Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
GLI INVESTIMENTI TRA UK E UE SONO CALATI DELL’8% DAL 2016 E L’EXPORT VERSO L’EUROPA E’ CROLLATO DEL 30%
Si dice che Grimsby venne fondata nel XIII secolo da Grim, marinaio danese che si rifiutò di annegare il neonato del re. Oggi invece questa città inglese da 86mila abitanti, storica capitale portuale e della pesca del Regno Unito […] intreccia tutti i bivi del Regno Unito post Unione Europea: nel referendum del 2016, qui il 70% dei cittadini votò per uscire dall’Ue.
Grimsby, oltre a essere terra desolata nell’omonimo film con Sacha Baron Cohen, è un bastione dei “dimenticati” britannici che sette anni fa si vendicarono contro l’Ue e “l’establishment” britannico. Oggi ancora in molti non sono pentiti (“Almeno non ci sono più i polacchi a rubarci il lavoro”). Ma questo inverno è durissimo qui, con i livelli di delinquenza più alti del Lincolnshire.
A Grimsby, l’aspettativa di “vita in salute” degli uomini è crollata paurosamente: 65 anni nel 2011, 55 oggi. Ora, il consorzio Icelandic Seafood, che processa pesce per tutta l’Inghilterra, ha mollato. «La crisi, il Covid e la Brexit, con i suoi costi e burocrazia, non ci permettono più di andare avanti», dice il presidente Bjarni Armannsson, «ci trasferiamo in Ue». Duecento posti di lavoro a rischio.
Duecento chilometri più su, sempre sul Mar del Nord, c’è Blyth, altra enclave post operaia dove crebbe Mark Knopfler dei Dire Straits. Qui c’è appena stato un altro mesto annuncio per la “Global Britain” post Brexit: Britishvolt, la mega factory da oltre 4 miliardi di euro che avrebbe dovuto produrre batterie per auto elettriche, ha dichiarato tragicamente bancarotta.
Migliaia di posti di lavoro in fumo, una mazzata ai sogni di ridistribuzione di ricchezze nel nord inglese come ricompensa per i “dimenticati” brexiter. Di simili impianti di batterie, nel Regno Unito oggi ce n’è solo uno (cinese), mentre l’Ue ne ha già 35 in programma. Mentre lo stabilimento automobilistico più grande è giapponese: la Nissan nella vicina Newcastle, che sinora ha resistito alle sirene della Ue.
Gli investimenti tra Uk e Ue sono calati dell’8% dal 2016 nonostante il «fantastico» (Johnson dixit) accordo di libero scambio tra i due blocchi: l’export verso l’Europa è crollato, fino al 30%, dice la London School of Economics. L’intensità commerciale del Regno ha perso il 12% dal 2019, ossia due volte e mezzo rispetto ogni altro Paese G7. E per il think tank Centre for European Reform, a causa della Brexit il Regno Unito ha già bruciato il 5,5% di Pil: 40 miliardi di sterline.
Magari la Brexit sarà un successo in futuro. L’ultimo “unicorno” è quello della deregulation, “per rendere il Regno Unito appetibile agli investitori”. Perciò ieri il primo ministro Rishi Sunak ha promesso «un falò » di migliaia di leggi Ue per «liberare tutto il potenziale del nostro Paese ». Molti imprenditori temono invece il caos, perché li costringerà a un doppio regime di norme e standard per continuare a fare affari con l’Ue.
Ma se il partito conservatore non rinnega la Brexit per paura di rivolte interne, il Labour di Sir Keir Starmer ha il terrore di rimetterla in discussione[…] c’è da riconquistare i “dimenticati” che odiano Londra e dunque «non torneremo mai in Ue», giura Starmer. Avanti così, nonostante tutto.
