Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
I CONFINI SI DIFENDONO IN GUERRA CONTRO GLI AGGRESSORI NON ACCANENDOSI CONTRO I POVERI… CHI VUOLE DIFENDERE I CONFINI VADA A COMBATTERE IN UCRAINA AMMESSO CHE NE ABBIA LE PALLE, IL CHE NON E’
La ragione è semplice ed era prevedibile perché è contenuta nella sentenza della Corte di
giustizia europea emessa il 4 ottobre e cioè prima che i centri per i migranti aperti in Albania sotto la giurisdizione italiana aprissero. Dice quella sentenza che un Paese per essere considerato sicuro deve essere in ogni sua parte e per ogni persona, non possono esserci cioè persecuzioni, discriminazioni o torture verso nessuno in nessuna zona di territorio. E l’Egitto e il Bangladesh, così come la Tunisia, applicando i criteri della sentenza, sicuri non lo sono.
A spiegarlo in maniera molto chiara è la presidente della sezione Luciana Sangiovanni in una nota stampa: “I trattenimenti non sono stati convalidati in applicazione dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della Corte europea a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica ceca. Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’impossibilità di riconoscere come “paesi sicuri” gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia”.
Il rientro obbligato in Italia
I migranti nei centri oltre confine infatti non possono restare né possono essere lasciati liberi su territorio albanese. Anche il presidente Edi Rama lo ha ribadito nell’intervista rilasciata a Repubblica. Per cui i migranti dovranno salire nuovamente su una nave per essere riportati in Italia. L’ipotesi più probabile è che vengano imbarcati su un traghetto in partenza domani e diretto a Brindisi.
Avranno poi 14 giorni di tempo da oggi per presentare ricorso contro la bocciatura della loro richiesta di asilo agli stessi giudici della sezione immigrazione che valuteranno caso per caso. Ma essendo i dinieghi viziati dalle procedure di frontiera ora inapplicabili è altamente probabile che le richieste di asilo verranno rivalutate secondo le procedure ordinarie che hanno tempi più lunghi.
E questo nonostante nel frattempo le Commissioni territoriali riunite ieri abbiano rigettato tutte le richieste di protezione internazionale, aprendo dunque la via al trasferimento dei dodici nel secondo girone della struttura detentiva: il Cpr da 144 posti (a oggi ne sono pronti 24).
“Le autorità italiano hanno quindi il dovere di riportare in Italia le persone trattenute e così consentire loro l’esercizio del diritto di asilo sul territorio italiano”, chiariscono gli avvocati Silvia Calderoni, Paolo Iafrate e Arturo Salerni che assistono un cittadino bengalese dei 12 rinchiusi a Gjader.
“Un gioco dell’oca”, riassume Giuseppe Conte. “Una costosissima presa in giro” per Carlo Calenda. La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, si spinge un gradino più in là: “Si potrebbe profilare un danno erariale”, dice, per lo spreco di denaro per un’iniziativa partita in salita.
Mentre il Pd insiste: “Il piano è fallito, Meloni dovrebbe chiedere scusa”. Da +Europa Riccardo Magi aggiunge: “E Piantedosi dimettersi”.
Sull’intero protocollo Pd, M5s e Avs hanno chiesto all’Unione europea di aprire una procedura di infrazione giudicando “illegali” le misure previste dall’accordo Italia-Albania.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
IL LIVELLO PIÙ BASSO DAL 2007, MOLTO INFERIORE ALLA MEDIA OCSE (6,9%) E ALLA MEDIA UE (6,8%) E LONTANISSIMO DA GERMANIA (10,1%) E FRANCIA (11,8%)
Giorgia Meloni ha una tendenza, non nascosta, a reagire male alle critiche. Nel farlo, le capita spesso di buttarsi sulla propaganda più becera o, se preferite, di mentire spudoratamente
Ieri è stata la volta della Sanità, buco nero della nostra storia recente e non per colpa (solo) di questo governo: “Sento molte falsità in queste ore su Sanità e legge di Bilancio – ha scritto sui social – E allora facciamo ancora più chiarezza: +6,4 miliardi per la Sanità in due anni (+2,37 miliardi nel 2025 e +4,12 miliardi nel 2026). Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026”.
