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DATI ISPETTORATO DEL LAVORO: NEL TURISMO 3 IMPRESE SU 4 IRREGOLARI SU CONTRATTI E SICUREZZA

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

“NON TROVANO PERSONALE? LO PAGHINO BENE”

Oltre il 67% delle aziende controllate dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro lo scorso anno sono risultate irregolari.
In estrema sintesi, questo è il quadro che emerge dal Rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale relativo all’anno 2022 diffuso dall’Inl. Su 62.339 ispezioni realizzate su tutto il territorio italiano tra gennaio e dicembre 2022, sono state riscontrate 41.533 aziende irregolari.
Le 10.577 ispezioni in materia di vigilanza previdenziale hanno rilevato un tasso di irregolarità dell’83% e le 9.267 in materia assicurativa addirittura del 94%.
Delle 82.183 ispezioni totali, che comprendono dunque l’attività congiunta di Ispettorato Nazionale del Lavoro, Inps e Inail, le irregolarità segnalate ammontano a 59.023 casi per un’incidenza del 72% e un totale di 314.069 lavoratori irregolari nel complesso. La fotografia scattata dagli organi di vigilanza fornisce dati non troppo dissimili da quelli dei precedenti rapporti annuali, anzi conferma una tendenza già in essere da tempo. Con un problema di irregolarità diffusa e sistematica in alcuni settori che presentano tassi di irregolarità spaventosi: agricoltura, edilizia e turismo.
“I settori dove emerge maggiormente la presenza di irregolarità sono quelli che abbiamo ispezionato di più perché maggiormente a rischio, una scelta strategica di cui mi assumo la responsabilità. I risultati, però, confermano che avevo ragione”, spiega a ilfattoquotidiano.it Bruno Giordano, magistrato e a capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro dall’agosto 2021 al dicembre 2022. “Le cause che determinano questo fenomeno in agricoltura, edilizia e turismo sono diverse e non omologabili, ma il minimo comune denominatore rimane l’altissima percentuale di irregolarità. La mia considerazione è che laddove si fanno controlli, e si fanno massicciamente, si trova più lavoro nero e irregolare. Il tasso di irregolarità in questi settori è tale da poter affermare che la regola nei settori trainanti dell’economia è non essere in regola. Il lavoro nero è così diffuso che costituisce ormai un terzo dell’economia sommersa. Vuol dire che l’evasione contributiva, fiscale e assicurativa è così diffusa da essere anche causa degli infortuni sul lavoro, perché l’origine eziologica di questi fenomeni – che guarda caso sono più numerosi proprio nei settori che presentano le maggiori percentuali irregolarità – è direttamente proporzionale alla violazione delle regole”
Tre sono i settori che presentano le maggiori storture, ma a detenere saldamente il primato di questa classifica poco edificante sono i servizi di alloggio e ristorazione con il 76,61% di irregolarità – riscontrate dal punto di vista degli orari di lavoro, dell’applicazione del contratto collettivo, della contribuzione, di sicurezza, del lavoro totalmente in nero e anche del lavoro minorile – in praticamente la totalità delle Regioni d’Italia. Il turismo, da molti definito e considerato “il petrolio dell’Italia”, nonché il settore che più di tutti lamenta difficoltà nel trovare personale, secondo i dati dell’autorità preposta alla vigilanza dei rapporti di lavoro è quello che presenta le maggiori storture. Un paradosso.
“Chi non trova manodopera non la paga secondo i contratti collettivi, perché se le persone vengono pagate bene il lavoro lo accettano”, commenta l’ex direttore dell’Ispettorato Nazionale del lavoro. “Oggi si stanno verificando due fenomeni: il primo è quello delle cosiddette ‘grandi dimissioni’ e il secondo è quello di non accettare più lavori a determinate condizioni. I giovani stanno avendo uno scatto di dignità e di orgoglio. Hanno bisogno di lavorare ma non sono disposti ad accettare qualsiasi condizione lavorativa, questo è un colpo di reni che spiega perché molte offerte vengano disertate”.
Se da un lato gli altissimi tassi di irregolarità segnalano l’esistenza di numerosi datori di lavoro che offrono impieghi non in regola, dall’altro lato è evidente che ci sono persone costrette ad accettare queste condizioni e questo per Giordano ha molto più a che fare con le mancanze dello stato sociale che con l’assenza di normative e controlli: “Lo stato sociale è fatto di controlli ma anche di opportunità e se queste non sono pulite e regolari, qualcuno finisce per essere costretto ad accettare l’illegalità. Il rapporto di forza tra l’imprenditore che offre lavoro e chi accetta il lavoro non è il medesimo, il datore di lavoro è sempre più forte del lavoratore. Stato sociale vuol dire regole, controlli, vigilanza e presenza delle parti sociali, che sono i sindacati e le associazioni di categoria. Quando noi diamo spazio al lavoro nero chi ne fa le spese non è solo il lavoratore, ma anche i diritti sindacali, sociali, previdenziali e assicurativi. Il lavoro nero è un furto allo stato sociale e dunque a tutti noi che sosteniamo la spesa pubblica ed è un evento sentinella che fa emergere un’antenna tutto un’evasione sotterranea – fiscale, assicurativa, contributiva e anche retributiva, visto che è pagato molto meno del lavoro regolare”.
Dato il quadro a tinte fosche dipinto dall’ultimo rapporto dell’Ispettorato, la domanda sorge spontanea: quest’altissima incidenza di irregolarità è dovuta alla mancanza di normative adeguate al contrasto di questo fenomeno? Per l’ex capo dell’ente la risposta è no: “Le norme ci sono, ma vanno applicate. Manca la volontà di applicarle ma soprattutto di farle applicare a tutti i soggetti in campo. Al di là delle norme penali, esistono dei principi che oggi purtroppo non permeano l’etica dell’impresa. E aggiungo: nella piccola e media impresa che tutti difendono. I lavoratori in nero sono nelle piccole realtà dove l’imprenditore può tirare fuori dal portafoglio 50 euro e pagare la giornata con quanto ha recuperato dall’evasione fiscale”.
(da Il Fatto Quotidiano)