(da La Repubblica)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
DOTTORI & GRANDE ORIENTE
Palermo. Camici bianchi e grembiulini. A tre giorni dall’arresto di Matteo
Messina Denaro, l’ombra della massoneria si allunga su quella fetta di borghesia che potrebbe aver favorito la latitanza dell’ultimo boss delle stragi. Alfonso Tumbarello, il medico di base in pensione che aveva in cura Andrea Bonafede, era iscritto alla loggia “Valle di Cusa – Giovanni di Gangi” (1035) all’Oriente di Campobello di Mazara, la cittadina in provincia di Trapani che in queste ore è diventata il teatro della caccia a rifugi e favoreggiatori dell’ultima primula rossa di Cosa Nostra.
Trovato Messina Denaro, infatti, rimangono da prendere i suoi complici, quelli che gli hanno garantito trent’anni da latitante. È per questo che gli uomini del Ros dei carabinieri insieme a quelli del comando provinciale di Trapani stanno passando al setaccio tutti i documenti acquisiti il 16 gennaio, poche ore dopo l’arresto del boss, nel reparto di Oncologia medica dell’ospedale del capoluogo. Si tratta di cartelle cliniche e registri delle attività operatorie: materiale che gli inquirenti stanno studiando per approfondire eventuali complicità che avrebbero garantito a Messina Denaro, alias Bonafede, di curare il suo tumore. A questo proposito, gli inquirenti stanno valutando un esame istologico e una Pet, ma anche un lungo ricovero – fonti mediche del Fatto parlano di almeno un mese – di Bonafede nell’ospedale di Trapani: quell’uomo era Messina Denaro? Per rispondere a questa domanda gli investigatori hanno iscritto nel registro degli indagati Filippo Zerilli, il responsabile del reparto che il giorno della perquisizione era assente per malattia. Il medico è indagato per procurata inosservanza di pena aggravata: un atto dovuto, lo definiscono al momento gli inquirenti. Lo stesso reato viene contestato pure a Tumbarello, la cui posizione è però diversa rispetto a quella di Zerilli. Come ha fatto il medico di base a non accorgersi che il suo paziente Andrea Bonafede, al quale prescriveva esami e terapie, fosse in realtà l’uomo più ricercato del mondo?
Ex consigliere provinciale dell’Udc, poi candidato non eletto all’Assemblea regionale siciliana nel 2006, quando Totò Cuffaro riuscì a battere Rita Borsellino nonostante un rinvio a giudizio per favoreggiamento a Cosa Nostra, Tumbarello è stato sospeso oggi a tempo indeterminato dal Grande Oriente d’Italia. “È una prassi, lo facciamo sempre quando ci sono degli indagati”, ha spiegato alle agenzie di stampa Stefano Bisi, gran maestro del Goi. Ed è vero: prese la stessa decisione, infatti, anche Giuliano Di Bernardo, al vertice del Grande oriente tra il 1990 e il 1993. “Ricordo che il sindaco di Castelvetrano, massone del Goi, – potete verificare – era stato arrestato in quanto membro della mafia”, raccontò Di Bernardo alla commissione Antimafia nel 2017. “Si chiamava Vaccarino”, aveva puntualizzato la presidente Rosy Bindi. “Io feci in modo che immediatamente fosse sospeso dal Grande Oriente. Però ciò che avviene nelle realtà locali si viene a sapere solo per caso”, aveva spiegato Di Berardo.
Insegnante, massone, ex politico, Vaccarino è una figura controversa: condannato per traffico di stupefacenti, fu assolto dall’accusa di mafia. Amico di don Ciccio Messina Denaro, tra il 2004 e il 2006 comincia una corrispondenza col figlio Matteo. Si firma Svetonio (mentre il boss sceglie per sé il nome di Alessio) e cerca di stanare il latitante, pare in accordo coi servizi segreti. Difficile, al momento, paragonare la figura di Vaccarino a quella di Tumbarello. Anche perché a Campobello il medico è considerato da tutti una persona perbene e al di sopra di ogni sospetto. Nel 2007, tra l’altro, il suo nome finì in un’informativa dei carabinieri di Mazara del Vallo, che indagavano su un omicidio. In quell’indagine il medico era parte lesa: si dava conto del fatto che il 22 febbraio del 2004 nella sua abitazione era stata incendiata la porta d’ingresso. Solo uno dei 148 roghi dolosi commessi in sei anni a Campobello ai danni di soggetti politici oppure esponenti della locale famiglia mafiosa. Elementi che suggerivano agli investigatori come “vi fosse una strategia e un disegno criminoso più ampio”. Già all’epoca Tumbarello era noto per essere medico, attivo in politica e iscritto alla massoneria. Tre caratteristiche condivise con Giovanni Lo Sciuto, in passato ras locale di Ncd, originario di Castelvetrano. Arrestato nel 2019, poi finito a processo per violazione della legge Anselmi, la procura di Trapani gli contesta, tra le altre cose, di aver creato una loggia segreta, sempre nella città di Messina Denaro. Secondo le intercettazioni, nel 2016 il politico era riuscito a essere avvisato dell’esistenza di un’indagine top secret sui legami tra mafia e logge. “Ci sono 23 avvisi di garanzia per la massoneria, c’è pure tuo fratello”, gli rivelava un dentista massone, spiegando che il blitz degli inquirenti poteva essere imminente: “I giudici lo sai perché non lo fanno? Perché sono tutti massoni”.
