Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE, LA GIORGIA CAMALEONTE È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA… IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X
Non possedendo la palla di vetro, non sappiamo se il blitz di Giorgia Meloni a Mar-a-lago avrà risultati concreti, almeno per il destino della povera Cecilia Sala. Porterà frutti la geremiade sul no all’estradizione negli Usa dell’iraniano Abedini, di cui la Ducetta della Garbatella avrebbe informato Trump (ma non il presidente attuale, Joe Biden)? Lo sapremo solo sopravvivendo.
Quel che però è certo è che il viaggio transoceanico della “Ducetta stars and stripes” è stato vissuto come una coltellata alle spalle dalla già cagionevole Ursula von der Leyen e dai poteri oggi al comando a Bruxelles: Francia, Spagna, Germania, Polonia.
Innanzitutto perché Giorgia Meloni non ha concordato né avvisato del faccia a faccia con Trump nessuno, a partire dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Un errore da matita blu per chi, come lei, si vanta di conoscere e praticare la politica fin dall’adolescenza.
La Ducetta in modalità camaleonte, che abbiamo imparato a conoscere sulla scacchiera geopolitica – la premier che a Washinton con un paio di smorfie intortava Biden e che a Bruxelles è riuscita con molta furbizia a ottenere una delle vicepresidenze esecutive per Raffaele Fitto – una volta svanita nelle urne la normale dialettica del liberalismo dem e messa di fronte alla imprevedibilità della tecnodestra di Trump e Musk, la tapina è stata colta dal panico.
Davanti a questa nuova alleanza tra capitalismo tecnologico e trumpismo reazionario, che ha reso di colpo obsoleto il sovranismo e il populismo di ieri, che fare? Come osserva Il filosofo Michael Walzer, 89 anni, figura di riferimento della sinistra americana: “L’avvicinarsi alla politica di un certo numero di imprenditori di Silicon Valley – ancora una minoranza peraltro, sebbene molto agguerrita – sta creando un soggetto ibrido il cui pensiero coincide solo in parte con quello della destra tradizionale, anche estrema. Siamo semmai di fronte a un nuovo filone di libertarismo di destra Che cela una gran fame di potere ed è principalmente interessato alla deregulation per meglio soddisfare i propri interessi”.
Invece di coordinarsi con Ursula e gli altri leader europei, la Sora Giorgia ha fatto il passo più lungo della gambotta volando in Florida, incassare la benedizione di Trump e riportare in fretta e furia Cecilia Sala in Italia. Tanto per potersi offrire all’opinione pubblica come “salvatrice della patria”.
Un atteggiamento poco istituzionale e del tutto irrituale che è stato poi smontato dalla stessa riottosità del presidente eletto che l’ha intortata di chiacchiere costringendola a ingoiare pure due ore di documentario complottista sul “furto” delle elezioni del 2020.
E fosse solo questo. Con il viaggio a Mar-a-lago, Giorgia Meloni ha scelto di baciare la pantofola di Trump, cioè si è assoggettata a un rapporto di forza che per il Tycoon non prevede alleati ma solo camerieri. Sostanzialmente la Ducetta è divenuta agli occhi di Bruxelles la cheerleader del trumpismo, l’apripista della tecnodestra senza controllo di Musk. Altro che mediatrice tra Washington e l’Ue.
Ne è conferma la lode di Trump sulla Meloni: “Ha assaltato l’Europa”. Una certificazione Iso9001 di “trumpismo” doc e ruspante, che fa sembrare la premier italiana come un cavallone di Troia della Casa Bianca nell’Unione europea. Ora a Bruxelles temono, non a torto, di avere in casa una leader assoggettata a The Donald.
Del resto, è evidente che il “dialogo” o un “compromesso” con la tecnodestra non esiste: tocca solo obbedire. Un atteggiamento del tipo “io ordino, tu esegui”, confermato ogni giorno sia dalla diplomazia muscolare di Trump che dalla ketaminica follia di Elon Musk.
Quel “Tesla di minchia”, dopo aver facilitato l’incontro tra Meloni e Turmp, ha subito presentato la parcella, dichiarandosi prontissimo a firmare il contratto con il governo italiano che garantirebbe alla sua SpaceX 1,5 miliardi di dollari. Tradotto: tu, Giorgia, incassi politicamente oggi ma io riscuoto domani.
Fumo negli occhi dei vertici europei. Emmanuel Macron ha già parlato apertamente di una “internazionale reazionaria” a guida Musk. Un gruppetto di tecno-oligarchi, guidati da Musk stesso, che ignora ideali e ideologie, mette al centro gli affari e considera la democrazia un fastidioso ingombro (Musk ha definito la Commissione europea “un monumento alla burocrazia”).
