Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
ALTRI FACEVANO SHOPPING… C’E’ STATO ANCHE CHI HA EVITATO DI INTERVENIRE DAVANTI A UN INCIDENTE STRADALE
Dovevano essere in turno sulle auto di servizio a pattugliare le strade, ma sempre più spesso passavano il tempo per cui erano pagati per andare a fare shopping o peggio ancora a dormire.
Sono 19 gli agenti della polizia stradale della sottostazione di Pratola Peligna, in provincia dell’Aquila, indagati dalla procura di Sulmona a vario titolo per falso, peculato, omissioni d’atto d’ufficio e furto.
Per loro è stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Alessandra De Marco il prossimo 15 giugno, visto che per loro la procura ha chiesto l’interdizione che li potrà escludere a lungo dal servizio.
Le indagini sono andate avanti tra il 2019 e il 2022 con intercettazioni telefoniche, pedinamenti elettronici e anche l’installazione di gps nella auto di servizio che ha lasciato pochi dubbi agli inquirenti, sostenuti poi dalle diverse immagini delle telecamere di sicurezza che hanno beccato gli agenti nelle situazioni più disparate.
Gli episodi
Una delle accuse più pesanti riguarda quella di aver di fatto abbandonato il posto di lavoro per andare a fare spese in alcuni negozi, esclusivamente per scopi personali.
Alcuni agenti poi, senza alcuna giustificazione, sono accusati di essersi nascosti in zone chiuse al traffico e, una volta imboscati, schiacciavano un pisolino nell’auto di servizio durante il turno di notte.
Altri agenti invece sono accusati di aver usato l’auto della polizia per scopi personali. L’intenzione di svolgere il proprio lavoro non sembrava la priorità neanche degli agenti che sono stati accusati di omissione di atti d’ufficio, dopo che hanno tirato dritto davanti a un’auto in panne, anziché fermarsi per prestare soccorso e fare i rilievi dell’incidente.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
QUEST’ANNO SI SPENDERA’ IN MEDIA 100-110 EURO PER UNA GIORNATA AL MARE
«Le vacanze estive 2023 saranno ricordate come le più care di
sempre». A dirlo è il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, che mette in allerta sugli elevati costi di villeggiatura di determinate località italiane. Ma l’estate vedrà rincari a numerosi beni e servizi.
Secondo quanto riferisce Codacons, con l’apertura della stagione estiva molti stabilimenti balneari hanno aggiunto modifiche ai propri listini applicando aumenti nelle spiagge più note d’Italia.
Si parte con le tariffe giornaliere per ombrelloni, lettini e sdraio, che registrano incrementi medi del +10%/+15% in tutto il Paese e con punte del +25% rispetto allo scorso anno.
Per affittare un ombrellone e due lettini nel fine settimana in uno stabilimento medio si spendono quest’anno tra i 30 e i 35 euro al giorno. Senza contare i casi limite come, ad esempio, un gazebo nel Salento che per una giornata costa sui 1.000 euro.
Quanto costerà in media una giornata al mare
Anche cibi e bevande presso i lidi subiranno un balzo dei prezzi. Si parla di rincari medi tra il +5% e il +10% sul 2022 che si abbatteranno sui menu dei ristoranti in spiaggia e su acqua minerale, succhi di frutta, birre, gelati. Considerata la spesa per l’affitto di 1 ombrellone e 2 lettini, consumazioni presso i lidi (panini, acqua, gelati, bibite, caffè), parcheggio, carburante, una famiglia con due bambini spende quest’anno mediamente tra i 100 e i 110 euro per una giornata al mare, con un aggravio medio del +13,4% sul 2022.
Schizzano i prezzi dei gelati
I costi dei gelati continuano a crescere. Consumerismo No profit riferisce che i listini stanno schizzando. «Il prezzo medio dei gelati ha registrato in Italia a maggio un incremento medio del +22% rispetto allo stesso periodo del 2022», annuncia il presidente Luigi Gabriele. «A pesare è l’incremento dei costi delle materie prime, dalle uova allo zucchero alla frutta, ma anche il caro-energia che determina aggravi dei costi di produzione». Ma non solo i gelati al bar. L’aumento dei prezzi riguarda anche quelli confezionati venduti nei supermercati. A subire aumenti sono anche coni e coppette delle gelaterie.