Quell’indagine esisteva davvero a Palermo, ma sarà poi archiviata. Prima di essere arrestato nell’inchiesta della Procura di Trapani, Lo Sciuto finirà tra le polemiche per colpa di una vecchia fotografia pubblicata dal giornalista Sandro Ruotolo: lo ritraeva insieme a Messina Denaro al matrimonio di una cugina del superlatitante. Il politico, pubblicamente, aveva smentito i rapporti con il boss. Ma al telefono si vantava: “Quando eravamo ragazzini ci volevamo bene, poi iddu ha fatto la sua strada”. Una strada finita nel carcere di L’Aquila
(da il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
“CON GLI AFFIDAMENTI SOTTO SOGLIA I LAVORI FINISCONO ALLE IMPRESE VICINE ALL’ASSESSORE O AL SINDACO – CHI È SENZA COMPETENZE POTRÀ AFFIDARE LAVORI FINO A 500.000: È COME PERMETTERE DI GUIDARE IN CITTÀ SENZA PATENTE”
“Aver alzato la soglia degli appalti a 500.000 euro per le stazioni appaltanti non
qualificate è come permettere di guidare in città senza patente dove c’è il limite dei 50 km”. Parola del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, che durante il convegno ‘Cantiere Italia. Tra Pnrr, emergenze e nuovo codice appalti’ nella sede dell’Ance ha nuovamente sparato alzo zero su alcuni punti del nuovo Codice appalti scritto dal Consiglio di Stato e approvato in consiglio dei ministri a dicembre, ora in Parlamento per i pareri delle commissioni.
Nel mirino sia la decisione di “permettere di fare appalti fino a mezzo milione per chi non è capace di farlo, perché non qualificato”, con la certezza – più che rischio – che così “i lavori e gli acquisti si fanno male, si spende molto di più del necessario e si buttano soldi pubblici“, sia l’eliminazione dell’elenco gestito da Anac delle società in house a cui le amministrazioni danno affidamenti diretti e l’ammorbidimento delle norme sul conflitto di interessi.
La riforma delle norme sui contratti pubblici è uno degli obiettivi cruciali del Recovery plan, “ma non basta farla”
Per prima cosa, secondo Busia, aver assecondato i Comuni che come sempre hanno chiesto deroghe all’obbligo di qualificazione (peraltro ancora lettera morta) per continuare a gestire gli affidamenti – e hanno ottenuto di poterlo fare per lavori fino a 500mila euro – è stato un grave errore: “Occorre riportare la soglia a 150.000 euro. Sopra quella soglia per fare appalti bisogna essere qualificati. Oggi in Italia non possiamo permetterci un numero spropositato di stazioni appaltanti, oltre 36.000. Devono scendere a un terzo delle attuali. Le centrali di committenza qualificate non possono essere più di 100. Altrimenti le pubbliche amministrazioni soccombono nella contrattazione con i grandi gruppi privati“. Una prospettiva da brividi, nell’anno in cui dovrebbe iniziare la concreta messa a terra dei fondi del Recovery. E colpisce che la condividano anche i costruttori, visto che per Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, con questa norma “si rischia di sottrarre al mercato una grande fetta” di lavori.