Sempre via social si è presa la rispostaccia di Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, che da molti anni s’impegna contro il disastro del Ssn: “Gentile Presidente Giorgia Meloni, il suo tentativo di fare più chiarezza confonde ulteriormente. Perché Lei somma le risorse assegnate alla Sanità in due leggi di Bilancio: 2024 e 2025. In attesa del testo della manovra, stando al Dpb i numeri sono: + 0,86 miliardi di euro nel 2025 ; + 3,1 miliardi nel 2026; + 0,17 miliardi nel 2027”.
Detta in breve, ha ragione Cartabellotta: il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles certifica che la manovra assegnerà all’ingrosso quei soldi “netti” alla Sanità. Per l’anno prossimo significa circa 880 milioni in più – invece dei 3 o 4 miliardi chiesti dal ministro della Salute Orazio Schillaci – portando il fondo per il Ssn a 136,5 miliardi di euro, il 6,2% del Pil, come quest’anno e come quello prima, il livello più basso dal 2007 che il governo promette di mantenere (non aumentare) nei prossimi anni
Quella che aumenta invece è la spesa diretta delle famiglie in salute, quella cosiddetta out of pocket: 40,6 miliardi nel 2023 (Istat), una decina in più in un decennio. “Lasci stare i record”, ha maramaldeggiato Cartabellotta, “altrimenti citiamo come triste primato i 4,5 milioni di persone che non si curano più, di cui 2,5 milioni per ragioni economiche”.
Insomma, niente record, se non quello insensato del totale nominale di finanziamento del Ssn: una cifra “record” con cui si pagano meno medici e infermieri e si acquistano meno servizi sanitari che in passato…
Torniamo allora alla spesa in rapporto al Pil: nato nel 1978, il Servizio sanitario nazionale pesava per il 4,7% del Pil nel 1980, per poi salire fino al 2010 (in zona 7%), il momento in cui inizia il tracollo. Oggi e per diversi anni, come detto, saremo al 6,2%, un livello inferiore alla media Ocse (6,9%) e alla media Ue (6,8%), lontanissimo dai numeri di Germania (10,1%) o Francia (11,8%) e che ci colloca all’ultimo posto nel G7.
Per capirci, colmare quello 0,6% di differenza con la media europea significherebbe, ai prezzi attuali, spendere in salute oltre 12 miliardi l’anno in più.
La fase di definanziamento del Ssn inizia nel 2010 con Berlusconi e subisce un’accelerazione inaudita con Monti. I governi successivi (Letta, Renzi, Gentiloni, Conte-1) si sono limitati a gestire il declino della sanità pubblica finanziando il sistema quasi sempre meno della crescita dei prezzi e del Pil: il risultato, in un quindicennio, è la perdita di posti letto, personale del Ssn, presidi territoriali, medici e pediatri di base con gli effetti che tutti vediamo su liste d’attesa, Pronto Soccorso, etc.
Col Covid ci dissero che sarebbe cambiato tutto, ma non è successo: il governo Meloni è quello del ritorno al business as usual, necessario anche per la stretta alla spesa pubblica contenuta nel nuovo Patto di Stabilità.
(da il Fatto quotidiano)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
ALLA FINE DEI CONCERTI LE VENIVANO “ALLUNGATI” 75 EURO IN UNA BUSTA… BARTOLOZZI CHIEDE UN MAXI-RISARCIMENTO DA 1,2 MILIONI DI EURO: “CHIAMATE A TESTIMONIARE FIORELLO, BAGLIONI E MASSIMO RANIERI, POSSONO CONFERMARE”… LA MUSICISTA SAREBBE STATA CACCIATA DOPO AVER PRETESO UNA REGOLARIZZAZIONE, E ORA IL CASO È FINITO AL TAR
«Chiamate a testimoniare Fiorello, Claudio Baglioni e Massimo Ranieri». E poi: «Possono
confermare quel che sostengo anche Amii Stewart e Marco Baldini». Sarà il Tar del Lazio a dover stabilire, nell’udienza fissata per il prossimo 19 novembre, se l’arpista Ornella Bartolozzi ha diritto a un maxi risarcimento per aver lavorato in nero, nell’arco di ben 14 anni, nella banda della Polizia di Stato.
