Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
IL GOTHA IMPRENDITORIALE RICAMBIA IN RIVA AL LAGO, CONFIDANDO DI INCASSARE FAVORI DAL GOVERNO
Due applausi decisi, non timidi, che partono spontaneamente senza bisogno dell’aiutino del moderatore. I primi della platea di Cernobbio nella lunga carriera politica di Matteo Salvini.
Da qui si deve partire per inquadrare quello che succede al Forum Ambrosetti sul lago di Como, il tradizionale incontro settembrino del gotha dell’economia e finanza con i governanti di turno.
Stavolta, per la prima volta, a governare sono due forze che negli anni scorsi non hanno mai trovato un feeling con i “poteri forti” finanziari, per usare un eufemismo. Basti pensare che un paio di anni fa sia Di Maio che Salvini declinarono l’invito, con quest’ultimo che non disdegnò una battuta sprezzante – “Mi sembra il concerto sul Titanic”.
Oggi invece, manager, imprenditori e banchieri, fra uno Spritz e un caffè sulla terrazza mozzafiato vista lago di Villa d’Este, iniziano a guardare e trattare il leader leghista non più come un pericolo da contenere, ma come un interlocutore con cui poter intavolare un dialogo.
Fra mille cautele e precauzioni, per carità , ma intanto qualcosa si muove. Fondamentale sarà la legge di bilancio: a seconda di quello che verrà scritto nero su bianco nella manovra, si capirà se dar seguito a questo primo interesse.
Lo dicono senza mezzi termini figure di lungo corso come Alberto Bombassei e Luisa Todini. Il primo, in una pausa dei lavori, inquadra perfettamente la questione. Per il patron di Brembo “il rapporto con il mondo imprenditoriale era in crisi nera fino a qualche giorno fa. Credo che con i comportamenti degli ultimi tempi ci sia un riavvicinamento”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex manager di Poste, ora in Green Arrow: “C’è stata una presa di coscienza di quello che deve essere la costruzione di un dialogo con le imprese attraverso azioni concrete. Abbiamo avuto aperture negli scorsi giorni, che ci danno una prospettiva diversa. C’è stato un cambio di passo: voglio leggerlo come positivo”.
Ma cosa è successo da inizio settembre? Semplice: Salvini e il suo governo hanno cominciato a parlare una lingua più comprensibile a imprese e mercati, quella della responsabilità .
Che sia vero o meno, che sia un sincero cambio di rotta o solamente tattica politica, lo si vedrà a breve, appunto in corrispondenza della imminente manovra economica e ancor prima col Documento di Economia e Finanza.
Sta di fatto che il vicepremier ha vestito i panni del politico affidabile e misurato anche oggi all’incontro con i partecipanti del Forum. “Ormai ho capito che la mattina devo guardare come prima cosa allo spread – dice usando come sempre una punta di ironia -. Sono qui per rassicurare tutti voi – e qui si fa più serio -, faremo una manovra rispettosa dei vincoli europei e che non sfascerà i conti pubblici. Vogliamo accompagnare una buona crescita economica, vi assicuro che non seguiremo chi vuole una decrescita felice”, non disdegnando così una piccola stoccata agli alleati di governo. Ma le parole che più sono piaciute al piccolo mondo cernobbiano arrivano in chiusura, durante la fase delle domande e risposte non aperta al pubblico.
Qui più di un imprenditore gli chiede della prossima campagna elettorale per le europee e delle prospettive dell’alleanza con i 5 stelle. “Stiamo preparando il Def, documento che ci darà un’orizzonte triennale, inoltre le riforme che inizieremo a fare con la prossima legge di bilancio si espleteranno nei prossimi 5 anni. Insomma, per me questo governo deve durare tutta la legislatura, non ho nessuna voglia di portare instabilità nel paese. Conto di vederci anche l’anno prossimo e venire nella stessa veste”.
E qui appunto scatta l’ultimo dei due applausi.