Un problema serio per i fragili paesi europei che, già provati dalle minacce delle autocrazie, si trovano a dover combattere chi, come Musk, uomo di affari e prossimo ministro, interessato alla deregulation per meglio soddisfare i propri interessi, vede in un sistema politico ordinato un ostacolo da abbattere, facendo fuori i poteri di controllo interno delle democrazie, dall’informazione ai bilanciamenti costituzionali (vedi le ingerenze in Italia, Germania, Gran Bretagna e Canada
(da Dagoreport)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
A TORINO LA MACCHINA ARRIVA FIN DENTRO PIAZZA CASTELLO E PIAZZA SAN CARLO… STESSA SCENA A ROMA, DOVE SONO STATE EVIDENZIATE LE FALLE NELLA SICUREZZA DI VIA DEL CORSO, PIAZZA DI SPAGNA, PIAZZA NAVONA
Dopo gli attentati di Magdeburgo e New Orleans, questa sera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35) continua l’inchiesta sulla sicurezza nelle zone nevralgiche delle principali città italiane, per testare le misure promesse dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Già a dicembre, Valerio Staffelli aveva scoperto che a Milano era possibile entrare in auto fino a piazza Duomo e nella centralissima via Dante, entrambe gremite di cittadini e turisti, senza l’ombra di un ostacolo (vedi servizio). Stasera, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, Staffelli e Jimmy Ghione si recano rispettivamente a Torino e Roma, dove – purtroppo – la situazione è altrettanto preoccupante.
A Torino un gancio di Staffelli guida fin dentro piazza Castello, piazza San Carlo e le zone pedonali dello shopping di via Garibaldi e via Roma. Nessuna barriera, nessun controllo, nessun presidio: solo alcune fioriere che non impediscono il passaggio di auto o furgoni. Stesso scenario a Roma, con Ghione che, invece, evidenzia le falle nella sicurezza in via del Corso (una delle aree pedonali più affollate d’Italia), in piazza di Spagna, in piazza Navona e a ridosso del Pantheon. Tutte gremite di persone e tutte sguarnite di controlli, così come via Ottaviano, la strada pedonale che conduce in una piazza San Pietro riempita quotidianamente dai fedeli accorsi per il Giubileo.
Alla luce di quanto successo in altre città, le immagini trasmesse dal tg satirico sono inquietanti: perché queste annunciate misure di sicurezza non sono ancora state messe in atto? Il servizio completo sarà trasmesso questa sera a Striscia la notizia
(da Strisciala Notizia)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
“SAPEVATE CHE LA NOSTRA RETE DI COMUNICAZIONE APPARTIENE AI FRANCESI?”. E FRATELLI D’ITALIA PRESENTÒ UNA MOZIONE PER “NAZIONALIZZARE LA PROPRIETÀ DI TUTTE LE RETI E INFRASTRUTTURE STRATEGICHE”
Cosa direbbe oggi Giorgia Meloni la premier amica di Elon Musk a Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia prima firmataria di una mozione parlamentare del 2018 che puntava a vietare l’assegnazione a un privato delle reti di comunicazione italiane?
È una domanda a cui la presidente del Consiglio potrebbe rispondere a breve, o durante la conferenza stampa di inizio anno – la terza in 365 giorni – o se accetterà l’invito delle opposizioni a riferire in Parlamento sul caso dell’intesa con il multimiliardario proprietario di SpaceX Musk per l’utilizzo dei satelliti Starlink.
Il M5S ha scovato e rilanciato l’atto presentato nei primi mesi della scorsa legislatura, quando Meloni era all’opposizione del governo formato dal Movimento e della Lega, con premier Giuseppe Conte. In tv a In onda su La7 e poi sui social la futura premier e amica di Musk rivendicava una battaglia parlamentare per – parole sue – «nazionalizzare le proprietà di tutte le reti e infrastrutture strategiche».
Al tempo Meloni non aveva vincoli diplomatici e poteva sfogare tutte le sue convinzioni verso i sempre detestati francesi: «Sapevate che la nostra rete di comunicazione appartiene alla Francia?» si domandava, con riferimento alle quote di partecipazione di Vivendi all’interno di Tim.