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IL CAPOGRUPPO DELLA LEGA IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA ACCUSATO DI AVER FINTO UN INCIDENTE STRADALE: INDAGATO

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA SULLE FRODI ASSICURATIVE

La procura di Piacenza ha avviato un’inchiesta su una serie di falsi incidenti stradali inscenati per frodare le assicurazioni. Incidenti che sarebbero avvenuti nel Piacentino, tra la Valdarda e la Bassa.
Nelle carte, tra i 30 indagati, ci sarebbe il nome di Matteo Rancan, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna e segretario del partito in Emilia.
A darne notizia è il quotidiano Libertà. Per l’accusa, nei mesi di aprile e maggio 2021, l’esponente del Carroccio «avrebbe ottenuto un indennizzo di 893 euro, dopo che una fotografia falsificata venne inviata alla sua assicurazione per dimostrare la rottura del parabrezza della sua Bmw X1», scrive l’Ansa.
Nel capo d’imputazione, si leggerebbe che Rancan «compilava e firmava una dichiarazione attestante l’esistenza di un sinistro non accaduto e percepiva indennizzo assicurativo».
Oltre alla truffa assicurativa, gli inquirenti contestano ad alcuni indagati il reato di falso.
(da agenzie)

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LA STORIA DELLA MISSIONE DEL MOSSAD E DEGLI 007 ITALIANI PRIMA DEL NAUFRAGIO SUL LAGO MAGGIORE