Insomma, il Salvini pragmatico non dispiace agli industriali. Forse anche più dell’altro dioscuro Di Maio. Ce lo confida un manager di una importante azienda pubblica, ovviamente off the record, mentre fuma una sigaretta fra un workshop e un altro. “Ho parlato in questi due giorni con tanti miei colleghi e ho avuto l’impressione che dall’intervista di Salvini al Sole in poi, il leghista viene percepito come più affidabile rispetto al pentastellato.
E questo per diversi motivi. Prima di tutto perchè la Lega amministra già in tante regioni ed è abituata a rapportarsi agli imprenditori e poi perchè è sempre stata sviluppista, fautrice delle grandi opere e contraria a nazionalizzazioni o amenità del genere. E infine diciamocelo chiaro: la ferita del decreto dignità , bandiera dei 5 stelle, non si è ancora sanata”.
Al di là della competition con l’alleato di governo, è un dato di fatto che il riavvicinamento col mondo dei poteri forti che in passato non gli hanno mai dato credito, non dispiace a Salvini. Anzi.
È il suo staff a rivendicare con favore il nuovo clima. “Il ministro è soddisfatto degli incontri di Cernobbio e ha avuto la sensazione di un rinnovato interesse nei confronti della Lega e del governo. Il Carroccio vuole confrontarsi con mondi che tradizionalmente l’hanno guardata senza eccessivo calore”. Rivelando anche un piccolo retroscena: prima dell’intervento pubblico, Salvini ha anche incontrato alcuni dirigenti di colossi italiani. Non si ha la certezza, ma più di un indizio porta ai manager delle grosse aziende pubbliche, che dal governo dipendono e che sono presente in massa qui in riva al lago.
In ogni caso, da oggi inizia una nuova fase fra Salvini e i poteri forti economici.
Se sarà vero amore o soltanto un semplice annusamento, non bisogna aspettare più di tanto: Def e legge di bilancio sono in arrivo.
(da “Huffingtonpost“)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
CHISSA’ CHE NE PENSA “DA PAPA'” QUALCUNO CHE HA DEFINITO LA LIBIA “PORTO SICURO”
L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) denuncia il “drastico deterioramento” della situazione dei rifugiati e dei migranti che vivono nelle aree urbane o che sono detenuti a Tripoli a causa dei pesanti scontri nella capitale libica.
L’Unhcr – si legge in una nota dell’Agenzia – ha ricevuto segnalazioni di atrocità indicibili commesse contro i rifugiati e i richiedenti asilo nelle strade di Tripoli, tra cui stupri, rapimenti e torture. Una donna ha racconto che criminali sconosciuti hanno rapito suo marito, l’hanno violentata e hanno torturato suo figlio di un anno. La donna ha detto che il bambino è stato denudato e molestato sessualmente dai criminali.
Molti rifugiati erano detenuti in aree vicine agli scontri ed a rischio di essere colpiti dai razzi. Migliaia sono fuggiti dai centri di detenzione, in un disperato tentativo di salvare le loro vite.
L’Unhcr chiede con fermezza che vengano messe in atto alternative alla detenzione, compreso l’uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in paesi terzi e che sarà gestita dal Ministero degli interni libico e dall’Agenzia Onu.
La struttura ha la capacità di ospitare 1.000 rifugiati vulnerabili e richiedenti asilo ed è pronta per l’uso.
(da “Huffingtonmpost“)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
L’ANALISI DEL NEW YORK TIMES SULL’ADESIONE DEL LEGHISTA AL MOVEMENT DEL POPULISTA AMERICANO
Un passaggio importante per gli obiettivi di Bannon, l’adesione di Salvini al suo Movement. “La figura più potente del nuovo governo populista italiano si è unita a Steve Bannon, ex capo stratega del presidente Trump – osserva il Nyt in un lungo articolo – per contribuire a realizzare un’ascesa populista su scala continentale durante le elezioni parlamentari europee la prossima primavera”.
Matteo Salvini, il ministro degli interni italiano e leader del partito anti-immigrati della Lega, ha aderito al Movimento, il gruppo fondato da Bannon.
