Destra di Popolo.net

NEGATO IL DIRITTO ALLA DIFESA, RESPINTE LE DOMANDE DI ASILO DEI 45 MIGRANTI DEPORTATI IN ALBANIA, LA FARSA CONTINUA, VIOLATA LA COSTITUZIONE

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

ORA AVRANNO 7 GIORNI PER FARE RICORSO (CIOE’ DALL’ALBANIA DOVREBBERO TROVARE UN LEGALE IN ITALIA CHE LO DEPOSITI)… OGGI LA PRONUNCIA DELLA CORTE D’APPELLO SUI TRATTENIMENTI

Sono state dichiarate «infondate» e dunque respinte, le 42 richieste di protezione internazionale presentate dai migranti trattenute nel centro albanese di Gjadër. Soltanto una persona non ha ricevuto il diniego: sarà ascoltata in procedura ordinaria poiché è stata riscontrata una «vulnerabilità medica».
La risposta lampo della commissione territoriale sulla domande d’asilo è arrivata in meno di 24 ore, all’indomani delle audizioni in videoconferenza.
Ora le persone migranti, egiziani e bangladesi, cittadini provenienti da paesi considerati sicuri a cui possono essere applicate le procedure accelerate, avranno soltanto sette giorni, e non più quattordici com’era previsto prima del decreto Flussi e della legge di conversione, per presentare ricorso. Ciò significa che in meno di una settimana dovranno trovare un legale e, nella maggior parte dei casi, un mediatore per cercare giustizia.
La denuncia delle associazioni: «Assistenza legale impossibile»
Sui tempi (brevi) di presentazione del ricorso è intervenuto il Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai), che è al terzo giorno della sua missione in Albania con i parlamentari del gruppo di contatto per il monitoraggio dei centri italo-albanesi. «Come faranno a nominare un/una avvocato/a di fiducia per fare il ricorso, visto che sono confinati fuori dall’Italia? – si chiedono le associazioni che compongono il Tavolo – Anche sotto questo profilo è eclatante la violazione del diritto di difesa e dunque una violazione della Costituzione».
Per il Tai, inoltre, «le Commissioni operano chiaramente in continuità con la manifesta volontà dell’esecutivo di respingere i richiedenti asilo, in spregio al diritto internazionale, europeo e costituzionale».
Il Tavolo denuncia, infatti, che «le persone non hanno potuto farsi assistere da un legale né sono state messe in grado di prepararsi per le audizioni con adeguata informazione legale». «Siamo di fronte – sottolinea – a una procedura di fatto illegittima per l’assenza delle tutele previste dalla normativa in vigore». Questo modello, aggiunge, «ha l’unico obiettivo di cancellare il diritto d’asilo e continuare a proporre una immagine negativa e criminalizzante di chi arriva sulle nostre coste».
Venerdì la decisione sul trattenimento
È invece atteso per domani, venerdì 31 gennaio, il pronunciamento dei giudici della Corte d’Appello di Roma sui trattenimenti. Restano, dunque, 43 le persone all’interno della struttura albanese, dopo il rientro in Italia di un altro vulnerabile.
Si tratta del sesto migrante che viene riportato indietro dopo che nel giorno dell’arrivo a Shengjin, al termine dello screening sanitario a cui non ha fornito supporto l’Oim, cinque delle 49 persone a bordo del Cassiopea avevano fatto rientro in Italia.
Solo con la decisione dei magistrati si capirà se le modifiche introdotte con la riscrittura del decreto sui «Paesi sicuri» produrranno gli effetti auspicati dal governo. O se, al contrario, si tratterà della terza liberazione collettiva, dopo quelle avvenute nei due trasferimenti di ottobre e novembre scorsi. Gli altri due precedenti viaggi nel paese del presidente Edi Rama si erano infatti conclusi con un flop per il governo Meloni: i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma non avevano convalidato i trattenimenti dei migranti, eccependo che non provenissero da Paesi sicuri. Così, la decisione dell’esecutivo di trasferire le competenze alle Corti d’appello. Ma alcuni dei magistrati chiamati a decidere domani sono gli stessi della sezione immigrazione, spostati per far fronte all’aumentato carico di lavoro.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

TRAVAGLIO: “OGNI PAROLA DELLA MELONI E’ UNA MENZOGNA, LA BUTTA IN CACIARA E COMPLOTTO”

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

“L’ITALIA HA ADERITO ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, QUINDI LA FACCIA FINITA: ARRESTARE AMASRI ERA UN OBBLIGO, NON C’E’ DISCUSSIONE POSSIBILE”

