Destra di Popolo.net

IMPRENDITORI SERI: LA FERRERO REGALA 750 EURO AI DIPENDENTI CHE HANNO LAVORATO NEI GIORNI DEL CORONAVIRUS

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

IMPIEGATI A CASA, TERMOSCANNER E MASSIME MISURE DI SICUREZZA PER GLI OPERAI, COMPRESE MASCHERINE PER TUTTI

Ferrero premia gli operai, i dipendenti della rete vendita e della logistica che hanno assicurato la loro opera tra il 16 marzo e il 24 aprile.
La multinazionale della Nutella verserà  a ciascuno 750 euro lordi, parametrati a seconda dell’effettiva presenza nei giorni dell’epidemia da coronavirus.
La decisione rientra nell’ambito delle misure organizzative adottate dall’azienda, “la mente rivolta all’emergenza presente – spiega – ma anche al futuro, quando l’Italia sarà  chiamata a ripartire nell’interesse di tutti”.
Attivato lo smart working fino a data da destinarsi per tutto il personale non direttamente coinvolto in attività  produttive e di vendita, facendolo usufruire delle ferie tutti i venerdì fino al prossimo 17 aprile incluso, Ferrero ha ridotto del 50 per cento la forza lavoro sulle linee nello stabilimento di Alba, facendola usufruire per 50 pr cento delle ferie e per 50 di permesso retribuito fino al 17 aprile incluso.
Per il personale che continua a lavorare, ha attivato tutte le misure di sicurezza previste dalle disposizioni governative ed altre, specifiche, in aggiunta, tra cui il controllo della temperatura in entrata con termoscanner e la messa a disposizione di mascherine per tutti i dipendenti.

(da agenzie)

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MA SALVINI E LA MELONI CHE DIFENDONO ORBAN SONO GLI STESSI CHE ACCUSANO CONTE “UOMO SOLO AL COMANDO”?

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

SBAVANO SULL’AUTORITARISMO ALTRUI, INCENSANO UN TIZIO CHE HA ABOLITO LA LIBERTA’ DI STAMPA, CHE METTE IN GALERA CHI DISSENTE E CHE MINACCIA LA LIBERTA’ DEI MAGISTRATI

