AUSTRIA, LE PROIEZIONI: POPOLARI DI KURZ AL 31,5%, I SOCIALDEMOCRATICI (27,1%) SORPASSANO GLI XENOFOBI DI STRACHE (25,9%)
SPOSTANDO A DESTRA L’OEVP, KURZ HA RUBATO VOTI ALL’ FPO CHE NON SFONDA E RIMANE TERZO PARTITO
L’Austria chiamata al voto ha deciso di cambiare pagina.
Secondo le proiezioni, la Oevp, il partito dei popolari guidato da Sebastian Kurz, è in testa con il 31,5% dei voti, sette punti in più rispetto alle ultime elezioni.
Al secondo posto arrivano i socialdemocratici del cancelliere uscente, Christian Kern, con il 27,1% dei voti.
La destra nazionalista, islamofoba ed euroscettica di Heinz-Christian Strache, è balzata di cinque punti al 25,9% dei consensi, ma fino a qualche mese era era data come primo partito intorno al 34%.
Batosta per i Verdi, il partito del presidente della Repubblica Van der Bellen, finiti al momento sotto la soglia di sbarramento del 4%, al 3,8%, dunque fuori dal Parlamento. Mentre i Neos e la lista Peter Pilz, nata da uno scissionista dei Verdi, si assestano rispettivamente al 5,1% e al 4,4%.
Al momento ogni coalizione è possibile perchè i candidati sono tutti molto vicini. La strada più probabile è un’alleanza blu-nera Kurz-Strache, anche se non si può escludere una riedizione della Grande Coalizione.
Kurz si appresta dunque a diventare il più giovane leader di un Paese europeo in seguito a elezioni legislative. Il 31enne leader del partito conservatore à–vp ha impostato la sua campagna elettorale virando tutto a destra, soprattutto sul tema dei migranti, nell’obiettivo di sottrarre voti all’estrema destra guidata da Heinz-Christian Strache.
Con Kurz come nuovo leader l’à–vp ha guadagnato in poche settimane 10 punti percentuali nei sondaggi, cioè più o meno la stessa quantità di consensi persa dall’Fpà¶, e si è scatenata una vera ‘Kurzmania’.
Il candidato conservatore difende una politica restrittiva su immigrazione e asilo, a proposito della quale ha chiesto all’Unione europea di prendere esempio dalla strategia dell’Australia di internare direttamente sulle isole i rifugiati intercettati in mare mentre provano a raggiungere le coste.
Dal punto di vista economico, difende l’abbassamento delle imposte per la classe media e le imprese, oltre a promettere una riduzione del debito a lungo termine, in parte riducendo le sovvenzioni e la spesa sociale che, assicura, non fa che provocare l’arrivo di immigrati e rifugiati.
Chi lo critica evidenzia la mancanza di concretezza (ha presentato il programma elettorale in tre parti, l’ultima delle quali appena 18 giorni prima delle elezioni) e sostiene che la sua strategia sia dominata dall’immagine e dal marketing, senza contenuti precisi nè idee nuove.
Nella sua propaganda elettorale, Kurz è arrivato al punto che sui manifesti non compaiono neanche il logo nè il nome dell’à–vp. Il colore turchese ha sostituito il tradizionale nero con cui il partito si identifica dalla sua fondazione nel 1945.
Così, qualcuno che non è stato altro se non un politico di un partito dell’establishment, è riuscito a presentarsi come ambasciatore di un nuovo modo di fare le cose, lontano dalla vecchia politica.
Nonostante questa rivoluzione, Kurz ha potuto contare sull’appoggio dei baroni del partito, che hanno visto in lui l’opportunità di tornare a guidare il governo dopo 10 anni al secondo posto in coalizioni guidate dai socialdemocratici.
Di fatto molti analisti vedono dietro all’ascesa di Kurz la mano dell’ultimo cancelliere conservatore, Wolfgang Schà¼ssel, che nel 2000 formò un governo con l’Fpà¶. Quei fatti scatenarono un’ondata di critiche sia all’interno sia all’esterno dell’Austria, nonchè sanzioni diplomatiche da parte di altri Paesi membri dell’Ue per il fatto di avere permesso l’ingresso al governo di un partito di ultradestra. Kurz non è sposato e non ha figli ma vive a Vienna con Susanne, sua fidanzata dai tempi delle scuole superiori, che lavora al ministero delle Finanze.
(da agenzie)
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