“Ci fosse una cosa vera nelle dichiarazioni di Meloni. Ogni parola è una menzogna“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio commenta l’ultimo post diffuso dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui social riguardo al fascicolo aperto dalla Procura di Roma nei suoi confronti per il caso Almasri (“Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada”).
“Intanto questa è una tempesta in un bicchier d’acqua – osserva Travaglio – Il bicchier d’acqua è la notifica che per legge la Procura di Roma ha mandato ieri alla Meloni, ai due ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. La tempesta è quella che scientemente ha deciso di scatenare Giorgia Meloni, sapendo benissimo di cosa si sta parlando. Se non lo sa lei, gliel’avranno detto Mantovano e Nordio che sono ex magistrati. Meloni ha voluto drammatizzare una questione e buttarla in caciara, anzi buttarla in complotto. Mentre in realtà è una cosa banalissima che nasce da una cosa gravissima“.
Il direttore del Fatto riepiloga la vicenda: “L’Italia ha aderito allo statuto della Corte Penale Internazionale. Quando quest’ultima dice di arrestate qualcuno, l’Italia non può mettersi a sindacare o a discutere, ma deve arrestarlo. Nordio ci ha dormito sopra, ha fatto lo gnorri e non ha arrestato questo torturatore conclamato. Lo abbiamo addirittura restituito ai libici con un volo di Stato. E quindi Li Gotti, un avvocato, ex sottosegretario del governo Prodi, ma anche ex missino ed ex membro di Alleanza Nazionale, quindi di destra, ha fatto una denuncia molto circostanziata – spiega – Ma la Procura non ha potuto archiviarla per la semplice ragione che per archiviare una denuncia molto circostanziata bisognava fare delle indagini. La legge vieta per i reati ministeriali di indagare. La Procura deve avvisare le persone denunciate che sono iscritte nel registro degli indagati e di quella pratica si occuperà il Tribunale dei Ministri a cui immediatamente deve trasmettere gli atti”.
Travaglio poi menziona il duplice caso di Giuseppe Conte: l’ex presidente del Consiglio fu indagato dai pm di Bergamo nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid nella bergamasca e ancor prima, su denuncia della parlamentare di Fratelli d’Italia Roberta Angelilli, risultò indagato dalla Procura di Roma per un presunto abuso della scorta a favore della compagna Olivia Paladino. “È la prassi, si fa sempre così – sottolinea Travaglio – Tra l’altro, la Meloni ha trasformato quella notifica giudiziaria per avviso di garanzia, ma non lo è. E l’ha collegata con fatti di attualità che non c’entrano niente. La tempistica non è a orologeria, ma dipende dal fatto che la scarcerazione di Almasri e la denuncia di Li Gotti risalgono all’altra settimana”.
Il direttore del Fatto conclude: “La separazione delle carriere e tutte le altre polemiche che sono stati drammatizzate non c’entrano niente. Ma perché Meloni ha deciso di drammatizzare questo fatterello, mentre avrebbe potuto dire che era pronta a dare tutte le spiegazioni? Perché deve fare finta che ciò che avviene nelle aule di giustizia in tutta Italia è parte di un gigantesco complotto ordito da non si sa bene quale Spectre che comanda ogni singolo magistrato dei 9mila che abbiamo in attività in questo momento”.
(da ilfattoquotidiano.it)

argomento: Politica | Commenta »

LE VITTIME DI ALMASRI RACCONTANO LE TORTURE SUBITE IN LIBIA: “SCARICHE ELETTRICHE E FUOCO”

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

GLI ORRENDI CRIMINI COMMESSI DAL GENERALE CRIMINALE CHE IL GOVERNO HA LIBERATO E PURE RIACCOMPAGNATO IN LIBIA CON IL VOLO DI STATO