A Roma un cono piccolo da due gusti supera anche i 4 euro nelle zone più turistiche. Ma l’andamento dei listini varia anche a seconda dei territori. Firenze è la città con il prezzo più alto d’Italia, con una media di 7,93 euro al kg (ma può arrivare a punte di 9,66 euro/kg) e un aumento del +34% rispetto allo scorso anno, quando si spendeva per la stessa quantità di gelato 5,91 euro. Altre tre province vantano in Italia prezzi superiori ai 7 euro al kg: Bolzano (7,20 euro), Ravenna (7,09 euro) e Milano (7,01 euro).
Il caro alberghi e voli
Assoutenti ha poi preso in analisi la spesa di una famiglia con due bambini per un soggiorno di una settimana ad agosto in una struttura a 3 stelle (hotel, B&B, appartamenti, ecc.).
In Emilia Romagna si parte da un minimo di 1.218 euro di Milano Marittima e si arriva ai 19.656 euro di Riccione. In Toscana il record spetta a Viareggio, dove il costo dell’alloggio ad agosto arriva a 15.572 euro. Tariffe altissime nella prestigiosa costiera amalfitana: si spendono per un classico 3 stelle dai 4.000 agli 11.920 euro a Positano, fino a 8.358 euro a Sorrento. Il record del caro-tariffe è a Cefalù, dove una struttura 3 stelle costa ad agosto fino a 22.343 euro a settimana, 20.570 euro a San Teodoro in Sardegna. Per i traghetti la spesa tra andata e ritorno per un nucleo con due bambini e auto al seguito raggiunge quest’anno 1.462 euro sulla tratta Genova-Palermo, 1.331 euro per il collegamento Civitavecchia-Olbia e 1.030 euro da Livorno ad Olbia. Anche per i voli aerei tutto è in aumento con i voli low cost a cui dovremo dire addio.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
SI ERANO IMBARCATI SUL MERCANTILE “GALATA SEAWAYS” PER TENTARE DI RAGGIUNGERE L’EUROPA… E CROSETTO DOVREBBE SAPERE CHE UN MINISTRO NON DOVREBBE PARLARE DI OPERAZIONI IN CORSO
Tredici uomini, due donne. Tutti siriani, afghani, iracheni. Migranti che avevano deciso di provare a raggiungere l’Europa nascosti dentro uno degli autocarri imbarcati su una nave cargo in rotta dalla Turchia alla Francia.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato solennemente la “cattura” dopo un’operazione in grande stile che ha visto impegnati per diverse ore gli incursori dei corpi speciali del battaglione San Marco della Marina militare, gli equipaggi di mezzi della Guardia costiera e della Guardia di finanza e, a sera, anche una cinquantina di uomini della squadra mobile di Napoli e della Gdf
Roba da caccia a chissà che pericolosi terroristi, annunciata in maniera improvvida mentre l’operazione era ancora in corso.
“Volevano tentare la fuga dalla nave via mare di notte”, la bizzarra ipotesi del ministro Crosetto.
Non si sa ancora chi siamo questi migranti trasformati improvvisamente in dirottatori che, due coltelli e un taglierino alla mano, hanno improvvisamente tenuto sotto scacco parte dell’equipaggio tentando anche di entrare nell’area blindata del ponte di comando da dove, però, il comandante della nave è subito riuscito a dare l’allarme chiedendo l’intervento urgente delle forze di polizia.
Più probabilmente i migranti imbarcatisi clandestinamente sono stati scoperti durante la traversata e qualcuno di loro ha reagito tirando fuori i coltelli e con un tentativo di aggressione che ha subito fatto scattare l’intervento della Marina italiana.
Adesso, in prima battuta, sarà la Procura di Napoli a cercare di accertare cosa sia veramente successo. I 15 migranti sono stati tutti arrestati, i 22 membri dell’equipaggio e alcuni passeggeri sono tutti illesi e dovranno ricostruire i fatti.
Conclusione
Tre persone migranti che erano a bordo della nave turca (partita dal porto di Topcular e diretta a Sete, in Francia) sono state denunciate a piede libero per porto d’armi. Sono stati sequestrati i due coltelli e il taglierino rinvenuti sul mezzo. Gli uomini restanti saranno accompagnati in un centro di accoglienza, mentre le due donne, di cui una incinta, sono state portate in ospedale per accertamenti sul loro stato di salute. Si tratta di persone di origine siriana, irachena e afghana.