E la 53enne romana, che ha chiesto circa 1,2 milioni di euro e che attende una pronuncia del Tribunale amministrativo dopo che il giudice del lavoro si è dichiarato incompetente, nel ricorso presentato punta a far raccogliere le testimonianze di noti artisti che si sono esibiti con lei in un lunghissimo elenco di manifestazioni in Italia e all’estero, per dimostrare che era a tutti gli effetti un membro della banda della Polizia.
Tra il 2003 e il 2017 la musicista si è esibita in circa 150 concerti, dal teatro Massimo alla terrazza del Pincio, ha viaggiato sui bus della Polizia ed è stata fatta imbarcare sugli Hercules C-130 dell’Aeronautica, spostandosi da un capo all’altro della penisola e in Messico, Germania, Stati Uniti d’America, Malta, Israele e Norvegia.
Sostiene di esserle sempre stata promessa una stabilizzazione, ma che ha continuato a esibirsi lavorando in nero, retribuita con 75 euro in contanti per ogni concerto.
Alla fine la decisione di fare causa, con il Viminale che, davanti al giudice del lavoro, ha respinto le richieste dell’arpista, fino a quando il giudice, dopo un anno e otto mesi, si è dichiarato incompetente, girando il procedimento al Tar
Nel ricorso, presentato dagli avvocati Aurelio Salata e Vanessa Ivone, viene specificato che «il rapporto di lavoro» della musicista con la banda della Polizia di Stato «è cessato quando la signora Bartolozzi ha preteso la regolarizzazione della propria posizione lavorativa».
«Nel corso dei 14 anni di collaborazione – precisano i legali – la signora Bartolozzi, anche in base a provvedimenti interni della amministrazione, è stata impiegata, in Italia e all’estero in numerosi concerti ed eventi che hanno coinvolto famosi esponenti del mondo della politica, dello sport, della cultura, dello spettacolo e della musica». Sostenendo che il particolare può essere confermato dagli stessi artisti, da Baglioni a Amii Stewart, «nel corso dell’espletanda attività istruttoria».
E ancora: «Veniva retribuita dal Maestro Billi, brevi manu, in contanti, con l’importo di 75 euro per ogni concerto cui partecipava». Un lavoro svolto «in maniera costante e continuativa alle dipendenze del Maestro Maurizio Billi e, dal 2014, anche dal Sostituto commissario coordinatore relazioni esterne e coordinamento produzione artistica Emilio Fasolino».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
PER QUESTO LA SORELLA DELLA PREMIER, ARIANNA, HA INCONTRATO CATENO DE LUCA, PORTE APERTE ANCHE AL CENTRO POPOLARE PORTATO IN DOTE DA MARA CARFAGNA, MARIASTELLA GELMINI E GIUSI VERSACE, APPENA TRANSITATE AL GRUPPO MISTO DA AZIONE
Costruire una quarta gamba moderata nel centrodestra. Con due obiettivi: il primo a breve termine, e cioè aumentare i numeri della maggioranza in vista dei prossimi appuntamenti delicati in Parlamento, su tutti quello per il giudice della Consulta; il secondo sostenere un partito centrista autonomo da Forza Italia della famiglia Berlusconi ultimamente riottosa con la premier Giorgia Meloni.
La tela che in casa Fratelli d’Italia sotto la regia di Arianna e Giorgia Meloni si sta costruendo è ambiziosa e ha già segnato i primi colpi. La sorella della premier ha incontrato a Roma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca: c’è lei dietro la svolta verso il centrodestra del vulcanico politico siciliano che con il suo movimento ha eletto una piccola truppa all’Assemblea regionale siciliana e in Parlamento.
In questo modo FdI può contare da subito sul voto del deputato Francesco Gallo alla Camera, e in chiave futura sul sostegno di De Luca che in Sicilia, lui che da solo alle ultime regionali ha ottenuto il 24 per cento dei voti, può essere determinante nei collegi uninominali delle prossime Politiche e per la vittoria del centrodestra alle prossime regionali.