Najeem Osama Almasri è ufficialmente il capo della polizia giudiziaria libica, ma le sue orribili azioni sono note grazie ai migranti che sono passati dalle prigioni su cui aveva il controllo, e hanno subito torture e ricatti. Arrestato a Torino il 19 gennaio scorso, a seguito di un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte penale internazionale de L’Aja, Almasri è accusato di crimini contro l’umanità, è considerato un trafficante di esseri umani. Dopo due giorni e’ stato liberato ed il governo lo ha riaccompagnato a casa in Libia con un volo di Stato, dove è stato accolto da una folla festante. Abbiamo incontrato i testimoni delle violenze di Almasri, migranti sfuggiti miracolosamente solo grazie ad una fuga collettiva, dalla prigione di Mitiga, comandata da Almasri. Arrivati in Europa, attraverso il collettivo Refugees in Libya hanno iniziato a raccogliere le testimonianze di quanto subito. Quello che era un trafficante è diventato un uomo di Stato in Libia, messo a capo della polizia giudiziaria, e come lui molti altri, che rappresentano oggi un pezzo delle istituzioni.
Il racconto delle torture subite
Lam Magock è una delle vittime di Almasri. Vive oggi in Italia e sta seguendo un percorso di integrazione grazie a Baobab Experience. Dopo tre mesi in Algeria, Lam è arrivato in Libia dove è stato catturato e portato nella prigione di Mitiga che è guidata, insieme a quella di Jadeda, da Najeem Almasri.
“Sono stato torturato sulle gambe – racconta a Fanpage.it – mi hanno legato le mani e i piedi, e mi hanno messo su una sedia, lì mi hanno torturato con dei cavi elettrici”. Lam porta ancora sul corpo i segni evidenti delle torture, sono dei veri e propri buchi sulle caviglie, sulle mani e sulle braccia. “Io ricordo bene Almasri, era il boss, il capo di Mitiga – prosegue Lam – lui arrivava con una grossa pistola ed un grosso bastone, e ci picchiava. Poi prendeva alcuni dei prigionieri, li portava in isolamento, in una stanza a parte, e lì avvenivano le torture. Ricordo che c’era una stanza dove la gente veniva uccisa. Quando finivano chiamavano noi, altri migranti detenuti, e dovevamo pulire tutto, il sangue, le feci, e dovevamo prendere il cadavere e metterlo nel sacco. Io ho visto tutto questo in prima persona”.
Le immagini raccolte da Refugees in Libya sono impressionanti. Uomini e donne legate, picchiate violentemente con bastoni di plastica, torturati con il teaser o con i cavi elettrici, ma anche con il fuoco e la pece. Ma perché vengono realizzati dei video delle torture dei che subiscono i migranti? A spiegarcelo e Don Mattia Ferrari, di Mediterranea Saving Humans. “I migranti quando partono dalle coste libiche vengono catturati dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica e vengono portati in queste prigioni. Lì vengono torturati e i video vengono mandati ai familiari per chiedere il riscatto per ottenerne la liberazione. Molte famiglie non hanno la possibilità economica e chiedono aiuto a tutti, spesso quindi questi video vengono inviati per chiedere aiuto, e arrivano anche ad associazioni come Refugees in Libya che li diffondono per denunciare cosa avviene in questi lager”.
Si tratta dunque di trafficanti di esseri umani, che agiscono in due fasi. O prima della partenza via mare per l’Europa, catturando i migranti appena arrivano nei dintorni di Tripoli e conducendoli nei lager, dove avvengono le torture e viene chiesto il riscatto. Oppure dopo la cattura in mare, quando vengono portati nelle prigioni come quella di Mitiga. “Almasri non faceva le torture da solo, ma dava gli ordini – racconta a Fanpage.it Mohammed Daoud, altra vittima del trafficante libico – una delle torture che facevano più spesso è quella con il fuoco. È molto dura, ti brucia la pelle e lascia sfregi indelebili. Un altro tipo di tortura è quella del pestaggio con le mani e i piedi legati, in questo modo tu non puoi muoverti e sei completamente nelle loro mani”.
Di Almasri così come di altri trafficanti libici si sarebbe saputo poco senza il lavoro che negli ultimi due anni ha fatto Refugees in Libya. Ed è grazie a quel lavoro che la Corte penale internazionale ha avuto le prove per incriminare l’attuale capo della polizia giudiziaria libica. “Queste immagini le ha viste anche Papa Francesco – dice Don Mattia Ferrari – lui ha incontrato alcune delle vittime di tortura nelle prigioni libiche, e ha accarezzato con le sue mani le cicatrici che portano”. Mediterranea Saving Humans sta supportando le vittime di Almasri nel denunciare pubblicamente le sue responsabilità. “Tutti i campi sono sotto al suo controllo, non solo Mitiga, ma Jadeda, Kufra, tutti – spiega David Yambio, portavoce di Refugees in Libya – nulla si può fare in Libia senza il consenso di Almasri, anche il governo non può operare senza l’ok delle sue milizie e di altri come lui, è un sistema quello di Almasri”.
David porta anche lui sul corpo i segni delle torture. come gli altri è scappato da Mitiga in una fuga collettiva e sono stati inseguiti dai droni e dalle milizie che sparavano all’impazzata. Si rifugiarono sotto la sede dell’UNHCR a Tripoli, chiedendo di essere evacuati dalla Libia. Dopo quasi due mesi di accampamento sotto la sede dell’agenzia delle Nazioni Unite, le milizie libiche repressero nel sangue quella protesta, sparando sulla folla. Molti furono ricatturati, alcuni morirono, altri riuscirono a scappare e rocambolescamente ad arrivare in Italia. “Io rivedo Almasri tutti i giorni, nei miei sogni, nei miei incubi, lo rivedo nelle cicatrici che ho sui miei piedi, sulle mie gambe, sulle mani, sulla mia schiena” spiega David. “Si tratta di un criminale e deve essere assicurato alla giustizia internazionale”.
Da trafficanti a uomini di Stato
Giorgia Meloni voleva dare la caccia ai trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ma quando uno dei principali trafficanti libici era proprio in Italia e messo agli arresti, è stato liberato e a riportarlo a casa è stato un volo di Stato. Almasri è oggi capo della polizia giudiziaria, ma una trasformazione simile fu fatta anche da Abdurahman Al Milad, detto “Bija”, uno dei più pericolosi trafficanti di esseri umani, che fu nominato capo della guardia costiera libica. Bija è stato ucciso in circostanze misteriose nell’agosto scorso. Trafila simile è quella fatta da Mohammed Al Khoja, anche lui considerato dalle agenzie internazionali un trafficante di essere umani, che attualmente occupa il ruolo di capo del Dipartimento per il contrasto all’immigrazione clandestina dello Stato Libico.
“Negli ultimi anni il potere della mafia libica si è fatto molto più grande – spiega Don Mattia Ferrari – se pensiamo che molti esponenti di quel sistema criminale sono diventati oggi delle figure pubbliche dell’apparato di governo, capiamo come questo sia un campanello d’allarme che ci dice quanto siano potenti”. Prima di andare via, Mohammed Daoud spiega: “Loro sanno benissimo chi è Almasri, lo devono mettere direttamente in prigione, per le torture che ha fatto a me e ad altre migliaia di migranti”.
(da Fanpage)

argomento: Politica | Commenta »

COSE MAI VISTE: I LAVORI DI CAMERA E SENATO SONO BLOCCATI DOPO LA CANCELLAZIONE DELL’INFORMATIVA DI NORDIO E PIANTEDOSI, INDAGATI, COME LA PREMIER, PER IL RILASCIO DEL TORTURATORE LIBICO ALMASRI

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

LO SCAZZO IN CDM TRA MELONI, CHE VOLEVA CHE QUALCUNO RIFERISSE, E I DUE MINISTRI CHE HANNO PAURA DI FINIRE NEI GUAI E SI SONO RIFIUTATI

Sarà stato un “equivoco” il fatto che il governo oggi fosse pronto a mandare a riferire alla Camera il ministro per i Rapporti per il Parlamento, Luca Ciriani, come lo definisce lui stesso, buttato nella mischia in una situazione altamente a rischio.
Di certo, l’esecutivo ha cancellato le informative previste per ieri dei ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e dell’Interno, Matteo Piantedosi. Risultato? I lavori di aula della Camera e del Senato sono fermi fino a martedì prossimo: perché fin dalla mattina i capigruppo dell’opposizione sia di Montecitorio sia di Palazzo Madama chiedono rispettivamente a Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa che l’esecutivo riferisca sulla liberazione di Almasri.
Di fronte all’indisponibilità contemporaneamente alla Camera e al Senato, le opposizioni abbandonano l’Aula fino a martedì: “Il governo deve assumersi la responsabilità di quello che ha fatto. Pensa che per gestire le politiche migratorie sia necessario scendere a patti con il regime libico? Lo dica in aula”, tuona il capogruppo dem, Francesco Boccia, al Senato. Nessun lavoro potrà riprendere prima che il governo informi il Parlamento, come poi ribadiscono le opposizioni durante le capigruppo.
Riavvolgendo il nastro, il cortocircuito del governo diventa sempre più evidente. Martedì sera, dopo la notizia dell’indagine della Procura, c’è un primo vertice a Palazzo Chigi. Meloni è convinta che qualcuno debba andare a riferire: “Lo abbiamo sempre chiesto noi quando eravamo all’opposizione”.
Ma qui si verifica un primo scontro: il ministro dell’Interno non vuole, neanche Nordio è convinto. E poi i due reciprocamente non si fidano. Motivo ufficiale: da indagati qualsiasi argomentazione potrebbe essere usata contro di loro in giudizio. Un secondo vertice si tiene a Palazzo Chigi ieri mattina, con un altro scontro. Il vicepremier Antonio Tajani alza la voce: “Qualcuno deve andare in aula, non possiamo dare l’impressione di stare muti”.
Per l’ennesima volta viene rimandato anche il voto della Consulta, previsto per oggi: il Parlamento è fermo, ma sarebbe stato impensabile che maggioranza e opposizione votassero insieme.
Nonostante i litigi nella maggioranza, resta la volontà dell’esecutivo di andare avanti con lo scontro coi giudici.
(da l Fatto quotidiano)