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

LA MISSIONE ANTI-PROLIFERAZIONE TRA PIEMONTE E LOMBARDIA

C’erano anche alcuni uomini dell’Aise oltre a quelli dell’Aisi e del Mossad sulla Love Boat naufragata sul Lago Maggiore.
È l’agenzia dei servizi segreti che svolge operazioni al di fuori dei confini. Eppure, racconta oggi Repubblica, erano in Lombardia e in Piemonte. Per la “festa di compleanno” di uno degli astanti, come è stato spiegato subito dopo la morte di 4 dei 23 passeggeri? La “Good…uria” di Claudio Carminati in mattinata era approdata sull’isola dei Pescatori. Che in questi ultimi mesi è popolata da russi che investono capitali sospetti in alberghi e ville. Gli agenti avevano pranzato in un ristorante stellato. Ma il sospetto è che la missione fosse in atto da prima. Anzi, che ci fosse già stata.
La barca
Di certo c’è che la barca era omologata per 15 persone ma ce n’erano 23. L’ipotesi è quella di una spedizione del Mossad con l’appoggio degli italiani. E vincolata alla presenza dello skipper e di sua moglie, la russa Anna Bozhkova, 50 anni, una delle vittime insieme agli agenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, 53 e 62 anni, e all’ex Mossad Shimoni Erez, anch’egli di 53 anni.
Anna aveva un permesso di soggiorno a tempo illimitato in Italia. Le indagini del sostituto Massimo De Filippo rimarranno circoscritte alla strage. Ma il pm dovrà comunque ispezionare lo scafo una volta che verrà trasferito sulle sponde di Sesto Calende. Per il trasferimento si attende una gru. Ci vorranno alcuni giorni.
Missione Anti-Proliferazione
Il Corriere della Sera invece racconta di una missione per la sicurezza di Israele condotta in Piemonte e Lombardia insieme all’intelligence italiana. Il nome è “anti-proliferazione”.
E serve a fermare che agenti di altri paesi si approprino di macchinari, tecnologia e ovviamente armi. In questo caso, spiega il quotidiano, l’avversario comune degli 007 italiani e israeliani è un paese del Medio Oriente che non viene nominato.
Qualche anno fa ce n’era stata un’altra tra Italia e Svizzera. Serviva a intercettare apparecchiature farmaceutiche prossime a passare attraverso aziende di diversi paesi. La destinazione finale era un centro di ricerca di sui vaccini, impegnato nel programma di sviluppo di tossine batteriologiche di uno “Stato canaglia”.
(da agenzie)

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IL SINDACO SOVRANISTA DI PESCATE VUOLE ASSUMERE I VIGILI CHE HANNO PESTATO BRUNA: “SI SONO COMPORTATI DA UOMINI D’ORDINE”

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

SIAMO IN PIENO DELIRIO: “SE HANNO PICCHIATO AVRANNO AVUTO I LORO BUONI MOTIVI”… QUALCUNO LO AVVISI CHE HANNO AMMESSO DI AVER PERSO IL CONTROLLO (E POI SI DIMETTA DA SINDACO)

Il sindaco di Pescate (Lecco) Dante De Capitani vuole assumere i vigili che hanno pestato Bruna. La donna transgender è stata aggredita il 25 maggio scorso e i tre agenti sono indagati per lesioni aggravate. Uno dei tre ha detto che ha agito così a causa dell’adrenalina.
Ma a De Capitani non sembra importare più di tanto: «Quegli agenti sono stati determinati. Come piace a me».
In un’intervista al Corriere della Sera il primo cittadino dice che «si sono comportati da veri uomini d’ordine. Voglio gente decisa, risoluta. Hanno dimostrato fermezza».
E aggiunge di essersi stufato di vedere agenti che «calano le braghe in situazioni d’emergenza per non avere problemi». E non importa se hanno picchiato: «Se gli agenti hanno ritenuto di alzare i manganelli avranno avuto i loro buoni motivi. Le forze dell’ordine devono portare ordine, lo dice la parola stessa».
Il sindaco dice che sulla dinamica dei fatti bisogna aspettare gli accertamenti. Ma lui un’idea sua se l’è fatta: «Cosa è realmente successo non può saperlo nessuno, ma se è vero che aveva disturbato dei bambini si è meritata le botte».
«Non è necessario, basta un contratto di collaborazione che consenta di prestare un servizio in altri Comuni. Otto, dieci ore alla settimana sarebbero sufficienti. Lo abbiamo già fatto in altre occasioni. Alcuni di loro potrebbero essere anche inviati a Garlate, se il mio collega vorrà. Ma per contattarli dovrei prima sapere i loro nomi».
E dice che sul territorio i vigili sono «due fissi, cinque in prestito part time da altre città. Però voglio un presidio più capillare del territorio. Voglio agenti risoluti senza paura. Loro sarebbero perfetti».
Anche se a Pescate, ammette, non c’è un’emergenza sicurezza. Ma i vigili servono «a prevenire ma solo di giorno. Di sera faccio io la ronda con il mio cane. È un pitbull, ed è territoriale. Sfido chiunque ad avvicinarlo.
(da agenzie)

