Destra di Popolo.net

COSI’ LA MANOVRA DEL POPOLO CI COSTERA’ 20 MILIARDI L’ANNO DI SPESE PER INTERESSI

Ottobre 3rd, 2018 Riccardo Fucile

L’AZIONE COMBINATA DELLA CRESCITA DI SPREAD E DEBITO PORTERA’ ALLA CRISI BANCARIA E ALLA FINE DEL CREDITO VERSO AZIENDE E CITTADINI

Luigi Di Maio ha dichiarato ieri rispetto al maggiore debito pubblico per finanziare la Manovra del Pppolo che «noi il deficit lo restituiremo l’anno prossimo, perchè con i tagli e la crescita abbasseremo il debito».
Una dichiarazione che non ha alcun senso. Ma a differenza del vicepremier i mercati sanno far di conto. E sanno che l’Italia non potrà  restituire l’anno prossimo il deficit. §
A intralciare il progetto del vicepremier ci si mette lo spread ovvero il famigerato differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi che abbiamo imparato a conoscere (e a temere) nel 2011.
Un report di Goldman-Sachs evidenzia i dubbi sulla sostenibilità  del debito italiano dovuto sostanzialmente a due fattori: lo spread e la debole crescita economica che per gli analisti è improbabile possa essere sostenuta dalla nuova legge di bilancio.
Al tempo stesso gli economisti di Goldman-Sachs prevedono una diminuzione dell’avanzo primario, ovvero la   differenza fra spesa pubblica ed entrate al netto del costo del debito pubblico.
Il rendimento dei Btp a 10 anni è arrivato lunedì al 3,3% e a ha chiuso ieri pomeriggio al 3,4%.
Secondo Goldman-Sachs lo spread Btp-Bund dovrebbe rimanere intorno ai 300 punti. Proprio in virtù della manovra economica del governo gialloverde e delle già  note criticità  sul lungo periodo il debito pubblico italiano rischia di diventare difficilmente sostenibile rendendo al tempo stesso più vulnerabile l’economia del nostro Paese.
Cosa significa tutto questo?
Innanzitutto che l’Italia dovrà  pagare più interessi sul debito (3 miliardi di euro in più nel 2019) perchè chi investe nel nostro Paese lo farà  a patto di un premio maggiore. Un aumento che potrebbe essere considerato anche “poco rilevante” ma che va sommato alle maggiori spese da qui al 2021 che potrebbero raggiungere complessivamente la cifra di 20 miliardi di euro.
Il tutto mentre la BCE sta avviando a conclusione il quantitative easing, il programma di acquisto dei titoli di stato europei.
All’orizzonte c’è sempre lo spettro di un declassamento del rating dei nostri titoli di stato che è appena sopra il livello spazzatura.
Un eventuale (ma al momento ancora ipotetitico) downgrade a livello “spazzatura” potrebbe comportare una brusca frenata dell’afflusso di capitali e quindi una notevole difficoltà  nel reperire il denaro necessario per finanziare il debito (e la Manovra del Popolo).
A correre il rischio maggiore sono le banche italiane, che a maggio avevano in pancia 325 miliardi di euro in titoli di Stato.
Ecco quindi che l’andamento dello spread ha dei riflessi non solo sulla capacità  del Paese di rifinanziare (e ripagare) il debito ma anche sulla capitalizzazione degli istituti di credito quotati in borsa che proprio a causa delle fluttuazioni del rendimento dei Btp vedono ridursi gli indici patrimoniali.
Non è del resto la prima volta che scatta l’allarme sulla Cet 1 ratio, l’indice di solidità  patrimoniale delle banche. Già  ad agosto Goldman Sachs aveva calcolato che i 100 punti base in più dello spread avevano bruciato gli ultimi sei mesi di lavoro degli istituti di credito.
Secondo una stima del Messaggero le banche italiane hanno perso 5,8 miliardi di controvalore rispetto ai Btp in loro possesso.
Qualcuno magari penserà  che è un bene, finalmente le banche perdono soldi e ci guadagna il Popolo. Ma non è affatto così.
Perchè non solo c’è il rischio di una ricapitalizzazione e che gli istituti di credito rallentino e diminuiscano i volumi d’acquisto di titoli di stato (e quindi sia sempre più difficile finanziare le future manovre del popolo) ma c’è anche la possibilità  che le banche decidano a loro volta di chiudere i rubinetti del credito.
Il che significa che imprese e famiglie avranno maggiori difficoltà  nell’ottenere un prestito oppure che dovranno pagare di più.
E la spirale continua: se le aziende incontrano difficoltà  ad ottenere finanziamenti dalle banche sarà  molto più complicato intercettare la ripresa economica. E senza la crescita in cui spera Di Maio come si farà  a ripagare il debito?
Goldman Sachs conclude la sua analisi dicendo che «le nuove proposte sul bilancio del governo aumenteranno le possibilità  di reazioni negativa da parte di Bruxelles e agenzie di rating e di conseguenza il rischio di ulteriore volatilità ».

