ALTRO FAVORE ALLE BANCHE: LA CLASS ACTION SOLO DAL 2.010 E NON RETROATTIVA
L’AZIONE GIUDIZIARIA COLLETTIVA PER LE VITTIME DEI CRAC CIRIO, PARMALAT E BOND ARGENTINI NON SARA’ COSI’ POSSIBILE… I TITOLI SPAZZATURA ERANO VENDUTI DALLE BANCHE CHE ORA ESULTANO… PESANTI CRITICHE DELL’ANTITRUST
La class action non sarà retroattiva: strada sbarrata dunque per le vittime dei crac finanziari come Cirio, Parlamat, Giacomelli e bond argentini. In questi casi l’azione giudiziaria complessiva non sarà possibile.
E’ questa una delle novità più rilevanti, sul fronte dei consumatori, approvata due giorni fa dal Senato nel disegno di legge sullo sviluppo. Non solo.
Il testo sposta anche in avanti le lancette dell’entrata in vigore della class action al 1 gennaio 2010. La scelta della mancata retroattività è stata duramente criticata dalle associazioni dei consumatori perchè non consentirà di usufruire di questo strumento per ottenere il risarcimento dei soldi investiti in obbligazioni delle aziende che sono fallite.
Una mossa che piace soprattutto alle banche che rischiavano un vero e proprio bagno di sangue, visto che la maggior parte dei titoli spazzatura erano stati venduti allo sportello.
Nettamente critico il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà , sul rinvio a gennaio 2.010 della nuova regola.
Il presidente ritiene poi sbagliato aver tagliato fuori i casi Cirio, Parmalat, Giacomelli e bond argentini dalla possibilità di class action.
Il numero uno dell’Antitrust ha bocciato pure le novità in vista sul fronte assicurazioni, ovvero le polizze pluriennali con sconto sul premio annuale.
Mentre è saltato il ritorno al monomandatario per gli agenti delle compagnie.
Catricalà ha bocciato la norma sui contratti in quanto tiene la clientela legata a un soggetto imprenditore per un lungo periodo di tempo, in cambio di uno sconto del quale non sono chiari i benefici.
Soprattutto la fidelizzazione è ostacolo alla mobilità che è invece essenziale per la concorrenza nel contesto di un mercato ingessato.
Resta la sensazione, in questo disegno di legge sullo sviluppo, che quando entrano in contrasto gli interessi di banche e assicurazioni con i diritti del consumatore, le scelte operative ed economiche del governo che ne derivano sono sempre a favore dei grandi blocchi economici e raramente del cittadino investitore o cliente.
Si è persa un’occasione da parte governativa per dare un segnale forte ai cittadini e un monito concreto alla lobbie del credito (che non fa crediti).
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