«Poteri speciali a Orbà¡n per combattere con forza il virus? Saluto con rispetto la libera scelta del parlamento ungherese, eletto democraticamente dai cittadini». Così Matteo Salvini accoglie la notizia del voto che ha concesso a al Primo Ministro dell’Ungheria Viktor Orbà¡n pieni poteri per un periodo illimitato di tempo per poter gestire l’emergenza coronavirus. Anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è accorsa in difesa del premier magiaro ricordando che «in Italia si limita libertà  a colpi di decreto».
Ma cosa è successo in Ungheria? Il Parlamento ha approvato una legge che dà  al premier pieni poteri per un periodo illimitato di tempo.
Lo stato di emergenza prevede la sospensione delle elezioni, carcere per chi diffonde fake news sul coronavirus (chissà  cosa succederebbe a Salvini e Meloni in Ungheria) e consente a Orbà¡n di governare per decreto fino alla fine dello stato emergenza che potrà  essere revocato solo con un voto dei due terzi del parlamento (Fidesz, il partito del premier, ha i due terzi dei voti).
Le opposizioni hanno parlato di deriva autoritaria, e in un paese che è già  considerato a “democrazia ridotta” e che rischia sanzioni in base all’articolo 7 del Trattato di Lisbona la cosa non sorprende poi troppo.
Salvini dice che il voto è una libera scelta del parlamento democraticamente eletto ma il rapporto dell’OSCE sulle elezioni del 2018 ha sollevato parecchi dubbi sulle modalità  con cui si sono svolte le ultime elezioni politiche.
Al tempo stesso Giorgia Meloni difende Orbà¡n e se la prende con quello che si dicono scandalizzati per il voto del parlamento anche se ammette di non sapere su cosa si sia votato: «non conosco, nel dettaglio, quali siano i poteri speciali conferiti al Primo ministro ungherese».
La difesa d’ufficio della Meloni e di Salvini del resto non sorprende. I due leader politici italiani sono da sempre molto amici del premier ungherese, al punto da applaudire per la decisione dell’Ungheria di non farsi carico della propria quota di migranti sbarcati in Italia mentre chiedevano ai partner europei di fare la loro parte.
Per la cronaca, dal 2015 in Ungheria è in vigore uno stato di emergenza relativo alla questione dei migranti, sono cinque anni e non è ancora stato revocato. Cosa che non fa ben sperare sulla revoca di questo nuovo provvedimento.
Alla Meloni Orbà¡n piace così tanto al punto da invitarlo ad Atreju per fargli dire cose come «in Italia il governo si è separato dal popolo» oppure «la sinistra non fa altro che importare degli elettori quando apre ai migranti. Finiranno per cedere la cittadinanza e loro non accetteranno mai la nostra base cristiana».
Cose che se le avesse detto un qualsiasi leader europeo non sovranista avremmo sentito la Meloni tuonare sulle indebite ingerenze negli affari interni del nostro Paese e addirittura di un attacco alla nostra sovranità .
Sull’Ungheria invece, dove dal 2010 Orbà¡n ha messo in campo una serie di riforme che hanno eroso la libertà  di stampa e modificato profondamente la Costituzione riuscendo a prendere il controllo della Corte Costituzionale Lega e Fratelli d’Italia tacciono.
Eppure erano in prima linea contro le riforme costituzionali di Renzi.
«Uno Stato d’emergenza illimitato e incondizionato non può garantire il rispetto di regole e valori della democrazia» ha detto il Consiglio d’Europa. In Italia invece Salvini — quello che qualche giorno fa si è accorto che il 31 gennaio in Italia è stato dichiarato lo Stato di Emergenza per la durata di sei mesi suggerendo che si tratti di un attacco alla democrazia — non ha detto nulla.
Forse perchè non vuole intromettersi negli affari di Orbà¡n (ma il premier magiaro invece ha mano libera per dire ciò che vuole sull’Italia). O forse perchè i sovranisti nostrani non hanno abbastanza coraggio per mettersi contro il vero uomo forte.
Loro se la prendono invece con Giuseppe Conte, accusandolo di essere un uomo solo al comando e lamentandosi del fatto che «è un momento troppo delicato per l’Italia e per gli italiani per escludere qualcuno e per lasciare solo in mano a qualcun altro queste decisioni» (Matteo Salvini, 22 marzo) oppure chiedendo di aprire il Parlamento, che non è mai stato chiuso. Salvini e Meloni si sono anche diffusamente lamentati del fatto che il Governo non li vuole ascoltare e non vuole discutere sulle loro proposte. In Ungheria l’opposizione non è stata minimamente consultata (così come non venne consultata al momento della riforma costituzionale).
Ma questo evidentemente è solo un dettaglio. Perchè la sedicente destra italiana, quella che loda la decisione presa dal parlamento ungherese democraticamente eletto è fatta così: sbava sull’autoritarismo altrui presentandolo come l’apice della democrazia mentre in Italia magari ci dà  grandi prove di democrazia chiedendo “pieni poteri” durante un comizio, facendo cadere il Governo dalla consolle di uno stabilimento balneare, raccontando agli italiani la storia del premier non eletto dal popolo oppure non andando quasi mai in Parlamento.
Vuoi vedere che alla fine ha più senso della democrazia un autocrate come Viktor Orbà¡n che Salvini e Meloni?

(da “NextQuotidiano”)

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SI’ A PASSEGGIATA SOTTO CASA GENITORE-FIGLI, DISABILI E ANZIANI: LA CIRCOLARE DEL VIMINALE

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

“L’ATTIVITA’ MOTORIA E’ CONSENTITA MA NON VA INTESA COME JOGGING”