(da “NextQuotidiano”)

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PASSO INDIETRO SUL DEFICIT, MA TROPPO POCO PER CONVINCERE I MERCATI

Ottobre 3rd, 2018 Riccardo Fucile

GOVERNO SEMPRE PIU’ IN CONFUSIONE, SE NON CI SARANNO PIU’ SOLDI LE MISURE VERRANNO SOSPESE E SI FARANNO TAGLI (SU COSA NON SI SA)

Ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato il primo passo indietro del governo Lega-M5S sul Documento di Economia e Finanza.
Lo spread, quello di cui Lega e MoVimento 5 Stelle non hanno paura, ha portato Salvini e Di Maio a far annunciare a Conte una traiettoria di riduzione del debito: «Abbiamo inoltre lavorato a disegnare la manovra in modo da accelerare la discesa del rapporto debito/Pil in modo consistente nell’arco del triennio».
Questa diminuzione potrebbe avvenire con un deficit più basso per il 2020 e 2021, tenendo fermo il 2,4% al 2019 per far partire subito le misure promesse.
La bandiera del deficit record al 2,4% resta issata per la manovra 2019.
Ma per i due esercizi successivi l’asticella scenderà : nel 2020 al 2,2, per essere ridotta fino al 2% nel 2021.
Ed è significativa la foto del vertice di Palazzo Chigi, in cui sono presenti per la Lega Calderoli e Giorgetti, ovvero due “moderati” che in altre occasioni — soprattutto l’ultimo — sono stati indicati come resistenti al Cambiamento dai grillini (traduzione: sanno usare la calcolatrice).
Questo perchè le coperture sul 2020 e 2021 mostrano un deficit a serio rischio di superare il 2,4 e forse perfino il 3 per cento del Pil con tutte le misure annunciate (reddito e pensioni di cittadinanza, quota 100 e tagli fiscali alle partite Iva che “cifrano” a 20 miliardi).
Il nuovo appuntamento è per stamattina, quando premier, vice e ministri si rivedranno per mettere la NADEF a punto e inviarla finalmente a Montecitorio. «Quei 10 miliardi vanno trovati e stiamo lavorando a nuove coperture per abbassare il debito più velocemente», ripeterà  Di Maio in serata su La7.
È la conferma della notizia che il deficit sarà  decrescente.
In sostanza il governo si prenderebbe 0,4 punti di deficit.
Il problema è se non verranno centrati gli obiettivi di crescita, anche perchè la spesa per le misure, specie quelle per le pensioni, salgono nel tempo e nel 2020 gli aumenti dell’Iva da disinnescare salgono da 12,4 a 20 miliardi.
Per questo il Tesoro studia un meccanismo per tagliare automaticamente il deficit se non viene centrata la “scommessa della crescita”, come l’ha definita Tria.
Invece di usare gli aumenti automatici dell’Iva, verrebbe automaticamente ridotta la spesa pubblica. Una misura che però aggraverebbe la recessione.
In pratica la proposta di Tria è presentare a Bruxelles reddito di cittadinanza e quota 100 come misure garantite solo per il 2019 da prorogare solo se ci saranno le risorse.
Il problema di cui nessuno sembra preoccuparsi è che il governo sta disegnando una traiettoria prociclica della spesa pubblica che quindi si abbassa quando cala la crescita. La parola Austerity non è mai stata utilizzata con maggior agio. Così come non vorremmo essere nei panni di Tria per immaginare il suo brutto quarto d’ora che probabilmente durerà  per anni nel momento in cui dovrà  dire che il reddito di cittadinanza appena varato è sospeso per problemi di soldi.

