Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
ORA SI SCOPRE CHE FINCANTIERI E ITALFERR, CUI TONINELLI VUOLE AFFIDARE LA RICOSTRUZIONE DEL PONTE, NON HANNO LE ATTESTAZIONI SOA, OVVERO LA OG3, QUINDI NON POSSONO COSTRUIRE VIADOTTI E PONTI NON AVENDONE LA CAPACITA’ TECNICA
Dieci giorni fa Giuseppe Conte annunciava che il decreto per Genova, partorito “salvo intese” dal governo, avrebbe trovato una sua forma definitiva e la nomina del commissario.
Il presidente del Consiglio annuncia oggi che siamo in dirittura d’arrivo. La città , dove domani sono attesi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita al Salone Nautico, e il vicepremier Luigi Di Maio, che andrà all’Ilva, chiede di agire con velocità .
Lo fa con le parole del governatore Toti, del sindaco Bucci e dell’ arcivescovo Bagnasco. Eppure le cronache dicono che il decreto per Genova è ancora in alto mare.
Stamattina La Stampa ha riportato le critiche pesanti del sottosegretario Giorgetti nei confronti dei ministri grillini — accusati di non conoscere il diritto — che lui ha smentito: «Il virgolettato che mi viene attribuito è totalmente inventato e privo di fondamento. Dispiace che persino un quotidiano serio come La Stampa si abbandoni a questo sensazionalismo che sa di gossip più che di giornalismo».
La pubblicazione del Dl Genova è attesa a giorni, aveva annunciato il ministro Toninelli andando in visita dagli sfollati con la bozza in mano, ma i tempi non sono certi perchè sul documento, che deve essere inviato al Quirinale per le valutazioni, sono in corso discussioni tra M5S e Lega.
L’ANSA scrive che nella bozza uscita Autostrade era ancora indicata tra i possibili protagonisti della ricostruzione ma lo stesso Toninelli l’altro giorno, e il ministro Fraccaro oggi, hanno ribadito che non farà parte del consorzio chiamato ad intervenire.
Il rischio di ricorsi è però alto. Oggi, il responsabile per i Rapporti con il Parlamento ha ribadito: “Autostrade non ricostruirà il Ponte di Genova”, lo faranno altri “perchè il commissario avrà tutti i poteri necessari per affidare la ricostruzione a soggetti più affidabili. Per Autostrade andremo avanti con la procedura di decadenza”.
Sul fronte giudiziario, in settimana sono in programma gli interrogatori dei primi indagati — domani quelli di Stefano Marigliani e Riccardo Rigacci, responsabili del Tronco 1 Genova di Autostrade — e l’avvio delle procedure per l’incidente probatorio: martedì, il giudice dovrebbe conferire l’incarico e fare un calendario dei lavori, in seguito ci saranno i sopralluoghi.
Da risolvere anche i dubbi sulla partecipazione di Fincantieri, dopo la notizia che nè la società nè Italferr (società ingegneristica del Gruppo Fs), hanno le necessarie attestazioni Soa per realizzare tutto il ponte.
Il Sole 24 Ore ha spiegato venerdì che nè Fincantieri nè Italferr, le due società pubbliche cui il governo vorrebbe far ricostruire il ponte di Genova andato in pezzi il 14 agosto, hanno le capacità tecniche per realizzare un’infrastruttura di questo tipo. Non hanno cioè le “Attestazioni Soa”, strumento previsto dal nostro codice appalti per certificare la capacità di realizzare opere pubbliche (nelle diverse tipologie e importi), nello specifico non hanno la categoria OG3 «strade, ferrovie, ponti e viadotti».
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
SOLO UNO STATO RAZZISTA PUO’ RICONSEGNARE I PROFUGHI A UN PAESE DOVE PERSINO IL PRESIDENTE NON PUO’ USCIRE DAL BUNKER DOVE STA NASCOSTO… NEI LAGER STUPRI E SEVIZIE PERSINO NEI CONFRONTI DI BAMBINI : SONO SULLA COSCIENZA DEI POLITICI RAZZISTI INFAMI
Un primo ministro costretto ad annullare la sua partecipazione all’Assemblea generale delle
Nazioni Unite, per motivi di sicurezza: se esce dal suo bunker e prova a raggiungere l’aeroporto rischia la vita.
Un inviato speciale delle Nazioni Unite che pur sapendo che al Palazzo di Vetro uno dei temi centrali delle assise sarà proprio la crisi libica, dovrà rinunciare a parteciparvi per le stesse ragioni di al-Serraj; motivi di sicurezza. Prigionieri a Tripoli.
