BERLUSCONI TIFA PER LA GRANDE COALIZIONE: “CON IL PAREGGIO IL PD NON PUO’ EVITARLA”
SA DI ESSERE FINITO: SOLO APPOGGIANDO UNA “GRANDE COALIZIONE” POTRA’ ANCORA ESSERE DECISIVO, MA NON SI DEVE DIRE IN PUBBLICO
La grande coalizione? Si fa ma non si dice.
E Berlusconi la vorrebbe tanto fare, almeno così ha confidato nei giorni scorsi.
«Se si dovesse votare a novembre – ha spiegato agli amici più stretti – noi e il Pd saremmo entrambi intorno al 20-25 per cento. Di fatto un pareggio. E, a quel punto, chiunque vinca sarà obbligato alla grande coalizione dalla gravità della situazione». Per il Cavaliere, a dispetto dell’ostilità manifestata ieri da Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni, il governissimo è dunque «una soluzione possibile».
A patto di non dirlo in pubblico, «perchè i nostri elettori non capirebbero e andremmo solo a regalare voti a Grillo».
Per questo Berlusconi ritiene «sbagliate» e incaute le aperture a un’alleanza con il Pd e l’Udc che alcuni esponenti del Pdl – da Frattini a Quagliariello, da Bondi a Gelmini – vanno facendo da qualche tempo sui giornali.
Ma la frattura interna tra forzisti “grancoalizionisti” ed ex An non è l’unica grana che sta per esplodere nel Pdl.
La vera guerra, se dovesse essere approvata la nuova legge elettorale, scoppierà quando si dovrà scegliere chi candidare nei collegi e chi inserire nei listini blindati. Tra sommersi e salvati la lotta sarà al coltello, visto che una metà dei parlamentari eletti nel 2008 dovrà rassegnarsi a tornare a casa.
Si sa che Berlusconi pensa a un «profondo rinnovamento» delle liste, riempite soprattutto di giovani amministratori locali che sappiano farsi valere in una competizione che sarà basata molto sul radicamento territoriale.
Ma c’è anche chi punta a introdurre una regola draconiana.
Daniela Santanchè è infatti pronta a lanciare la sua bomba alla prima riunione dell’ufficio di presidenza: nessuno dovrà essere candidato se non ha già un lavoro a cui tornare dopo l’esperienza in Parlamento.
Una proposta che potrebbe mettere in imbarazzo chi ha sempre fatto soltanto politica, come appunto i vari Gasparri, Cicchitto, Meloni, per non parlare dello stesso Angelino Alfano (che domenica è andato in Sardegna con la famiglia a trovare il Cavaliere).
In ogni caso l’ex premier, a dispetto delle titubanze e dell’indecisione che lascia filtrare, ha ormai attraversato il suo Rubicone.
Si candiderà in prima persona.
«Si sta preparando come una rockstar», racconta chi è andato a trovarlo in Sardegna: «Ripassare al doppiopetto per lui è stata dura, così ha deciso di perdere 8 chili con le passeggiate e la dieta del brodo».
È convinto di stare «appena cinque punti dietro Bersani» e ricorda che nel 2006 ne recuperò dieci con Prodi nelle ultime tre settimane.
Oltre ai sondaggi di Alessandra Ghisleri, il Cavaliere ogni volta che può testa il gradimento della sua ricandidatura con chi gli capita a tiro.
«La mia famiglia – dice spesso – non sarebbe d’accordo, cercano di convincermi a godermi la vita. Ma è la gente che me lo chiede, come faccio a ritirarmi?».
Anche il nome del nuovo-vecchio partito sarebbe già scelto.
Alla fine, dopo tanto girovagare, è tornato ad accarezzare quel «Grande Italia» che difficilmente può essere ridotto ad acronimo.
Oltre al nuovo nome, alle liste rinnovate, alla dieta, al programma in cottura con Antonio Martino, a una nuova legge elettorale che gli consentirà di correre senza la Lega, a Berlusconi mancava un ultimo tassello per presentarsi: la benedizione della ex moglie.
Troppo grande la caduta d’immagine con l’elettorato femminile per pensare di candidarsi senza essersi riavvicinato a Veronica.
Non si parla di tornare insieme, come aveva scritto qualcuno. Ma la riconciliazione c’è stata, favorita dalla chiusura delle pendenze legali e dall’accordo patrimoniale post-separazione.
Raccontano che negli ultimi mesi «Silvio» e «Veronica» abbiano ripreso a frequentarsi saltuariamente in maniera civile.
Dopo il muro alzato da entrambi (Berlusconi diceva agli amici: «Mi ha sparato in faccia, non la perdonerò mai»), ci sono stati anche degli inviti.
La Lario lo ha accolto a cena a Macherio, dove è tornata ad abitare, insieme ai suoi tre figli. E Berlusconi ha ricambiato invitandola a colazione ad Arcore.
Un’intesa cordiale favorita, in queste ultime settimane, anche dalla gravidanza della figlia Eleonora, che li farà diventare entrambi nuovamente nonni.
E, giurano i bene informati, non mancherà qualche servizio fotografico per immortalare la pace ritrovata tra i due ex coniugi.
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
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