(da “NextQuotidiano”)

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COMMISSARIO GENOVA, CONTINUA LA LITE PER LA POLTRONA, ORA SI PARLA DEL SINDACO LEGHISTA BUCCI

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

UN ALTRO ESPERTO DI PONTI, COME TUTTI I LAUREATI IN CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICA… MA COSA SI NASCONDE DIETRO LA RISSA? LAVORI E SOLDI A MILIONATE

Il copione della ricostruzione del ponte Morandi potrebbe prevedere nelle prossime ore un nuovo colpo di scena e un inaspettato protagonista: esce il commissario in quota Lega per la ricostruzione in pectore Claudio Gemme, entra il probabile commissario in quota Lega Marco Bucci, sindaco di Genova.
Il finale non è ancora stato scritto, ma sul primo cittadino genovese si stanno concentrando le attenzioni delle diplomazie di Lega e M5s, dopo che la candidatura di Gemme ha subito una brusca frenata per i pareri negativi dei 5 stelle.
Sul fronte della nomina del nuovo commissario i bastoni tra le ruote a Gemme, gradito a Salvini, li avrebbe messi il M5s.
I conflitti d’interesse a suo carico sarebbero dovuti al fatto che Fincantieri (società  di cui è manager) potrebbe essere l’azienda che costruirà  il nuovo viadotto e che i familiari hanno un’abitazione nella “zona rossa”, quella degli sfollati per il crollo.
Cerchiamo di dire qualche verità  scomoda che difficilmente si legge sui giornali “alllineati”.
1) Buon senso vorrebbe che commissario alla ricostruzione venisse nominato un “tecnico” che almeno sapesse come va ricostruito un ponte, con relative conoscenze in campo giuridico, onde evitare che si schianti di fronte alle normative vigenti.
2) I nomi fin qui fatti non corrispondono a questi requisiti, essendo tutti legati a un partito, la Lega che, attraverso il sottosegretario Rixi (sotto processo per peculato), vuole designare un suo uomo. Inoltre nessuno ha competenze specifiche, basti pensare che Bucci è laureato in chimica e tecnologia farmaceutica e i ponti al massimo li conosce per esserci transitato sotto in barca a vela (di cui è specialista)
3) I fondi stanziati sono insufficienti per molti settori, questo è vero, ma è altrettanto vero che non si possono chiedere quattrini per interventi che con il ponte non c’entrano una mazza (tipo per il metro Brignole-Terralba che stanno a 20 chilometri di distanza).
4) Nessuno ci ha mai detto se il ponte poteva essere demolito senza danneggiare le case sottostanti e ricostruito altrove. C’è solo una corsa a demolire ponte e case.
5) I rimborsi proposti ai proprietari di case, sommando le varie voci, finiranno per triplicare il valore dell’immobile, tanto paga Autostrade, sembra la filofofia vigente.
6) Siamo sicuri che Autostrade verrà  dichiarata responsabile del crollo o non emergeranno come logico anche quelle del ministero di Toninelli che avrebbe dovuto fare i controlli? E se così dice il buon senso, chi alla fine pagherà  il conto?
7) A Genova arriveranno milionate e come sempre ci sarà  chi ne beneficierà  senza averne titolo e chi avrà  di che lamentarsi perchè quantificare le perdite di aziende portuali e autotrasportatori non è facile, se non basandosi su autocertificazioni.
Quindi in primis andavano tutelati abitanti e aziende nella zona rossa, invece che richiedere troppi danni presunti. Questi andrebbero quantificati successivamente e, se reali, liquidati chash, non con i tempi della burocrazia statale.
8 ) Assegnare i lavori a Fincantieri è una forzatura, occorre una gara reale, altrimenti al primo ricorso si blocca tutto
9) Qualcuno vuole pure mettere in discussione il progetto di Renzo Piano: ringraziate Dio che abbiamo un architetto di fama mondiale che il mondo ci invidia e tenetevelo stretto il suo progetto gratuito. Che siano poi due fuoricorso a storcere il naso farebbe quasi ridere se non fossimo davanti a una tragedia.
E per oggi ci fermiamo qua.