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ANIMALI ABBANDONATI, LA PROPOSTA DI LEGGE DI MICHELA BRAMBILLA PROPONE UN INASPRIMENTO DELLE PENE

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

SAREBBE ORA DI METTERE IN GALERA QUESTI RIFIUTI UMANI, MA TRE ANNI SONO ANCORA TROPPO POCHI

Sta per arrivare l’estate e cresce anche il numero di animali domestici che vengono abbandonati dai loro padroni. Attualmente chi viene sorpreso ad abbandonarli è punibile con l’arresto fino a un anno o con una multa che va dai 1.000 ai 10.000 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 727 del Codice Penale.
Ma presto le cose potrebbero cambiare, e abbandonare animali domestici potrebbe costare molto più caro. La deputata di Forza Italia Michela Brambilla ha annunciato «un giro di vite sugli abbandoni degli animali» e un inasprimento delle pene attuali. «Se passerà la mia proposta di legge per modifiche al codice penale in materia di reati contro gli animali, che proprio ieri ha iniziato il suo iter in commissione Giustizia, l’abbandono di un animale domestico potrebbe essere considerato tout court maltrattamento e sanzionato pesantemente», ha dichiarato l’esponente azzurra in una nota.
L’onorevole Brambilla, relatrice del provvedimento, ha spiegato che la sua proposta «prevede che la contravvenzione di “abbandono di animali”, oggi articolo 727 del codice penale, sia assorbita dal nuovo articolo 544-ter che punisce il maltrattamento, sempre congiuntamente, con la reclusione da tre a cinque anni e la multa da 5mila a 30mila euro». L’onorevole Brambilla, da sempre in prima linea per la difesa degli animali, sottolineando che «la pena attuale è troppo blanda e non ha alcun effetto deterrente», conclude che «con sanzioni decisamente più severe, e il rischio concreto di essere sorpresi magari da qualche telecamera, chi progetta di compiere questo gesto ripugnante ci penserà due volte».
(da agenzie)

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FESTA DELLA REPUBBLICA, MATTARELLA AI GIOVANI: “LAVORARE ALL’ESTERO SIA UNA LIBERA SCELTA, NON UNA FUGA DI CERVELLI”