Che un genitore porti il figlio minore con sè a prendere una boccata d’aria camminando nei pressi della propria abitazione va bene, ma nessuna corsetta, nè giro in bici o con il monopattino, escluso tirare due calci con la palla.
Insomma passeggiata sì e basta, ma nulla che sia assimilabile a gioco o sport.
Il ministero dell’Interno risponde con uno spiraglio di apertura alle pressanti richieste di chiarimento sulle uscite consentite per i bambini ma lo fa con una circolare ai prefetti (pubblicata sul sito del Viminale) che chiarisce bene i limiti per evitare che nei prossimi giorni, con le belle giornate e dopo tanti giorni costretti in casa, si riversino in strada migliaia di genitori con i bambini.
E dunque – si legge – ” è da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività  può essere ricondotta alle attività  motorie all’aperto, purchè in prossimità  della propria abitazione”.
La nuova circolare dà  ulteriori “chiarimenti” sui divieti di assembramento e spostamenti a causa dell’emergenza coronavirus.”L’attività  motoria generalmente consentita – precisa il testo –   non va intesa come equivalente all’attività  sportiva (jogging)”. Possibile invece camminare “in prossimità  della propria abitazione” ma resta “non consentito svolgere attività  ludica o ricreativa all’aperto ed accedere ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici”.
Insomma, il Viminale dà  una chiara indicazione: l’attività  sportiva nei pressi della propria abitazione è assimilabile alla camminata ma non al jogging.
Ma non solo. Il ministero dell’Interno dà  il via libera anche ad alcuni movimenti che riguardano anziani e disabili. Chiarendo ad esempio che, se in una struttura in cui coabitano persone come in una casa famiglia, esiste uno spazio all’aperto è consentito portarvi gli ospiti fermo restando però che le persone che vi accedono dall’esterno ( dai familiari agli operatori ai fornitori) dovranno rispettare le distanze interpersonali e utilizzare mascherine e guanti.
Sì anche alle passeggiate sempre nei pressi della propria abitazione di anziani e disabili accompagnati da persone che ne curano l’assistenza. Questo tipo di uscita – si legge nella circolare firmata dal capo di gabinetto Matteo Piantedosi – “è riconducibile a motivazioni di necessità  o salute”.
Per evitare interpretazioni troppo restrittive che nei giorni scorsi hanno portato a sanzioni anche di genitori che passeggiavano attorno a casa con i figli, la circolare dispone che “queste indicazioni vengano estese alle forze di polizia quotidianamente impegnate nella ricerca di un giusto equilibrio tra l’attenta vigilanza sulla corretta osservanza delle misure e la ragionevole verifica dei singoli casi”.
La nuova circolare arriva dopo numerosi appelli a concedere di uscire ai bambini, seppure con limitazioni. In un comunicato congiunto dei ministeri della Salute e della Famiglia e Pari opportunità  si cita infatti “l’opportunità  di riservare particolare attenzione all’attività  motoria in sicurezza dei bambini alla luce della proroga delle misure restrittive per contenere la diffusione del coronavirus in Italia”. In quest’ottica l’obiettivo “è consentire a tutti i soggetti in età  evolutiva, ossia i minorenni con un età  compresa nella fascia d’età  0-18 anni, di poter svolgere attività  motorie e ludiche all’aria aperta, ma sempre accompagnati da un familiare, nel rispetto del distanziamento sociale, con un rapporto adulto/minore di 1:1, a meno che non si tratti di fratelli o minori conviventi nella stessa abitazione. In questo caso il rapporto adulto/minore potrà  essere 1:n (n = numero fratelli o conviventi)”.

(da “Huffingtonpost”)

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ARCURI METTE ON LINE I DATI: “39 MILIONI DI MASCHERINE CONSEGNATE”

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

ORA NESSUNA REGIONE POTRA’ PIU’ NASCONDERSI SUI NUMERI… INVIATI ANCHE 1.231 VENTILATORI E 6.831 CASCHI PER LA TERAPIA INTENSIVA… OGNI SERA AGGIORNAMENTO DEI DATI SUL SITO DELLA PROYTEZIONE CIVILE