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“CON QUOTA 100 GLI OSPEDALI COLLASSERANNO, 25.000 SUBITO IN PENSIONE, SARA’ LA PARALISI”: L’ALLARME DEI MEDICI

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

“SERVE PERSONALE O CHIUDIAMO I REPARTI”… MA UNA SOLUZIONE C’E’: BASTA RESPINGERE I PAZIENTI CHE HANNO VOTATO LEGA E M5S: SONO CONTRO L’ACCOGLIENZA, NON PRETENDERANNO DI ESSERE ACCOLTI

Circa 25mila medici e dirigenti ospedalieri in meno nell’arco di un paio di anni, al massimo.
Significherebbe di fatto il collasso per il sistema sanitario nazionale.
È l’effetto perverso che rischia di diventare reale a causa del combinato di due provvedimenti, uno in via d’approvazione, l’altro vecchio di nove anni: quota 100 e blocco della spesa per il personale del SSN disposto nel 2010 dal Governo Berlusconi. Il grido d’allarme lanciato dall’Associazione dei medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale (Anaao) solleva ancora una volta il velo sullo stato disastrato degli ospedali italiani. Una condizione che, in una eterogenesi dei fini, rischia di trasformarsi in vera “paralisi” con l’approvazione della Quota 100 (somma dell’età  anagrafica e contributiva) sul fronte pensionistico.
Grazie al provvedimento che il Governo Conte si appresta a inserire in Legge di Bilancio, anche i medici ospedalieri avranno la possibilità  di andare prima in pensione, rispetto ai tempi stabiliti dalla legge Fornero.
Medici e dirigenti – che in media già  vanno in pensione a 65 anni grazie anche ai riscatti di laurea e specializzazione – potranno così lasciare il lavoro in un momento in cui le condizioni sono già  particolarmente precarie: “Il Conto annuale dello Stato – secondo Anaao Assomed – mostra che dal 2010 al 2016 i medici e i dirigenti sanitari in servizio sono diminuiti di oltre 7.000 unità . Questo ha permesso alle Regioni una riduzione delle spese per il personale che limitatamente al 2016 ammonta a circa 600 milioni di euro. Diversi miliardi, se il calcolo viene effettuato dal 2010 ad oggi”.
I tagli lineari adoperati negli anni nella sanità  pubblica, imposto alle Regioni anche in ottica di un maggiore rigore fiscale, sono ormai noti. Ma secondo l’associazione dei medici “non è più sufficiente garantire che non ci saranno più tagli e taglietti alla sanità “.
In pratica, non c’è più nulla da tagliare, e da tempo. E’ il momento di invertire la rotta. “È necessario eliminare l’anacronistico blocco per la spesa per le assunzioni negli ospedali in legge di Bilancio e tornare ad assumere medici secondo le necessità “, dice il segretario Anaao Carlo Palermo all’HuffPost. Soprattutto se si vuole superare la Legge Fornero con la Quota 100. “La riforma determinerà  in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di ben 4 scaglioni”. Circa 25mila medici e dirigenti ospedalieri, secondo Anaoo, che nell’arco del 2023 diventeranno circa 70mila su un platea di 110mila assunti.
Obiezione: non è detto che tutti i medici che maturino il diritto alla pensione lo esercitino subito. In realtà  non c’è da farsi molte illusioni, spiega Palermo: “Viste le condizioni di lavoro sempre più difficili, richieste sempre maggiori di reperibilità , turni sempre più sacrificati e carenza di personale, i medici coglieranno la palla al balzo e lasceranno il lavoro. Resteranno i primari e gli alti quadri dirigenziali”.
La stato disastrato degli ospedali italiani, quando non invoglia alla pensione anticipata, induce i medici a dimettersi dal sistema pubblico per spostarsi a quello privato o all’esercizio della libera professione. “Questo effetto ‘fuga’ è determinato dal malessere evidenziato nella classe medica da uno stato di agitazione quasi permanente”, denuncia il Coas, sindacato dei Medici dirigenti.
“Un malessere cronico che umilia i medici, per un lavoro gestito da persone che sembrano non volerne capire nè la gravosità , nè la quantità , nè l’impegno per la necessaria qualità . Ma lo sconforto arriva quando l’impegno lavorativo va a ricadere sulla famiglia attraverso l’osservanza della turnazione nelle notti, nei festivi, nei fine settimana, con reperibilità  incidente sulle poche giornate di libertà . Se a tutto ciò si aggiunge il blocco degli stipendi al 2010…”.