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

IL MESSAGGIO DI AUGURI DI ZELENSKY

È il 77esimo anniversario della fondazione della Repubblica italiana. La celebrazione principale, come ogni 2 giugno – giorno in cui, nel 1946, si svolse il referendum sulla forma istituzionale dello Stato, si è tenuta a Roma
Dopo che Mattarella ha deposto la corona di alloro e l’esecuzione del silenzio, le Frecce tricolori hanno attraversato il cielo sopra l’Altare della Patria. Quindi le autorità si sono spostate verso il palco presidenziale, in via dei Fori Imperiali
Il messaggio di Mattarella al capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone
«Celebriamo oggi il 77esimo anniversario della nascita della Repubblica. I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita, continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità sono pilastri fondamentali della nostra Carta costituzionale. Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo. La comunanza di intenti e la sinergia che esprimono con i contingenti di altri Paesi, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale sono elementi cruciali per la costruzione di una architettura di sicurezza condivisa, fondamento di stabilità sociale e benessere collettivo. L’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze armate. I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono, sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune. Ad oltre un anno di distanza, la Repubblica Italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione Russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi. Nel ricordo di quanti hanno donato la vita per difendere e diffondere questi valori, rivolgo il mio pensiero a tutti i caduti e alle loro famiglie. Il loro esempio ci è di guida e sollecita l’impegno per le giovani generazioni di soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, per preservare e rafforzare per il futuro, nell’assolvimento del compito cui vengono chiamati dalle libere istituzioni, le condizioni di pace e benessere che abbiamo costruito. In questo giorno di festa formulo a tutti gli appartenenti alle Forze Armate di ogni ordine e grado, con sentimenti di gratitudine per il servizio svolto, il più fervido augurio. Viva le Forze armate, viva la Repubblica».
Il messaggio di Mattarella per gli italiani all’estero
Poco prima dell’avvio delle celebrazioni, su Rai Italia, la tv dedicata ai cittadini all’estero, il presidente della Repubblica ha rivolto loro un messaggio: «Un saluto ai connazionali che lavorano, studiano e vivono all’estero. Ai cittadini di altri Stati, che hanno origine italiana, e che amano le radici della propria storia familiare. A tutte le persone che, fuori dai nostri confini, amano, e apprezzano, il nostro Paese», ha esordito. «Care italiane, cari italiani all’estero, la Repubblica, si sviluppa e progredisce, chiamando a raccolta le, proprie, energie di grande qualità. Per voi, dà testimonianza il vostro vissuto. La vostra intelligenza, la vostra esperienza, la vostra capacità di creare reti e canali di comunicazione, di essere ponti e testimoni dei valori della peculiarità italiana, a confronto costruttivo con le esperienze e le peculiarità di altri. La Repubblica siete anche voi!». Mattarella ha sottolineato che la storia dei migranti italiani è «una storia di privazioni, tribolazioni e, comunque, di riscatto e di successo». E ha concluso il videomessaggio con un auspicio: «Oggi, lavorare all’estero, non dovrebbe pià rappresentare, per nessuno, una scelta obbligata. Bensì un’opportunità, specialmente per i giovani. È responsabilità della Repubblica far sì che si tratti di libera scelta. Il bagaglio di esperienze, umane e professionali, maturato in altre realtà, in altri Paesi, valorizza i talenti che vanno all’estero. Talenti, preziosi e apprezzati, consapevoli di come l’incontro, il confronto, il dialogo tra culture, la circolazione di idee e di concezioni diverse, sia lievito per l’avanzamento in tutti i campi. Si tratta di passare dalla “fuga dei cervelli” alla circolazione dei talenti, alimentando un circuito, virtuoso, di capacità e di competenze».
(da agenzie)

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LA NAVE ONG “MARE GO” ENTRA A LAMPEDUSA SENZA AUTORIZZAZIONE: “IRRAGIONEVOLE NAVIGARE FINO AL PORTO ASSEGNATO DI TRAPANI”

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

TRENTADUE ORE DI NAVIGAZIONE QUANDO I NAUFRAGHI SONO STREMATI E’ SOLO CATTIVERIA… BEN FATTO, SE CI SARA’ UN FERMO DECIDERA’ LA MAGISTRATURA E IL DECRETO PIANTEDOSI IMPLODERA’