Altri rischi sono legati all’aggiudicazione dei contratti pubblici sotto soglia, per i quali sono consentiti gli affidamenti diretti o con procedura negoziata: “Anac è per semplificare e affidare in maniera veloce. Ma attenzione: ragioniamo sul sotto soglia. Non può essere che assistiamo a continue forniture di servizi da parte dei Comuni tutte a 140.000 euro, per stare sotto la soglia e affidare contratti direttamente. Così si privilegiano i soliti noti, i più vicini all’assessore o al sindaco, non le imprese migliori, quelle con i prezzi più bassi, quelle che lavorano meglio. Grazie alla digitalizzazione è possibile fare in fetta, ma anche bene. Senza ricorrere sempre agli affidamenti sotto soglia in maniera discrezionale“.
“Sbagliata”, poi, la soppressione dell’elenco dell’in-house gestito da Anac: “È stato abolito il registro che verifica quali in-house hanno le caratteristiche per operare correttamente. Due terzi dei richiedenti non hanno quelle caratteristiche, e finora sono rimasti esclusi dall’elenco. Ora entreranno tutti. Ha senso questo? Favorisce una migliore gestione e fornitura di servizi? Aiuta a fornire servizi a prezzi più competitivi? Favorisce la libera concorrenza e la scelta dei fornitori migliori? Io credo di no.
Infine, “Anac chiede il ripristino della normativa del conflitto di interessi nel nuovo codice appalti. Il settore dei contratti pubblici è delicato. Anche se non c’è la bustarella o la corruzione danneggia l’interesse pubblico scegliere l’impresa amica, quella più vicina e non la migliore. Non è interesse soltanto di chi ha perso la gara, evitare il conflitto d’interesse. È interesse collettivo di tutti, per il bene comune e la scelta migliore delle imprese nell’affidare appalti e servizi”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
LE TRUPPE DEGLI ELETTI PENTASTELLATI SI INCAZZANO PERCHE’ CONTE VUOLE RINNOVARE ALL’ELEVATO IL CONTRATTO DA 300MILA EURO PER SEGUIRE LA COMUNICAZIONE DEI 5 STELLE
Beppe Grillo torna a fare il comico a tempo pieno, ma il M5S è pronto a
rinnovargli il maxi-contratto da 300mila euro per seguire la “comunicazione” dei 5 Stelle. Giuseppe Conte lo ha già detto a chi ci ha parlato in questi giorni: il contratto, in scadenza a breve, sarà confermato per un altro anno.
E allo stesso importo: 300mila euro. La mossa crea qualche malumore, fra le truppe degli eletti alla Camera e al Senato, dove il budget per i collaboratori si è già ridotto, a causa del taglio dei parlamentari, e dove andranno messe a bilancio anche le parcelle per i grandi ex esclusi dal tetto del doppio mandato, da Paola Taverna a Vito Crimi (70mila euro a testa). Il motivo dei mal di pancia interni viene spiegato così: cosa ha fatto Grillo per la comunicazione del Movimento nell’ultimo anno? Nell’ultima campagna elettorale, per le Politiche, non si è fatto vedere, ha concesso appena una foto social, di schiena, con Conte. Per queste Regionali sono in programma zero appuntamenti in Lazio e Lombardia.
Sul suo blog, oltre a reclamizzare il nuovo spettacolo, “Io sono il peggiore”, non c’è traccia del simbolo del M5S e i post pubblicati sono i soliti, si parla di massimi sistemi: “Trasformare gli scarti di cibo in materiali più resistenti del calcestruzzo”; “L’Elevato ha costituito la Chiesa dell’Altrove”; “Motorinas elettrici in Cuba”. Dunque, si chiedono gli scettici, perché continuare a pagarlo profumatamente per un altro anno, a magggior ragione ora che sta per imbarcarsi in un tour che lo porterà in giro per mezza Italia, perfino in Svizzera a Lugano, con una replica in calendario ogni 2-3 giorni?