In quella fase della sua biografia politica, l’ipernazionalismo delle sue radici non era temperato dal pragmatismo di governo o dagli equilibri europei. E così nella mozione FdI poteva arrivare a proporre che il Parlamento impegnasse il governo a «vietare la cessione delle reti infrastrutturali nazionali strategiche ai privati, prevedere la necessaria proprietà pubblica di quelle di nuova realizzazione e nazionalizzare quelle già private».
Oggi, evidentemente, Meloni la pensa in modo diverso, visto che è proprio a un privato, tra l’altro l’uomo più ricco della Terra, proprietario del social network X e prossimo a entrare nel gabinetto del presidente americano Donald Trump, che vuole affidare le reti strategiche di comunicazione.
(da La Stampa)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN “PIZZINO” SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL’AMICA MARIA PIA LA MALFA
Gutta cavat lapidem. La goccia scava la pietra. Il vecchio detto romano, l’esortazione alla disciplina quotidiana per raggiungere gli obiettivi, vale sempre, anche nel caso Boccia.
E così, anche quando tutto sembra sviscerato, raccontato, spulciato, nella vicenda Sangiuliano, spunta sempre qualche nuovo dettaglio. Dopo il Dago-scoop di Capodanno, che ha rivelato come Genny avesse firmato la consulenza (poi saltata) all’ex amante, il 1 agosto, ora arrivano altre croccanti novità.
L’imprenditrice di Pompei, infatti, sbugiarda ancora la traballante versione dell’ex ministro, partenopeo e parte incauto.
Nell’esposto presentato da Sangiuliano contro la Boccia, in cui si ipotizzano i reati di tentata estorsione e violazione della privacy, il prode Genny allegava infatti dettagli sulla “relazione intima” che intratteneva con la bionda quasi collaboratrice, e due foto, che ora gli tornano indietro come un boomerang sugli zebedei.
Entrambe sarebbero collegate alla presunta gravidanza della pompeiana (che lei non ha mai confermato pubblicamente, nonostante i messaggi ambigui come “domani abbiamo visita di controllo, sei un super babbo”).
La prima è quella ormai entrata nei libri di storia: un fotomontaggio di Sangiuliano incinto, che secondo il ministro sarebbe stato messo online dalla Boccia, tramite l’oscuro account “Politica e amori”, poi cancellato, con l’obiettivo di fargli pressione sul tema della presunta paternità.
E invece, come testimonia uno screenshot presentato dalla Boccia in procura a Roma, l’immagine circolava già da tempo su internet: era stata pubblicata il 6 luglio 2024 dall’account Facebook di tal Pino Di Maria, con didascalia “IL MINISTRO SANGIULIANO in attesa di partorire L’ENNESIMA MINCHIATA” (ben prima del 14 agosto, giorno in cui l’immagine appare sull’account “Politica e amori”). Di Maria è un privato cittadino di Palermo con simpatie di sinistra: sul suo profilo campeggiano appelli pro-Palestina, citazioni del Che Guevara e appunto meme di vario tipo (e dubbio gusto). Ma non ha legami con Maria Rosaria Boccia.
La seconda immagine è invece quella della torta di compleanno guarnita da una candelina con il numero zero.Per Sangiuliano, che ne fa cenno nell’esposto, e per la sua grancassa mediatica, sarebbe un’ulteriore prova
pressioni psicologiche esercitate dalla venditrice di abiti da sposa sul ministro: l’immagine di quella torta, pubblicata su Instagram, sarebbe stato un “pizzino” al ministro. Un riferimento al presunto bambino di Sangiuliano, mai nato.
Una tesi sostenuta strenuamente anche in televisione da Italo Bocchino. Durante la puntata di “Piazzapulita” del 31 ottobre scorso, davanti alla stessa Boccia, il direttore editoriale del Secolo d’Italia, parlando di quella foto, disse: “Guardi, l’ha anche geolocalizzata, Bar Hungaria, c’è la candelina zero per il bebè e il Bar Hungaria è vicino casa del ministro Sangiuliano ] L’ha scritto lei con la localizzazione esatta, vicino casa del ministro Sangiuliano, con la candelina zero mentre dice: ‘Sappi che sono incinta di te’. Ma lei si rende conto?”
Quella sera, Bocchino continuava a ricevere messaggi sul celllulare, e il conduttore, Corrado Formigli, e gli altri ospiti, ironizzarono sulla possibilità che fosse lo stesso Sangiuliano a suggerire le risposteall’amico.
Al punto che lo stesso Formigli salutò in diretta il “suggeritore”. Risultato? Amplificare ancora di più l’assurdità delle accuse alla vispa pompeiana.