Il cessate il fuoco in Libia “è incrinato da continui ritorni di scontri con vittime”, rimarca il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, intervenendo, ieri sera, alla festa del Lavoro di Articolo Uno e LeU a Roma.
Per l’Italia, ha aggiunto, “l’interesse principale è la stabilizzazione della Libia” e in questo senso “parliamo con il governo riconosciuto dalla comunità internazionale, ma bisogna parlare anche con gli altri”.
Tripoli è tornata ad essere un campo di battaglia: le violenze che da venerdì interessano la zona di Trek al Matar, dove si trova la strada che porto all’aeroporto di Mitiga, hanno costretto al-Serraj ad annullare la sua partecipazione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e a concentrare le forze rimastegli fedeli a presidio dell’area di Tripoli dove sono concentrati il palazzo presidenziale e gli altri uffici governativi. .
Il presidente dell’Alto Consiglio di Stato libico, Khalid al Mishri, ha incontrato l’altra sera a Tunisi gli ambasciatori di Regno Unito, Paesi Bassi, Canada e Cina, oltre ad un rappresentante della Banca mondiale.
Secondo quanto riferito dall’ufficio stampa del Consiglio di Stato “i colloqui si sono concentrati sulla situazione della sicurezza in Libia e sui recenti sviluppi politici nel paese, oltre che sul programma di riforme economiche adottato dal governo di accordo nazionale”.
Un’istituzione che, in maniera specifica, si presta da “contraltare” alla Camera dei rappresentanti di Tobruk, il parlamento monocamerale libico che si riunisce in Cirenaica. Ed è, secondo la “road map” tracciata dall’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamè, quell’organo fondamentale per far in modo che i membri delle due istituzioni si adoperino a trovare un’intesa per modificare l’accordo politico attuale e arrivare ad elezioni parlamentari e presidenziali.
Nel sud di Tripoli non c’è più tregua: i pesanti combattimenti tra la Settima brigata e le Forze speciali di deterrenza (Rada) vanno avanti ormai da due giorni. Il bilancio è di almeno 111 morti e 33 feriti.
La Settima brigata accusa le forze Rada di aver attaccato le sue postazioni nella zona sud, sulla strada dell’aeroporto, e chiedere al Governo di accordo nazionale di intervenire per fare rispettare la tregua. Il maresciallo Khalifa Haftar, capo delle forze armate che controllano la Cirenaica, è pronto a intervenire anche in Tripolitania per “portare ordine”.
Nel frattempo, oltre 450 famiglie hanno lasciato il sud di Tripoli e sono state accolte in alcune scuole allestite a Tagiura, nell’est.
La Mezzaluna rossa e le autorità sanitarie di Tripoli hanno invitato i civili che abitano nell’area degli scontri a restare nelle proprie case.
A renderlo noto è l’agenzia di stampa ufficiale Lana, secondo cui i residenti sono stati invitati a non lasciare le proprie abitazioni “fino all’arrivo delle squadre di emergenza”.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), quasi 20mila persone risultano sfollate nella capitale libica in seguito agli scontri cominciati il 26 agosto nel sud della città , che hanno provocato almeno 96 morti (compresi oltre 30 civili) e 444 feriti.
Il maresciallo Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico, ha negato qualsiasi collegamento tra le proprie forze e i gruppi armati in conflitto nella capitale ma non ha escluso un intervento futuro.
La marcia su Tripoli – ha raccontato durante un incontro con alcuni leader tribali – avverrà in “modo tempestivo e a tempo debito”, sottolineando che tutti i gruppi armati saranno perseguiti “secondo la legge”. La situazione sta sempre più precipitando, al punto che Onu di adottare misure “più ferme ed efficaci” per proteggere la popolazione civile.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha lanciato l’allarme per le crescenti violazioni del cessate il fuoco in Libia.
Facendo appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto per il rispetto della tregua annunciata il 4 settembre, Guterres ha chiesto lo stop di “ogni azione che potrebbe aumentare le sofferenze dei civili”.
“Chi viola il diritto internazionale deve essere chiamato a risponderne”, ha detto il portavoce Stephane Dujarric. La situazione dei serbatoi di stoccaggio del petrolio in Libia è “catastrofica e pericolosa” perchè i serbatoi vengono spesso utilizzati dalle milizie rivali per nascondersi e vengono distrutti.
L’avvertimento arriva dal presidente della Noc, la National Oil Corporation, Mustafa Sanalla, che in un video illustra le condizioni dovute ai continui combattimenti nel Paese.
Risultano operativi solo tre serbatoi di stoccaggio del petrolio, ha detto, mentre altre tre sono stati danneggiati. “La guerra del 2014 ha danneggiato nove serbatoi su 15 e in questi giorni ne abbiamo persi altri tre, e solo tre sono rimasti”, ha dichiarato il , precisando che la capacità operativa è ora pari solo al venti per cento. Sanalla ha quindi rivolto un appello alle milizie rivali, perchè smettano di combattere e non usino i serbatoi di petrolio per ripararsi.
L’inviato dell’Onu, in sintonia con le posizioni italiane, sottolinea che le elezioni sono un passaggio cruciale per la stabilizzazione della Libia, lanciando così un messaggio di apertura ad Haftar e ai suoi sostenitori, interni ed esterni.
Lo stesso Haftar, come rivelato da HuffPost, nell’incontro di Bengasi con il capo della diplomazia italiana, ha mantenuto su questo il punto, “con me ho l’85 dei libici”, ma ha aperto sulla possibilità di uno slittamento, a patto che la data definitiva e vincolante fosse indicata, magari nella stessa Conferenza sulla Libia che l’Italia vorrebbe convocare, probabilmente in Sicilia, a metà novembre (sedi possibili Sciacca o Taormina)
Ma se la data dovesse slittare di qualche mese — primavera 2019 — gli uomini del generale che controllano il parlamento di Tobruk, indicano ad HuffPost due condizioni irrinunciabili: 1) che a gestire la fase di transizione sia un comitato di garanzia nazionale e non l’attuale esecutivo a guida Sarraj; 2) che l’approvazione della Costituzione sia successiva al voto.
Più che da militare, l’Haftar che ha incontrato Moavero “parlava come un presidente in pectore, conciliante, aperto a farsi carico delle preoccupazioni italiane”, confida ad HuffPost una fonte diplomatica bene informata. perchè in ballo non ci sono “solo” gli affari (una torta, tra petrolio e ricostruzione, calcolata in oltre 130 miliardi di euro), ma anche sicurezza e migranti.
E una tragedia umanitaria che è sempre più apocalittica. Sono “atrocità indicibili” quelle a cui vengono sottoposti migranti e rifugiati che vivono a Tripoli. Lo denuncia l’Unhcr, l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. I pesanti scontri nella capitale della Libia hanno portato a un “drastico deterioramento” della situazione sia dei migranti che vivono nelle aree urbane, sia dei richiedenti asilo in stato di detenzione.
L’Unhcr riferisce di stupri, rapimenti e torture, perpetrate anche a danno di bambini. Una donna ha raccontato che criminali sconosciuti hanno rapito suo marito, l’hanno violentata e hanno torturato suo figlio di un anno. Il bambino – stando al racconto della donna – sarebbe stato denudato e molestato sessualmente dai criminali.
Molti rifugiati erano detenuti in aree vicine agli scontri e a rischio di essere colpiti dai razzi. “Migliaia sono fuggiti dai centri di detenzione, in un disperato tentativo di salvare le loro vite”, riferisce l’agenzia, che da sempre “si oppone alla detenzione di rifugiati e richiedenti asilo” ma è presente ovunque si trovino per fornire loro assistenza
L’Unhcr chiede con fermezza che vengano messe in atto alternative alla detenzione, compreso l’uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in paesi terzi e che sarà gestita dal Ministero degli interni libico e dall’Agenzia Onu.
La struttura, già pronta per l’uso, può ospitare 1.000 rifugiati, vulnerabili e richiedenti. L’Unhcr chiede inoltre “una forte azione istituzionale per colpire i trafficanti responsabili”.
Quella delle torture ai danni di donne e bambini non è l’unica denuncia che ha fatto l’Alto Commissario Onu per i rifugiati. (Unhcr). Ha fatto sapere anche di avere “affidabili informazioni” sul fatto che scafisti e trafficanti di esseri umani si spaccino per agenti delle Nazioni Unite in Libia.
In questo modo riescono ad arrivare più facilmente ai migranti. L’Unhcr sostiene che ciò avvenga in diverse parti del Paese nordafricano.
“Questi criminali sono stati individuati a punti di sbarco e ai crocevia dei traffici, sono stati visti con giubbotti e oggetti con le insegne simili a quelle dell’Alto Commissariato”, ha dichiarato l’Agenzia attraverso un comunicato.
Le informazioni in questione arrivano in parte da “rifugiati che dicono di essere stati venduti a trafficanti in Libia e sottoposti a maltrattamenti e torture, a volte dopo essere stati intercettati in mare”.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
SALVINI NON HA NEANCHE IL CORAGGIO DI AMMETTERLO… ORA CHI FARA’ AFFOGARE UN SOLO PROFUGO D’INTESA CON I CRIMINALI LIBICI E’ UN ASSASSINO
Si apre un’altra crepa sul fronte migranti: l’autorità marittima di Panama ha annunciato di aver avviato il processo per la cancellazione d’ufficio della nave Aquarius dal proprio registro navale.
“Ha disatteso le regole internazionali in materia di migranti e richiedenti asilo nel Mediterraneo”.
E il governo italiano in questa vicenda avrebbe avuto un ruolo determinante: “La denuncia principale viene dalle autorità italiane – si legge nel comunicato – che hanno riferito che il capitano della nave si è rifiutato di restituire gli immigranti e i richiedenti asilo al loro luogo di origine”.
La notizia ha scatenato l’indignazione delle Ong: Sos Mèditerranèe e Medici Senza Frontiere hanno denunciato le pressioni del governo di Roma e hanno sottolineato che in questo modo si mina ulteriormente alla sicurezza, e alla sopravvivenza, dei migranti che attraversano il Mediterraneo.
Le organizzazioni si sono dette sconvolte “dall’annuncio dell’Autorità marittima di Panama di essere stata costretta a revocare l’iscrizione dell’Aquarius dal proprio registro navale sotto l’evidente pressione economica e politica delle autorità italiane. Questo provvedimento condanna centinaia di uomini, donne e bambini, alla disperata ricerca di sicurezza, ad annegare in mare e infligge un duro colpo alla missione umanitaria di Aquarius”.
L’autorità panamense ha inviato un messaggio al proprietario della nave in cui si comunicava la necessità di dover procedere alla cancellazione dell’imbarcazione dal suo registro navale “perchè la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e per la flotta panamense in direzione dei porti europei”.
Quando ha saputo di questa comunicazione il personale a bordo della nave, riferiscono le Ong, “è rimasto scioccato”.
Sos Mèditerranèe e Medici Senza Frontiere hanno precisato che il personale a bordo della nave ha sempre agito nel rispetto delle regole internazionali e anche negli ultimi giorni ha assistito migranti in difficoltà : “Nelle ultime 72 ore, Aquarius ha aiutato due imbarcazioni in difficoltà e ora ha 58 persone a bordo, molte delle quali sono psicologicamente provate e affaticate dalla traversata in mare e dalle esperienze in Libia e per questo hanno bisogno urgentemente di sbarcare in un luogo sicuro come richiede il diritto internazionale marittimo. L’Aquarius ha sempre agito in piena trasparenza operando sotto il coordinamento di tutti i centri marittimi competenti e nel rispetto delle leggi marittime e delle convenzioni internazionali”.
Intanto a poche ore dall’arrivo del decreto migranti e sicurezza in Consiglio dei ministri monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della Cei, mostra delle perplessità . In particolare si chiede, ai microfoni di Tgcom24, come mai le due tematiche vengano disciplinate nello stesso provvedimento legislativo: “A me sembra strano che si parli di immigrati all’interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì dentro significa giudicare già l’immigrato per una sua condizione – ha affermato – per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere. È un brutto segnale sul piano culturale, perchè si tratta di un tema sociale che va affrontato nel rispetto della legalità ma non possiamo considerare la condizione degli immigrati come una condizione di delinquenza”.
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
SAREBBERO I “PEZZI DI MERDA” CHE NON TROVANO I SOLDI PER LE BUFALE ELETTORALI DEL M5S
Il Corriere nella sua edizione cartacea fa tre nomi: il ragioniere generale dello Stato, Daniele
Franco; il capo di gabinetto del ministro, Roberto Garofoli e il direttore generale del ministero, Alessandro Rivera.
Sono le figure di vertice che dovranno pronunciarsi sui tagli di spesa e gli aumenti delle tasse con cui il governo dovrebbe finanziare il reddito di cittadinanza.
Franco, Garofoli e Rivera non si dimetteranno anche perchè alla struttura tecnica dell’Economia sono arrivati inviti a resistere da molti apparati dello Stato e dal settore privato.
Anche persone vicine al Quirinale avrebbero fatto conoscere il loro sconcerto, benchè la gaffe di un portavoce sia qualcosa su cui il capo dello Stato non vorrebbe intervenire.
Il ministero, che ha fatto subito quadrato intorno ai suoi uomini, sottolinea che “l’attribuzione di risorse a determinate voci piuttosto che ad altre non spetta alle strutture tecniche dell’Economia, perchè è una scelta politica” e quello che è successo viene interpretato come la caccia di un capro espiatorio: M5S ha promesso sussidi per decine di miliardi prima delle elezioni e ha detto di sapere precisamente con quali tagli finanziarli; quindi ha chiesto a Tria di trovare quei tagli; infine cerca di scaricare sui tecnici la colpa se le vaste promesse elettorali andranno deluse.
Il quotidiano ‘La verità ‘ va oltre e traccia una mappa dei cosiddetti ‘ministri del controgoverno’ che secondo l’esecutivo intralciano le politiche e che oltre agli uomini di Tria comprenderebbero i capi di gabinetto e il governatore di Bankitalia. Sono accusati di opporre alle idee politiche i paletti della burocrazia delle leggi e della lentezza ministeriale.
A dar retta alla Verità , tra quelli che i grillini vedono come il fumo negli occhi c’è Ugo Zampetti, consigliere di fiducia di Sergio Mattarella, storico segretario generale della Camera diventato il 17 febbraio del 2015 segretario generale del Quirinale.
A lui, scrive il quotidiano, sono legati diversi personaggi di spicco in vari ministeri: il capo di gabinetto del ministero dell’Economia, Antonio Malaschini; Vito Cozzoli, capo di gabinetto del Mise; Francesco Fortuna, coordinatore dell’ufficio segreteria tecnica del capo di gabinetto del Mise; Giancarlo Montedoro, capo dell’ufficio legislativo del Quirinale; Tito Boeri, presidente dell’Inps.
Di tutti loro Luigi Di Maio ha scritto su Facebook che “c’è chi rema contro, una parte della burocrazia dei ministeri. E’ chiaro ed evidente che il sistema ha piazzato nei gangli fondamentali dello Stato dei servitori dei partiti e non dello stato”.
Le parole di Di Maio, secondo il Messagero, riflettono il timore diffuso nel M5s: che i Grand Commis stiano in realtà con la Lega di Salvini, attento a non inimicarsi i vertici Mef.
Di Maio tira in ballo i portavoce che farebbero come Casalino, non solo di Renzi o Berlusconi, ma dello stesso Salvini. “Attaccano noi e non la Lega”, sostiene dando corpo alle voci che nel Movimento circolano rispetto ad un passaggio con il Carroccio dello stesso Tria che “ha i soldi per la Fornero, per la flat-tax e fatica a trovarli per il reddito”.
D’altra parte, sottolinea il quotidiano romano, lo scontro tra la politica e la burocrazia non è una cosa nuova specie in vista della manovra di bilancio. Di Maio e i 5 Stelle temono di finire nelle maglie di una burocrazia pronta a serbare la continuità e che prova a dominare i meno preparati tra gli esponenti del governo.
All’epoca di Berlusconi, toccava all’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, costruire con estrema cura le riunioni prima del Consiglio dei Ministri e nel governo Renzi era Graziano Delrio a mantenere il punto di contatto tra la tecnocrazia e il governo.
(da “Globalist”)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
PROCEDIMENTO DISCIPLINARE PER UN AGENTE CHE HA SCRITTO “GODO” PER L’AGGRESSIONE… DOMANI PREVISTA L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI 10 ESPONENTI DI CASAPOUND DOPO CHE GLI INVESTIGATORI HANNO VISIONATO I VIDEO
La Questura di Bari ha avviato un procedimento disciplinare, e valuterà ulteriori iniziative, nei confronti del poliziotto che ieri, sotto il link di un articolo relativo all’aggressione ad alcuni manifestanti del corteo ‘Mai con Salvini’ da parte di militanti di CasaPound, ha commentato su Facebook: “Ma quanto sto godendooooo…?”
Continuano intanto le indagini della Digos per identificare gli autori dell’aggressione. Gli investigatori hanno lavorato tutto il giorno sui video delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l’aggressione di venerdì sera al quartiere Libertà .
Tra le vittime dell’aggressione anche l’europarlamentare di Potere al Popolo Eleonora Forenza, che non ha riportato lesioni. Altre due persone, invece, l’assistente parlamentare di Forenza e un manifestante di Alternativa Comunista sono rimasti feriti alla testa e medicati in ospedale, mentre Claudio Riccio, di Sinistra Italiana, ha riportato una lieve contusione al volto.
L’aggressione è avvenuta vicino la sede di CasaPound, nel quartiere Libertà di Bari, a pochi isolati da dove si era chiuso il corteo, in piazza Redentore.
A quanto si apprende, gli investigatori stanno incrociando le immagini dei video con le dichiarazioni dei testimoni e i dati anagrafici di tutte le persone di CasaPound identificate (una trentina) per risalire agli autori dell’aggressione, che dovrebbero essere circa dieci.
Ieri sera è stata trasmessa in Procura una prima informativa in cui si ipotizza il reato di lesioni in concorso aggravate dall’uso di armi improprie (mazze, cinghie e tirapugni) per il momento a carico di ignoti.
Domani la Digos incontrerà il pm che si occuperà dell’inchiesta e probabilmente ci saranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati.
(da Globalist)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
“SE NE AVESSI AVUTA UNA IN CASA MI AVREBBERO UCCISO CON QUELLA”… “I LADRI ERANO VESTITI BENE, PARLAVA SOLO UNO IN ITALIANO PERFETTO”
Dal reparto di chirurgia generale, Carlo Martelli racconta la notte di terrore vissuta con la
moglie Niva.
“I ladri erano vestiti bene, parlava solo uno, in italiano perfetto. ‘Dicci dov’è la cassaforte se no vi facciamo a pezzettini’, urlava. Ogni parola mi dava un cazzotto”
“Erano cattivissimi. Per come era cominciata e per quello che ci hanno fatto ero certo che sarebbe finita nel peggiore dei modi. Per due ore ho pensato che ci avrebbero ucciso tutti. Per fortuna invece siamo qui a raccontarla. Ma io la pistola non me la compro lo stesso. Se ne avessi avuto una in casa ci avrebbero ucciso con quella”
Un filo bianco e rosso tiene lontani i curiosi dalla casa di Carlo Martelli, il 69enne chirurgo fondatore dell’associazione per disabili Anfass sorpreso la notte scorsa da quattro banditi mentre dormiva insieme alla moglie Niva Bazzan e al figlio disabile che hanno messo a segno un colpo da Arancia Meccanica.
Pur di convincere i due coniugi a indicare loro la cassaforte, che in casa non c’era, sono arrivati a tagliare alla donna il lobo di un orecchio con un coltello. Il medico invece è stato massacrato di pugni al volto, mentre il figlio disabile per fortuna non è stato toccato. La sua stanza è stata però messa a soqquadro dalla banda di malviventi che, alla fine, si sono dovuti accontentare di prelevare quanto possibile con il bancomat e le carte di credito dei coniugi Martelli.
Carlo Martelli e Niva Bazzan sono ricoverati all’ospedale di Lanciano. Non sarà possibile riattaccare il lobo alla donna, mentre il medico è in osservazione per un violento trauma facciale.
(da “agenzie)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
COMITES BERLINO: “A NESSUNO VERRA’ IMPOSTO DI LASCIARE IL PAESE”
“La Germania non sta cacciando dai propri confini gli italiani senza lavoro”. A sostenerlo è Simonetta Donà , presidente del Comites di Berlino, comitato italiani all’estero, organo di rappresentanza della nostra comunità nella circoscrizione che raggruppa la capitale tedesca, il Brandeburgo, la Sassonia, l’Alta Sassonia e la Turingia.
“Non solo noi di Berlino non siamo stati contattati da nessun italiano lamentando la ricezione di un provvedimento d’espulsione, ma anche, chi nella Renania Settentrionale-Vestfalia o nel Baden-Wà¼rttemberg, ha ricevuto comunicazioni del genere può stare relativamente tranquillo , differentemente da quanto sostenuto nel recente servizio di Radio Colonia ripreso da diverse testate italiane. A nessuno verrà imposto di lasciare il Paese entro 15 giorni se non avrà trovato un lavoro. Ciò che gli sarà vietato è l’accesso a sussidi sociali e ad una copertura sanitaria che vada oltre le emergenze. Il tutto fin quando non avrà trovato un lavoro o avrà dimostrato di essere economicamente autonomo”.
Simonetta Donà è anche avvocato comunitario e docente di diritto italiano all’Università Humboldt di Berlino: “Il servizio di Radio Colonia usa una terminologia inesatta. Secondo la legislazione vigente in Germania un cittadino europeo può essere espulso dai confini tedeschi solo se reputato un pericolo pubblico per la salute o per la sicurezza pubbliche. Parlando solo di questo ultimo aspetto, una persona per essere espulsa deve essere stata condannata in Germania, ad esempio, ad una pena di più di tre anni di detenzione ed avere ricevuto un’analisi specifica del proprio caso che tenga conto di quanto e come la sua vita sia radicata al territorio tedesco”.
“Le lettere di minaccia di espulsione ricevute recentemente da italiani residenti in Germania non sono un’invenzione giornalistica, ma è fondamentale chiarire che non rappresentano un vero e proprio provvedimento di espulsione. Sono comunicazioni minatorie da parte di uffici amministrativi che sperano così di persuadere qualche straniero senza il diritto ai sussidi sociali a lasciare il Paese. Oltre a comunicare la negazione all’accesso al welfare nazionale non hanno però nessun vero valore. Se un cittadino europeo volesse fare il senzatetto in Germania nessuno glielo vieterebbe”.
La legge sull’accesso ai sussidi sociali a cittadini europei in Germania è cambiata il 20 luglio 2017. Se prima si accordavano i sussidi sociali a chiunque vi risiedesse da almeno tre mesi, ora l’accesso è garantito solo a chi ci vive da almeno cinque. Si parla non di sussidi di disoccupazione o di assegni parentali, ma di aiuti a disoccupati di lungo corso o persone che non hanno mai lavorato in Germania.
“Nelle recenti lettere ricevute da alcuni italiani si può senza dubbio scorgere un indirizzo politico dei singoli stati federali. Si vogliono chiudere i rubinetti ai tanti che, negli ultimi anni, da varie parti d’Europa, si sono trasferiti per sfruttare il sistema, un fenomeno da arginare che ha portato la Germania a porre diverse interrogazioni a Bruxelles. Posso parlare solo per la comunità italiana, ma è indubbio che tra il 2008 e il 2012 diversi nostri connazionali si siano trasferiti in Germania sulla scia di servizi giornalistici che raccontavano questo paese come un Paradiso dove si potesse vivere bene anche senza fare nulla anche se non era esattamente così. Ad ogni modo, chiunque riceva lettere del genere può rivolgersi ai Comites del loro territorio e ai diversi patronati italiani della zona di residenza. È importante frenare la psicosi generata in queste ultime ore e promuovere la diffusione di un’informazione corretta”.
(da “Huffingtonpost“)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
IL TESORIERE LEGHISTA CENTEMERO E I 250.000 EURO DI PARNASI
Imbarazzati perchè, in pessima compagnia, si sono presi i soldi del costruttore. 
Ma un costruttore che, al pari di altri imprenditori spregiudicati, pagava direttamemte o indirettamente politici per avere le mani libere e poter meglio realizzare i propri affari.
“Io non ho ancora ricevuto alcun avviso dalla magistratura. Qui stiamo parlando di una regolare erogazione liberale ad un’associazione culturale che non è collegata alla Lega… Sono, assolutamente tranquillo perchè tutto è stato fatto nel massimo della trasparenza”.
Lo ha detto- in un’intervista al Corriere della Sera – il deputato Giulio Centemero, tesoriere della Lega e presidente dell’associazione Più Voci, finito nel mirino della procura di Roma per i 250 mila euro versati nel 2015 da Luca Parnasi
“Sono un libero cittadino che può iscriversi a qualsiasi associazione. Sono sereno anche se, devo dire, ora i soci dell’ associazione sono un po’ spaventati”, aggiunge
Ha spiegato che quei soldi “sono serviti anche per Radio Padania che era in difficoltà e per il sito il Populista. E poi per la presentazione di alcuni libri”, “anche per il libro di Foa”, che sta per diventare presidente della Rai
Quanto alla sua conoscenza con Parnasi, ha confermato: “Sì, lo conosco. Me lo ha presentato Giancarlo Giorgetti. Lo avrò visto 5 o 6 volte” e “quando ci ho parlato mi ha dato l’impressione di essere un bravo ragazzo. Parlava della famiglia, della religione. Anche io ho fatto lo scout”, “l’apparenza può ingannare. Ma una persona deve essere considerata innocente fino al giudizio definitivo”
Quindi il tesoriere della Lega, prende i soldi del costruttore, ma è sereno perchè non sono soldi della Lega ma di un’associazione che poi li gira alla Radio della Lega, a un sito internet vicino alla Lega e li usa per promuovere il libro di uno spacciatore di Fake News che nel nome dell’indipendenza dai partiti, viene nominato presidente della Rai dopo aver messo il figlio nello staff di Salvini ed essere andato ad omaggiare l’estremista di destra Bannon con Salvini
(da Globalist)
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Settembre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
MICCICHE’ ATTACCA: “SIAMO I SERVI DI SALVINI, NON MI FARANNO MORIRE NAZISTA”
“Se con la manovra alzassimo il deficit e l’Europa dovesse respingerla, lo spread salirebbe e sarebbe un disastro. E purtroppo da quello che sento, la Bce ritiene questo rischio molto elevato”.
Berlusconi torna a parlare in pubblico a Fiuggi e punta l’indice sui progetti di legge di Bilancio del governo gialloverde e contro la tentazione di sforare i parametri imposti dall’Ue per realizzare alcuni punti del programma.
Il Cavaliere riappare alla manifestazione organizzata da Antonio Tajani, dopo il vertice del centrodestra di Palazzo Grazioli dove Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia avevano annunciato di aver ritrovato l’unità politica attacca.
E soprattutto dopo le stilettate arrivate ieri alla festa di Atreju, dove Matteo Salvini ha liquidato il rapporto con Forza Italia a una questione di accordi solo locali: “Il vertice del centrodestra – ha detto Berlusconi – ha confermato che la coalizione è definitiva per tutti e tre i partiti. Salvini ha delle uscite che non sono gradevoli e accettabili da parte nostra. Forse deve tentare di non far scoppiare un diverbio assoluto con i Cinque Stelle, quel diverbio che noi auspichiamo anche presto”.
Dunque, l’interpretazione che l’unità ritrovata si applicherebbe solo alle elezioni Regionali e locali è respinta al mittente. Con gioia dei militanti che tributano al leader un applauso e il coro “Silvio Silvio”.
ll Cavaliere non risparmia naturalmente il Movimento Cinque stelle e il capo della comunicazione grillina, quel Rocco Casalino, portavoce di Palazzo Chigi, al centro delle polemiche per le sue minacce ai tecnici del ministero dell’Economia.
In una democrazia il signor Casalino dovrebbe stare già fuori con la valigia in mano”, dice l’ex presidente del Consiglio. “Oltre a offendere i funzionari del ministero, – continua Berlusconi – Casalino ha minacciato il loro allontanamento se non trovassero i soldi per le promesse che il M5S aveva inventato per trovare i voti e che il nostro bilancio non consente”.
Berlusconi cerca poi di rimarcare le differenze tra i grillini e la Lega. Dice allora che “questo governo e in particolare il Movimento Cinque Stelle sono nemici della libertà . Ma ci sono due squadre: una della Lega, che si è presentata con il programma scritto al 95% da noi. E l’altra, quella del M5s, che si sta rivelando peggiore di quanto immaginavamo, peggiore della sinistra, nemico delle imprese e delle infrastrutture, propenso alle nazionalizzazioni”.
Un tema questo che sta molto a cuore a Berlusconi che elenca le “nefandezze” pensate e volute dai grillini contro le imprese e la libertà economica. E non nasconde neanche gli interessi di bottega quando dice: “Hanno annunciato misure sui tetti pubblicitari che farebbero chiudere Mediaset il giorno dopo e limitano la libertà delle imprese che vogliono decidere dove meglio allocare la loro pubblicità “.
Infine il cavaliere annuncia: “Sarò anche io in campo alle prossime elezioni per salvare il paese che amo”. Antonio Tajani glielo aveva chiesto dal palco venerdì scorso e il Cavaliere ha sciolto il dubbio.
Nonostante i retroscena raccontino di un Salvini sicuro che Berlusconi non correrà alle Elezioni europee. “L’altro giorno – avrebbe raccontato il leader leghista – quando ci siamo visti a Palazzo Grazioli, Berlusconi mi ha assicurato che non ha alcuna intenzione di candidarsi alle Europee. Dice che è concentrato su altro, che non se la sente di affrontare un impegno così e che preferisce dedicarsi alla famiglia”.
L’annuncio di Berlusconi fa parte di un progetto di rilancio dell’iniziativa politica di Forza Italia, riassunto in un documento che il Cavaliere legge dal palco.
Ma serve anche a placare i malumori nel partito che crescono, prendono corpo. Un pezzo di classe dirigente forzista maschera a fatica l’avversione contro Salvini. Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario azzurro nell’isola, lo attacca duramente, parlando di subalternità di Forza Italia al Carroccio.
“Samo i servi di Salvini, continuiamo a far crescere la Lega e noi perdiamo voti al nord – dice parlando a Fiuggi – In compenso, se si fa l’analisi del voto, in alcune regioni del centro e in tutte quelle del sud siamo sempre al 20 per cento”.
“A proposito di migranti, – continua Miccichè – vi avrei invitati tutti sulla nave Diciotti, sulla nave maledetta, a vedere le condizioni in cui erano ridotte quelle 170 persone, per capire se Salvini è un leader, un uomo di stato. Da ragazzo avrei voluto morire socialista, poi mi hanno convinto anche a morire popolare, ma nazista e razzista non mi ci fanno morire”.
(da agenzie)
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