“La prima grande conquista di Mr. Bannon – scrive il Nyt – che dà legittimità al suo progetto, rendendo più probabile la partecipazione di altri politici euroscettici e populisti”.
In un’intervista a Roma, venerdì, Bannon ha detto che lui e Salvini hanno parlato per più di un’ora su come la sua nuova organizzazione con sede a Bruxelles offrirebbe una “associazione libera” e spazio fisico ai leader populisti.
“Il fatto di avere a bordo Salvini mostrerà chiaramente che questo è il posto giusto per l’unificazione del movimento populista in Europa”, ha affermato Mischaà«l Modrikamen, direttore esecutivo della nuova organizzazione di Bannon.
Bannon e Modrikamen – sottolinea il Nyt – hanno descritto Salvini entusiasta del loro progetto e desideroso di lavorare più a stretto contatto con i leader populisti in tutto il continente, sia in Ungheria, Austria, Polonia, Finlandia o Danimarca.
“Gli ho chiesto, ‘Vuoi unirti?'”, ha detto Modrikamen. Ha detto, ‘Sì.’ ” “Gli ho chiesto, ‘Potrebbe essere presente al primo evento?’ Ha detto, ‘Sì.’ E gli ho chiesto se sentiva che dovevamo portare tutti i movimenti nazionali sotto una tenda. Ha detto, ‘Sì.’ Tre sì. ”
Il New York Times ricorda come lo scorso mese a Milano, Salvini abbia incontrato il primo ministro ungherese, Viktor Orban, le cui azioni repressive lo hanno reso una figura di primo piano nella politica populista.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
GIA’ PER IL CASO DICIOTTI IL GRUPPO COMUNALE AVEVA ATTACCATO SALVINI, TRA I GRILLINI CRESCE L’INSOFFERENZA PER LA LINEA DI MAIO
I consiglieri comunali criticano il ministro dell’Interno. Già per il caso della Diciotti Prima il caso Diciotti, adesso l’attacco durissimo del ministro Matteo Salvini in diretta Facebook ai magistrati di Palermo che lo hanno indagato e gli contestano il reato di sequestro di persona.
Il Movimento 5 stelle, principale alleato del governo gialloverde, proprio a Palermo prende le distanze con forza dal ministro.
Lo aveva fatto il capogruppo Ugo Forello durante i giorni di tensione al porto di Catania, con la nave Diciotti tenuta ferma insieme all’equipaggio per giorni.
Ma adesso è il gruppo a Sala delle Lapidi ad attaccare Salvini e il suo atteggiamento contro i magistrati.
“La magistratura di Palermo e quella italiana devono avere il massimo rispetto, soprattutto da persone che ricoprono ruoli istituzionali di grande importanza – scrivono in un post Forello e i consiglieri Antonino Randazzo e Giulia Argiroffi – i giudici non perseguono il fine di raccogliere il consenso popolare e agire secondo il sentire dei potenti di turno, ma devono applicare la legge in modo uguale per tutti. Tutto ciò è fondamentale per garantire lo stato di diritto, la giustizia e l’equità . Un politico, un ministro che recita su facebook scenate del genere dovrebbe scusarsi immediatamente”.
Un post molto netto che segna il solco anche dentro il Movimento. Salvini già durante i giorni del caso Diciotti aveva attaccatto i magistrati.
Oltre a Forello anche il deputato regionale Giampiero Trizzino aveva criticato aspramente la gestione della vicenda da parte del ministro, ma il leader dei 5 stelle Giancarlo Cancelleri, in una intervista a Repubblica, invece si era espresso a favore dell’azione del governo.
Il post di oggi, dei consiglieri comunali di Palermo, riapre il fronte interno al Movimento. E farà alzare la tensione dentro i 5 stelle siciliani.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
CALENDA ATTACCA: “E’ LA PROVA DELLE SUE FALSITA’, LO HA TENUTO SEGRETO PERCHE’ CONFERMA I PARERI PRECEDENTI, IN UN PAESE SERIO SI DIMETTEREBBE”
Adesso è ufficiale: ArcelorMittal entrerà negli stabilimenti Ilva nei prossimi giorni.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha chiuso la procedura di accertamento sulla vendita al colosso lussemburghese dell’acciaio e disposto di “non procedere” all’annullamento della gara, come si legge sul sito del Mise dove sono stati pubblicati l’atto che mette fine al caso Ilva e anche il parere dell’Avvocatura di Stato.