«Quando ci hanno scoperti avevamo paura che ci fermassero per rimpatriarci», hanno raccontato alcuni migranti alle autorità. Ieri, all’arrivo degli uomini della Brigata Marina San Marco alcuni di loro hanno tentato di disperdersi, nascondendosi sotto i camion o sopra i container. Intanto, la nave Galata Seaway resterà a Napoli per il momento, dove è stata scortata nella notte dopo l’intervento dei marò del San Marco.
Allo stato attuale dell’inchiesta, non sono ancora state definite quali fossero le intenzioni delle due persone con i coltelli in mano e se ci sia stato o meno un tentativo di dirottamento.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
SONO SOPRAVVISSUTI DA SOLI… LA STORIA DELL’INCIDENTE AEREO
Un miracolo. Quattro bambini sono stati ritrovati vivi in
Colombia dopo essere sopravvissuti a un incidente aereo e a 40 giorni da soli nella giungla. La storia ha dell’incredibile e al suo interno c’è anche un giallo. Ma per ora si sa che Lesly Jacobombaire Mucutuy, di 13 anni, Soleiny Jacobombaire Mucutuy, di 9, Tien Noriel Ronoque Mucutuy, di 4, e Cristin Neriman Ranoque Mucutuy, di 1 anno si trovano su un elicottero di soccorso Blackhawk. Il 18 maggio scorso il presidente della Colombia Gustavo Petro aveva fatto lo stesso annuncio. Ma senza pubblicare foto dei bambini. Successivamente la notizia era stata smentita da una Onlus che si occupava del caso. I quattro sono intanto giunti in aereo a Bogotà alle 12:27 locali (le 6:27 italiane). Secondo la nonna è stata la piccola Lesly a salvare gli altri tre fratellini.
L’annuncio del ritrovamento
Il primo annuncio del ritrovamento dei bambini è arrivato dal quotidiano colombiano El Tiempo. L’incidente aereo era avvenuto il primo maggio scorso nella selva del Guaviare del dipartimento di Caquetà. I quattro fratellini – di 13, 9, 4 anni e di 11 mesi – sono sopravvissuti ad un incidente aereo nel quale sono morte tre persone (due piloti e una donna). I soccorritori avevano trovato degli indizi dei bambini nella selva, tra cui tracce di una capanna di foglie e impronte recenti di scarpe. Ma anche un paio di forbici e un pannolino usato. Nelle ricerche sono stati impegnati 200 uomini, tra cui le Forze Armate colombiane. Proprio l’esercito ha poi confermato ufficialmente il ritrovamento dei bambini. Dando meriti anche alle popolazioni indigene che hanno collaborato alle ricerche.
Il presidente
Successivamente è arrivata anche la conferma del presidente colombiano Gustavo Petro. Che era stato criticato a maggio per l’annuncio frettoloso sul salvataggio che ancora oggi rimane un giallo. Anche il nonno dei bambini Fidencio Valencia ha confermato con Afp il salvataggio: «Sì, sono stati ritrovati. Ma ora sto cercando un volo per andarli a prendere urgentemente». Ora sono nel posto di comando unificato della più vicina San Jose Guaviare, per le valutazioni mediche, prima del trasferimento nella capitale Bogotà. Nelle foto i piccoli, indigeni della comunità Huitoto, appaiono piuttosto scarni, ed il presidente Petro ha fatto sapere che le loro condizioni di salute sono «debilitate». Dopo la smentita del primo ritrovamento nuove tracce del passaggio dei bambini, nel corso delle settimane, hanno incoraggiato le ricerche. Erano stati anche lanciati anche oltre 100 kit di sopravvivenza contenenti acqua e cibo, per aiutare i quattro bambini nei loro sforzi.
