BASTA SLOGAN AL VIMINALE, I POLIZIOTTI CHIEDONO IL RINNOVO DEL CONTRATTO DA 250 GIORNI
SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA… IL SILP: “SOLLEVATI DALLA NOMINA DEL PREFETTO LAMORGESE, IL PRECEDENTE MINISTRO HA ESPOSTO LE FORZE DELL’ORDINE A TENSIONI SENZA PRECEDENTI”
La crisi di governo più stravagante della storia della Repubblica ha prodotto, in poche settimane, un esecutivo guidato sempre dallo stesso presidente del Consiglio, ma assolutamente distinto e distante dal precedente per maggioranza politica, squadra e programmi.
Sarà il tempo a farci valutare se questo “esperimento” potrà avere successo o se i cittadini dovranno essere richiamati anticipatamente alle urne, considerando che si è votato per il Parlamento appena un anno fa.
Come poliziotto prendo atto che al punto 26 del nuovo programma di governo è previsto che “occorre offrire maggiore tutela e valorizzare il personale della difesa, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco (comparto sicurezza e soccorso pubblico)”.
Poche, stringate parole che oggi più che mai hanno la necessità di trovare concretezza, dopo 14 mesi di inerzia di un esecutivo che ha lasciato le donne e gli uomini in divisa senza contratto da quasi 250 giorni e non ha finanziato adeguatamente il decreto correttivo legato al riordino interno delle carriere, la cui delega scade a fine mese.
Sono questioni che toccano direttamente la professionalità e riguardano la vita di decine e decine di migliaia di poliziotti e di loro famiglie. La scelta di individuare per il Viminale una persona compentente come il prefetto Luciana Lamorgese, a cui rivolgo i migliori auguri di buon lavoro, ci dice 2 cose.
La prima è che si vuol chiudere definitivamente, con grande sollievo degli apparati e della delicata macchina del Viminale, un turbolento periodo che, grazie alle performance mediatiche (e non solo) di un ministro quasi mai presente nel proprio, delicatissimo ufficio, ha esposto le forze di polizia a tensioni e problemi mai verificatisi. E questo al netto delle valutazioni politiche e personali sul leader della Lega.
In secondo luogo, la nomina di un responsabile del Ministero dell’Interno di natura tecnica, al di là di come saprà interpretare politicamente il suo nuovo ruolo, assegna al premier Conte e soprattutto ai segretari dei 2 partiti che sostengono il governo una primaria e ineludibile responsabilità in materia di sicurezza.
Per questo, pur comprendendo che la prossima legge di stabilità porterà con sè il fardello di impedire l’aumento dell’Iva, c’è la necessità di un segnale concreto verso il mondo delle divise con uno stanziamento adeguato di risorse che possa permettere almeno un rinnovo del contratto dignitoso.
Bisogna poi proseguire e rafforzare la politica delle assunzioni, che a oggi non sono sufficienti per coprire il turn over. Occorre quindi concretamente investire in mezzi e strumenti per permettere a poliziotti e carabinieri di lavorare al meglio: vanno anche bene i Taser, ma ancor meglio sarebbero necessari nuovi dispositivi di protezione individuale considerando che quelli attuali sono obsoleti.
Senza dimenticare che il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli operatori passa sopratutto attraverso una attenta quanto reale promozione della salute del personale che svolge un’attività stressante per definizione.
C’è necessità inoltre di tutelare le pensioni di chi, dopo una vita in strada a rischiare la vita, è destinato al meritato riposo e avviare la più volte richiesta e mai ottenuta previdenza complementare, affinchè i giovani poliziotti di oggi non si trasformino nei poveri del domani.
L’esecutivo Conte 2 non avrà la bacchetta magica, ma – se vi sarà la volontà politica – potrà almeno intraprendere una nuova strada. Certo è che come sindacato di polizia non faremo sconti. Come non ne abbiamo mai fatti negli ultimi anni dove siamo scesi in piazza e ci siamo mobilitati nei confronti di governi di qualsiasi colore politico.
Daniele Tissone
Segretario generale sindacato di polizia Silp
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