argomento: Politica | Commenta »

“L’ATTO NON ERA DOVUTO, ERA OBBLIGATORIO, NON C’ERA ALTERNATIVA ALL’INVIO DELLE COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE PER MELONI, MANTOVANO, PIANTEDOSI E NORDIO”

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

LA GIORNATA PIÙ LUNGA DEL MODERATO LO VOI, MAGISTRATO DI DESTRA ATTACCATO DAGLI SCAPPATI DI CASA PER AVER APPLICATO LA LEGGE

Francesco Lo Voi, classe 1957, in magistratura da 43 anni . Con chi lo ha cercato al telefono per misurarne umore e stato d’animo, ha scherzato.
“Come sto? Di salute, bene”. A chi gli ha chiesto se la legge gli consentisse strade diverse da quella che ha scelto ha ripetuto quello che, in assoluta e voluta solitudine, ha ripetuto a se stesso la mattina in cui ha firmato le comunicazioni giudiziarie per Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. “L’atto non era dovuto. Era obbligatorio”.
Il forsennato spin, costruito a tavolino da Palazzo Chigi, che nello spazio di poche ore lo ha travolto su ogni canale di comunicazione possibile – televisioni, radio, giornali, social – e la bastonatura lessicale che gli ha riservato la presidente del Consiglio, ricordando il “fallimentare precedente” da Procuratore di Palermo nel processo istruito contro Matteo Salvini, lo hanno scientificamente “mascariato” alludendo a ciò che lui, magistrato della corrente più conservatrice dell’Anm (Magistratura indipendente) non è mai stato: un martire in toga pronto a farsi saltare in aria nel cuore del governo in nome di un disegno politico di vendetta per la incipiente riforma di separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante.
Una macroscopica manipolazione pari solo a quella che lo vorrebbe unico protagonista del processo a carico di Matteo Salvini e da cui Salvini è uscito per ora assolto. Non fosse altro perché nei due processi istruiti a Catania e Palermo a carico dell’ex ministro dell’Interno per identiche ipotesi di reato sono stati dieci i magistrati (sia inquirenti che giudicanti) che si sono pronunciati nel tempo. E tutti con un identico esito. Che l’allora ministro dell’Interno dovesse andare a giudizio.
Ma è proprio qui il punto. Perché, a ben vedere, è proprio nella sproporzione tra ciò che il governo attribuisce all’atto di Lo Voi e il significato tecnicamente neutro che pure quell’atto riveste giuridicamente che questo magistrato palermitano alle soglie della pensione ha probabilmente peccato di ingenuità.
Lui che pure ingenuo non lo è affatto. Il procuratore di Roma si era convinto che non condividere con nessun magistrato del suo ufficio (dunque con nessuno dei suoi aggiunti) l’invio delle comunicazioni giudiziarie per il caso Almasri, deciderne soprattutto il come e il quando (la legge dà al procuratore 15 giorni di tempo) ne avrebbe garantito ulteriormente la riservatezza.
Che il rispetto del segreto istruttorio, l’asettica e burocratica trasmissione dell’esposto dell’avvocato Li Gotti al tribunale dei ministri a sole 48 ore dalla sua presentazione sarebbero stati letti non come un atto di slealtà istituzionale, ma come il suo contrario. Come un “atto di garanzia”, che è poi quello che la legge prevede.
A maggior ragione, perché non era una prima volta. Perché in passato altri esposti presentati nei confronti di componenti di governo erano passati per la scrivania di Lo Voi ed erano stati comunicati agli interessati prima di finire archiviati al tribunale dei ministri senza che se ne avesse notizia. Insomma, in questo day after è di solare evidenza che se un rimprovero Lo Voi può muovere a se stesso è quello di aver sottovalutato la spregiudicatezza politica dei suoi interlocutori istituzionali.
Tra cui, per altro, un magistrato come lui, Alfredo Mantovano, come lui cresciuto nella stessa corrente dell’Anm e a lui legato da un rapporto personale che si è andato malamente guastando nel tempo, come dimostra la velina con cui Palazzo Chigi decide di ricordare l’uso dei voli di Stato del procuratore di Roma per raggiungere la sua Palermo che lo stesso Mantovano aveva provveduto a sospendere.
Ha sottovalutato che il credito politico bipartisan di cui pure ha goduto in questi anni non ha più diritto di cittadinanza in una fase politica dove sul tema della giustizia la maggioranza non ha intenzione di fare prigionieri. A maggior ragione dopo l’incidente che aveva visto nei giorni scorsi l’involontaria ed errata diffusione di atti istruttori della Procura sul conto del capo di gabinetto di Palazzo Chigi Gaetano Caputi.
Insomma, di fronte ai quattro pezzi di carta arrivati sulla sua scrivania – le due paginette dell’esposto dell’avvocato Li Gotti e due articoli di Repubblica – il Procuratore di Roma ha scelto non solo di non esercitare alcuna forma di discrezionalità – ammesso che la legge gliela riconosca – ma anche solo di arricchire quelle poche carte facendo richiesta di altri atti o di attendere le comunicazioni sul caso che il governo aveva annunciato al Parlamento.
Il che, sicuramente, gli avrebbe consentito di guadagnare del tempo, spingendosi fino al limite che gli consentiva la legge (i 15 giorni, appunto) e, forse, di smontare così l’argomento di chi oggi lo accusa di non aver saputo o voluto valutare la fondatezza dell’esposto. Ma che pure lo avrebbero esposto ad un’accusa di segno opposto: quella di aver avviato un principio di istruttoria, sia pure solo ricognitiva, a carico della premier e di tre figure chiave del suo gabinetto, senza che la legge gliene riconoscesse il potere.
Lo Voi ha ritenuto di non avere scelta, nonostante ci siano opinioni discordanti su margini di valutazione e discrezionalità relativi a tempi e modi di apertura di un procedimento penale; soprattutto a carico di persone di un certo peso. Ma per il procuratore non era questo il caso.
Perché l’istanza del legale rappresentava «un fatto determinato e non inverosimile», formula utilizzata dal codice di procedura penale per distinguere le denunce degne di approfondimento da quelle manifestamente infondate che possono essere ignorate senza l’iscrizione sull’apposito registro.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