La storia dell’incidente aereo
I bambini erano originari del gruppo indigeno Uitoto. L’incidente aereo risale al primo maggio. Erano morti la loro madre, Magdalena Mucutuy Valencia, e ad altri due adulti: il pilota Hernando Murcia Morales e il leader indigeno Yarupari Herman Mendoza Hernandez. Il velivolo era stato ritrovato il 16 maggio, in una zona boscosa del municipio di Solano, nel dipartimento di Caquetà, nel sud del Paese. Sul posto erano stati rinvenuti i tre adulti morti nello schianto, ma nessuna traccia dei piccoli. Il ritrovamento di resti di frutta con tracce di morsi aveva acceso la speranza di ritrovarli in vita. Per questo era scattata una massiccia operazione di ricerca guidata dai militari. Il ministro della difesa Ivan Velasquez ha parlato di miracolo: «Dall’Operazione Speranza all’Operazione Miracolo. Tantissimi complimenti alle forze militari e a chi non ha perso la speranza e ha lavorato giorno e notte per rendere possibile il Miracolo»
L’arrivo a Bogotà
I quattro bambini sono giunti a Bogotà. Nella base aerea, riferisce il quotidiano El Tiempo, li attendevano quattro ambulanze. Sono stati trasferiti all’Ospedale militare di Bogotà dove continueranno i controlli medici ed il processo di idratazione e alimentazione. Secondo Fatima Valencia, la nonna, è stata la tredicenne Lesly a prendersi cura degli altri tre bambini: «Si è sempre presa cura di loro quando la loro madre lavorava. Dava loro farinita, casabito (farina e pane di manioca), qualsiasi frutto del cespuglio», ha detto all’Afp.
«Sopravvissuti grazie al sapere delle tribù»
Secondo John Moreno, leader indigeno guananese di Vaupes, i bambini sono sopravvissuti grazie al sapere acquisito nella loro tribù. In particolare dalla nonna Fatima. Come ha raccontato John Moreno, un leader indigeno guananese di Vaupes, «È una giungla vergine, fitta, pericolosa e hanno dovuto ricorrere alla conoscenza che apprendono nella comunita’, la conoscenza ancestrale per sopravvivere», sostiene Moreno secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi. «Sono stati cresciuti dalla nonna, che è esperta nella riserva indigena di Araracuara. La conoscenza tradizionale che è stata loro insegnata è stato ciò che li ha fatti sopravvivere», ha concluso. Anche Sandra Vilardy, viceministro per le politiche ambientali, ha messo l’accento sulla «conoscenza che gli era stata data in precedenza» che ha permesso loro di sopravvivere alle difficoltà nella giungla, con poco cibo e animali pericolosi.
La scomparsa del cane Wilson
Intanto è scomparso Wilson, un pastore belga di sei anni, protagonista delle ricerche di Operazione speranza. Nei giorni scorsi si è perso nelle giungle di Caquetá e Guaviare. I militari ritengono che sia stato proprio Wilson a trovare per primo i bambini. Perché hanno notato l’impronta dell’animale e quella di un bambino nella stessa area. «Abbiamo un cane smarrito e le ultime tracce mostrano l’impronta di un cane e quella di un bambino. Pensiamo che sia con loro. Sarebbe spettacolare. Farebbe loro una buona compagnia», aveva infatti affermato qualche giorno fa Fausto Avellaneda, comandante di Operazione Speranza.
Le ipotesi
Una delle ipotesi sulla scomparsa del cane è che «a causa della complessità del terreno, dell’umidità e delle avverse condizioni meteorologiche, possa aver perso l’orientamento». Secondo l’esercito, Wilson è stato il cane che ha trovato una delle prove del passaggio dei piccoli, il biberon della neonata, Cristín, in mezzo alla vegetazione. Inizialmente i militari e gli indigeni impegnati nella cosiddetta “Operazione Speranza” hanno seguito le tracce dei bambini per un’area di circa 323 chilometri quadrati, pari all’intera provincia di Buenos Aires. La settimana passata, l’area era stata ridotta a 20 chilometri quadrati.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
SECONDO ALCUNI ANALISTI LA DITTA HA LASCIATO DIETRO DI SÉ DEBITI PER ALMENO 2.6 MILIONI DI STERLINE NON RIMBORSATI AI CREDITORI. SENZA CONTARE LE 600MILA STERLINE DI TASSE MAI VERSATE AL FISCO… TUTTO QUESTO NELL’INDIFFERENZA DELLA STAMPA INGLESE CHE TIENE SOTTOTRACCIA LA NOTIZIA
Imbarazzo per Kate Middleton – moglie dell’erede al trono britannico William e principessa di Galles – a causa delle magagne spuntate a scoppio ritardato sui conti dell’azienda di famiglia di proprietà dei suoi genitori: dichiarata fallita formalmente – ma piuttosto alla chetichella – il mese scorso dopo la crisi patita durante le restrizioni legate alla pandemia di Covid.