Ma anche in questo caso Sangiuliano e i suoi “amichetti” hanno preso fischi per fiaschi. L’immagine della torta del Bar Hungaria (che comunque non è affatto vicino alla casa di Sangiuliano, come sostenuto in tv da Bocchino) era stata pubblicata su Instagram da Boccia il 24 Ottobre e scattata a casa di Maria Pia La Malfa e Alberto Dell’Utri (fratello di Marcello), come testimonia un selfie della Boccia con la festeggiata.
La candelina 0, come provò a spiegare la Boccia a Piazzapulita, è solo una tradizione di Maria Pia La Malfa per sdrammatizzare l’età che avanza. Lo aveva già fatto in passato (lo testimonia una immagine del 25 settembre 2018 sul suo account Instagram.
(da Dagoreport)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
IL 15 GENNAIO È FISSATA L’UDIENZA: ABEDINI DOVREBBE PRESENTARSI IN AULA E NON È ESCLUSO CHE RENDA DICHIARAZIONI ALLA CORTE
Mohammad Abedini Najafabadi per il momento resta in carcere. La procura generale di Milano non intende fare un passo indietro e mantiene il proprio parere negativo all’istanza della difesa che aveva chiesto i domiciliari.
L’Ingegnere iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso resta quindi in carcere ad Opera almeno fino al 15 gennaio, giorno in cui è fissata l’udienza. Abedini è stato arrestato all’aeroporto milanese su mandato emesso dagli Stati Uniti che lo accusano di essere l’”uomo dei droni” di Teheran, ovvero di aver fornito droni e materiali elettronici all’Iran aggirando gli embarghi statunitensi.
La Procura generale, da quanto si è saputo, allo stato attuale non avrebbe alcun motivo valido per modificare la propria posizione già espressa sullo stato di detenzione di Abedini, del quale si teme la fuga. Ad oggi infatti nel procedimento non ci sono stati nuovi depositi di atti. Nel fascicolo aperto dalla procura sull’iraniano non compaiono ipotesi di reato ma fonti giudiziarie hanno messo in chiaro che la permanenza in carcere dell’uomo rientra nella prassi da seguire in caso di questi provvedimenti ai fini dell’estradizione e quando arrivano comunicazioni dalle forze dell’ordine su questi arresti.
Al momento, la Procura diretta da Marcello Viola non ha la necessità di compiere alcun accertamento né sulle modalità dell’arresto, né sui tempi. E non avrebbe nemmeno esigenze, da quanto chiarito, di effettuare verifiche sui dispositivi sequestrati. Nessuna indagine, dunque, è in corso sul caso Abedini a Milano, come hanno precisato fonti giudiziarie.
Il 15 gennaio è fissata l’udienza: Abedini dovrebbe presentarsi in aula e non è escluso che renda dichiarazioni alla Corte. Questa potrebbe essere parte della linea difensiva che il 38enne iraniano sta studiando assieme al suo legale, Alfredo De Francesco. Nell’udienza davanti alla Corte d’appello di Milano si discuterà la richiesta di arresti domiciliari. Intanto, Abedini continua a ribadire al suo legale che le accuse mosse dagli Usa “sono assurde”. Davanti al capo di imputazione che gli è stato mostrato è rimasto “basito” e ha di nuovo negato ogni responsabilità anche perché, ha fatto notare, prima del 2019 era ancora studente.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
LO DICE IL BOLLETTINO ECONOMICO DELLA BCE: L’IMPATTO FAVOREVOLE DEL RECOVERY SUL DEBITO DI ITALIA E SPAGNA (I PRINCIPALI BENEFICIARI DEI FONDI EUROPEI) VEDE UNA “SIGNIFICATIVA REVISIONE AL RIBASSO RISPETTO ALLE STIME INIZIALI DELLA BCE”: DA 12-14 PUNTI DI DEBITO/PIL AL 2031 SI SCENDE A 7-8 PUNTI… PER I TECNICI DI FRANCOFORTE È COLPA DEI “RITARDI NELLA MESSA A TERRA DEL PIANO (E TANTE GRAZIE A RAFFAELE FITTO…)
I fondi del Next Generation Eu aggiungerebbero 1,4 punti al Pil dell’Italia e della Spagna, i due principali beneficiari, fino al 2026 nello scenario di un “elevato assorbimento” degli aiuti europei e di una produttività media della spesa implementata tramite il Pnrr.§E’ la previsione della Bce – riferita solo al canale fiscale e dunque non all’impulso delle riforme strutturali sulla produttività – contenuta in una valutazione preliminare del programma europeo, che stima invece a 0,7 punti di Pil per l’Italia, e 0,9 punti per la Spagna, l’impatto al 2031.