Nelle 35 pagine di risposte ai 6 quesiti avanzati dal Mise sulle “possibili anomalie”, inviate sul tavolo del vicepremier il 22 agosto, che hanno provocato grandi polemiche per la mancata pubblicazione subito dopo la ricezione, si legge sulla base degli atti trasmessi dal ministero: “La mancata valutazione della nuova offerta in rilancio formulata da Acciaitalia (concorrente di Mittal nella gara, ndr) può assumere rilievo quale elemento sintomatico della figura di eccesso di potere integrante uno dei presupposti per l’eventuale esercizio del potere di autotutela“.
“Chiaro ora perchè Di Maio ha tenuto segreto il parere. L’Avvocatura conferma in pieno parere precedente su rilanci”, scrive Carlo Calenda su Twitter postando le due pagine riguardanti il passaggio sui rilanci e l’eccesso di potere. “Ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto interesse pubblico — commenta il ministro — In un paese serio un ministro che distorce un parere istituzionale si dimette”.
L’Avvocatura aveva spiegato che per attivare l’iter di annullamento era necessario “ancorarsi ad un interesse pubblico concreto ed attuale, particolarmente corroborato”. Con l’accordo sindacale firmato negli scorsi giorni, il possibile “interesse pubblico” di cui aveva parlato Di Maio è venuto meno. Di qui la decisione di procedere con il via libera definitivo ad Arcelor.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
I TRUFFATORI SI FINGEVANO OPERATORI DI BANCA INCARICATI DI FAR APPLICARE UNA NORMA PER CUI OCCORRE DICHIARARE L’ORO E IL DENARO CHE SI TIENE IN CASA… ABITUATI ALLE USCITE STRAMPALATE DI SALVINI, MOLTI ANZIANI CI HANNO CREDUTO
Li hanno pedinati per centinaia di chilometri per coglierli sul fatto.
Così gli uomini della squadra mobile della questura di Torino hanno arrestato a Genova la regina delle truffe, Irma Cena e suo fratello, Armandino, insieme alla cognata Erika Grimaldi.
Avevano appena convinto un’anziana a consegnare loro il bancomat e una somma di denaro dopo essersi finti operatori di banca incaricati di far applicare una fantomatica legge Salvini: la dichiarazione obbligatoria di ogni cittadino italiano dell’oro e del denaro custodito in casa.
I Cena sono una famiglia nota alla polizia per la loro attività di truffatori. “Li ho già incontrati quando ero capo della squadra mobile a Milano”, ha detto il questore di Torino Francesco Messina, commentando i risultati dell’operazione, parte del progetto Medusa, che negli ultimi mesi ha aumentato l’impegno della polizia nel contrastare le truffe agli anziani.
Irma Cena, infatti, era stata coinvolta nel 2003 nella truffa ad Armando Folli, un anziano di 76 anni che si era suicidato per lo shock dopo quel fatto.
“Sono convinto, come dice anche il questore, che questa sia la direzione giusta e che il gran lavoro dei ragazzi della squadra mobile stia dando i suoi frutti”, dice il dirigente della Squadra Mobile Marco Martino.
Da aprile ad oggi, a Torino, il numero di truffe è sceso da 32, ad aprile, e sono state 4 ad agosto. “Questi personaggi sono come dei pescenani che escono con lo scopo di truffare gli anziani”, ha commentato ancora il questore. I Cena sono stati fermati a Genova dopo la truffa ad un’anziana di 85 anni.
Gli investigatori hanno sequestrato anche la Porsche e un’Alfa Giulietta usata per fare centinaia di chilometri tra Piemonte, Lombardia e Liguria.
