ARRIVA IL “CODICE MELONI”: A PALAZZO CHIGI SCATTA IL BAVAGLIO AI DIPENDENTI SU OPINIONE E NOTIZIE
VIETATE IDEE POLITICHE, INFORMAZIONI ALL’ESTERO E RUOLI DA DICHIARARE… SIAMO A ROMA O A MOSCA?
I dipendenti della Presidenza del Consiglio non potranno esprimere le proprie opinioni politiche, non dovranno rivelare informazioni all’esterno rispettando il “segreto d’ufficio” e dovranno utilizzare i social network senza esprimere idee personali riconducibili all’istituzione. Ma saranno obbligati anche comunicare al proprio superiore se ha assunto incarichi in associazioni, enti pubblici o partiti politici che potrebbero interferire con l’esercizio delle sue funzioni. Sono queste le nuove regole, fortemente restrittive, che la premier Giorgia Meloni ha deciso di applicare ai dipendenti di Palazzo Chigi: un documento che ha il principale obiettivo di fermare le fughe di notizie e la “politicizzazione” di chi ogni giorno lavora al suo fianco. Confermando un clima di complotto che aleggia nelle stanze della Presidenza del Consiglio.
Il nuovo codice di comportamento e disciplina, che Il Fatto pubblica in anteprima, è stato approvato con un decreto del presidente del Consiglio il 13 dicembre scorso e registrato dalla Corte dei Conti il 14 gennaio 2025. Un documento di 16 pagine, molto più ricco rispetto all’ultimo di dieci anni fa, che risaliva al 2014, all’epoca del governo Renzi. Il nuovo “Codice di comportamento e di tutela della dignità e dell’etica dei dirigenti e dei dipendenti della Presidenza del Consiglio dei ministri” è costituito da 26 articoli per regolare diversi ambiti lavorativi: si va dai principi generali di comportamento alle norme sui “regali, compensi e altre utilità” passando per la partecipazione ad associazioni o organizzazioni fino alla prevenzione di conflitti d’interessi, tutela dei whistleblower, utilizzo dei social media e dipendenti con procedimenti penali.
Silenzio “Non manifestare le proprie idee politiche”
Alcune regole ricalcano quelle del codice del 2014, più snello e composto da 18 articoli. Ma ci sono alcune novità rilevanti. La prima riguarda il divieto di esprimere opinioni politiche. All’articolo 4, relativo ai principi generali di comportamento, Palazzo Chigi specifica che i dipendenti, oltre ad astenersi da qualsiasi “trattamento preferenziale”, si astengono “dal manifestare, direttamente o indirettamente, orientamenti politici o ideologici tali da ingenerare dubbi sull’imparzialità della propria azione”.
Bavaglio Riservatezza contro le fughe di notizi
L’altra è quella per cercare di fermare possibili fughe di notizie: nell’ambito dei rapporti privati i dipendenti devono rispettare “il segreto d’ufficio e mantiene riservate le notizie e le informazioni apprese nell’ambito dell’attività svolta”. Una volontà che Meloni ha cercato di ribadire più volte tanto che il responsabile della comunicazione del governo, Giovanbattista Fazzolari, è arrivato a “blindare” il mattinale Ore 11 che arriva ai parlamentari di Fratelli d’Italia tracciando gli accessi e autorizzando chi scarica il file con la linea sui principali fatti di attualità.
Social La nuova policy: solo opinioni personal
Inoltre, per la prima volta, anche la Presidenza del Consiglio decide di dotarsi di regole per l’utilizzo dei social come le altre Pubbliche Amministrazione: lo fa rimandando al decreto 81 del presidente della Repubblica del 2023 che regola il Codice di comportamenti dei dipendenti pubblici. Questo prevede che il dipendente possa esprimere idee e opinioni che non siano riconducibili all’istituzione e deve astenersi da qualsiasi commento che “possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della Pubblica Amministrazione in generale”.
Partiti “Comunicare incarichi in una delle forze politiche”
Il nuovo codice di comportamento della Presidenza del Consiglio mantiene anche intatta la riservatezza sull’adesione a partiti politici o sindacati, ma inserendo una postilla che solleva qualche perplessità: il personale dovrà comunicare “l’assunzione di incarichi di rappresentanza in associazioni, fondazioni o in enti pubblici di qualsiasi natura, ivi compresi gli incarichi elettivi o di rappresentanza nei partiti politici” se da questi “possano derivare obblighi o vincoli tali da poter interferire con l’esercizio delle funzioni svolte dalla unità organizzativa di assegnazione”.
Norma Conflitti d’ interessi e decadenza per condannat
Per la prima volta, inoltre, viene inserito un articolo per tutelare i whistleblower (chi denuncia illeciti) e diverse novità sul conflitto d’interessi: i dipendenti devono comunicare i rapporti con soggetti privati anche di familiari fino al secondo grado e si devono evitare le porte girevoli tra il mondo del pubblico e privato (il cosiddetto pantouflage). I dipendenti inoltre non solo non potranno accettare regali e metterli a disposizione dell’amministrazione (se non di modica quantità), ma questi saranno destinati “alla restituzione o alla beneficenza”. Infine, Meloni ha deciso di introdurre anche una stretta sulle questioni giudiziarie. I consulenti e collaboratori delle autorità politiche non potranno avere condanne che prevedano la pena accessoria dell’interdizione dei pubblici uffici.
(da La Stampa)
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