Ora, dopo le smentite delle Regioni – “i ventilatori da Roma non ci sono arrivati”, hanno detto Piemonte ed Emilia Romagna -, le videolitigate del commissario Domenico Arcuri con gli addetti all’approvvigionamento sul territorio, dopo le frontiere chiuse alle esportazioni mediche – lo hanno fatto praticamente tutte le nazioni, noi siamo stati i primi -, i dati sulle mascherine consegnate alle Aziende sanitarie e i ventilatori recapitati nelle terapie intensive degli ospedali sono online.
Da ieri sera sul sito della Protezione civile e quello del ministero della Salute.
Si chiama Ada, “Analisi distribuzione aiuti”, e spiega che da domenica 1 a domenica 29 marzo, quattro settimane quindi, l’Ufficio del commissario delegato al contrasto dell’emergenza Covid-19 ha distribuito 39,3 milioni di mascherine a fronte di un fabbisogno nazionale di oltre novanta milioni (al mese).
In particolare, Arcuri ha voluto sottolineare l’efficacia del suo ruolo tirando una linea spartiacque lungo il 18 marzo, data dell’insediamento (e della sottrazione del compito alla Protezione civile e al suo capo, Angelo Borrelli).
Ecco, dice il report: dall’1 al 17 marzo, era Borrelli, le mascherine consegnate alle Regioni sono state 9,9 milioni con una media di 330 mila invii al giorno.
Dal 18 marzo la distribuzione mascherine è triplicata raggiungendo i 29,4 milioni con una media giornaliera di consegna pari a 2,4 milioni.
Ci sono, quindi, i preziosi ventilatori polmonari, portati a fatica nelle Rianimazioni delle Regioni più colpite. L’emergenza sta rientrando, ma, fa sapere il commissario delegato, la struttura voluta dal premier Conte ha consegnato 1.231 ventilatori, 904 dei quali distribuiti dal 18 marzo: la media giornaliera, da quella data, è salita da venti a settantacinque pezzi distribuiti.
Infine, i caschi (che consentono di liberare posti in terapia intensiva): sono 6.831 quelli consegnati nel mese di marzo, con una media passata da 74 a 465 al giorno.
L’aggiornamento dei dati Dad sarà  realizzato ogni sera, tra le 22 e le 23,30. “È nostro dovere fare in modo che i cittadini sappiamo cosa è stato distribuito, a chi e quando”, ha detto il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri, che ha anche informato che eri è stata consegnata una “quantità  sufficiente di mascherine all’ordine dei medici”.
“Pensiamo – ha concluso – che anche loro devono essere dotati di una sorta di ‘magazzino di scorta’, in modo da poter sopperire o aggiungere dotazioni che vanno direttamente a loro”.

(da agenzie)

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LA GOVERNATRICE DELLA CALABRIA HA NOMINATO CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE UNO CHE NON SA NEMMENO COSA SIANO I VENTILATORI

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

“NON MI SONO MAI INTERESSATO DI ATTREZZATURE SANITARIE, MI OCCUPO DI ALTRE COSE”… E COME SE NON BASTASSE E’ PURE INDAGATO PER ABUSO D’UFFICIO… IN SERATA SI E’ DIMESSO