(da “La Stampa”)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
OGNI ANNO 150.000 RAGAZZI LASCIANO LE AULE, UN FALLIMENTO SOCIALE ED ECONOMICO
A giorni le classi saranno formate, gli zaini pronti, 590 mila ragazzi inizieranno le scuola superiori. Evviva. Ma uno di loro su quattro non arriverà al diploma. Dirà addio agli studi prima di averli portati a termine.
Un dossier della rivista specializzata Tuttoscuola mostra come l’Italia abbia perso lungo la strada tre milioni e mezzo di studenti, dal 1995 a oggi.
È una voragine: il 30,6 per cento degli iscritti è scomparso prima di raggiungere il traguardo.
Certo, in questi vent’anni sono stati alzati argini, spesso grazie a iniziative esterne, di volontari e associazioni. E il tasso di abbandono scolastico è diminuito: nel 2018 hanno detto addio in anticipo ai professori 151mila ragazzi, il 24,7 per cento del totale, contro il 36,7 del duemila.
È un miglioramento, ma non una vittoria.
Perchè l’incuria intorno e lo sconforto interno che portano gli adolescenti a far cadere i libri prima di averli compresi, sono gli stessi spettri che rischiano poi di trattenerli a lungo in quella macchia che è la conta dei Neet, dei giovani che non studiano nè lavorano: il vuoto lattiginoso dentro cui è chiuso un ventenne su tre al Sud.
«Si può evitare questa immane, ennesima catastrofe culturale, economica e sociale, che avviene proprio davanti ai nostri occhi disattenti e rassegnati?», si chiede Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola, introducendo il dossier, “La scuola colabrodo”: «Per farlo di sicuro bisogna partire dal sistema scolastico».
Dal 1995 a oggi sono stati infatti 3 milioni e mezzo gli studenti delle superiori che non hanno completato il ciclo di studi. Ognuno di loro è costato in media 7mila euro allo Stato, per un totale di 55 miliardi di euro.
Una sconfitta per la scuola e per le istituzioni che dovrebbero costuire un futuro di opportunità per quei ragazzi che, spesso senza averne colpa, non riescono a farcela e sono obbligati ad abbandonare i banchi.
(da “L’Espresso”)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
MA NON FA NOTIZIA: L’AUTORE E’ UN GIOVANE CONNAZIONALE, NON UNA “BESTIA AFRICANA”, QUINDI “SE LA SARA’ ANDATA A CERCARE”
Indagini sono in corso su una violenza sessuale denunciata da una ragazza di 17 anni, tedesca, in vacanza a Bibione (Venezia).
Del caso si occupano i carabinieri di Portogruaro. Come anticipato dal ‘Gazzettino’, la giovane sarebbe stata violentata in spiaggia dopo una serata passata in discoteca.
La 17enne si sarebbe allontanata dal locale insieme a un connazionale, 20enne, per dirigersi verso la vicina spiaggia.
La ragazza, come ricostruito dal quotidiano, non ricorda quanto accaduto dopo, ma si è svegliata alle prime ore del mattino con gli abiti sparsi sulla sabbia, graffi e lesioni.
I carabinieri sono riusciti a risalire al 20enne, che era già rientrato in Germania.
La notizia non ha avuto l’eco riservato ad altri episodi, nessun politico ha invocato la castrazione chimica e ha speso parole di fuoco per questa violenza.
Essendo l’autore dello stupro un tedesco, non fa gioco ai razzisti parlarne cosa che sarebbe accaduto se il fermato fosse una “belva africana”.
Finirà coi soliti commenti delle “persone perbene”: “poteva essere più prudente, se l’e andata a cercare”
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile
L’APERTURA DEL LOCALE DELLA MULTINAZIONALE AMERICANA A MILANO DIVENTA OCCASIONE DI SCONTRO
A febbraio 2017 i nazionalisti italiani si arrabbiarono per la decisione del Comune di Milano di accettare la sponsorizzazione di Starbucks che aveva “invaso” piazza Duomo facendo posizionare alcune palme. Qualcuno diede anche fuoco ad una delle palme.
Oggi Starbucks, la multinazionale americana dei caffè, apre il suo tanto atteso e temuto punto vendita nel capoluogo lombardo.
La tentazione di denunciare l’invasione degli americani è forte ed irresistibile. Ecco infatti che la valorosa ed italica Giorgia Meloni ha subito tracciato il solco assorbente per difenderci dal caffè all’americana.
È cosa nota infatti che l’italiano non sappia come si fa ad evitare di entrare dentro Starbucks invece che sorbirsi un ottimo espresso in uno di quei baretti dove il servizio è quello che è, le brioche o i cornetti sono surgelati ma almeno il caffè è italiano (la proprietà invece spesso non lo è, ma Giorgia nostra glissa).
La leader di Fratelli d’Italia si chiede come si fa a preferire le bevande servite da Starbucks al nostro caffè espresso, che tutto il mondo ci invidia.
Ma la domanda dovrebbe essere un’altra, come mai gli americani “che non sanno bere il caffè e figuriamoci farlo” riescono a venderlo in tutto il mondo mentre non esiste nessuna multinazionale italiana del caffè? Mistero.
Forse quello del buon caffè è un segreto che gli italiani preferiscono tenere per loro.
E stupisce che la Meloni non si accorga che la multinazionale cattiva ha investito del denaro nel nostro Paese e assumerà — come fanno i vari Amazon (dove Meloni si è recata in campagna elettorale per assicurarsi che non venisse utilizzato il famigerato braccialetto), McDonald’s e così via — personale italiano.
Insomma Starbucks darà lavoro agli italiani così come i bar dove si beve (e si potrà ancora bere perchè nessuno lo vieta) il nostro caffè espresso.
Più che preoccuparsi della sfida tra bevande Giorgia Meloni potrebbe occuparsi invece di indagare sulle condizioni contrattuali e lavorative dei lavoratori di Starbucks, vigilando su eventuali violazioni.
Insomma è chiaro che se a qualcuno non piace Starbucks può fare a meno di andarci. Ma la “reserve roastery” di Starbucks a Milano non è nemmeno un normale Starbucks. È uno Starbucks pretenziosetto.
Nelle intenzioni è un posto “di classe”, chic insomma. Lo diranno i clienti se la location — ottima sicuramente per selfie e post intriganti e pensierosi su Instagram — compenserà la differenza di qualità .
A qualcuno non piace nemmeno questo, e qui le cose diventano più divertenti perchè alcune associazioni dei consumatori con comunicati ad orologeria si lamentano dei prezzi (ma non quando si tratta dei “famigerati” caffè di Piazza San Marco a Venezia).
Il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust “per verificare la correttezza della pratica commerciale posta in essere” da Starbucks.
I prezzi praticati da Starbucks sono, secondo il Codacons, “lontanissimi dalla media praticata a Milano dove per un espresso si spende in media 1 euro e 1,30 euro per il cappuccino”, contro i prezzi di 1,80 per il caffè e 4,50 per il cappuccino fissati dall’azienda americana.
Secondo l’associazione presieduta da Carlo Rienzi le tariffe «possono rappresentare un danno per gli utenti italiani che vogliono provare l’esperienza di consumare un caffè da “Starbucks”».
Non potendo accusare la multinazionale di fare prezzi troppo bassi per eliminare la concorrenza la si accusa di far pagare troppo. Il che se non altro è un vantaggio per tutti gli altri bar della zona.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori approfitta dell’apertura di Starbucks per farsi un po’ di pubblicità e spiegare che il prezzo è decisamente esagerato «l’80% in più rispetto alla media milanese» addirittura viene fatto il calcolo con la produzione casalinga.
La nota di Massimiliano Dona precisa che «il caffè espresso fatto a casa, utilizzando 7 grammi di miscela, costa mediamente 12 centesimi, ecco che andare da Starbucks ci costa il 2471% in più».
In base allo stesso ragionamento però anche prendere il caffè al bar rigorosamente italico invece che a casa costa un’esagerazione. Ma questo l’Unione Nazionale Consumatori sembra non notarlo.
(da “NextQuotidiano”)
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