L’accordo prevede che De Luca possa sostenere per il dopo Renato Schifani un candidato scelto da FdI e che abbia uno-due collegi uninominali bloccati per le Politiche. Lui non commenta incontri e accordi, ma assicura: “Nel centrosinistra non ho avuto alcuna interlocuzione e penso che non stiano pensando a vincere, io non voglio fare l’opposizione in eterno e da amministratore esperto voglio migliorare la mia terra e vado con chi mi consente di farlo e mi offre un progetto politico”, dice a Repubblica.
Ma le leader di FdI, Giorgia e Arianna, lavorano anche a un progetto più ambizioso: costruire un nuovo partito moderato. Il nome c’è già, Centro popolare, e lo hanno portato in dote Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusi Versace, appena transitate al gruppo misto da Azione direzione centrodestra. Le tre non hanno ancora aderito a Noi Moderati di Maurizio Lupi ma con quest’ultimo hanno un’intesa per portare a compimento il progetto del nuovo partito con la regia della premier e della sorella.
Arianna e Giorgia hanno tenuto i contatti con Carfagna soprattutto, il volto principale sul quale puntano per provare a costruire la quarta gamba del centrodestra alternativa a Forza Italia
Il cantiere è aperto ma dalle parti delle sorelle Meloni hanno fissato alcuni paletti: non a vecchi volti centristi, sì a giovani e novità anche tra gli attuali parlamentari. Tradotto, niente intese con l’Udc di Lorenzo Cesa o con la nuova Dc di Salvatore Cuffaro. Il progetto vuole essere, come detto, più ambizioso.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
LE SPESE ALLEGRE NEI BANDI FIRMATI DALL’AUTONOLEGGIATORE CARO AD ARIANNA MELONI: POLTRONE, ZERBINI E CORDINI PORTA BADGE DA 423 EURO (PIÙ IVA)… IL 3 OTTOBRE TAGLIAFERRI HA FIRMATO UN BANDO DA 39MILA EURO PER ASSUMERE UN DIGITAL STRATEGIST. OBIETTIVO? RIPULIRE LA REPUTAZIONE (LO SVENTURATO AVRÀ MOLTO DA LAVORARE)
Si chiama Fabio Tagliaferri e forse dovrebbe tagliare i bandi. E’ l’ad di Ales, la società in house
del ministero della Cultura. Lo ha indicato Arianna Meloni? Affari loro . Come Tagliaferri spende il denaro? Affari nostri.
Il 3 ottobre, l’ad di Ales, nominato da Gennaro Sangiuliano ha firmato un bando da 39 mila euro per assumere un digital strategist. Durata del contratto sei mesi. A che serve? A ripulire l’immagine di Ales, a “migliorare la comunicazione e il posizionamento aziendale”
Serve per la reputazione che è stata compromessa. Ales è una società di servizi e sul web, e in tv, ci è finita, per le inchieste di “Piazza Pulita”. Tagliaferri è un militante di FdI, un ex concessionario d’auto di Frosinone. Se è un manager accorto, come ripete dovrebbe spulciare i bandi (che firma).
Le spese? Una “poltrona operativa per la sede di Roma”? 420 euro più iva. Un cordino porta badge? 423 euro più iva. Due zerbini in cocco? 368 euro. Una campagna pubblicitaria radiofonica per una mostra? 15 mila euro. E l’affidamento è diretto. Discrezionale. L’auto che ha chiesto come amministratore delegato? Un’Alfa Tonale. Un piccolo sacrificio? La prossima volta una Fiat Topolino.
(da il Foglio)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
GIORGETTI SI GIUSTIFICA: “DEVO LAVORARE” – SI ATTOVAGLIANO CON LUI ANCHE VALDITARA E IL SOTTOSEGRETARIO FEDERICO FRENI. MEGLIO IL CAPPUCCINO DELLA MANOVRA
“I deputati a destra! I senatori a sinistra. Dai che fra poco arriva Giorgetti”. In un angolo di Piazza Politeama si radunano i parlamentari leghisti venuti a sostenere Matteo Salvini nel giorno dell’arringa di Giulia Bongiorno al processo Open Arms.
In piazza ci sono i ministri Giuseppe Valditara e Roberto Calderoli. Intorno alle 11 arriva Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia. Una foto rapida e poi il ministro si rifugia dentro a un bar della piazza, cucina “Food porn”: “Devo lavorare”.
A un tavolino lo raggiunge il collega Valditara, “ma quali tagli alla scuola?” aveva detto entrando, e poi il deputato Alberto Gusmeroli e il sottosegretario Federico Freni. Giorgetti resta chiuso al bar almeno mezz’ora, parlando al telefono senza sosta.
Gli altoparlanti irradiano l’arringa dell’avvocata Bongiorno: “Quella nave non aveva falle!”. La comitiva però si sposta al bar, tutti al tavolo con Giorgetti.
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
L’ASSOCIAZIONE MAGISTRATI DENUNCIA IL CLIMA DI INTIMIDAZIONE… INSULTI SOCIAL DALLA FOGNA SOVRANISTA: BASTA IDENTIFICARLI E ANDARLI A TROVARE A CASA
È stata assegnata la scorta alla pm Giorgia Righi che, insieme a Marzia Sabella e Gery Ferrara,
rappresenta l’accusa nel processo Open Arms contro il ministro Matteo Salvini.
La decisione segue la valanga di insulti e minacce social arrivati dopo la richiesta di condanna a 6 anni della Procura nei confronti del vicepremier.
La pm Righi era l’unica del pool di magistrate a non essere ancora tutelata. Righi fa anche parte della Direzione Antimafia. La requisitoria con la quale aveva chiesto insieme alle colleghe la condanna di Salvini era stata commentata con minacce di morte e insulti sessisti. Le tre toghe avevano preferito non commentare sulla vicenda e ora stanno valutando se perseguire gli autori dei post.
La replica dell’Associazione nazionale magistrati
Per il presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati, ndr), Giuseppe Santalucia, «Se si si crea intorno al processo un clima di tensione mediatica, gli effetti possono anche essere questi. I processi devono svolgersi nel clima di maggiore serenità possibile a beneficio di tutti. Operazioni che creano intorno al processo un’aurea di sospetto possono produrre questo tipo di effetti: attacco alle persone, quindi dei magistrati, con violenze e minacce verbali», sottolinea all’Ansa Santalucia in merito alla scorta assegnata alla pm Giorgia Righi. «Non posso che appellarmi alla saggezza di chi ruota intorno al processo. Quel tipo di approccio con polemiche è solo dannoso e pregiudiziale e non può che produrre scorie», conclude.
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
“AVETE BUTTATO 800 MILIONI CHE POTEVANO SERVIRE PER LA SANITA'”
“Ora” in Albania “dovete smontare tutto, tornare indietro e chiedere scusa agli italiani”. Si è aperta così la direzione del Pd al Nazareno. Con la segretaria dem Elly Schlein che parla ancora di migranti, dopo il dibattito del giorno prima sempre nella sede del partito sul tema dell’immigrazione. La leader dem attacca la maggioranza per la gestione fallimentare in Albania: “L’intero meccanismo non sta in piedi. Già prima del pronunciamento del tribunale poco fa avevano dovuto riportare indietro quattro persone, due fragili e due minori. L’abbiamo sempre detto. Non è pensabile identificare minori e fragili su una nave”.
“La sezione Immigrazione del Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all’interno del Centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania – continua -. Lo avevamo detto, non perché siamo veggenti ma perché leggiamo le leggi. Adesso mi rivolgo al Governo e alla presidente Giorgia Meloni: fermatevi. Fermatevi e tornate indietro come siete costretti a far tornare indietro 16 persone che avete ignobilmente deportato in Albania spendendo 18mila euro a testa secondo le stime giornalistiche, dopo che per decenni vi abbiamo sentito abbaiare contro i 35 euro al giorno spesi per l’accoglienza in Italia”.
Schlein attacca: “Vergogna! Altro che modello: l’accordo fatto con l’Albania è un accordo fuorilegge, un accordo che viola il diritto internazionale. Ringrazio i parlamentari che ieri” sono andati nel centro. L’intero meccanismo non sta in piedi. Si tratta di 800milioni buttati che potevano essere usati per la sanità. Si configura un danno erariale”.
Arrivata poi alla replica. Schlein afferma: “Il finto moderato Tajani dice ai giudici ‘non impediscano al governo di lavorare’. Le leggi valgono per tutti, soprattutto per il governo: nessuno è al di sopra delle leggi, quella era la monarchia assoluta. Il governo le deve rispettare, questo governo può prendersela solo con se stesso perché da tante parti si era fatto notare che la costruzione dell’impianto di questo accordo fosse in contrasto con delle normative internazionali, con delle normative europee, con delle normative nazionali, con la nostra costituzione che assicura allo straniero che non si veda riconosciuti i diritti previsti dalla stessa costituzione il diritto di chiedere asilo nel territorio della repubblica, e quello (l’Albania, ndr) non è il territorio della repubblica”.
La leader dem continua: “Ma io credo che soprattutto siamo stati sordi rispetto a quello che noi abbiamo provato a spiegargli in queste ultime settimane dal 4 ottobre, la sentenza della Corte di giustizia europea a cui facevo riferimento. È chiaro che è tutto molto discrezionale, una valutazione politica su quale sia un paese terzo sicuro o non sicuro, ma la corte di giustizia su questo si è espressa in modo netto. Non si capisce bene quindi neanche con chi se la stanno prendendo in queste ore, perché i giudici nazionali sono tenuti a rispettare una giurisprudenza europea che applica una normativa europea”.
Per Schlein “questo atteggiamento arrogante non l’abbiamo visto solo in queste ore, in queste vicende e in queste dichiarazioni, purtroppo lo vediamo da quando sono al governo. Lo vediamo e l’abbiamo visto con l’approvazione del pessimo decreto sicurezza che riesce a essere peggio pure di alcune norme del Codice Rocco”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 18th, 2024 Riccardo Fucile
I PARLAMENTARI CIANI E SCARPA HANNO SEGUITO IN ALBANIA LA VICENDA
Dal tribunale di Roma arriva una bocciatura su tutta la linea dell’operazione Albania, il
protocollo che l’anno scorso è stato firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama, per trattenere i migranti salvati nel Mediterraneo, in acque internazionali, al di fuori dei confini italiani. Tutta la procedura si è rivelata un flop, dopo che il tribunale di Roma non ha convalidato il fermo dei 12 migranti che erano stati portati mercoledì in Albania dalla nave della Marina Militare Libra. In tutto erano inizialmente 16, ma quattro di loro sono stati rimandati in Italia in quanto soggetti vulnerabili.
La giudice Silvia Albano oggi non ha convalidato il trattenimento delle persone che si trovano ancora presso il centro di permanenza italiano di Gjader in Albania. I giudici italiani non possono non considerare quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue sulla definizione di Paesi sicuri: l’Egitto e il Bangladesh, Paesi di origine dei 12 migranti, considerati sicuri secondo il Viminale, non lo sono secondo la Corte europea, la quale stabilisce che un Paese è considerato sicuro solo se al suo interno non esiste alcuna porzione di territorio in cui i diritti umani vengono violati.
La posizione dei 12 migranti è stata valutata questa mattina dal Gip, che ha motivato la scelta evidenziando che “in caso di non convalida del trattenimento e di mancanza del titolo di permanenza nelle strutture albanesi, come nel presente caso, lo status libertatis può essere riacquisito soltanto per il tramite delle Autorità italiane e fuori del territorio dello Stato albanese, delineandosi di conseguenza, in assenza di alternative giuridicamente ammissibili, il diritto del richiedente protezione a riacquisire lo stato di libertà personale mediante conduzione in Italia”. Per questo, la giudice Silvia Albano non ha convalidato il trattenimento, e i 12 profughi devono essere portati immediatamente in Italia.
Domani tutto il gruppo rientrerà in Italia, e verrà portato a Bari, probabilmente in una struttura per richiedenti asilo
Nel frattempo la Commissione territoriale chiamata a valutare la richiesta di asilo dei 12 migranti si è riunita in tempi record – avrebbe in teoria fino a 28 giorni di tempo per esprimersi – e ha già deliberato sui singoli casi: tutte le richieste di asilo sono state respinte. Ora i profughi avranno 14 giorni di tempo per fare ricorso contro il diniego delle richiesta di asilo.
Ciani a Fanpage: “Questo accordo è un monumento al furore ideologico sovranista e anti-migranti”
“Tutti i migranti tornano in Italia, non mi sembra un’operazione storica, piuttosto mi sembra un fallimento storico, sulla pelle di questi ragazzi. Sono rimasti chiusi nel centro per due giorni per una mera operazione di propaganda”, ha commentato la deputata Rachele Scarpa (Pd) a Fanpage.it.
Ieri Scarpa, insieme ad altri parlamentari dell’opposizione, ha fatto un blitz nel centro di Gjader. Insieme a Paolo Ciani (Pd) e Riccardo Magi (Più Europa), è entrata nella struttura e ha parlato con i migranti. “Non sapevano nemmeno perché la nave della Marina Militare li avesse deportati in Albania, non gli hanno spiegato nel dettaglio cosa stesse accadendo. In questo momento è in corso un’informativa”, ha raccontato la parlamentare dem a Fanpage.it.
La deputata si trova ancora davanti al centro, al cui interno i migranti sono appena stati informati della decisione della giudice di Roma: “Ci hanno raccontato le loro storie, che sono tutte storie di vulnerabilità. Sono passati dalle prigioni libiche, hanno subito torture, schiavitù e violenze. Alcuni sono scappati dal loro Paese perché sono disertori, altri perché hanno famiglie violente oppure perché si sono indebitati a un punto tale che non potrebbero fare ritorno senza rischiare situazioni di pericolo”, ha detto ancora a Fanpage.it Rachele Scarpa.
“Avevamo già sottolineato tanti aspetti controversi di questo protocollo già in fase di discussione alla Camera”, ha detto Paolo Ciani a Fanpage.it, “non per un motivo ideologico di contrapposizione, ma perché conosciamo le norme italiane e quelle europee sui diritti umani”.
“La vicenda di questo primo gruppo ha messo in luce molte delle fragilità che avevamo già evidenziato. Dallo screening in mare – che ha fatto sì che 1100 persone venissero portate a Lampedusa e solo 16 in Albania, l’1% – al fatto che poi di questi 16 quattro sono stati considerati vulnerabili, e quindi sono stati ricondotti subito in Italia. Ora i giudici non hanno convalidato il loro fermo. Purtroppo questo protocollo è un monumento al furore ideologico sovranista e anti-migranti più che una vera politica migratoria”.
I migranti hanno anche raccontato di essere stati recuperati in mare in acque territoriali italiane e non in acque internazionali, come il protocollo prevede: “Non hanno parlato di acque italiane, ma hanno fatto un racconto molto dettagliato, in cui hanno riferito che quando sono stati soccorsi, Lampedusa era molto vicina. Questo è punto molto delicato, perché l’intero costrutto di questo accordo poggia sul fatto che tutto debba accadere fuori dall’Ue. Se davvero i migranti erano arrivati in acque territoriali italiane è stata fatta una violazione del protocollo stesso”, ha detto ancora Ciani a Fanpage.it.
“Dal punto di vista delle risorse poi è stato uno spreco. Ho parlato con un ingegnere del genio civile ieri, e mi ha spiegato che hanno dovuto fare 90 chilometri di pali sotterranei di ghiaia per bonificare il luogo dove sorge il centro di Gjader, spendendo una montagna di soldi. Senza contare che tutto il n
Ieri il ministro dell’Interno Piantedosi aveva anticipato che il governo avrebbe impugnato la decisione del tribunale: “Ora inizierà una sorta di battaglia politico-legale su questa vicenda, parallela a quella che si sta consumando in Sicilia con il caso Open Arms. Vedere dei ministri andare a protestare contro dei magistrati è molto preoccupante in una società democratica. Intanto queste persone dovranno essere condotte subito in Italia”, ha sottolineato Ciani. “Anche se in questo momento non c’è ancora una nave italiana disponibile al porto di Shengjin”.
(da Fanpage)
argomento: Politica | Commenta »