CAOS A TRIPOLI, SCAPPANO 400 DETENUTI NELLE PRIGIONI
MILIZIANI AVANZANO VERSO L’AEROPORTO, SACCHEGGI NEI NEGOZI E NEI CONCESSIONARI
Oltre 400 detenuti nella prigione di Ain-Zara, nei sobborghi meridionali di Tripoli sono scappati durante la notte dopo che i combattimenti fra milizie ribelli avevano costretto la maggior parte delle guardie a fuggire. I carcerati hanno aperto le porte e si sono dileguati.
Nella stessa area, quattro giorni fa, erano stati portati via da funzionari dell’Onu centinaia di migranti rinchiusi in un centro gestito dal governo. Sono in totale novemila i migranti che sono stati condotti fuori dalla capitale in altri centri lungo la costa.
Gli insorti puntano a conquistare l’aeroporto di Mitiga, chiuso, che si trova nella parte nord-orientale della capitale, vicino alla costa, ed è controllato da un’altra potente milizia, la Rada del signore della guerra Al-Kara.
Il governo ha dichiarato ieri sera lo stato di emergenza e Al-Serraj ha incaricato il generale Emad Trabelsi di proteggere i palazzi governati e gli edifici statali. Sono stati segnalati saccheggi in tutti i sobborghi meridionali, con magazzini pubblici, negozi, concessionari svuotati.
Il governo non controlla la parte meridionale della città , l’aeroporto è chiuso perchè a portata dei razzi degli insorti, e non è più scontata la fedeltà dei combattenti di Misurata, un alleato strategico del governo di «accordo nazionale» che doveva condurre alla pacificazione del Paese.
Sabato Stati Uniti ed Europa avevano chiesto alle milizie di moderarsi ma ieri Abdel Rahim Al-Kani, comandante della cosiddetta Settima Brigata, una formazione con base nella cittadina di Tarhouna, 60 chilometri a Sud di Tripoli, ha annunciato l’assalto decisivo. Al-Kani ha dichiarato che «continuerà a combattere fino a quando le milizie armate non lasceranno la capitale e la sicurezza sarà ripristinata». Le sue forze, ha precisato, «sono posizionate lungo la strada per l’aeroporto» e si apprestano ad attaccare il quartiere di Abu Selim, la porta di accesso al centro storico. Se prende Abu Salim il comandante ribelle potrebbe piombare sulla zona dei ministeri, fino alla base navale di Bu Sitta, l’estremo fortino del governo.
Al-Kani ha già minacciato di «ripulire» la città dalle milizie rivali, accusate di essere «l’Isis dei soldi pubblici», perchè si accaparrano la maggior parte dei fondi pubblici che derivano dagli introiti petroliferi, ma anche i finanziamenti che arrivano dall’Unione europea.
(da “La Stampa”)
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