Il contratto siglato ad aprile 2022 era annuale. E prevedeva, stando alla nota diramata dal M5S, una serie di attività a prima vista impegnative: “Supporto nella comunicazione con l’ideazione di campagne, promozione di strategie digitali, produzione video, organizzazione eventi, produzione di materiali audiovisivi per attività didattica della Scuola di formazione del Movimento, campagne elettorali e varie iniziative politiche”. E ancora “la promozione delle attività del Movimento all’estero, attraverso la partecipazione a convegni, giornate di studio, incontri con personalità scientifiche e istituzionali”.
(da La Repubblica)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
“DICA LA VERITA’…IL GIORNO IN CUI LEI È MORTA MI PORTÒ DAI PUSHER”
“Non accuso nessuno, chiedo solo verità. Ho chiesto a mio fratello Francesco di dire pubblicamente la verità sulla sua storia di spaccio. E di non addebitare a nostra madre, morta di cancro, – come invece ha fatto! – la responsabilità dei suoi errori di gioventù. Se ti candidi a governare la cosa pubblica devi essere onesto, prima di tutto con te stesso. Secondo me non lo è stato.
Io sono destra! Non solo sono di destra, ma sono un elettore convinto di Giorgia Meloni, non ho nessuna ostilità verso il centrodestra. Casomai voglio aiutare lei, e tutti, a fare chiarezza su fatti di cui sono testimone. Non ho nessuno ostilità politica, in questo caso la politica non c’entra nulla. Mio fratello ha già vinto. La sinistra è divisa, alle regionali si vota a turno unico, chi conosce la politica sa come funziona, il resto è solo campagna elettorale e propaganda. La candidatura di qualcuno che ha espiato un errore è legittima e giusta, a patto che non si fondi su una menzogna. Francesco non si è mai drogato. E quindi non è vero che è finito a spacciare perché si trovava in un momento di debolezza. Faceva il bagnino, guadagnava già dei soldi, era carismatico, militava in una organizzazione politica… era allora, come oggi, una persona strutturata e perfettamente consapevole di quel che faceva. So bene come è entrato nel giro della droga: gli è accaduto un giorno, parlando con dei ragazzi in piscina. Loro glielo hanno proposto lui ha accettato. La malattia di mia madre non c’entra a nulla. Era una sua fragilità, ma di altro tipo: per debolezza e per avidità. Il giorno in cui è morta nostra madre per me è un ricordo traumatico. Una ferita che mi sono tenuto dentro per una vita. Il cadavere di mamma era ancora caldo. Francesco mi disse: “Vieni con me?”. Volevo stare con lui, condividere quei momenti con l’unica persona che soffriva come me per quel lutto. Andammo davanti ad un locale, il Gp – oggi non esiste più – dove c’erano gli spacciatori. Perché lui doveva organizzarsi con loro, per decidere il giro dell’eroina. Erano in contatto con dei nigeriani, che avevo visto in altre occasioni. Quelli che ho visto io quel giorno erano tutti italianissimi, anzi romani. Ricordo che persino lo spacciatore ci rimase. E disse: “Ma come, t’è morta tua madre e tu stai qui? Ma potevi pure veni’ domani!”. Scoprirò, solo più tardi, e in modo drammatico, che eravamo sorvegliati. Mi sveglio con qualcuno che bussa alla porta: apro. C’è l’inferno davanti casa: carabinieri, servizi segreti… entrano, prendono Francesco, lui non fa nessuna resistenza. Chiedo, urlo: “Dove lo portate? Dove?” Mi rispondono: “A via in Selci”. Ne abbiamo parlato molto tempo dopo, e mai bene: ci sono cose che restano come macigni in mezzo alle persone.
Mio fratello è tornato sul caso per dire una cosa folle: e cioè che la sua condanna giovanile per spaccio è come la militanza giovanile di Eugenio Scalfari nel partito fascista e nel Guf durante il Ventennio. Si può paragonare la biografia di Scalfari a quella di uno spacciatore? Oppure il fascismo alla droga? O entrambe le cose? Come la prendi è una frase senza senso. Una follia. Mi viene da pensare che non sia lucido”.