La bancarotta della società che aveva reso i Middleton milionari, permettendo loro quella scalata sociale suggellata dal matrimonio reale di Kate (ma anche dall’ascesa nel jet set di sua sorella Pippa), ha suscitato finora un interesse mediamente modesto sui giornali del Regno.
In stridente contrasto con il trattamento mediatico riservato ad esempio al reprobo Harry, fratello minore ribelle di William e secondogenito di re Carlo III, e a sua moglie Meghan. Tuttavia qualche elemento problematico per la famiglia della futura regina consorte (ormai indicata rispettosamente in tutte le comunicazioni ufficiali di palazzo con il nome di Catherine, senza diminutivi), sta iniziando a comparire.
‘Colpa’ di alcuni analisti, esperti di casi d’insolvenza, i quali hanno potuto esaminare la procedura di fallimento di Party Pieces: l’azienda di produzione e vendita di decorazioni festive creata da mamma e papà Middleton, Carole e Michael, nel 1987. Azienda che, dopo diversi anni di buon successo – fino a un picco di 44 milioni di valore nella fase più profittevole del business – risulta aver adesso lasciato dietro di sé debiti per almeno 2,6 milioni di sterline (circa 3 milioni di euro) non rimborsati ai creditori: incluse 600.000 sterline di tasse arretrate mai versate al fisco del governo di Sua Maestà.
Non è chiaro quanto e se tutto questo possa mettere a repentaglio il futuro della lussuosa dimora familiare acquistata da Carole e Michael nel 2012 per 4,7 milioni di sterline non lontano dal castello di Windsor. Ma certo qualche preoccupazione d’immagine appare inevitabile.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
IL PROCURATORE JACK SMITH: “LA VIOLAZIONE DEI SEGRETI MILITARI HA MESSO GLI STATI UNITI IN PERICOLO”… CI SONO PIANI DEL PENTAGONO CONTRO EVENTUALI ATTACCHI, ELENCHI DI ARMI E STRATEGIE DI DIFESA, INFORMAZIONI SUI PUNTI DEBOLI DEGLI STATI UNITI E PERFINO CARTE SULLE CAPACITÀ NUCLEARI ANCHE DI PAESI STRANIERI
Piani militari, programmi nucleari e strategie in caso di attacco.
Portando centinaia di documenti classificati dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, dove sono stati esposti ad un via vai continuo come fossero oggetti di un qualunque trasloco, Donald Trump ha messo a rischio gli Stati Uniti e violato le leggi americane. E’ questa la pesante conclusione del procuratore speciale Jack Smith che ha incriminato il tycoon con ben 37 capi d’accusa nell’ambito dell’indagine sulle carte segrete di Mar-a-Lago e adesso chiede un processo “rapido” per il primo ex presidente americano ad affrontare accuse federali e a rischiare l’arresto anche se dovesse tornare alla Casa Bianca.
La notizia della seconda incriminazione in pochi mesi, dopo quella per il caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, l’ha anticipata giovedì sera lo stesso Trump sul suo social media Truth annunciando di essere stato convocato per martedì prossimo in un tribunale di Miami. “Questo è un giorno buio per l’America. Siamo un Paese in serio e rapido declino”, ha attaccato dal suo bunker di Bedminster. Quasi 24 ore e decine di speculazioni di media ed analisti dopo il dipartimento di Giustizia ha reso noti gli atti di accusa a carico dell’ex presidente.
“La violazione dei segreti militari ha messo gli Stati Uniti in pericolo”, ha dichiarato il procuratore in una breve dichiarazione. Tra le carte classificate sequestrate dall’Fbi lo scorso 8 agosto, infatti, ci sono piani del Pentagono contro evetnuali attacchi, elenchi di armi e strategie di difesa, informazioni sui punti deboli degli Stati Uniti e perfino carte sulle capacità nucleari non solo dell’America ma anche di Paesi stranieri. In tutto 102 file – 27 trovati nell’ufficio di Trump, 75 nel magazzino – con un classificazione che va da “top secret” a riservati”.
