armate non lasceranno la capitale e la sicurezza sarà ripristinata”, ha tuonato il leader Abdel Rahim Al Kani. “Noi non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico”, ha incalzato Kani. La Brigata ha assunto il controllo di diversi quartieri, nei quali “i residenti erano costretti a pagare un tributo” alle milizie fedeli al governo Sarraj. Nella serata di domenica i suoi portavoce militari hanno annunciato la conquista di centri strategici lungo l’asse verso l’aeroporto, chiuso da due giorni dopo il lancio di alcuni razzi e colpi di mortaio verso lo scalo.
Proprio in quest’area, stando a quanto si apprende, si sarebbero consumati “feroci combattimenti”, i miliziani di Kani affermano di aver conquistato un’accademia di polizia e una sede del ministero dell’Interno lungo la direttrice verso l’aeroporto. I detenuti del vicino carcere di Ain Zara, temendo un attacco, si sono dati alla fuga.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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