L’impatto favorevole degli aiuti europei del Pnrr sul debito di Italia e Spagna, pur “rilevante”, vede una “significativa revisione al ribasso rispetto alle stime iniziali della Bce”. Revisione che per l’Italia e la Spagna ridimensiona il beneficio a 7-8 punti di debito/Pil al 2031, contro 12-14 punti inizialmente stimati.
Lo si legge in una anticipazione del bollettino economico della Bce, che attribuisce il minor impatto sul debito – a livello europeo – a “ritardi nell’implementazione” che “hanno condotto a una significativa revisione al ribasso del Pil potenziale, con conseguenze sulle proiezioni del debito a lungo termine”.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
“MUSK, THIEL, BEZOS? UN’ÉLITE CHE SI PONE COME ANTI-ÉLITE, CERTA DELLA PROPRIA SUPERIORITÀ AL PUNTO DI ESSERE RAZZISTA E DECISA A SCARDINARE VALORI TRADIZIONALI E ISTITUZIONI, CONVINTA CHE IL RIFORMISMO SIA TROPPO LENTO’’
«Sto seguendo con attenzione questa prima grande faida ideologica tutta interna all’universo trumpiano, sulla questione dei visti ai lavoratori qualificati stranieri. Elon Musk e ora anche Trump sono a favore: e questo sta facendo infuriare l’estrema destra sostenitrice dell’America First, Steve Bannon fra questi.
Lo dico per meglio mettere in rilievo l’anomalia di quella che viene chiamata “Tech Right”, tecnodestra. Autoritarismo rampante che però non ha ancora definito la propria identità. Un’élite che si pone come anti-élite, certa della propria superiorità al punto di essere razzista e decisa a scardinare valori tradizionali e istituzioni, convinta che il riformismo sia troppo lento. Ha pulsioni autoritarie: diverse però da quelle della destra identitaria. Non mi sorprenderebbe, un domani, la nascita di una “Tech Left” o un qualche tipo di alleanza che oggi non ci aspettiamo».
Il filosofo Michael Walzer, 89 anni, è da ormai oltre mezzo secolo figura di riferimento della sinistra americana. Un anno fa ha pubblicato quello che definisce il suo «libro- testamento», Che cosa significa essere liberal: il cui titolo originale era però “The Struggle for a Decent Politics ”,“la lotta per una politica decente”. Perché, spiega, «una società giusta è aspirazione molto alta, impegniamoci almeno a vivere in una “società decente”».
Assistiamo a una nuova alleanza tra capitalismo tecnologico e trumpismo reazionario. Lo stesso Elon Musk ha accolto la definizione di “tecnodestra”: “Riassume tutto” ha detto. Lei cosa ne pensa?
«Come lo scontro attualmente in atto fra Musk e i sostenitori dell’America First dimostra, l’avvicinarsi alla politica di un certo numero di imprenditori di Silicon Valley –ancora una minoranza peraltro, sebbene molto agguerrita – sta creando un soggetto ibrido il cui pensiero coincide solo in parte con quello della destra tradizionale, anche estrema. Siamo semmai di fronte a un nuovo filone di libertarismo di destra.
Che cela una gran fame di potere ed è principalmente interessato alla deregulation per meglio soddisfare i propri interessi. Ma ancora non ha i caratteri di una filosofia politica, perché è troppo pieno di contraddizioni al suo interno».
Cosa intende?
«Mi sembra che i vari Musk e compagni vogliano ammantarsi di ideologia, darsi una parvenza di intellettualismo, perché sono persone brillanti e non vogliono presentarsi come meri difensori dei propri interessi. Hanno rispolverato teorie filosofiche come il managerialismo di cui parlava James Burnham negli anni 40 del secolo scorso, per giustificare la loro fame di potere in un momento in cui i progressi dell’intelligenza artificiale accelerano e la competitività cinese si fa sempre più bellicosa.
Sono persone che hanno fatto i soldi puntando anche sulle criptovalute e questo li rende tendenzialmente antistatalisti. Insomma, vedo in loro molta ostinata ambizione ma, appunto, anche contraddizioni. Se di nuovo soggetto politico si tratta, è al meglio ancora allo stato di chimera e al peggio una sorta di Frankenstein ideologico».
Dopo aver pesato sulle elezioni Usa con i suoi miliardi e il controllo di X, Musk ora prova a interferire anche con le scelte politiche europee, lo vediamo in Germania. La sua influenza è enorme…
«Bisogna senz’altro avere paura della sua forza economica e della sua caparbietà ideologica. Però credo anche che abbia così tanto spazio perché la sinistra americana è annichilita. Concentrata a guardarsi l’ombelico cercando qualcuno con cui prendersela per aver perso le elezioni.
Nessuno sta cercando di costruire un’alternativa politica vera: la strategia contro Musk, oggi, è solo provare a dividerlo da Trump definendolo co-presidente: nella speranza di solleticare il narcisismo del tycoon. Ma non vedo una risposta ideologica. Invece servirebbe una riflessione più ampia su come il mondo sta cambiando e perché. Non si può solo allargare le braccia dicendo “ha soldi e social, non possiamo far niente”. E me lo aspetto anche da quella parte di Silicon Valley in disaccordo con Musk».
E noi, possiamo fare qualcosa?
«Non rassegnarci. Studiare, capire, sviluppare una nuova filosofia ideologica adatta alle sfide del mondo contemporaneo. Questo per me significa ripartire dalla classe lavoratrice, rigettando le divisive politiche identitarie. Ripartendo anche dal sindacato, che non a caso Musk considera uno dei suoi più acerrimi nemici».
(da La Repubblica)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
LE INGERENZE E LE PRESSIONI DEL MILIARDARIO KETAMINICO SUGLI AFFARI INTERNI DI REGNO UNITO, GERMANIA E ITALIA RICALCANO QUELLE CON CUI HA SCONVOLTO LA POLITICA AMERICANA…IL PROSSIMO PASSO POTREBBE ESSERE METTERE I SUOI MILIARDI AL SERVIZIO DEI NAZISTI TEDESCHI DI AFD E DELL’ESTREMA DESTRA BRITANNICA… REGGERÀ LA VECCHIA DEMOCRAZIA CONTINENTALE AL FLAGELLO MUSK?
Nei primi tre giorni del 2025, Elon Musk ha preso il controllo della politica mondiale attraverso decine di post rapidi e spesso incendiari, rivolti ai suoi 210 milioni di follower su X.
L’uomo più ricco del mondo ha chiesto il rilascio di un estremista di estrema destra britannico incarcerato. Ha condiviso un post in cui sollecitava il re Carlo III a sciogliere il Parlamento e a ordinare nuove elezioni generali, mentre pubblicava meme e una raffica di attacchi diretti al primo ministro Keir Starmer.
Musk ha accusato Starmer di non aver perseguito le cosiddette “gang di stupratori” più di un decennio fa, uno scandalo di sfruttamento minorile che ha spinto il partito conservatore britannico a chiedere un’inchiesta nazionale completa
Musk ha ripubblicato un messaggio di Rupert Lowe, un politico del partito Reform UK che presta servizio in Parlamento e che ha dichiarato di aver trascorso venerdì a parlare con le vittime delle gang che stuprano.
“Le vittime, passate e presenti, non hanno bisogno di ‘pensieri e preghiere’ dai politici, hanno bisogno di giustizia”, ha detto Lowe. “Combatteremo per questo in Parlamento”.
Musk ha anche rivolto brevemente la sua attenzione al vicino settentrionale degli Stati Uniti e ha elogiato un’intervista con Pierre Poilievre, un agitatore populista che guida il Partito conservatore canadese.
Ha annunciato che la prossima settimana avrebbe trasmesso in streaming live una conversazione con Alice Weidel, la candidata cancelliera per l’Alternativa per la Germania, un partito politico di estrema destra che ha sostenuto prima delle elezioni anticipate di quel paese a febbraio.
L’anno scorso, Musk ha dominato la politica statunitense, usando il suo profondo “forziere” di guerra e il megafono X per dare man forte a Donald Trump e ad altri repubblicani nelle elezioni del 2024.
Mentre il GOP si prepara a riprendere il controllo della Casa Bianca e di entrambe le camere del Congresso, Musk è emerso più potente che mai. La sua fortuna è esplosa e ha un posto di rilievo come braccio destro di Trump , pesando sulle sue scelte di gabinetto e unendosi alle sue conversazioni con i leader globali.
Nel nuovo anno, Musk sta mostrando la sua forza politica anche sulla scena globale. Sembra che stia applicando un copione simile a quello che ha usato per sconvolgere la politica americana, ora rafforzando i politici conservatori nei governi dei principali alleati degli Stati Uniti. Ma il suo disprezzo per la veridicità dei suoi post e la sua promozione di figure di estrema destra ed estremiste hanno allarmato i leader liberali in tutto il mondo.
“Elon Musk è un cittadino americano e forse dovrebbe concentrarsi sulle questioni dall’altra parte dell’Atlantico”, ha affermato il ministro della Salute Andrew Gwynne durante un’intervista di venerdì alla stazione radio britannica LBC.
Gli scandali britannici di sfruttamento minorile di lunga data su cui Musk si è avvalso sono diventati un punto di riferimento per Reform UK, un partito populista di destra. Una revisione indipendente del 2022 ha scoperto che le agenzie governative locali nella città di Oldham, in Inghilterra, avevano lasciato i bambini vulnerabili rispetto allo sfruttamento sessuale.
Tale revisione è seguita a un’indagine precedente del 2014 che ha scoperto che circa 1.400 bambini erano stati sfruttati sessualmente a Rotherham, in Inghilterra, per oltre 15 anni. Secondo il rapporto, la maggior parte degli autori era di origine pakistana e alcuni in città hanno affermato di essere nervosi all’idea di identificare le origini etniche degli autori per paura di essere visti come razzisti.
Sebbene questi casi storici di abusi risalgano a decenni fa, l’emittente di destra GB News ha attribuito questa settimana la colpa al partito laburista al governo, riferendo che il ministro Jess Phillips aveva recentemente respinto una richiesta al governo nazionale di condurre ulteriori indagini sulle “gang di adescamento” di Oldham.
Gwynne ha affermato che il governo stava valutando attentamente le raccomandazioni dell’inchiesta del 2022. Ha anche affermato che sono state condotte numerose indagini locali sulle accuse. “Se Elon Musk avesse prestato davvero attenzione a ciò che stava accadendo in questo Paese, avrebbe potuto rendersi conto che c’erano già state delle indagini”, ha aggiunto Gwynne.
Il capo di Gwynne, il ministro della Salute Wes Streeting, ha dichiarato ai giornalisti: “Alcune delle critiche mosse da Elon Musk, secondo me, sono mal valutate e certamente male informate”.
Le mosse di Musk hanno fatto sorgere speculazioni sul fatto che potrebbe cercare di sostenere finanziariamente i politici conservatori all’estero, dopo essere diventato il principale donatore politico americano spendendo 277 milioni di dollari per le elezioni americane l’anno scorso.
A dicembre, Musk ha incontrato il politico britannico Nigel Farage al resort di Trump a Mar-a-Lago in Florida, dove hanno posato per una foto davanti a un dipinto di un giovane Trump che indossa un maglione bianco. Farage, il leader di Reform UK, ha detto alla BBC che lui e Musk hanno discusso di soldi, forse fino a una donazione di 100 milioni di dollari al partito. Musk ha detto ad Axios che non aveva ancora donato e non era sicuro che sarebbe stato legale.
Mentre inietta il caos nei sistemi politici di altri paesi, Musk ha dovuto affrontare feroci critiche per aver esaltato personaggi di estrema destra che hanno fatto commenti razzisti. Ha chiesto il rilascio di Tommy Robinson, ex leader dell’English Defense League che per anni ha organizzato proteste anti-Islam in Gran Bretagna. Robinson, il cui vero nome è Stephen Yaxley-Lennon, è stato condannato a 18 mesi di prigione per aver ripetuto un’affermazione diffamatoria secondo cui uno studente rifugiato siriano aveva aggredito delle ragazze inglesi.
Il governo tedesco ha accusato Musk di aver cercato di influenzare le elezioni di febbraio, in seguito alla sua decisione di scrivere un articolo di opinione per un quotidiano tedesco sul suo sostegno ad Alternative für Deutschland , un partito politico di estrema destra classificato dall’intelligence tedesca come sospetta organizzazione estremista. Musk ha scritto che il partito populista era “l’ultima scintilla di speranza per questo paese” e ha elogiato il suo approccio alla regolamentazione, alle tasse e alla deregolamentazione del mercato.
I numerosi post di Musk a tutte le ore del giorno e della notte sulla politica britannica rispecchiano i suoi recenti sforzi per testare la sua influenza politica a Washington. A dicembre, i critici del miliardario della tecnologia lo hanno accusato di comportarsi come un “presidente ombra” dopo aver usato il suo account X per fare pressione sui repubblicani della Camera affinché silurassero un accordo bipartisan inteso a evitare lo shutdown. Anche Trump e altri alleati del MAGA hanno presto reso pubblica la loro opposizione al disegno di legge, innescando una crisi di chiusura appena prima di Natale.
Quando i leader della Camera hanno raggiunto un nuovo accordo per evitare lo shutdown, Musk ha affermato che è stato un successo perché il testo del disegno di legge si è ridotto da 1.500 pagine a poco più di 100. Il disegno di legge era molto più piccolo perché ha rimosso norme sanitarie altamente tecniche, ma il costo complessivo dell’accordo è cambiato poco .
Tra i suoi interventi in Europa e Canada, Musk non ha perso di vista la politica statunitense. Ha festeggiato l’arrivo del nuovo anno a Mar-a-Lago, dove lui e il presidente eletto hanno indossato lo smoking e ballato sulle note di “YMCA”. Tra meme che criticavano Starmer e richieste di nuove elezioni in Gran Bretagna, Musk ha anche ritwittato un post del presidente della Camera Mike Johnson, ringraziando Trump per il suo sostegno mentre difendeva il suo martelletto in una controversa votazione per la carica di presidente venerdì. Johnson ha vinto la rielezione venerdì pomeriggio.
Musk sta anche collaborando direttamente alle indagini sull’esplosione del Cybertruck avvenuta a Capodanno, presumibilmente a seguito di un suicidio, all’esterno del Trump International Hotel di Las Vegas.
Gli intrighi internazionali di Musk di questa settimana prefigurano il modo in cui potrebbe cercare di influenzare gli affari esteri in modo più diretto attraverso il suo stretto rapporto con Trump, soprattutto in modi che potrebbero favorire i suoi numerosi interessi commerciali.
Giovedì, Musk ha ripubblicato un tweet in cui si affermava che l’Online Safety Act britannico entrerà in vigore a marzo 2025. La legge richiede alle aziende di social media come X di impedire ai bambini di accedere a contenuti dannosi e inappropriati per l’età e di dare agli adulti un maggiore controllo su ciò che vogliono vedere online. Le aziende che violano la legge possono incorrere in multe fino al 10 percento del loro fatturato globale.
Cat Zakrzewski
per il “Washington Post”)
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Gennaio 7th, 2025 Riccardo Fucile
LA PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA, ALESSANDRA TODDE PRESENTA UN RICORSO PER DIFENDERSI MENTRE IL CONSIGLIO REGIONALE E I TRIBUNALI SI PREPARANO A DECIDERE IL SUO DESTINO
La governatrice della Sardegna Alessandra Todde è già al lavoro con i suoi avvocati per allontanare il rischio del ritorno alle urne in regione e per convincere gli alleati, Pd in testa, della bontà della sua gestione.
Il comitato di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari invoca la decadenza immediata per irregolarità nelle spese elettorali.
La palla passa adesso al Consiglio regionale sardo. Oggi il presidente dell’assemblea sarda Piero Comandini invierà l’atto della Corte d’Appello alla giunta per le elezioni che inizierà l’iter previsto: potrebbe portare subito al voto il Consiglio regionale sulla decadenza di Todde. E in caso di maggioranza favorevole si andrebbe alle urne. Oppure, potrebbe rinviare la decisione prendendo atto del ricorso al Tar o al tribunale civile di Todde e attendere una sentenza definitiva di un giudice terzo.
La governatrice deve consegnare l’eventuale ricorso entro gennaio. I suoi avvocati stanno lavorando per smontare alcune contestazioni che hanno portato alla richiesta di decadenza.
Secondo i legali, l’ordinanza è «completamente infondata e ingiustificata» in quanto «non tiene conto del fatto che Todde non ha sostenuto spese perché al suo posto le avrebbe sostenute il comitato elettorale costituito dal Movimento »: quindi non aveva obbligo di nominare un mandatario.
La Corte d’Appello contesta però spese fatte da Todde direttamente, come quella per la luce elettrica del suo comitato elettorale. Per i legali della governatrice si tratterebbe di una spesa minima che non fa scattare l’obbligo di rendicontazione.
Inoltre i legali di Todde contesteranno la validità del provvedimento in quanto non emesso da un organo giudiziario: si tratta del comitato di garanzia e non della Corte d’Appello pienamente intesa.
Inoltre, secondo lo staff dell’esponente 5 stelle, la decadenza avverrebbe solo per due motivi: la mancata presentazione di una dichiarazione di spesa o che si sia speso più di quanto consentito dalla norma.
Ci sarebbe solo un errore, del tutto formale: l’aver dichiarato dei contributi, pari a 90 mila euro, che in realtà erano del comitato 5 stelle regolarmente costituito. Ma già nella memoria presentata in Corte d’Appello «si rettificava» questo errore.
(da agenzie)
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