«Io non mi sono mai interessato —nemmeno lui- di edilizia sanitaria, di attrezzature sanitarie quindi è una cosa che…io mi occupo di altre cose. In questo frangente siamo stati catapultati quindi se lei mi dice: Che cos’è un ventilatore? Io non le saprei nemmeno dire…».
Parola di Domenico Pallaria, già  direttore del Dipartimento Lavori pubblici della Regione Calabria e neo nominato direttore della Protezione Civile in Calabria con delega alla gestione dell’emergenza epidemia da Covid-19.
La dichiarazione, a dir poco sorprendente visto che ormai pure i sassi sanno cos’è un ventilatore polmonare, è stata fatta ai microfoni di Report durante la puntata andata in onda ieri sera.
Eppure proprio la scorsa settimana la Regione Calabria ha pubblicato una manifestazione di interesse senza limiti di spesa per la fornitura di DPI e strumentazione per il potenziamento dei posti di terapia intensiva e sub intensiva del sistema sanitario regionale. Nell’avviso si legge l’elenco delle attrezzature da acquistare tra cui: aspiratori elettrici, centrali di monitoraggio per terapia intensiva, ecografi portatili, elettrocardiografi — mascherine chirurgiche, FFP2, FFP3, ventiltori ad aria compressa, pompe infusionali e volumetriche.
I delegati all’acquisto sono proprio l’ing. Domenico Pallaria (quello che non sa cosa siano i ventilatori) e il dott. Antonio Belcastro   che dal 2018 dirige il Dipartimento Tutela della Salute della Regione.
Paradossalmente in Calabria la questione dei ventilatori è il problema minore, perchè come conferma lo stesso Pallaria al microfono di Adele Grossi la maggior parte degli ospedali calabresi non è accatastata e quindi non ha l’agibilità .
Si tratta di un problema noto che si protrae da decenni. Pallaria però non si occupa, o meglio non si è mai occupato di edilizia sanitaria. Eppure il Capo della Protezione Civile Regionale ha il compito di occuparsi di   lavori pubblici, mobilità , infrastrutture, trasporti, rifiuti, ed è responsabile per gli ospedali di Vibo, Catanzaro e Gioia Tauro.
Jole Santelli non sapeva chi nominare come Capo della Protezione civile regionale, quindi ha scelto un indagato per abuso d’ufficio
Pallaria del resto, come racconta su LaCNews Enrico De Girolamo, non è un volto nuovo visto che è in Regione da vent’anni e ci è rimasto con tutte le amministrazioni, si di centrosinistra che di centrodestra.
Il che ci porta a chi ha pensato di nominare Pallaria — quello che non sa cosa sia un ventilatore — nel pieno dell’emergenza coronavirus al ruolo di responsabile nella gestione degli ospedali e degli acquisti di materiale ospedaliero di massima importanza.
A deciderlo è stata la presidente Jole Santelli, eletta con i voti della Lega e del centrodestra. Quelli che volevano cambiare tutto in Calabria si affidano ad una “certezza” della Regione, poco male in fondo non sarebbe nemmeno la prima volta.
E potrebbe nemmeno essere un problema il fatto che Pallaria non sappia cosa sia un ventilatore o non si sia mai occupato di edilizia sanitaria.
Il problema più grosso è semmai il fatto che il dirigente — come ha ammesso a Report — abbia ricevuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio.
A maggio Pallaria risultava tra gli indagati nell’inchiesta sulla realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia. Contattata da Report la Santelli si è difesa dicendo: «insomma chi dovevo nominare? Chi è il responsabile oggi della Protezione Civile e chi è responsabile oggi del Dipartimento Salute».
Forse pareva troppo chiedere un consiglio all’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo. È evidente che la Santelli è ancora in affanno per le difficoltà  incontrate nella formazione della sua giunta.
Ah: la giunta regionale guidata da Santelli (quella che governa con i voti della Lega e di Fratelli d’Italia che strillano per l’elemosina ai bisognosi da parte del Governo) non ha nemmeno recepito la legge 328 del 2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, la legge per l’assistenza, finalizzata a promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà .
Aggiornamento
“Ho rimesso il mio incarico di responsabile ad interim della Protezione civile nelle mani della presidente Santelli”. Ad annunciarlo nel corso della trasmissione “Articolo21” è stato Domenico Pallaria, travolto dalle polemiche dopo le sue affermazioni rilasciate a Report. Pallaria, dopo l’annuncio, ha anche chiesto “scusa ai calabresi”, per poi precisare che le sue parole sono state “estrapolate da un contesto”

(da “NextQuotidiano”)

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L’OSPEDALE ALLA FIERA DELLA REGIONE LOMBARDIA DA “600 POSTI IN SEI GIORNI” A 24 LETTI DOPO 19 GIORNI