(da agenzie)

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EURODEPUTATA M5S SANZIONATA PER MOLESTIE PSICOLOGICHE: “MALTRATTA GLI ASSISTENTI”

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

ASSISTENTI   COSTRETTI A FARLE IL TRASLOCO PRIVATO E A CONCEDERLE PRESTITI… INOLTRE   MESSAGGI INTIMIDATORI E FRASI SCURRILI

“A norma dell’articolo 166 del regolamento, in base alle conclusioni del comitato consultivo competente per le denunce di molestie riguardanti assistenti parlamentari accreditati e deputati, e avendo preso nota delle osservazioni scritte della deputata interessata ho deciso di comminare una sanzione all’onorevole Giulia Moi (M5S) per la sua condotta nei confronti degli assistenti parlamentari, qualificata come molestia psicologica”.
Lo ha annunciato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
“La sanzione consiste nella perdita del diritto all’indennità  di soggiorno per un periodo di 12 giorni – ha aggiunto Tajani -. La decisione è stata notificata alla deputata interessata che può presentare un ricorso interno dinanzi all’ufficio di presidenza. Tale ricorso ha carattere sospensivo della sanzione”.
L’europarlamentale del movimento 5 stelle Giulia Moi presenterà  ricorso all’ufficio di presidenza del Pe contro la sanzione che le è stata inflitta per la sua condotta, qualificata come ‘molestia psicologica’, nei confronti degli assistenti parlamentari.
Fonti del M5S al Parlamento europeo rendono noto che l’eurodeputata Giulia Moi si era autosospesa tempo fa e che la questione verrà  presa in carico dai probiviri.
Secondo le accuse, Moi avrebbe sfruttato i suoi collaboratori facendosi aiutare in un trasloco privato a Bruxelles e più di una volta avrebbe chiesto loro soldi in prestito. In più, sempre stando ai fascicoli delle accuse, avrebbe obbligato i due a farle un resoconto puntuale e quasi al secondo di tutte le attività  da loro svolte, e inviato messaggi intimidatori e scurrili.

(da agenzie)

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“MARCHIANE INESATTEZZE NELL’INCHIESTA, TESTIMONI INATTENDIBILI E TESTIMONIANZE RACCOLTE SENZA GARANZIE DI LEGGE”: IL GIP SMONTA LE ACCUSE PIU’ GRAVI AL SINDACO DI RIACE

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

“AL DI SOPRA DELLE REGOLE MA NON SI E’ ARRICCHITO CON I FONDI”: CADONO LE ACCUSE DI CONCUSSIONE, TRUFFA E ABUSO D’UFFICIO… COSA ASPETTA BONAFEDE A MANDARE UN’ISPEZIONE A LOCRI?

Da un lato c’è l’ordinanza del gip di Locri. Restituisce l’immagine di un sindaco che vive al di sopra delle regole, che nonostante sappia di essere indagato sostiene strenuamente il suo dissenso nei confronti quelle che definisce “leggi balorde” sui migranti, che favorisce l’immigrazione clandestina e non rispetta le regole sull’affidamento della gestione del servizio di raccolta di rifiuti.
Per tali ragioni merita gli arresti domiciliari, ma da tutto questo sistema non intasca un euro, non si arricchisce in alcun modo.
Dall’altro lato, invece, ci sono gli atti della procura, di cui il gip Domenico Di Croce ha accolto solo una minima parte: i magistrati inquirenti dipingono Mimmo Lucano come un uomo che, per attuare il modello d’accoglienza pensato per il suo paesino della Locride, compie abusi d’ufficio, truffe aggravate e si macchia di concussione.
La vicenda dell’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di illeciti nell’affidamento diretto della raccolta dei rifiuti, spacca la magistratura di Locri.
La procura, infatti, si scaglia contro il gip, ‘colpevole’, di aver accolto solo due dei nove capi di accusa – i meno gravi – contenuti nel fascicolo e di aver, di conseguenza, ammorbidito la posizione di Lucano.
Dal canto suo il magistrato che ha disposto l’arresto di Lucano evidenzia come negli della procura ci siano “marchiane inesattezze”, “congetture” sulla distrazione di fondi per altri fini, definisce “inattendibili” i testimoni – non a caso il provvedimento di arresto si basa sulle intercettazioni – e parla di testimonianze raccolte sommariamente e senza le garanzie di legge.
La procura aveva chiesto l’arresto di altre 14 persone, oltre a Lucano, e i soggetti iscritti nel registro degli indagati erano 31. Il gip, però, come è evidente, ha ridimensionato di molto l’impianto accusatorio.
Mimmo Lucano, conosciuto in tutto il mondo per aver creato un modello di accoglienza diffuso con il quale ha ripopolato il suo paese, avrebbe, insomma, commesso degli illeciti, ma senza arricchirsi. Un concetto, questo, messo in evidenza dal gip nella sua ordinanza: “il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”, si legge nel documento.