Così Alessandro Rocca, fratello di Francesco, candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Lazio, racconta le vicende giudiziarie che hanno visto protagonista l’ex Presidente della Croce Rossa, in una intervista al settimanale “The Post Internazionale – TPI”
(da TPI)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
“COMBATTIAMO CONTRO I SATANISTI, QUESTA E’ UNA GUERRA SANTA”
Vladimir Rudolfovich Solovyov, tra i più popolari anchorman e propagandisti
russi, torna a dare spettacolo in diretta televisiva.
«Si sente dire da tutte queste persone che sono pronte a dare all’Ucraina tutto ciò che serve per ottenere una vittoria. Tutti! Penso che alla fine questo “tutto” includa anche l’arma nucleare. Per questo motivo la distruzione di questo “mondo satanico” sta diventando un obiettivo esistenziale per noi (russi, ndr)», afferma Solovyov durante una puntata del suo show trasmessa dal Russian Media Monitor della giornalista del Daily Beast Julia Davis.
E poi ancora: «Ascoltate cosa ha detto Magomed Khitaneav, il cui nome di battaglia è “Sheikh”, prima della battaglia», continua l’anchorman prima di mostrare una clip in cui si vede un soldato russo parlare alle sue truppe. «L’ira di Allah si è abbattuta su di loro (ucraini, ndr). Noi siamo dalla parte di Dio, difendiamo la legge divina. Difendiamo la nostra fede. Oh ucraini, perché avete permesso le parate gay a Kiev, Kharkiv e Odessa. Perché permettete tutto ciò? Senza vergogna davanti a Dio, senza vergogna davanti alla gente, stanno apertamente, palesemente, diffondendo la loro sporcizia». E infine: «Gloria ad Allah onnipotente! Quello che stiamo facendo è un nostro dovere, un obbligo per ogni credente». Poi di nuovo Solovyov: «Lo ripeterò in tutte le lingue: Allah akbar! Elohim Gadol! Dio è grande! Stiamo combattendo contro i satanisti. Questa è una guerra santa e dobbiamo vincere».
(da agenzie)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
IL TRIONFO ANNUNCIATO DI FRATELLI D’ITALIA, LO SFASCIO DELLA LEGA E LA DECADENZA DI FORZA ITALIA APRIRANNO UN CONFLITTO DURISSIMO… LA CONQUISTA DEL POTERE DEI NORDISTI CAPITANATI DA LA RUSSA E SANTADECHÉ, COL SUPPORTO DEI GIORNALI DI ANGELUCCI
Avvisate la Giorgia nazionale: il peggio deve ancora arrivare. Le aperte critiche di Berlusconi sulla questione accise, con Salvini che non ha speso una parola a sostegno del governo di cui è vice premier, sono la prima avvisaglia del casino che succederà alla Meloni dopo il voto delle regionali in Lombardia.
Un voto a dir poco destabilizzante in base ai sondaggi riservati di queste ore e che potrebbe mettere a rischio, appena dopo quattro mesi dalla nascita, il primo governo di destra guidato da una donna.
Lo sfascio della Lega: rispetto al voto regionale del 2018 (29%), Salvini è finito al 10%. La decadenza di Forza Italia: dal 14,3% la troviamo, a un mese dal voto, al 7%. La Meloni acchiappatutto: dal 3,6% del 2018, ora le rilevazioni la danno al 26%. (Gli altri partiti: il Pd dal 19% galleggia al 15, la Lista Moratti veleggia sul 14% mentre Azione di Calenda è premiata del 13%. M5S non pervenuto).
Amorale della fava: Fratelli d’Italia espugna la più rilevante regione italiana, fino a ieri doviziosa roccaforte di Salvini e Berlusconi. (Il prodotto interno lordo della Lombardia è pari a 368 miliardi di euro, circa il 22% del PIL Italiano). Una volta contati i consensi ai partiti, il 15 febbraio si aprirà un conflitto durissimo degli sconfitti verso il cannibalismo senza limitismo di Giorgia.
Salvini e Berlusconi, che hanno fatto cadere il governo Draghi solo per tentare di fermare l’irresistibile avanzata di Fratelli d’Italia, si troveranno così davanti alle macerie dei loro partiti. E sarà caos.
Per il “Capitone” non c’è alternativa che far buon viso a cattivo gioco e restare inchiavardato alla scrivania di ministro e vice premier, sventolando la bandiera dell’autonomia (“Sarà una realtà entro il 2023”) per quietare i Calderoli in calore e i governatori del Nord Fedriga e Zaia. Se Berlusconi fa spallucce, la regina della Garbatella sull’autonomia differenziata fa orecchie da mercante e, fautrice del centralismo statale com’è, non ne parla mai e dà precedenza al bla-bla sul presidenzialismo (facendo così incazzare il Quirinale).
Più sconvolgente per la coalizione governativa potrebbe essere lo sfarinamento di Forza Italia. Il partito del Biscione è spaccato in due come una mela: da una parte Tajani e i suoi che ogni giorno scalpitano per ingrossare le file di Fratelli d’Italia, dall’altra c’è la testolina di Licia Ronzulli che rischia di rotolare per i prati di Arcore. Infatti l’ex infermiera è entrata in collisione con Marta Fascina che, da assoluta gatta morta, oggi è lei a governare le spoglie dell’ottuagenario Sire di Arcore.
Massì: anche le volpi finiscono in pellicceria. La Ronzullona ha finalmente aperto gli occhi e capito che la Fascina ha più potere di lei quando ha deciso alcune nomine di persone a lei care.
Un’ascesa in camera da letto che sta innervosendo (eufemismo) sia Marina che Piersilvio che, sin dalle finte nozze, sognano una Pascale per farla fuori.
Intanto, Renzi complotta con l’emarginato Gianni Letta per portare nelle file di “Italia Morta” un po’ di parlamentari forzisti, sapendo bene che dopo le regionali lombarde Calenda abbasserà il sipario sul mai nato terzo polo.
(da Dagoreport)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
CON MELONI I VOLI DI STATO SONO AUMENTATI DEL 50% RISPETTO AL GOVERNO DRAGHI
L’aumento c’è, anche se dopo circa tre mesi di amministrazione è presto per
stilare una valutazione definitiva: se si tiene conto dei soli due mesi “completi” pubblicati sul registro per la trasparenza dei voli di Stato, il governo guidato da Giorgia Meloni ha aumentato del 50% le missioni coperte con la flotta dell’Aereonautica a disposizione della presidenza del Consiglio.
Una media di 15 missioni al mese contro le 10 del governo Draghi, escludendo per entrambi ottobre, mese di passaggio tra l’uno e l’altro, e, ovviamente, gennaio.
Se si guarda ai decolli, ovvero alle tratte coperte, la situazione migliora ma non di molto: la media è di 32,5 voli, contro i 26 dell’amministrazione precedente, con un aumento del 27%.
E’ vero che d’estate l’attività del governo Draghi può essere stata ridotta rispetto ai mesi invernali, ma lo stesso si potrebbe dire per dicembre scorso nel caso dell’attuale governo. Insomma, per il momento il governo che ha promesso «rigore nei conti» e non ha avuto paura di rimettere le accise sulla benzina pur di farli quadrare, sulle missioni di stato ha avuto, per il momento, una manica piuttosto larga.
I precedenti
Il tema voli di Stato è croce, molto più che delizia, un po’ per tutti i governi italiani. Le maggiori polemiche, però, negli ultimi anni hanno riguardato in particolare quelli di centrodestra: era il 2009 quando Silvio Berlusconi fu indagato, e poi archiviato, dal tribunale dei ministri di Roma, perché accusato di aver portato alcuni ospiti nella sua residenza estiva, Villa Certosa, usando i voli del 31/o stormo dell’Aeronautica. In seguito a quei fatti, nel 2011 lo stesso Cavaliere firmò una circolare che stabiliva criteri tassativi e dava vita anche ad un registro (abbastanza) trasparente che è facilmente consultabile sul sito della presidenza del Consiglio.