Non solo, dall’accuse emerge che le scatole con i documenti segreti fossero conservate in un modo a dir poco imprudente, nascoste dentro ad una doccia, in una camera da letto e addirittura nella sala da ballo di Mar-a-Lago dove si tenevano decine di ricevimenti. In una foto quasi incredibile si vedono i contenitori impilati sul palco della White and Gold Ballroom da gennaio al 15 marzo 2021, per poi essere spostati dallo stesso ex presidente con l’assistente Wal Nauta, anche lui incriminato. “Jack Smith è uno squlibrato e un mio hater”, ha attaccato Trump dopo la pubblicazione dell’accusa.
Il tycoon, che in queste ore ha liquidato i suoi avvocati Jim Trusty e John Rowley e ha deciso di farsi rappresentare da altri due studi locali, ha annunciato che martedì in Florida si dichiarerà innocente. Nell’aula del tribunale si troverà davanti la giudice Aileen Cannon, nominata da lui stesso, allora presidente, nel 2019. Fu lei l’anno scorso a decidere di rinviare la perquisizione dell’Fbi in Florida, sentenza che fu poi ribaltata, e sarà lei a stabilire una data per il processo. Anche in questo caso la sua sentenza potrà essere contestata allungando ulteriormente i tempi del procedimento, come vorrebbero gli avvocati di Trump che tenteranno ad ogni costo di evitare un processo prima delle elezioni presidenziali del novembre 2024.
Ma il procuratore speciale ha fatto sapere che chiederà un processo “rapido nel rispetto dell’interesse pubblico e i diritti dell’imputato”. La sfida più grande per Smith era dimostrare che l’ex presidente fosse consapevole che nelle centinaia di scatoloni portati via c’erano file secretati e ,dagli atti resi pubblici, sembra proprio che questa evidenza sia stata trovata. In uno dei documenti si legge, infatti, che Trump ha chiesto ai suoi assistenti di “nascondere o distruggere” le carte prima dell’arrivo dell’Fbi. In un altro intima ai suoi avvocati di “non guardare” nelle scatole. “Non voglio che nessuno lo faccia”.
Infine c’è una registrazione audio nella quale ammette di essere in possesso di carte top secret. “Come presidente, avrei potuto declassificarle ma ora non posso più”. Mentre Joe Biden continua a mantenere la linea della distanza – “non ho mai parlato con con il ministro della Giustizia Merrick Garland del caso e “non ho” intenzione di farlo – il partito repubblicano, ad eccezione del suo ex braccio destro Mike Pence, si è schierato compatto al fianco di Trump.
Resta da vedere quanto il Grand old party riterrà conveniente avere un candidato che può essere arrestato in qualunque momento, prima o dopo il suo ingresso alla Casa Bianca.
(da Open)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 10th, 2023 Riccardo Fucile
SI CHIAMA SHEBA, È UN CANTANTE POP, QUATTRO GIORNI PRIMA DELL’ANNUNCIO DELL’INVASIONE, È PARTITO PER UNA VACANZA IN TURCHIA ASSIEME AL SUO PRODUTTORE
La cosiddetta Operazione militare speciale che la Russia sta conducendo in Ucraina sembra aver toccato in un modo o nell’altro quasi tutte le famiglie nel Paese, ma non quella del ministro della Difesa, Sergej Shoigu, il cui figlio Danila sebbene sia in età da militare si dedica alla carriera di musicista.
Danila Sergeevich Shebunov, in arte Sheba, è uno dei tre figli naturali del ministro nato dalla relazione con l’ex hostess Elena Shebunova; dal matrimonio ufficiale ha due figlie Julia e Ksenja, che portano il cognome Shojgu.
Il team Navalny ha scoperto che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, di cui erano note solo le due figlie femmine, ha una seconda famiglia di cui fa parte un ragazzo che non è al fronte a combattere, anche se è maggiorenne. È un cantante pop. Si fa chiamare Sheba o anche Sheba Singer. Negli ultimi mesi ha pubblicato video in cui canta brani pop anche in inglese. Quattro giorni prima dell’annuncio dell’invasione, è partito per una vacanza in Turchia assieme al suo produttore.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »