Settembre 7th, 2018 Riccardo Fucile
L’ETA’ MEDIA DEGLI ITALIANI SALE A 45 ANNI, NEL 1991 ERA SOTTO I 40 ANNI
In meno di 30 anni gli ottantenni in Italia sono più che raddoppiati, passando da 1 milione 955 mila a 4 milioni 207 mila, vale a dire il 7 per cento della popolazione residente.
Il dato emerge dal confronto tra i dati Istat del Censimento del 1991 e quelli pubblicati oggi, aggiornati al primo gennaio scorso.
L’Istat segnala il forte aumento della popolazione anziana (65 anni e più) in termini sia assoluti (da 8,7 milioni a 13,6 milioni) sia percentuali rispetto al totale di popolazione (dal 15,3% a 22,6%).
Nello stesso periodo, diminuisce di quasi un milione di unità la popolazione con meno di 15 anni (da 15,9% a 13,4% del totale della popolazione) e di oltre 300 mila unità quella di 15-64 anni (da 68,8% a 64,1%).
L’età media, che alla data del Censimento 1991 era al di sotto dei 40 anni, nel 2018 supera i 45 anni. Al primo gennaio 2018 la popolazione residente in Italia era pari a 60 milioni 484 mila unità .
Meno coniugati
Forte calo dei coniugati in Italia. Il dato, riferito dall’Istat, spicca dal confronto tra il Censimento del 1991 e quello del 2018. Prendendo in esame la fascia d’età 15-64 anni, a fronte di un lieve calo della popolazione (-309mila), sono scese di molto le persone sposate (ben 3mln e 843 mila in meno) a vantaggio soprattutto di celibi e nubili (+3 milioni e 90 mila) e dei divorziati (oltre 972mila in più).
Ci si sposa di meno, avverte l’Istat, anche in conseguenza della crescita delle libere unioni. Considerate sia le unioni civili costituite in Italia sia le trascrizioni di unioni costituite all’estero, al primo gennaio 2018 le persone residenti unite civilmente sono circa 13,3 mila (0,02% della popolazione), di sesso maschile nel 68,3% dei casi.
Gli uniti civilmente hanno un’età media di 49,5 anni se maschi e di 45,9 se femmine e risiedono prevalentemente nel Nord (56,8%) e al Centro (31,5%).
Nel nostro Paese, a partire dal luglio 2016 e fino al 31 dicembre 2017, sono state costituite 6712 unioni civili che hanno riguardato prevalentemente coppie di uomini
(da agenzie)
argomento: Costume | Commenta »
Settembre 7th, 2018 Riccardo Fucile
DISEGUAGLIANZE IN CRESCITA, SI ALLARGA IL DIVARIO TRA LE FASCE DI REDDITO…CONSUMI ANCORA SOTTO I LIVELLI PRE-CRISI: “LA RIPRESA SEMBRA ESSERSI FERMATA”
L’Italia è ancora in ripresa ma malgrado cinque anni di Pil positivo resta il fanalino di coda nei
consumi europei e fa i conti con un’economia dove le differenze sociali, invece che diminuire, continuano a crescere.
La prova? La spesa del 20% delle famiglie più ricche del paese — come calcola il Rapporto Coop 2018 – è salita nel 2017 del 3%. Quella del 20% più povero è scesa del 3%.
“Una differenza che lascia l’amaro in bocca e che continua ad allargarsi nei primi mesi del 2018, con un + 2,8% per chi ha più soldi in tasca e un -4% per chi fa più fatica a sbarcare il lunario”, dice Albino Russo, direttore generale Coop.
A preoccupare è anche il rallentamento di inizio 2018 delle vendite della grande distribuzione organizzata: “La ripresina che stavamo sperimentando sembra essersi fermata — dice Marco Pedroni, presidente di Coop Italia —. Le vendite nei primi otto mesi del 2018 sono calate dello 0,8% con l’incertezza nel paese che fa da freno”.
Dati ancor più preoccupanti considerando che ll Belpaese – sul fronte del carrello della spesa – non ha ancora recuperato tutto il terreno perduto dopo la crisi del 2010: i consumi sono ancora in calo del 2,2% rispetto ai livelli del 2010 contro il + 12,7% tedesco, + 10,2% della Francia e Spagna in lieve attivo. E anche nel 2017 (+0,7%) restiamo inesorabilmente la maglia nera nel Vecchio continente.
I cittadini tricolori spendono in media 11.600 euro pro-capite, 200 euro meno dei francesi, 2.200 meno dei tedeschi e 10mila in meno degli americani.
Una cifra dietro cui si nasconde comunque un paese che si muove a velocità molto diverse: Non solo: una famiglia trentina spende in media 17mila euro in più ogni dodici mesi di una calabrese.
Nel nord ovest i consumi al mese sono pari a 2.875 euro contro i 2.071 del sud, i nuclei stranieri stanziano 1.679 euro al mese contro i 2.664 degli italiani. La crisi ha comunque cambiato (riducendoli) i risparmi degli italiani: nel 2007 nei salvadanai dei nostri concittadini c’erano 120 miliardi, oggi 70. Come dire che tutti sono stati costretti a mettere mano al portafoglio per far quadrare i conti di casa.
Cambia anche la mappa degli acquisti con la cavalcata del bio che non perde energia, anzi: nel primo semestre del 2018 le vendite di questi prodotti sono state pari a 2 miliardi, contro i 3,6 dell’intero 2017.
Siamo leader nella Ue per spesa alimentare, cui dedichiamo il 19% del nostro budget, il record dell’ultimo decennio. Tira la volata “salutista” la frutta e verdura + 8,6%, mentre vendono meno zuccheri e grassi. Il salutismo però perde un po’ di colpi con una crescita 2018 in frenata al +2,3% contro il +5% del 2017.
La passione per la tavola si scontra però a livello statistico con il boom dei cosiddetti “cibi pronti”, quelli cioè che non ci obbligano a metterci ai fornelli per preparazioni complesse e arrivano in tavola in pochi minuti: i loro volumi sno cresciuti del 6%, balzo che si accoppia al clamoroso + 80% (anche se su base iniziale ridotta) messo a segno dagli ordini di consegna cibo a domicilio cui hanno fatto ricorso nei primi tre mesi del 2018 3,5 milioni di italiani. Mentre le vendite online di prodotti alimentari sono salite nel semestre del 34%.
(da “La Repubblica”)
argomento: povertà | Commenta »
Settembre 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL DIRIGENTE SCOLASTICO HA DECISO DI FAR CAMBIARE SEDE ALLA DOCENTE: EVVIVA LA NUOVA SCUOLA SALVINIANA CHE PARLA DI LEGALITA’ E SICUREZZA
Si aspettava giustizia, invece per ora si ritrova solo con una nuova sede di lavoro. Francesca Redaelli, insegnante di inglese alla scuola media Albinoni di Selvazzano, la prof che lo scorso mese di giugno è stata picchiata da una mamma inferocita per l’insufficienza del figlio, è stata trasferita.
Da anni prestava servizio nella succursale di Caselle ma per l’anno scolastico alle porte si è deciso che la sua sede di lavoro sarà nel plesso di Tencarola.
Insegnerà sempre inglese ma non in quella classe, non al ragazzino a cui aveva affibbiato la media negativa al termine dell’anno
Tutti ricordano la sua foto con l’occhio nero, mentre raccontava i particolari dell’aggressione. Tra tutti i suoi alunni ce n’era uno che non riusciva ad arrivare alla sufficienza. È un ragazzino che ha intrapreso un percorso sportivo molto impegnativo, con l’approvazione e l’entusiasmo di entrambi i genitori.
A causa di questo suo impegno rimane assente a lungo dalle lezioni e ciò gli impedisce di recuperare in pieno quando rientra.
Era andata così con l’inglese. Tre e mezzo nella verifica scritta e quattro nell’interrogazione orale.
La madre ha deciso quindi di affrontare la prof perchè pretendeva che gli venisse data un’altra opportunità , che venisse interrogato ancora una volta per tentare di portarlo al 6 a fine anno.
Francesca Redaelli, che conosce il grado di preparazione dei suoi studenti, ha ritenuto inutile ritentare. E questo ha mandato su tutte le furie la madre che l’ha aggredita fuori da scuola, davanti a tutti, anche agli stessi ragazzi che stavano uscendo.
Con una manata in faccia e un pugno in testa l’ha fatta cadere. La docente è stata medicata in ospedale e dimessa con 20 giorni di prognosi.
«Sono stata picchiata per aver fatto il mio dovere», ha detto l’insegnante che in questi mesi ha ricevuto vari attestati di solidarietà . Poi arriva il momento di fare sintesi ed ecco com’è andata.
Il figlio della madre violenta è stato bocciato per via delle insufficienze in varie materie. La famiglia ha deciso di tenerlo lì nella stessa scuola.
La professoressa Redaelli ha denunciato la donna che l’ha picchiata, avviando così un procedimento giudiziario. Il dirigente scolastico ha ritenuto di evitare di far trovare ancora faccia a faccia quella professoressa con quello studente. E per questo ha scelto di spostare la prof d’inglese.
«Una decisione condivisa», dicono in Provveditorato. Anche se chi le sta vicino descrive la professoressa Redaelli come una persona molto amareggiata per questo cambio.
Lei, dal canto suo, non commenta, stanca del clamore che si è creato attorno al caso. Tutti si aspettavano che l’istituzione scuola facesse quadrato intorno a lei, per ribadirle vicinanza e comprensione.
Invece si è deciso di procedere in base a non meglio specificate ragioni di opportunità .
(da “il Mattino di Padova”)
argomento: denuncia | Commenta »
Settembre 7th, 2018 Riccardo Fucile
NELL’ELENCO VERTICI DI AUTOSTRADE, FUNZIONARI DEL MINISTERO DELLE INFRASTUTTURE E DEI PROVVEDITORATI
Sono una ventina gli indagati per il crollo del Ponte Morandi a Genova tra i vertici delle
Autostrade e del ministero delle Infrastrutture.
Secondo l’ipotesi della procura di Genova erano consapevoli dei pericoli ma non hanno pianificato alcun intervento di manutenzione straordinaria. Anzi. Hanno autorizzato l’apertura di cantieri per lavori di minima entità mettendo così a rischio la sicurezza degli operai, oltre che di automobilisti e abitanti delle case circostanti. Nell’elenco, tra gli altri, i nomi del presidente di Autostrade Fabio Cerchiai e dell’amministratore delegato Giovanni Castellucci.
E, ancora, il direttore operativo centrale Paolo Berti, quello delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli, il direttore del Primo Tronco Stefano Marigliani, il responsabile del progetto di retrofitting Paolo Strazzullo, Mario Bergamo ex direttore delle manutenzioni di Autostrade che per primo nel 2015 disse che era necessario intervenire sul Morandi, Riccardo Rigacci e Federico Zanzarsi, dirigenti del primo tronco.
Per il Mit figurano nell’elenco il direttore della direzione generale per la vigilanza Vincenzo Cinelli e Mauro Coletta, ex direttore prima di Cinelli e i funzionari Giovanni Proietti e Bruno Santoro; il capo ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa, il provveditore delle Opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Roberto Ferrazza e i dirigenti del provveditorato Alessandro Pentimalli e Salvatore Bonaccorso.
Infine gli ingegneri della Spea Engineering, la società controllata del gruppo Atlantia, che realizzò il progetto di rinforzo, Massimiliano Giacobbi, Massimo Bazzarelli (coordinatore attività progettazione ufficio sicurezza), e Emanuele De Angelis.
Tra i reati contestati c’è quello di omicidio stradale: il procuratore capo Cozzi ha chiarito che è basato sul fatto che la sicurezza stradale oltre al rispetto dei comportamenti previsti dal codice della strada comprende «anche quello delle regole di sicurezza delle infrastrutture su cui si viaggia».
(da agenzie)
argomento: Genova | Commenta »