ALLA FACCIA DELLA SEMPLIFICAZIONE
PER LA PROVINCIA DI LATINA UNA MIRIADE DI LISTE DI APPOGGIO E CENTRODESTRA CON DUE CANDIDATI…SISTEMI ELETTORALI E SCHEDE DIVERSI A SECONDA DEL TIPO DI ELEZIONE…CANDIDATI POTENTI E COMPARSE…UNA STRANA DEMOCRAZIA LA NOSTRA
In tutta onestà risulta difficile comprendere perchè a certe dichiarazioni di principio, coloro che gestiscono oggi la politica in Italia facciano corrispondere, nella pratica, il contrario.
Tutti abbiamo sentito parlare insistentemente, ad iniziare dalle ultime elezioni per il rinnovo delle Camere, di “semplificazione”.
Così abbiamo visto scomparire partiti, per confluire in nuovi schieramenti,”contenitori” più ampi: nel centrodestra il PDL e nel centrosinistra il PD.
Una scelta che può essere condivisa o meno, immediatamente accantonata per mero opportunismo in occasione delle elezioni amministrative.
Il quadro che esce fuori dalla presentazione delle liste per le provinciali di Latina è sconsolante. Il candidato del centrodestra, Cusani, è appoggiato da sette liste, quello del centrosinistra, Amici, da quattro.
Tre sono quelle che appoggiano Guidi, quattro quelle che sostengono Macci.
Addirittura il centrodestra si presenta agli elettori con due candidati distinti ed avversari, per un totale di undici liste.
Questa è la semplificazione tanto sbandierata!
Da personaggi politici di rilievo quali Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, che su tale strada sembravano aver indirizzato l’Italia, ci si sarebbe attesa una serie di scelte coerenti.
Il sospetto che in realtà si tendesse solo a mantenere i privilegi di una casta, è risultato chiaro fin dal momento in cui si è imposto all’elettore di non poter esprimere preferenze sui candidati: metti una croce ed al resto pensiamo noi.
Il paradosso è continuato con un sistema elettorale non univoco, per cui ci si ritrova a dover votare con sistemi elettorali differenziati a seconda del tipo di tornata ( europea, comunale, circoscrizionale, provinciale, regionale, politica).
Che la politica risulti ormai gestita da pochi che se lo possono permettere, appare evidente in particolare nelle diverse amministrative.
I candidati “potenti” si riconoscono a vista: sono quelli che accanto al proprio nome contano uno svariato numero di liste di appoggio.
In tal modo arriviamo al principio antidemocratico, forse anche anticostituzionale, di vedere aspiranti sindaci o presidenti sostenuti da numerose liste ed altri da una sola.
Strano concetto di democrazia e di elezione diretta, quello che consente a qualcuno di essere sostenuto da centinaia di candidati e ad altri da appena qualche decina.
Ma lo spirito dell’elezione diretta dovrebbe essere altro.
Innanzitutto ad ogni aspirante sindaco o presidente deve corrispondere una sola lista. Questa deve essere composta da un numero massimo di candidati pari a quanti ne entreranno nell’assise.
Si è preferito invece un sistema chiaramente sbilanciato verso le lobbies di potere.
E’ come se in un campionato di calcio si permettesse per regolamento ad alcuni clubs di scendere in campo con gli undici giocatori e ad altri con il solo portiere!
Il risultato, secondo voi, non sarebbe già scontato in partenza?
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