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

UNA STRUTTURA DA 21 MILIONI DI EURO CHE NON VEDONO L’ORA DI SMONTARE

Alla Fiera di Milano si doveva aprire un ospedale da 600 posti in sei giorni il 12 marzo scorso. Cinquecento posti in terapia intensiva in meno di una settimana, annunciava l’assessore Giulio Gallera.
Di più: ai 500 posti di terapia intensiva si aggiunge il recupero «anche nei sottoscala — proseguiva il responsabile del Welfare — di altri 200 letti» in modo da arrivare alla massima “capacità ” di copertura assistenziale.
Oggi l’assessore Gallera e il presidente Attilio Fontana hanno presentato l’ospedale. Di giorni ne sono passati 19, ma non è certo questo il problema.
Il problema è che le cifre annunciate sono completamente sballate rispetto a quello che i responsabili del Pirellone hanno detto oggi: “apriranno tra i 12 e i 24 posti”, ha detto l’assessore.
“Potenzialmente saranno 350 posti, abbiamo acquistato ventilatori per quel numero. Inizieremo ad aprire i primi moduli anche perchè c’è il tema della formazione del personale”, ha concluso facendo quindi capire che ci vorrà  tempo affinchè sia pienamente operativo.
All’Ospedale Fiera di Milano, una volta a regime, ci saranno 200 posti di terapia intensiva e altrettanti medici anestesisti, che dovrebbero arrivare a 220, con circa 500 infermieri, secondo quanto emerge dalla conferenza stampa per l’inaugurazione della struttura a Milano. “Credo sia la terapia intensiva più grande d’Italia”, afferma il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali.
Guido Bertolaso, tornato in Italia per seguire il progetto ma che nei giorni scorsi è stato ricoverato per Coronavirus, ha scritto nel messaggio, letto da un suo delegato, che quello a Fiera Milano non è un “un ospedale da campo, non è un lazzaretto”, ma una struttura specialistica che mette al centro “la figura del paziente” grave colpito da COVID-19.
Un ospedale realizzato, ha aggiunto, “in tempi inconsueti e insperati”. E la scelta di Fontana di farlo “ha assunto un carattere esemplare”. E ancora: “al grido di aiuto dell’Italia si risponde, anche se con rischi a cui sapevo che avrei potuto andare incontro”.
Pazzali ha spiegato che i primi ad aprire saranno 8 reparti, con 53 letti per la terapia intensiva, poi in una seconda fase verrà  aperto il padiglione sottostante con 104 letti e in una terza il padiglione 2 con altri 48 posti per un totale di 200 posti letto.
Una struttura da 21 milioni di euro che non vedono l’ora di smontare
Sono stati oltre 1200 i donatori che hanno contribuito alla costruzione dell’ospedale in Fiera Milano, ha spiegato il presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali, ringraziando “la signora che ha dato 100 euro e chi ha dato 10 milioni” (ovvero Silvio Berlusconi). È grazie a loro che “abbiamo raccolto 21 milioni di euro” con cui è stato realizzata la struttura mostrata oggi alla stampa e in diretta video su facebook.     Ma Pezzali ha anche detto che l’ospedale verrà  smontato:   “Questa struttura rimarrà  finchè sarà  necessario che sia una diga o un faro della speranza, non so quando finirà  ma non vedo l’ora di smontarla, abbiamo già  predisposto con il Policlinico lo smontaggio e lo stoccaggio in magazzino per riutilizzare i materiali, la speranza è smontare domani mattina ma è un’ illusione”.
E allora la domanda sorge spontanea: posto che bisogna ringraziare chi si è dedicato al progetto, ma le premesse (e le promesse) non erano diverse?

(da “NextQuotidiano”)

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A SIRENE SPIEGATE DAVANTI AGLI OSPEDALI: L’OMAGGIO DELLE FORZE DELL’ORDINE A MEDICI E INFERMIERI IN TRINCEA

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

DAVANTI A MOLTI OSPEDALI IL RINGRAZIAMENTO PER CHI COMBATTE IN PRIMA LINEA

Da Massa e Sassuolo a Brindisi, passando per Chieti. Saluto militare, sirene spiegate e tanti applausi: sono l’omaggio che carabinieri, polizia e vigili del fuoco, protetti dalle mascherine, rendono a medici, infermieri e volontari impegnati in prima linea per combattere il Coronavirus.
La scena si è ripetuta nei giorni scorsi nei piazzali davanti a molti ospedali lungo tutta la penisola. Le forze dell’ordine schierate come in un picchetto d’onore hanno voluto ringraziare i sanitari che devono affrontare l’emergenza, ma anche sostenere i pazienti ricoverati.
Gli operatori sanitari, abbigliati con le tutte e i camici protettivi, sono usciti per qualche istante dalle strutture per ringraziare a loro volta i militari del gesto, del sostegno e della vicinanza.

(da Open)

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PIACENZA: TORTA DI COMPLEANNO DEI MEDICI ALL’OSPEDALE MILITARE AL PAZIENTE DI CORONAVIRUS

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

IL PAZIENTE COMMOSSO: “SIETE MERAVIGLIOSI, NESSUNO CI CREDEREBBE MAI”

All’ospedale di Piacenza, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, i medici e gli infermieri che combattono contro il virus riescono a trovare anche piccoli momenti di vicinanza umana al di là  delle cure, attraverso gesti semplici, come quello di consegnare una torta di compleanno a un paziente con tanto di canzone Tanti auguri a te. Manca soltanto la candelina, per evidenti ragioni di sicurezza.
Le immagini, diffuse attraverso un post su Facebook, del 30 marzo, arrivano dall’ospedale militare di Piacenza e il commento di chi le pubblica è semplicemente: «La straordinaria professionalità  ed umanità . Meravigliosi». L’uomo, chiamato Bruno, che riceve in omaggio la torta di compleanno da tre sanitari in tuta, mascherine e calzari protettivi, viene invitato a condividere il dolce con gli altri pazienti.
Visibilmente commosso, commenta: «Mi dovete lasciare tutti il telefono. Ragazzi, siete meravigliosi. Nessuno ci crederebbe mai. Io questa la racconto a mio figlio, la racconterò a miei nipoti. Io non ho mai festeggiato un compleanno, non sono uno da compleanno, però questa è stata una cosa meravigliosa».

(da Open)

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SALVINI RILANCIA, ORA VUOLE 200 MILIARDI, IL CONDONO FISCALE ED EDILIZIO: CHI OFFRE DI PIU’?

Marzo 31st, 2020 Riccardo Fucile

PRIMA VOLEVA 25 MILIARDI, QUANDO SONO ARRIVATI NE VOLEVA 50, POI 100, ORA NE CHIEDE 200 … LA MELONI VUOLE 1000 EURO SENZA CONTROLLI SUL CONTO CORRENTE DI TUTTI GLI ITALIANI

Prima ne aveva chiesti 25. Poi sono arrivati e allora è arrivato a 50.
È passato rapidamente a 100 e oggi, in un’intervista al Giornale, Matteo Salvini chiede un piano da 200 miliardi per l’economia italiana.
Chi offre di più, a parte Giorgia Meloni che vuole dare mille euro a tutti senza controlli?
Il Capitano in un’intervista rilasciata al celebre watchdog del Potere Alessandro Sallusti sul Giornale getta sul piatto un maxicondono (dimenticando di averne già  fatto uno quando era al governo):
«Dopo Pasqua, si può non andare oltre se mettiamo in sicurezza la ripartenza. Ma questo non dovrà  avvenire solo grazie alla genialità  dei nostri imprenditori che si stanno già  reinventando produttori di mascherine, macchinari sanitari, riorganizzando le loro aziende alle nuove esigenze. Tutelare la società  è un dovere, direi un obbligo dello Stato»
Cosa c’è da fare?
«Mettere in campo subito almeno duecento miliardi».
E dove li pigliamo?
«Qualche idea i o e gli amici del centrodestra l’abbiamo».
Tipo?
«Reset totale».
Cioè?
«Tipo: pace fiscale e pace edilizia».
Un mega condono
«Non mi faccia dire ‘sta parola che poi mi saltano tutti in testa. Dobbiamo ricominciare tutto daccapo o non ne usciremo»
E qui ci si immagina che quella vecchia volpe di Sallusti tiri fuori il domandone, del tipo: mi scusi, ha fatto la pace fiscale nel 2019 e non mi risulta che siano entrati milioni di miliardi. Ora un nuovo provvedimento identico perchè dovrebbe avere un maggiore successo? E invece:
Non ve lo faranno fare.
«Se si vuole ripartire dovranno essere azzerati i debiti privati e lasciare fare le imprese: via tutta la burocrazia, tu fai e poi io controllo, non l’inverso come è oggi».

(da “NextQuotidiano”)

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