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GLI AFFOGATORI RAZZISTI ATTACCANO SEDE DI SOS MEDITERRANEE A MARSIGLIA

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

ARRESTATI PER VIOLENZA E SEQUESTRO DI PERSONA

Ventidue militanti del gruppo xenofobo di estrema destra Gènèration Identitaire hanno attaccato e occupato con la forza la sede marsigliese di Sos Mediterranèe, la Ong impegnata nel salvataggio dei migranti che noleggia la nave Acquarius insieme a Medici senza frontiere.
Il gruppo ha costretto i volontari dell’associazione a uscire dall’edificio e ha esposto uno striscione con la scritta “Sos Mediterranèe, complice del traffico di esseri umani”.
Su Twitter, la Ong ha riferito che la polizia è intervenuta arrestando gli aggressori, e che il personale “è sano e salvo, ma sotto shock”. Per il quotidiano La Provence i ventidue sono stati fermati con l’accusa di “violenza volontaria e sequestro in concorso”.
Con un secondo tweet, Sos Mediterranèe ha confermato la mobilitazione di cittadini in favore delle operazioni dell’Aquarius, prevista per sabato 6 ottobre in diverse città  francesi ed europee.

(da agenzie)

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QUELLO CHE DI MAIO NON DICE SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

NON DURERA’ PIU’ 3 ANNI MA 18 MESI, CHI HA UNA CASA PERCEPIRA’ UN CONTRIBUTO RIDOTTO DI 400/500 EURO E NON 780, SE HAI UN REDDITO MINIMO SARA’ SOLO INTEGRATO (SE GUADAGNI 400 EURO AL MESE RICEVERAI SOLO 380 EURO)

Il reddito di cittadinanza cambia ancora.
Il Messaggero scrive oggi che la durata del “sussidio” per chi si trova in situazione di povertà  assoluta, non sarà  più di tre anni come inizialmente previsto, ma scende fino a 18 mesi, un anno e mezzo
Il reddito di cittadinanza potrebbe essere erogato da aprile, in modo da evitare l’esborso per i primi tre mesi dell’anno che, comunque, sarebbero impiegati per riformare i Centri per l’impiego.
Tre saranno i requisiti fondamentali da avere per avere diritto al reddito di cittadinanza, ma il primo è destinato prima o poi a cambiare, con le buone o con le cattive: avere la cittadinanza italiana.
Il secondo requisito è essere in una situazione di povertà  reddituale ma anche patrimoniale, e qui entra in gioco l’ISEE che dovrà  essere inferiore a 9300 euro circa. Se si possiede una casa di proprietà , racconta il quotidiano, dal reddito sarà  sottratto un assegno figurativo che varierà  da 280 a 380 euro a seconda della composizione del nucleo familiare. La somma percepita, dunque, scenderà  come minimo a 500 euro.
Va tenuto conto poi, che il reddito agisce come una «integrazione». Se una persona ha per esempio dei lavoretti part time e guadagna 400 euro al mese, ne otterrà  altri 380. Chi riceverà  il sussidio dovrà  impegnarsi in corsi di formazione e lavori socialmente utili. Non potrà  rifiutare più di tre offerte di lavoro giudicate “congrue”, altrimenti perderà  il sussidio.
In più, va segnalato che le famiglie in povertà  sono oggi più numerose al Sud: quasi la metà  degli individui poveri si trova nelle regioni meridionali, dove risiede un terzo della popolazione italiana.
Lo stesso vale per le pensioni di cittadinanza, che sono concentrate di più in Molise e Basilicata, seguono Calabria,Sicilia, Abruzzo e Sardegna.
Sul fronte opposto ci sono Lombardia e Emilia-Romagna, dove gli assegni bassi e bassissimi sono molto meno diffusi.

(da “NextQuotidiano”)

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LA STAMPA ESTERA SUL DEF: “L’ITALIA SEMPRE PIU’ VICINA AL BARATRO”

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

THE ECONOMIST: “DELUDENTE E PREOCCUPANTE”… FINANCIAL TIMES: “DATI SULLA CRESCITA SONO PIU’ ELEVATI DEL CONSENSO”… WSJ: “SI AVVICINA LA RESA DEI CONTI”

“Più vicini al baratro”, “deludente e preoccupante”. Sono solo alcune delle espressioni che le testate finanziarie internazionali utilizzano per descrivere la manovra italiana, all’indomani della diffusione della nota di aggiornamento al Def.
Il titolo dell’articolo che l’Economist dedica alla politica economica del governo M5s-Lega è “Perchè la legge di bilancio dell’Italia è più preoccupante”. Nel sottotitolo, invece, si legge: “La coalizione populista non promuoverà  riforme prudenti e annullerà  quelle vecchie”.
Nel testo, la manovra è considerata “deludente è preoccupante” perchè “il governo non fa alcuno sforzo per correggere il basso tasso di produttività , senza la quale sia il tenore di vita del paese che la sua capacità  di ripagare il debito non possono migliorare in modo sostenibile”.
Già  negli anni scorsi, sottolinea l’Economist, la mancanza di riforme ha frenato l’Italia. “Ma questo giro si spinge oltre, proponendo di disdire la riforma delle pensioni, raro esempio di riforma approvata con successo”. Il giudizio sull’esecutivo è impietoso: “La coalizione è arrivata promettendo un nuovo modo di governare. Ha vanificato la sua chance”.
Il Financial Times ironizza: “I dati sulla crescita che sostengono le proposte di spesa sono più elevati del consenso”, e continua “L’Italia costruisce il suo programma di bilancio su previsioni ambiziose”.
Il Wall Street Journal mette in evidenza le preoccupazioni dei mercati e dell’Ue: “I piani dei populisti per un deficit più elevato turbano gli investitori tanto quanto i partner europei dell’Italia”, nota, e fa una previsione: “Si avvicina alla resa dei conti con l’Ue sul bilancio”.
Ma, continua l’articolo, le ripercussioni delle scelte del governo sono evidenti già  ora: “Le scosse del mercato finanziario stanno danneggiando il sistema bancario del paese e minacciando la crescita economica che Roma vuole stimolare”.

(da “Huffingtonpost”)

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“SPESE MORALI E IMMORALI? QUESTI SONO UBRIACHI” OLIVIERO TOSCANI COMMENTA LA MANOVRA

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

IL NOTO FOTOGRAFO: “MIA MOGLIE E’ NORVEGESE, NON E’ ANCORA RIUSCITA A CAPIRE PERCHE’ IN ITALIA SI FA IL CONDONO FISCALE, IN NORVEGIA NESSUNO AVREBBE NEANCHE IL CORAGGIO DI PROPORLO”

“Spese morali e immorali? Questa è una barzelletta. Ho detto che i Veneti erano ubriachi ma i cinquestelle lo sono molto di più”.
Parole sferzanti quelle di Oliviero Toscani, ospite di Circo Massimo su Radio Capital. Il noto fotografo, intervistato in merito al reddito di cittadinanza, ironizza sul punto della censura delle spese immorali: “Ma che facciamo, mandiamo in giro i preti a controllare che cosa si compra? Il rosso è immorale e il nero o il grigio scuro è morale? Bisogna essere un po’ interdetti per dire una roba così, c’è un problema. E il problema viene dall’alto”.
Secondo Toscani il reddito di cittadinanza “non arriverà  mai onestamente nel nostro Paese, l’imbroglione, il furbetto sarà  la regola. E favorirà  il lavoro nero. Complicherà  ancora di più il nostro sistema di vita. Dobbiamo diventare civili”.
Per il fotografo non bisogna pensare localmente: “Il futuro è l’Europa, se andiamo fuori affoghiamo, falliremo subito”.
Questo governo “fa finta di non vedere l’evidenza”. Anche il condono fiscale è una misura criticabile: “Ho sposato una norvegese, mia moglie non ha ancora capito che cosa è un condono fiscale. È un controsenso per lei. Le persone oneste in Italia hanno lo stato contro. Bisogna sempre battagliare per fare le cose giuste”.
Un’ultima battuta è riservata al servizio fotografico per Maria Elena Boschi su Maxim: “La Boschi così, al naturale, è una bella mela fresca da mordere. L’ho solo fatta vedere da un’altra prospettiva, non cambierà  la storia d’Italia. Non è una bambolina, è una ragazza intelligente”.
E alla domanda se fosse disposto a fotografare il premier Giuseppe Conte, risponde: “È troppo bigotto per i miei gusti”.

(da agenzie)

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TONINELLI SCARICA SUI SINDACI LE OPERE A RISCHIO: “OCCUPATEVI DELLA PUBBLICA INCOLUMITA'”

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

MA NON CACCIA UN EURO DOPO AVER ANNUNCIATO UN “PIANO STRAORDINARIO PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLE OPERE”… IL CENSIMENTO CHE HA ORDINATO E’ SOLO UN BLUFF

La Stampa racconta oggi un’altra mirabolante iniziativa del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che ha inviato una lettera ai sindaci nell’ambito dell’annunciatissimo censimento delle opere a rischio dopo il crollo del ponte Morandi a Genova:
«Mettere in sicurezza strade e ponti più a rischio è una competenza dei Comuni».
Il ministero delle Infrastrutture non lo dice esattamente così, ma il senso del messaggio rivolto ai sindaci italiani è abbastanza chiaro: «Occupatevi al più presto della tutela della pubblica incolumità ».
Il governo dunque si sfila e i sindaci italiani protestano: «Ci lasciano con il cerino in mano. Con questo giochino tentano di scaricare su di noi tutte le responsabilità . Ci chiedono di occuparci della messa in sicurezza delle opere soltanto per evitare di trovarsi nei guai in caso di altri incidenti. A quel punto potranno dire che loro ci avevano avvisato, sperando di scamparsi ogni rischio».
Dal grande censimento ordinato dal governo pochi giorni dopo il crollo del ponte Morandi di Genova è passato poco più di un mese.
A Roma sono arrivate migliaia di schede: perizie dettagliate che ora compongono la grande mappa dell’Italia a rischio crollo.
Ci sono i punti più pericolosi, ma anche molti progetti per la risistemazione e anche le cifre di ogni singolo intervento. Mettendo insieme i dossier preparati dagli uffici tecnici comunali a tempo di record salta fuori il quadro dei guai. Per provare a rattoppare la situazione, dunque, sarebbero necessarie centinaia di milioni di euro.
Ma da Roma non sembrano intenzionati a finanziare un piano straordinario.
«Ci avevano chiesto di fare un censimento preciso nel giro di 10 giorni e già  questo non faceva presagire niente di buono — sottolinea il presidente dell’Anci, Antonio Decaro -. L’ultima volta c’erano voluti cinque anni e il fatto che si sia fatto tutto così in fretta ci ha fatto venire il sospetto che non si volesse attuare un vero piano di rimessa in sicurezza delle nostre città ».

(da “NextQuotidiano”)

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IL REDDITO DI CITTADINANZA E L’IDEA DI DI MAIO CHE I POVERI SONO INAFFIDABILI

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

RICEVERANNO REDDITO IN CAMBIO DI CESSIONE DI CITTADINANZA E UMILIAZIONI

La professoressa Chiara Saraceno su Repubblica oggi mette insieme una puntuta critica al reddito di cittadinanza e alle sue limitazioni, puntando il dito sulla tutela obbligatoria delle spese che parte dall’idea che i poveri siano inaffidabili:
Non verrà  concesso in moneta liquida, ma su una carta di debito. Potrà  essere speso solo su suolo italiano (non sia mai che un povero comasco attraversi la frontiera svizzera per comprarsi del caffè), in esercizi italiani (verranno esclusi Carrefour, Auchan e simili?) e possibilmente per prodotti italiani.
Non potrà  assolutamente essere speso per consumi voluttuari, immagino definiti da apposita commissione etica, e nemmeno risparmiato.
Ciò che non si spende della somma mensile assegnata verrà  perso, come i minuti e i giga dei contratti dei cellulari.
Dietro questo approccio c’è l’antica idea che i poveri siano inaffidabili, moralmente deboli.
Lasciati a se stessi, invece di comprare latte e scarpe per i bambini e pagare l’affitto, si darebbero al bere e al gioco d’azzardo o alle spese pazze.
Vanno messi sotto tutela. Riceveranno reddito in cambio di cessione di cittadinanza.
Aggiungo che la scelta della carta invece del denaro liquido, già  sperimentata con il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) e non del tutto superata neppure con il Rei (Reddito di inclusione), pone anche altri problemi.
Lascia tutto il potere di spesa al titolare della carta, a detrimento degli altri componenti adulti della famiglia.
Espone all’umiliazione di vedersi rifiutati alcuni prodotti alla cassa del supermercato. Molti piccoli negozi, specie nei paesi, non hanno il bancomat.