LA MOSSA DI GIORGIA MELONI PER SBARAZZARSI DEFINITIVAMENTE DI FABIO RAMPELLI: CANDIDARLO AL CAMPIDOGLIO

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

L’EX “PADRINO” POLITICO DELLE SORELLE MELONI POTREBBE CANDIDARSI A SINDACO DI ROMA NEL 2027 ALLE ULTIME COMUNALI GLI PREFERIRONO MICHETTI… PER LA “FIAMMA MAGICA” SAREBBE UN MODO PER MANDARLO DI NUOVO A SBATTERE, VISTO CHE GUALTIERI È STRAFAVORITO PER IL BIS

Il suo attivismo non è passato inosservato. Da qualche tempo Fabio Rampelli ha ricominciato a volgere lo sguardo verso la sua città. Su dieci suoi comunicati stampa, quasi la metà di questi riguardano le vicende della capitale.
Ora, come spiega un deputato che conosce bene Fabio Rampelli, “lui un occhio di riguardo per la città l’ha sempre avuto, perché ama la capitale e lo interessa tutto ciò che vi accade”. Ma l’attivismo sui temi capitolini da alcuni è visto come l’inizio di un percorso: iniziare a mettere giù mattoncini in vista di una candidatura nella primavera del 2027 al Campidoglio per il centrodestra.
Attenzione, però, perché qui bisogna andarci con piedi di piombo e guanti di velluto, dato che Rampelli, ogni volta che si è votato a Roma e nel Lazio dal 2013 in avanti, è sempre stato tra i “papabili” senza però mai ricevere l’investitura. Tanto che lui stesso è il primo a scherzarci su. “Ogni volta che si vota si fa il mio nome. Sono sempre il candidato perfetto, ma solo per tre ore. Sono come la sora Camilla, tutti la vonno e nessuno se la pija”, ha detto in più occasioni, con il suo inconfondibile intercalare romanesco.
Sta di fatto che anche nelle ultime occasioni l’ex guru di Colle Oppio ha dovuto ingoiare a malincuore la candidatura alla Pisana di Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa risultato poi vincente, ma aveva preso malissimo soprattutto quella di Enrico Michetti al Campidoglio, un “signor nessuno” tirato fuori dal cilindro all’ultimo dalle sorelle Meloni, poi asfaltato da Roberto Gualtieri. Ecco, Gualtieri. Al prossimo giro il sindaco si ripresenterà, forte del primo mandato e soprattutto dall’incasso della fine dei cantieri e dello spacchettamento della città, grazie al mix tra Pnrr e Giubileo.
Davvero conviene presentarsi contro di lui? “Se Giorgia vuole sbarazzarsi definitivamente di Rampelli, allora lo candiderà al prossimo giro in Campidoglio…”, è la battuta, cattiva, che gira sull’argomento tra i meloniani a Montecitorio.
Perché il rischio di andare a schiantarsi, anche per uno come lui, è alto. “Sarebbe l’ultima polpetta avvelenata che gli rifilano le sorelle Meloni…”, si sussurra. Detto questo, se c’è uno che può battere Gualtieri, questo, secondo molti in Fratelli d’Italia, è proprio Rampelli. L’unico problema è vedere come ci si arriva. Perché innanzitutto occorre l’investitura da parte della premier, niente affatto scontata, visti i precedenti.
Con le sorelle Meloni il rapporto è migliorato da quando, all’ultimo congresso romano nel marzo scorso, Rampelli decide di non andare allo scontro, ritirando il suo candidato, Massimo Milani, in favore del meloniano Claudio Perissa.
Mentre più di recente l’ex capo dei Gabbiani s’è infilato nel vuoto di potere lasciato nel Lazio da Francesco Lollobrigida, suo storico avversario, dopo la rottura con Arianna Meloni. E infatti alla Pisana il rampelliano Fabrizio Ghera è considerato in grande ascesa rispetto a Giancarlo Righini, uomo di “Lollo”.
Ma per il governo nazionale il vicepresidente della Camera ancora non viene considerato. In vista di una probabile successione a Daniela Santanché, per esempio, è circolato il nome di Lucio Malan e non il suo. Ma qualcuno sostiene che l’attivismo rampelliano abbia un obbiettivo più a corto raggio: la votazione di metà mandato sulle presidenze di commissione, dove ad alto rischio è considerato il “suo” Federico Mollicone alla Cultura, e il minirimpasto di sottogoverno, con vacanti i posti prima occupati da Augusta Montaruli, Vittorio Sgarbi e Galeazzo Bignami. Posti che fanno gola a tutti, rampelliani compresi.
(da il Foglio)

argomento: Politica | Commenta »