Il registro è parzialmente trasparente, ma esclude dal conto i voli delle massime autorità, e ovviamente non ne è toccato il Quirinale: non ci sono i voli del premier, come dei presidenti di Camera e Senato e del presidente della Corte costituzionale, in questo caso Silvana Sciarra. E, ovviamente, i voli che per ragioni di Stato devono rimanere coperti da segreto. Per il resto, quando un ministro prende un volo di Stato, che sia per ragioni di sicurezza o istituzionali (ad esempio la partecipazione a vertici internazionali) finisce in questo registro.
Il comportamento dei ministri
In questi due mesi di governo Meloni, il podio per il maggior uso dei voli di Stato è andato, come è normale che sia, al ministro degli Esteri, Antonio Tajani che ha fatto 9 missioni, soprattutto fuori confine. Quindi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, con 6 trasferte. Colpisce poi il comportamento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio che ne ha 5 e quasi tutte partono o arrivano a Treviso, sua città natale e di residenza. Sia in questo governo sia nel precedente, infatti, le missioni partono e arrivano praticamente tutte nella capitale.
(da agenzie)
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Gennaio 19th, 2023 Riccardo Fucile
“LA MALATTIA HA AVUTO UN’ACCELERAZIONE NEGLI ULTIMI MESI. HA ACCOLTO LA PROGNOSI CON DIGNITÀ”… “INQUIETANTE LA COINCIDENZA TEMPORALE CON LA QUALE BAIARDO HA DIFFUSO UNA NOTIZIA RISERVATA”
Sa di non avere molto tempo davanti a sé, Matteo Messina Denaro. Una «prognosi infausta» quella che i medici della clinica La Maddalena hanno dovuto comunicargli poco più di due mesi fa quando i controlli, dopo il previsto ciclo di chemioterapia, hanno rivelato l’estendersi del tumore al colon per il quale era stato operato, prima, all’ospedale di Mazara del Vallo, a novembre 2020, poi nel centro di eccellenza oncologico di Palermo.
Quel giorno del novembre 2022 il paziente che tutti conoscevano come Andrea Bonafede accolse la notizia «con grande dignità», ricorda Vittorio Gebbia, direttore responsabile dell’Oncologia, dove il boss era seguito da un anno e mezzo.
Professor Gebbia, dunque Messina Denaro è consapevole delle proprie condizioni di salute. Come ha accolto la prognosi?
«Ha accolto la prognosi e le terapie con grande dignità».
Mai nessun sospetto? A vederlo non sembra poi molto dissimile dagli ultimi identikit diffusi dagli investigatori.
«Ma scherza? A parte il fatto che noi medici non è che circoliamo con gli identikit dei latitanti in tasca, è facile dirlo ora dopo averlo visto in volto. Io lo avrò ricevuto nel mio studio due o tre volte e le assicuro che, tra le migliaia di pazienti che visito, questo non mi è mai balzato all’occhio per nessun motivo. Per noi era il signor Andrea Bonafede, tutti i documenti e le prescrizioni in regola, nessun motivo di sospetto. Semmai di inquietante c’è altro».
Che cosa?
«L’intervista rilasciata da questo signor Baiardo (due mesi fa in tv ha ventilato la possibilità che il latitante si sarebbe consegnato perché gravemente malato, ndr ) pochissimi giorni dopo l’aggravarsi delle condizioni del paziente, una coincidenza temporale davvero inquietante considerata la riservatezza delle informazioni e – col senno di poi – la reale identità del signor Bonafede. Erano passati non più di tre, quattro giorni da quando – in seguito agli accertamenti diagnostici dopo un ciclo di chemioterapia – abbiamo rilevato un aggravamento del tumore che ci ha indotto a cambiare terapia e ha reso più severa la prognosi».
Dottore, quanto è grave Messina Denaro? Il procuratore aggiunto Paolo Guido ha detto di essersi trovato davanti un uomo in buona salute, è così?
«Le sue condizioni sono gravi, la malattia ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute. Sono certo che continuerà a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno. I carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di qualche giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l’autorizzazione perché un ritardo così contenuto non avrà alcun effetto sul suo stato di salute».
(da la Repubblica)
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