RIFORMA SENATO: LA MAGGIORANZA SCENDE A 153
LE OPPOSIZIONI HANNO RINUNCIATO ALL’OSTRUZIONISMO, MA I 161 VOTI CHE RAPPRESENTEREBBERO LA MAGGIORANZA NON CI SONO PIU’, NONOSTANTE LE TRUPPE CAMMELLATE DI VERDINI
Dopo l’approvazione ieri dell’articolo 6 del ddl Boschi sale di nuovo la tensione a Palazzo Madama tra maggioranza e opposizione.
In tarda mattinata è stato approvato l’art.7, quello relativo ai titoli di ammissione dei componenti del Senato. La norma è passata con 166 sì, 56 no e 5 astenuti. Un’approvazione in tempi rapidi grazie alla decisione di Lega e Forza Italia di ritirare tutti gli emendamenti in cambio della disponibilità del governo ad affrontare nel merito punti più caldi della riforma come, ad esempio, l’art.10.
Il Senato ha iniziato l’esame dell’articolo 10 sul procedimento legislativo, dato che gli articoli 8 e 9 sono stati approvati dalla Camera senza modifiche rispetto alla prima lettura di Palazzo Madama.
Il presidente Pietro Grasso ha sospeso la seduta per consentire contatti fra i gruppi e anche l’esame delle ammissibilità . Ha poi ammesso tre scrutini segreti (di cui uno parziale) su tre emendamenti: due di Roberto Calderoli (Lega) sulle minoranze linguistiche e uno di Giovanni Endrizzi (M5s) su minoranze linguistiche e rapporti civili ed etico-civili.
Alla prima votazione ha tenuto la maggioranza: 169 voti contrari, 106 favorevoli e un astenuto. La maggioranza tiene anche sul voto su un emendamento della minoranza Pd – poi ritirato, ma fatto proprio dai 5 Stelle – ma scende a quota 154 con 113 sì e 3 astenuti. L’emendamento mirava a modificare la funzione legislativa del Senato, riattribuendo alla Camera della autonomie più competenze.
A fronte della posizione assunta dal governo le opposizioni avevano rivolto un “ultimo appello” all’esecutivo e alla maggioranza per aprire un confronto e un dialogo su alcune modifiche da apportare al testo del ddl riforme.
La seduta è stata sospesa alle 13,30. Doveva riprendere alle 15 ma è stata ritardata di un’ora su richiesta delle opposizioni, i cui capigruppo di sono riuniti per trovare una linea comune da tenere rispetto al dibattito sul testo Boschi.
In un primo momento si pensava a un Aventino, ossia a un’uscita dall’aula dell’opposizione ma la decisione è poi virata su un’azione di “resistenza passiva”: “Non faremo ostruzionismo ma resistenza passiva, non prenderemo la parola se non in dichiarazioni di voto sull’articolo 10. In questo modo simboleggiamo il fatto di ritrovarci ostaggi della maggioranza”.
Alla ripresa delle votazioni la maggioranza supera il primo voto segreto ma scende ancora e perde altri voti: per la prima volta arriva a quota 153 il numero dei senatori contrari all’emendamento del leghista Roberto Calderoli sulle minoranze linguistiche. I voti a favore sono stati 131, gli astenuti 3. La differenza è di soli 25 voti.
(da “La Repubblica”)
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