IL MONDO AL CONTRARIO DI VANNACCI: CIANCIA DI “PACE” (RIFERENDOSI PERÒ SOLO AL CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA) E POI ALL’EUROPARLAMENTO INCONTRA LE LOBBY DELLE ARMI

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

IL GENERALE IERI HA AVUTO UNA RIUNIONE CON UNA MULTINAZIONALE AMERICANA, LEADER MONDIALE NELLA PRODUZIONE DI MISSILI GUIDATI … CHISSÀ SE L’ACCORATO APPELLO IN AULA A STRASBURGO LO SCORSO SETTEMBRE (“TACCIANO I CANNONI E FACCIAMO LAVORARE CHI VUOLE VERAMENTE LA PACE”) È STATO OGGETTO DELLA RIUNIONE

Il mondo al contrario, quello davvero, di Roberto Vannacci: un generale fiero cultore della retorica nazionalista che parla in continuazione di “pace” (casualmente riferendosi però solo al conflitto tra Russia e Ucraina); un militare spesso molto critico con le politiche della Nato, perorando al contempo il sovranismo italico, quindi l’indipendenza nazionale da interessi terzi.
Questo in pubblico, all’europarlamento però il semi-leghista Vannacci incontra i lobbisti delle armi. Vedi ieri, ad esempio, la sua riunione con Rtx corporation. Chi sono? Una multinazionale americana, leader mondiale nella produzione di missili guidati, tra cui il noto sistema antiaereo Patriot, fornito in questi mesi all’Ucraina. “Il 2024 è stato un anno record per Rtx: le vendite hanno sfiorato gli 81 miliardi di dollari, rispetto a una media di 64 miliardi di dollari nei tre anni precedenti”, spiegava giusto ieri il sito Market Screener.
Il motivo dell’incontro a cui ha partecipato l’eurodeputato paladino della “pace”? “Impatto dell’Edip nell’Integrazione sistemi d’arma con componentistica proveniente dall’industria occidentale”. Edip sta per “European Defence Improvement Programme” ed è un programma Nato per il miglioramento della difesa europea, cioè per aumentare l’acquisto di armamenti, 1,5 miliardi di euro per il periodo 2025-2027.
Insomma, se da una parte a favore di telecamere e follower Vannacci parla di “pace” e attacca Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, perché “ci promette guerra, missili, granate e droni”, dall’altra l’eurodeputato si vede con chi commercia “missili, granate e droni”.
Chissà se l’accorato appello in aula a Strasburgo di Vannacci lo scorso settembre, ovvero “tacciano i cannoni e facciamo lavorare chi vuole veramente la pace”, è stato anche questo oggetto di discussione della riunione con il colosso degli armamenti. “Guerra, pace e informazione: tutto quello che non ci dicono!”, si intitolava una clip di Vannacci di quattro giorni fa
(da La Repubblica)

argomento: Politica | Commenta »

MATTARELLA, IL PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI: A DIECI ANNI DALLA PRIMA ELEZIONE, IL CAPO DELLO STATO È PIÙ APPREZZATO CHE MAI: 7 ITALIANI SU 10 HANNO FIDUCIA IN LUI

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

LA SOBRIETÀ E L’EMPATIA DURANTE IL COVID, IL PRESTIGIO INTERNAZIONALE, IL RUOLO DIPLOMATICO E LE DIFFERENZE DI OPINIONE TRA DESTRA E SINISTRA

Mattarella, il più amato dagli italiani. Che il capo dello Stato riscontri un consenso pressoché unanime, nel Paese, è evidente a ogni viaggio: quando la “mummia sicula” va in giro per l’Italia, sono palesi le manifestazioni di stima e affetto nei suoi confronti. Ma cosa dicono i numeri? Quanto “pesa” il consenso per Sergio Mattarella, a 10 anni dalla sua prima elezione al Quirinale?
È la domanda che si è posto SWG nella sua nuova ricerca, che Dagospia può anticipare: l’istituto demoscopico ha interrogato gli italiani e ha rilevato come 7 cittadini su 10 abbiano fiducia in Mattarella. Un dato che è cresciuto di 20 punti percentuali dall’inizio del primo mandato, con un picco verso il basso nel 2017 (quando “solo” il 42% aveva fiducia nel Capo dello Stato).
Curioso anche l’approfondimento sulle emozioni provate “quando sente parlare il Presidente Mattarella”: il 39% ha risposto “speranza”, il 33 “serenità”. Secondo le persone intervistate da Swg, i punti di forza del capo dello Stato sono “dare importanza al suo ruolo”, “dare prestigio all’Italia negli ambienti internazionali”, “creare un rapporto di empatia con i cittadini”. Un rapporto, evidentemente, ricambiato.
Tra i momenti più “iconici” citati nella ricerca, la rielezione (per il 30%), “il ruolo e l’immagine mantenuti durante il Covid” (29%) e “il ruolo diplomatico sul piano internazionale” (27%). Secondo il 50% degli italiani, infine, il Presidente ha “contribuito positivamente all’immagine internazionale dell’Italia”. In questa ultima risposta, va segnalato che il dato cresce al 67% tra gli elettori di centrosinistra, mentre per il 40% di chi vota centrodestra “non ha influito in alcun modo”
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

LE FAMIGLIE ITALIANE SI SENTONO SEMPRE PIU’ POVERE E HANNO SEMPRE MENO FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI

Gennaio 30th, 2025 Riccardo Fucile

SECONDO IL 58% DELLA POPOLAZIONE, L’ITALIA STA ANDANDO NELLA DIREZIONE SBAGLIATA E IL 66% DA’ UN GIUDIZIO NEGATIVO SULLO STATO DELL’ECONOMIA

Il ceto medio è sempre più povero. “L’impoverimento delle famiglie – ormai costante da qualche decennio – non è solo un dato economico, ma rappresenta una sfida alla tenuta del tessuto sociale e democratico del nostro Paese, con importanti conseguenze politiche”, ha dichiarato il senatore Pd Marco Meloni, introducendo il convegno ‘Questione sociale, questione democratica: le conseguenze politiche dell’impoverimento delle famiglie’, che si è tenuto due giorni fa al Senato, e a cui hanno partecipato anche il presidente Ipsos Nando Pagnoncelli, la statistica, già direttrice Istat, Linda Laura Sabbadini, e il direttore Svimez Luca Bianchi.
Secondo Marco Meloni, “La conseguenza è la crisi del tessuto democratico: quando le disuguaglianze si acuiscono, il divario tra cittadini e istituzioni cresce, alimentando sfiducia, rabbia e senso di abbandono. Questo crea terreno fertile per populismi e movimenti estremisti, che spesso sfruttano il malessere sociale per erodere i principi democratici e promuovere politiche divisive”, ha proseguito il parlamentare, invitando il centrosinistra e il Pd a ripensare le politiche da mettere in campo “per riconquistare la fiducia e il consenso di chi, sentendosi a rischio, in qualche modo ‘tradito’ dalle istituzioni, ritiene maggiormente responsabili della situazione le forze politiche democratiche ed europeiste”.
Questo senso di smarrimento e delusione verso la classe politica emerge chiaramente dall’analisi di Ipsos sul Disagio economico nella società italiana, secondo cui è calata nell’ultimo ventennio (dal 2006 a oggi), sia la fiducia nelle istituzioni, sia la fiducia nell’Unione europea. Se si paragona infatti la percentuale di quanti avevano fiducia nelle istituzioni nel 2006 (61,7%) con il dato odierno (49,8%), pubblicato nel 2025, si evince come ci sia stato un calo progressivo e costante. E il dato della fiducia del 2024 risulta anche in calo rispetto all’anno prima.
Stesso discorso vale per la fiducia nell’Unione europea: al diminuire negli ultimi 20 anni della fiducia notiamo una progressiva crescita di chi non ha fiducia nelle istituzioni di Bruxelles. Oggi la fiducia nell’Ue è al 44%, un dato in risalita rispetto all’anno della pandemia, il 2020, quando la fiducia era data al 36,4%. Ma se paragoniamo queste percentuali con il primo decennio del secolo, ci accorgiamo che la fiducia nell’Unione europea ha fatto un vero e proprio tonfo: nel 2006 era al 72,4%, nel 2009 era scesa al 70,9%, per poi calare al 58,8% nel 2023, e precipitare al 38,9% nel 2017.
In generale, secondo la stessa analisi, è peggiorata negli ultimi anni la percezione della propria situazione economica da parte dei cittadini. Se infatti, in base al reddito e alle condizioni di vita, nel 2022 il 6% si percepiva appartenente alla cosiddetta upper class, nel 2024 dichiara di appartenere a questo ceto il 5%. Cala anche la percentuale di chi di sente di appartenere al ceto medio: la percentuale in questo caso è del 30%, contro il 33% della media del 2022.
Al cosiddetto ceto ‘middle in fall’, in cui rientrano persone la cui posizione sociale è in discesa e il cui reddito non consente lussi, dichiara di appartenere il 36% (in questo caso la percentuale è in calo rispetto al 2022); al ceto fragile, ovvero quello delle persone che arrivano a fine mese con difficoltà, appartiene il 17% (dato invariato rispetto alla stima del 2022, e in crescita rispetto al dato del 14% rilevato a fine 2020); a preoccupare in questo quadro è la percentuale di cittadini che si colloca nella lower class, categoria in cui rientrano le persone che hanno meno del necessario e che si sentono povere: sono il 7%, dato in salita rispetto al 6% della media 2022 e del 3% registrato a fine 2020. Una fotografia desolante
Ipsos ha domandato agli italiani in quale direzione stia andando il Paese: solo il 24% ha dichiarato che sta andando nella direzione giusta; il 58% ha detto l’Italia sta andando nella direzione sbagliata.
Secondo il sondaggista Nando Pagnoncelli, “C’è uno sguardo molto negativo rispetto al Paese, la stragrande maggioranza degli italiani pensa che il Paese stia andando nella direzione sbagliata. Molto spesso questo giudizio negativo tiene conto di una situazione oggettiva di aumento delle diseguaglianze, di una crescita economica che fatica a rassicurare la maggioranza dei cittadini, e di tanti altri elementi. Però dobbiamo anche considerare che c’è anche una percezione che va al di là di quelli che sono i dati reali”.
“Quello che voglio dire – ha aggiunto il presidente di Ipsos – è che molto spesso le persone interpellate sui diversi temi tendono a enfatizzare la portata degli allarmi sociali. Molto spesso si pensa che, per esempio, la quota dei disoccupati sia esponenzialmente più elevata rispetto a quelli che sono i dati che ci fornisce abitualmente l’Istat. Come si spiega tutto questo? Si spiega in ragione del fatto che siamo un Paese dove il livello di istruzione è ancora molto basso. Se facciamo i confronti con i paesi OCSE vediamo che il numero di laureati è decisamente molto contenuto, ci collochiamo al quartultimo posto nella graduatoria dei paesi OCSE. Non che laureati siano onniscienti però possono avere più strumenti per leggere la realtà”.
Guardando allo studio, il 46% poco meno della metà di coloro che si percepiscono benestanti o molto tranquilli riguardo al proprio reddito, pensa che il Paese stia andando nella direzione sbagliata. Fa la stessa valutazione negativa il 51% di coloro che si percepiscono tranquilli riguardo al proprio reddito; la percentuale di chi pensa che l’Italia stia andando nella direzione sbagliata salgono ovviamente nella cerchia di coloro che si percepiscono in difficoltà riguardo al proprio reddito (58%); infine tra i cittadini che si percepiscono in forti difficoltà economiche riguardo al proprio reddito, il 70% ritiene che il Paese sta andando nella direzione sbagliata.
Se guardiamo poi al giudizio sullo stato dell’Economia del Paese, soffermandoci quindi sulla percezione della situazione economica dell’Italia, il 66% si esprime in modo negativo, solo il 24% esprime un giudizio positivo (il 10% non sa). Tra chi si percepisce benestante, il 44% ha una percezione positiva dello stato dell’economia del Paese, mentre il 51% di questo blocco fa una valutazione negativa. Il 59% di chi si percepisce tranquillo rispetto al proprio reddito pensa che le cose stiano andando male dal punto di vista economico, mentre il 31% fa una valutazione positiva. Tra coloro che si percepiscono in difficoltà rispetto al proprio reddito c’è un 20% che ha una percezione positiva dell’andamento dell’economia, e un 66% che invece ha una percezione negativa. Infine una percentuale altissima di chi si percepisce in forti difficoltà economiche (il 79%) esprime un giudizio negativo sull’economia, a fronte di un 13% che invece esprime un giudizio positivo.
Interessante anche analizzare le aspettative economiche personali a breve termine. Alla domanda ‘Pensando ai prossimi mesi, Lei si aspetta che la sua situazione economia personale/familiare migliori, resti invariata o peggiori?’, il 50% di chi si percepisce in forti difficoltà economiche ha dichiarato che peggiorerà; il 23% di questo blocco ha detto che resterà invariata, mentre soltanto il 18% pensa che migliorerà.
Secondo la statistica, già direttrice Istat, Linda Laura Sabbadini, “Dal 2008 si è aperta una fase turbolenta di 15 anni su cui riflettere. Tre grandi crisi, 2009, 2013, 2020, e crolli di occupazione, 2 anni di inflazione record, un raddoppio della povertà assoluta nel 2012 che non è mai stato recuperato e si è aggravato nel 2020 e nel 2022. L’impatto di ognuna delle crisi si è sovrapposto agli altri, i segmenti che usufruivano della ripresa, non erano quelli che avevano subito la crisi. Per esempio tra il 2014 e il 2019 i giovani che erano stati più colpiti sono cresciuti poco tra gli occupati e sono aumentati gli ultra cinquantenni”.
“Cosi la frattura intergenerazionale è cresciuta – ha spiegato – e il disagio è diventato permanente in alcuni casi e si è diffuso a più ampi settori. Inoltre, si è verificato un evento straordinario, la pandemia, accaduto solo cinque anni fa, verso cui c’è stato un processo di rimozione collettiva che deve essere rimosso. Ha avuto come conseguenza non solo l’aumento delle disuguaglianze ma l’impoverimento delle relazioni e della partecipazione sociale, l’incremento di un disagio psicologico diffuso, specie tra i giovani. Dopo la grande resilienza sotto la pandemia, molte persone si sentono più sole, sfiduciate spiazzate. Ricostruire il tessuto sociale, delle relazioni, della solidarietà è una priorità assoluta: al centro le persone con i loro bisogni”.
“Mentre governo e maggioranza si affannano a raccontare una realtà che non c’è fatta di successi e obiettivi storici, il Paese porta i segni drammatici di una enorme questione sociale – ha commentato l’ex viceministra dell’Istruzione e vicepresidente della Camera Anna Ascani Ascani.
“Sei milioni di persone costrette in povertà, più di quattro milioni che rinunciano a curarsi perché la sanità pubblica non funziona, oltre tre milioni di lavoratrici e lavoratori sottopagati: sono solo alcune delle ferite che lacerano la comunità nazionale creando sofferenza e sfiducia nelle istituzioni. E la questione sociale diventa questione democratica. La destra, con la terza legge di bilancio da quando è al governo, ha confermato sia di mancare di una visione strategica che di gettare il peso delle difficoltà sul ceto medio impoverito, ‘i penultimi’, e le fasce sociali più deboli. Questa è la condizione del Paese mentre il disordine mondiale, il concreto pericolo di guerra commerciale dichiarata dagli Usa di Trump all’Europa e il rischio che l’Unione europea soffochi a causa di sconsiderati egoismi nazionalistici gettano allarmanti ombre sulla nostra economia.
“A maggior ragione per il Pd è indispensabile mettere mano ad un Progetto Paese che dalla casa al lavoro dalla crescita economica alla giustizia fiscale, dalla scuola alla sanità, dalla sicurezza alla digitalizzazione, dalle infrastrutture alla transizione ecologica sappia indicare agli italiani una strada credibile e responsabile per affrontare con successo la questione sociale e recuperare passione e partecipazione democratica”, ha concluso.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.579)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Giugno 2025 (450)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Gennaio 2025
    L M M G V S D
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  
    « Dic   Feb »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE “VIOLAZIONI” DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU: “NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE”?
    • TRUMP NON HA CAVATO URANIO DAL BUCO: GLI STATI UNITI HANNO DISTRUTTO I SITI NUCLEARI IRANIANI DI FORDOW, NATANZ E ISFAHAN… MA ERANO VUOTI
    • MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI?
    • I TASSISTI SONO ALLERGICI ALLE TASSE: CHI GUIDA UN TAXI IN MEDIA DICHIARA AL FISCO 19.900 EURO LORDI ANNUI, PARI A UN INCASSO DI 1.492 EURO MENSILI. È QUANTO EMERGE DALLE DICHIARAZIONI DEI REDDITI DEL 2023
    • SPERIAMO CHE KHAMENEI CAMPI ANCORA A LUNGO: GLI UOMINI CHE LO CIRCONDANO SONO MOLTO PEGGIO DI LUI
    • PUTIN VUOLE UCCIDERE ZELENSKY A OGNI COSTO, LO SCORSO ANNO IL PRESIDENTE UCRAINO HA RISCHIATO, PER DUE VOLTE, DI ESSERE ELIMINATO
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA