IN AUSTRIA VINCE IL FIGHETTO FANCAZZISTA AL GEL CHE NON E’ RIUSCITO NEANCHE A LAUREARSI IN LEGGE
ALL’UNIVERSITA’ ERA PIU’ NOTO PER LE AUTO SPORTIVE E LE BELLE RAGAZZE CHE PER GLI ESAMI SOSTENUTI: UN ALTRO PRODOTTO DEL MARKETING PUBBLICITARIO
Via i panni della Grosse Koalition e delle argomentazioni moderate, sì al nuovo look con camicia e gel, nazionalismo e chiusura delle frontiere.
Kurz è riuscito a portare il suo à–vp dalla depressione del 20% al 31% che gli assegnano gli exit pool nelle elezioni politiche tenutesi oggi in Austria.
Prima che prendesse il controllo del partito approfittando delle lotte interne, la situazione in Austria era ben diversa: l’Fpචnazionalista di Heinz-Christian Strache e Norbert Hofer sembrava avviata verso una vittoria netta e tranquilla, in testa ai sondaggi davanti al centrosinistra.
Kurz in Austria è diventato un’icona e ha ritagliato la campagna elettorale dei cristiano-democratici intorno alla sua figura da star.
Ha riempito i palazzetti come un cantante, scattato selfie con i più giovani e fotografie abbracciato agli anziani. Tra i candidati è il re indiscusso di Twitter e conta più di 700mila seguaci su Facebook, dove posta immagini e video, come quello in cui scala una montagna di notte e all’alba ammira dalla vetta il paesaggio dell’Austria, “il Paese più bello del mondo, da guidare nuovamente verso la cima”.
Nei suoi post c’è spazio per la retorica nazionalista, ma mai per riferimenti al suo partito. Il motto è sempre lo stesso: “Es ist Zeit” — “è il momento” .
La camicia bianca, il sorriso sicuro e i capelli tirati all’indietro con il gel servono a ricordare a tutti la sua giovane età .
Kurz — che ha mollato giurisprudenza — appena qualche anno fa, da sottosegretario 24enne, era conosciuto come il “Geil” (il figo) che se andava in giro tra le università con macchine sportive e belle ragazze per attirare il voto dei giovani.
Sui social i suoi capelli impomatati sono diventati appunto il tema preferito di meme e sfottò. Ma intanto hanno contribuito ad accrescere la fama del personaggio Kurz che è riuscito allo stesso tempo a presentarsi come la novità ma anche come la parte moderata, l’argine ai populisti che pure si porterà probabilmente in coalizione.
Lo ha rimarcato per l’ennesima volta nell’ultimo testa a testa televisivo avuto con il leader dei nazionalisti Strache, bacchettandolo per le sue simpatie verso Alternative fur Deutschland e Marine Le Pen, ma anche ricordandogli che un conto è “evidenziare i problemi”, un conto è trovare “effettive soluzioni”.
La protezione delle frontiere, a partire dal Brennero, è diventata uno dei suoi mantra insieme al rilancio dell’economia nazionale. Ma già prima rivendicava con entusiasmo la chiusura della rotta balcanica a marzo 2016, grazie al suo lavoro in collaborazione con il premier ungherese Viktor Orban. Con l’obiettivo finale, caro anche ai politici italiani, di “aiutare i migranti a casa loro”.
E, sempre se non vi saranno sorprese, al governo di Vienna ci sarà una coalizione tra popolari e liberali xenofobi. Un ritorno all’alleanza nero-blu del 2000, quando Bruxelles fece finire l’Austria nella “quarantena”.
Allora Kurz aveva meno di 15 anni e gli Stati europei non erano ancora alle prese con crisi, profughi, ritorno dell’ultradestra e giovani leader.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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