(da “NextQuotidiano”)

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LA PENSIONE A QUOTA 100 SARA’ PER POCHI

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

CON 38 ANNI DI CONTRIBUTI NECESSARI DIVENTERA’ 101, 102, 103… E IL 40% DEI POTENZIALI 373.000 INTERESSATI SARANNO DIPENDENTI PUBBLICI

Quota 100, sì ma con 38 anni di contributi o niente. Per questo quota 100 diventa 101, 102, 103 e la cancellazione della “vigliacca” (secondo Salvini) riforma Fornero porterà  in pensione nel 2019   la cifra di 373mila italiani, ovvero tutti coloro che hanno almeno 62 anni di età  (o più) e contano almeno 38 anni di contributi.
Per tutti gli altri — compresi quelli che hanno accumulato i famosi 41 anni di contributi, ahimè insufficienti — non c’è niente da fare: dovranno aspettare.
Così come attenderanno quelli che speravano che bastasse raggiungere «quota 100» anche con 63 anni e 37 di contributi o 64 e 36.
Il conto sarebbe salito moltissimo, e i potenziali neopensionati sarebbero diventati più di 500.000.
In più, ieri Tito Boeri, presidente dell’INPS in scadenza, ha spiegato che il 40 per cento delle risorse che verranno spese per favorire le uscite in pensione anticipata riguarderanno il lavoro pubblico.
In altre parole, spiega oggi La Stampa in un articolo di Roberto Giovannini, nonostante in Italia i dipendenti pubblici — ministeriali, personale degli enti locali, enti pubblici, scuola, sanità  e così via — siano circa 3,8 milioni in tutto (un po’ meno del 15 per cento del totale della forza lavoro attiva nel Paese), saranno proprio i dipendenti pubblici ad essere fortemente sovrarappresentati: il 40 per cento dei 373mila pensionati anticipati proverrà  proprio dalle file del pubblico impiego.
E il mondo del lavoro privato? Non saranno moltissimi, dicono gli addetti ai lavori, coloro che verranno avvantaggiati dallo scivolo.
Anzi: la Cgil — che certo non critica il provvedimento varato dal governo giallo-verde — calcola che sorgeranno seri problemi per i circa 40.000 lavoratori «precoci» e «usurati», che ogni anno non potranno più utilizzare il più favorevole meccanismo varato dal governo Gentiloni, destinato a chiudere i battenti.

(da “NextQuotidiano”)

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DRAGHI DA MATTARELLA: “ATTENTI ALLA MANOVRA, NON SOTTOVALUTATE LO SPREAD E LE BORSE”

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

L’INCONTRO RISERVATO AVVENUTO MERCOLEDI MATTINA A ROMA: DAL PRIMO GENNAIO L’ITALIA SARA’ SENZA RETE

Non era la prima volta, ma certo non accade spesso.
Mercoledì mattina Mario Draghi è salito al Colle per un incontro riservato con Sergio Mattarella.
I due si consultano il più delle volte al telefono, ma con lo spread alle stelle e il governo sotto pressione hanno preferito vedersi a quattr’occhi.
L’incontro non è stato reso noto, e la ragione è di prudenza: con un comunicato ufficiale si sarebbe data eccessiva enfasi a un momento già  molto delicato di suo.
Il presidente della Banca centrale europea ha voluto rappresentare di persona i rischi cui andrebbe incontro l’Italia, nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici, provocando un ulteriore aumento degli spread e dei tassi di interesse fino a livelli insostenibili.
Draghi ritiene (e di sicuro al presidente ne avrà  parlato) che nel governo italiano ci sia una forte sottovalutazione del contesto in cui si sta scrivendo la manovra.
Cartucce quasi esaurite
Negli ultimi due anni e mezzo il «Quantitative Easing» della Bce ha contribuito a tenere basso il rischio Paese e il costo del debito. Dal primo di ottobre, però, il piano di Francoforte è entrato nell’ultima fase che terminerà  il 31 dicembre.
Partita da un totale di 80 miliardi al mese, la Banca centrale europea ora è autorizzata ad acquistare titoli per soli 15 miliardi.
Il programma continuerà  a calmierare i prezzi grazie al reinvestimento dei titoli già  acquistati, ma si tratterà  di effetti trascurabili rispetto ad una possibile ondata di vendite.
Insomma, ormai gli strumenti a disposizione di Draghi sono terminati: dal primo gennaio l’Italia sarà  senza rete. In caso di difficoltà  avrebbe come unico salvagente il ricorso al cosiddetto «Omt», lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe Roma ad un programma concordato con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati. Di fatto il commissariamento del Paese.
Garanzie dal vice-premier
Nel pomeriggio di mercoledì pure Matteo Salvini si è recato riservatamente da Mattarella, e l’oggetto del colloquio non si è limitato al decreto immigrazione.
I ben informati sostengono che le preoccupazioni di Draghi sarebbero in qualche misura riecheggiate nella conversazione con il vicepremier.
In che misura questi due incontri abbiano contribuito ad alzare il livello della consapevolezza politica, è impossibile dirlo.
Fatto sta che nelle stesse ore si è consolidata a livello di governo la scelta di riportare il deficit su una parabola discendente. Non più un 2,4-2,4-2,4 nel triennio (che avrebbe contrastato con l’obiettivo di medio termine del pareggio, fissato nella legge 243, sollevando insuperabili problemi costituzionali), ma un più blando 2,4-2,1-1,8 che perlomeno evita un frontale con l’articolo 97 della Carta.
L’Italia resterà  fuori delle regole europee, la bocciatura di Bruxelles ci sarà  comunque, ma per ora si sono evitate le conseguenze peggiori sui mercati.
Due tacche dal baratro
La scommessa dell’ala più radicale della maggioranza sbaglia bersaglio: più che l’atteggiamento delle istituzioni Ue, l’Italia deve temere il declassamento da parte delle agenzie di rating.
Tempo un mese, ce ne sono due che potrebbero prendere una decisione simile: Moody’s e Standard and Poor’s. L’Italia è ancora due «tacche» sopra il livello spazzatura e, per nostra fortuna, finchè il giudizio dell’ultima delle quattro grandi agenzie – la canadese Dbrs – sarà  «investement» il Paese non corre il rischio di essere tagliata fuori da tutto il sistema di finanziamento di Francoforte, fondamentale per l’operatività  delle banche.
Ma il singolo downgrading delle due agenzie più grandi sarebbe, già  da solo, in grado di provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati.

(da “La Stampa”)

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LA FESTA DELLA CASTA GRILLINA SUL BARCONE SUL TEVERE (CON DANZA DEL VENTRE)

Ottobre 5th, 2018 Riccardo Fucile

PASSATA LA FESTA, GABBATO LO SANTO: ALLA FACCIA DELLA POVERTA’

Il Corriere della Sera oggi racconta la festa organizzata nei giorni scorsi dal MoVimento 5 Stelle sul barcone sul Tevere che già  era stato scelto come location per il compleanno di Luigi Di Maio:
Mercoledì 3 ottobre, nella legge di bilancio, entrano tutte le promesse del M5S?
E daje, tutti i big grillini si trasferiscono sul barcone by night che fa tanto La grande bellezza di Paolo Sorrentino, supportati dalla gioiosa rivendicazione del vicepremier e ministro: «Io canto vittoria stasera e festeggio, perchè siamo ancora una volta un governo che mantiene le promesse».
E qui potrebbe tornare alla mente un altro proverbio del tanto corteggiato popolo, «passata la festa, gabbato lo santo».
Dietro i palloncini, i fiumi di spumante e gli echi della live music dal battello ancorato sul Tevere, per adesso ci sono soprattutto annunci.
Il che consiglierebbe ai festosi governanti gialloverdi di trovare, tra una celebrazione e l’altra,qualche ora per leggere, studiare e magari mandare a memoria le rime del sommo poeta di Recanati.«Passata è la tempesta:/ Odo augelli far festa, e la gallina,/ Tornata in sulavia,/Che ripete il suo verso…».
Il Messaggero fa invece sapere che durante la festa si è accennato alla danza del ventre:
Giacca nera e camicia bianca, Di Maio fa il suo ingresso nel locale accompagnato dal sottosegretario alla Difesa Tofalo. Poi via via tutti i big 5 Stelle. E così, tra un drink e l’altro, tra pizzette, un assaggio di amatriciana e di pasta con le zucchine al buffet, parte la festa a 5 Stelle sul Tevere. Andrea Caso (Commissione Finanze) è tra i più scatenati in pista.
Le deputate Marianna Iorio e Angela Masi si cimentano invece in una piccola esibizione di danza del ventre. Intorno alla mezzanotte il leader M5S lascia la festa, ma c’è chi si trattiene anche oltre le due.
«È stata una serata veramente easy», è il commento a caldo del tesoriere Sergio Battelli, immancabile jolly delle serate mondane grilline.

(da “NextQuotidiano”)

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