(da agenzie)

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LA COERENZA DEL M5S: “RIACE NON E’ MODELLO”, MA FINO A POCHI MESI FA PARLAVANO DI “PAESE DELL’ACCOGLIENZA”

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

ALLO SQUALLORE NON C’E’ MAI FINE PER I SERVI DELLA LEGA E DI PUTIN

Anche i Cinque Stelle si schierano contro Mimmo Lucano. “Riace non era un modello, è finita l’era del business dell’immigrazione”, si legge in un post sul Blog delle Stelle, in cui il sottosegretario all’interno M5S Carlo Sibilia conferma lo stop ai fondi per la città  calabrese:
Tuttavia, fino a pochi mesi fa, i pentastellati sembravano di tutt’altro avviso.
Solo lo scorso 23 giugno, in un post su facebook l’europarlamentare grillina Laura Ferrara definiva Riace “il Paese dell’accoglienza, conosciuto in tutto il mondo per la vera inclusione sociale basata su un forte senso di comunità  e di appartenenza ai valori della solidarietà  e dell’aiuto reciproco”.
La Ferrara commentava inoltre le indagini già  avviate sul sindaco della città  calabrese: “La magistratura farà  il suo lavoro, intanto porto con me un’esperienza di accoglienza che mi auguro venga replicata in sempre più realtà  locali e il rispetto di quei valori, principi e diritti che appartengono a tutti, senza distinzione alcuna, e che devono essere la bussola dell’agire politico”.

(da “NextQuotidiano”)

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L’ARRESTO DI MIMMO E’ UN FAVORE AL GOVERNO E ALLA ‘NDRANGHETA

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

IL DISEGNO E’ EVIDENTE: COLPIRE CHI FA ACCOGLIENZA E AUMENTARE I CLANDESTINI PER FORNIRE MANODOPERA A BASSO PREZZO ALLA ‘NDRANGHETA

La meritoria azione di Mimmo Lucano rappresenta uno dei maggiori contributi espressi, a livello italiano e internazionale, per l’integrazione dei migranti e contro la clandestinità .
Evidente il nesso tra l’azione propagandistica di stampo nettamente razzista che ha costituito in questi mesi il principale carattere di questo governo e l’improvvida azione di alcuni settori della magistratura.
Ordinando l’arresto di Lucano questi settori danno un colpo, non decisivo ma pesante, alla lotta contro la clandestinità  che può essere condotta solo in un modo ed cioè dando un’alternativa di vita degna a migranti e richiedenti asilo.
E’ quanto ha fatto Mimmo Lucano da anni a questa parte.
Accogliendo i migranti e i richiedenti asilo e consentendo loro di dare un contributo lavorativo alla vita della comunità  nella quale venivano inseriti, Lucano ha promosso lo sviluppo del territorio e contrastato l’azione criminale delle cosche mafiose.
Il modello Riace costituisce tuttora un punto di riferimento per una politica migratoria all’altezza delle sfide in essere. L’unica politica in grado di contrastare efficacemente la clandestinità .
Chi, come me, ha letto il bel libro di Tiziana Barillà  su Mimmo Lucano e l’esperienza di Riace — Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace — ha un’idea abbastanza precisa degli ostacoli incontrati e superati con entusiasmo per restituire dignità  e futuro non solo e non tanto ai migranti ma anche e soprattutto a un territorio degradato da emigrazione, mafie e secolari trascuratezze governative.
Dello stato di bisogno e di illegalità  in cui vivono i clandestini si avvantaggiano le mafie che determinano la riduzione in schiavitù dei migranti, mediante il lavoro servile in agricoltura, la prostituzione e il reclutamento dei clandestini come manodopera dello spaccio e di altre attività  criminose.
Contrastare la clandestinità  significa pertanto combattere le mafie. E la clandestinità  si contrasta mediante politiche che riconoscano il ruolo e il contributo dei migranti.
Ecco perchè Lucano era ed è così inviso alle mafie.
Al tempo stesso era ed è inviso al governo e sono note le frasi sprezzanti con le quali Matteo Salvini aveva inteso liquidarlo.
Il decreto che porta il nome dell’attuale ministro dell’Interno determinerà  del resto un’enorme crescita della clandestinità . L’attacco allo Stato di diritto si somma a quello contro la vita e l’esistenza stessa dei migranti.
Tutto torna, quindi.
Il modello di accoglienza diffusa basato sugli Sprar è sottoposto a sua volta a un violento attacco. Il governo vuole promuovere al suo posto i Cie, in molti casi veri e propri lager nei quali, per effetto del decreto Salvini, i migranti potranno essere ora costretti a trascorrere fino a trenta giorni solo per esigenze di identificazione.
E’ evidente come strutture dove è consentita la detenzione massiccia in condizioni disumane di molti migranti, costituiscano un’occasione di intervento per la mafia e la corruzione, come dimostrato dalle vicende di Mafia Capitale, del Cara di Mineo e di altre.
L’intento di affossare l’esperienza positiva ed esemplare compiuta da Mimmo Lucano e dalla sua amministrazione a Riace rappresenta, quindi, un contributo oggettivo al rafforzamento delle logiche emergenziali che hanno consentito il prosperare di mafia e corruzione.
L’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si conferma imputazione suscettibile di essere piegata a vari fini e finisce per colpire quanti promuovono l’integrazione dei migranti.
Nella gerarchia di valori della Procura di Locri la salvaguardia delle leggi sull’immigrazione, ammesso e non concesso che Lucano e la sua compagna le abbiano violate, prevale su quella dei diritti umani e ciò è del tutto inammissibile.
Ad ogni modo esagerato è il ricorso alla custodia cautelare.
Probabile che questa improvvida iniziativa faccia la fine dell’inchiesta di Zuccaro contro le ong ma nel frattempo sarà  stata portato un ulteriore colpo alla cultura dell’accoglienza e della solidarietà .
Se pure i risultati giudiziari di quell’inchiesta sono pressochè nulli, infatti, essa ha contribuito a smantellare l’intervento umanitario di salvataggio nel Mediterraneo.
Si teme che altrettanto possa avvenire con Riace ed esperienze analoghe
Davvero sconcertante, quindi, risulta l’atteggiamento di una magistratura che si presta, per riprendere il comunicato di Progetto Diritti, “all’ennesimo attacco a quel mondo che ogni giorno è impegnato sul fronte dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani e dei valori che sono alla base del nostro ordinamento e delle convenzioni internazionali cui l’Italia ha aderito”.
Una magistratura che si adegui agli imperativi di una pessima politica rappresenta in effetti, come denunciano i giuristi democratici, l’anticamera di una pessima dittatura. Che non riguarderà  solo gli “stranieri”, ovviamente.
Occorre sperare che la parte maggioritaria e dominante della magistratura italiana non voglia prestarsi ad operazioni di questo tipo ma anzi avversi lo spregiudicate operato del governo.
A proposito del quale si attendono le decisioni sulle imputazioni di Salvini per sequestro ed altri reati in relazione alle note vicende della nave Diciotti.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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BEPPE FIORELLO: “IN CARCERE CHI ACCOGLIE I BISOGNOSI E I MAFIOSI A SPASSO”

Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile

L’ATTORE SOLIDALE CON IL SINDACO DI RIACE: “CREDERO’ IN TE ANCORA PIU’ DI PRIMA”

“Siamo tutti in pericolo, punto. Il sindaco #domenicolucano è stato arrestato per aver accolto non per aver favoreggiato, allora #arrestatecitutti”.
Lo scrive in un tweet Beppe Fiorello in difesa del sindaco di Riace Domenico Lucano, arrestato questa mattina per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “@Pontifex_it a lei la parola – continua l’attore siciliano – la spieghi lei a questa politica la differenza tra accogliere i bisognosi e favorire le mafie”.
In un precedente tweet Fiorello si era rivolto direttamente al primo cittadino: “Crederò in te più di prima”.
Secondo l’attore “qualcuno si porterà  sulla coscienza la vita di un uomo straordinario. Io lo so che Mimmo non sopporterà  questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”.
Fiorello è il protagonista della fiction Rai ‘Tutto il mondo è Paese’ ispirata proprio alla figura del sindaco di Riace, sospesa dal palinsesto circa un mese fa dopo che a Lucano è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della Procura di Locri.
“Non appena la magistratura comunicherà  le sue decisioni finali in merito all’indagine – aveva sottolineato la Rai in una nota – il Servizio Pubblico adotterà  i provvedimenti conseguenti”.

(da “Huffingtonpost”)

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