Il porto di Trapani è troppo lontano, per il benessere di naufraghi ed equipaggio, l’unico approdo sicuro è Lampedusa. Torna il bel tempo, ricominciano partenze e operazioni di soccorso e si arriva ai ferri corti fra Guardia Costiera e ong.
L’ultimo “round” si registra fra il veliero ong Mare Go e le autorità italiane, che dopo il salvataggio di trentasei persone avevano ordinato alla piccola imbarcazione di dirigersi a Trapani, a trentadue ore di navigazione. Troppe per l’equipaggio in mare da giorni, così come per i naufraghi soccorsi, hanno comunicato dalla Mare Go.
La Capitaneria di porto e la Guardia di finanza “sono state informate dell’impossibilità di raggiungere il porto assegnato in sicurezza”, fanno sapere dall’ong tedesca, che ha deciso di dirigersi a Lampedusa, l’approdo geograficamente più vicino.
“Abbiamo chiaramente comunicato alle autorità che Mare Go non è attrezzata per curare le persone in movimento soccorse per quel periodo di tempo”, fanno sapere da bordo. In più, sottolineano “il nostro equipaggio è stato in mare aperto per diversi giorni e ha effettuato diverse operazioni di salvataggio”. Tutti elementi che rendono “irragionevole” essere costretti a così tante ore di navigazione. Ecco perché “per il benessere delle persone soccorse e del nostro equipaggio”, spiegano dall’ong, “abbiamo deciso dirigerci verso Lampedusa”.
Mare Go non nasce come nave di soccorso. Come altri velieri – Astral di Open Arms e Nadir di Resqship – è nel Mediterraneo per monitorare e stabilizzare le barche in difficoltà, ma non ha né gli spazi, nè il personale per assistere a lungo i naufraghi. Ecco perché – spigano dall’ong – le trentadue ore necessarie per raggiungere il porto indicato sarebbero state un rischio inutile.
Secondo le leggi internazionali, in mare il comandamento numero uno è “safety first”, la sicurezza prima di tutto. Ma adesso toccherà vedere se l’impossibilità di garantirla nel lungo viaggio verso Trapani eviterà a Mare Go fermi e multe previsti dal decreto Piantedosi.
“Punizioni” che non sembrano spaventare l’equipaggio dell’ong tedesca, che sui suoi social sottolinea “come molti altri prima di noi, ci troviamo di fronte a un regime di frontiera disposto a tutto pur di far annegare in mare le persone in movimento e impedire a coloro che sono solidali di intervenire”.
Ma per l’equipaggio “nessuno deve essere lasciato indietro, solidarietà e resistenza”. Una dichiarazione d’intenti che sembra preannunciare un’estate calda nel Mediterraneo.
Con il veliero tedesco si schiera subito Alarm phone, che su twitter esprime “piena solidarietà” a ong e equipaggio. “Grazie per gli straordinari sforzi nei giorni scorsi e per aver deciso di raggiungere Lampedusa”.
In missione dal 30 maggio, nei giorni scorsi il veliero tedesco ha soccorso e stabilizzato diverse imbarcazioni, per poi rimanere a monitorare i naufraghi fino all’arrivo delle motovedette della Finanza. Nella giornata di ieri però, la carretta del mare soccorsa era in condizioni troppo precarie, per questo gli equipaggi dei rhib hanno deciso di portare a bordo i naufraghi.
(da agenzie)

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FINALE CHAMPION INTER- MANCHESTER CITY: CI MANCAVA PURE L’ARBITRO RAZZISTA

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

MARCINIAK HA PARTECIPATO A UN EVENTO OMOFOBO E ANTISEMITA

La partecipazione a un evento organizzato dall’estrema destra potrebbe costare cara all’arbitro polacco Szymon Marciniak. Quest’ultimo, designato per dirigere la finale di Champions tra Inter e Manchester City, in programma il 10 giugno a Istanbul, potrebbe essere sostituito.
La decisione sulla sostituzione, che non ha precedenti, sarà presa domani dall’Uefa che sta indagando sul comportamento dell’arbitro internazionale chiedendogli chiarimenti urgenti sull’accaduto.
Marciniak avrebbe preso parte nei giorni scorsi a una manifestazione voluta dal leader dell’estrema destra polacca Mentzen, noto per le sue posizioni omofobe e antisemite: posizioni cui l’Uefa stessa e l’intera comunità calcistica sono contrarie.
(da agenzie)

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CHIAMO’ “ORANGO” CECILE KYENGE: IL MINISTRO CALDEROLI CONDANNATO A 7 MESI

Giugno 2nd, 2023 Riccardo Fucile

PENA SOSPESA, NON MENZIONE E PRESCRIZIONE IN ARRIVO… DIECI ANNI PER ARRIVARE A UNA SENTENZA

Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli è stato condannato a 7 mesi, con pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziario, in Tribunale a Bergamo nel nuovo processo per la vicenda delle offese all’allora ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, che il 13 luglio 2013 definì “orango” alla festa della Lega di Treviglio (Bergamo) durante un comizio.
L’accusa era diffamazione aggravata dalla matrice razziale. Kyenge non si era costituita parte civile. La Cassazione aveva annullato le precedenti condanne in primo e secondo grado. A dicembre il reato andrà in prescrizione.
(da agenzie)

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