CALENDA E’ LA NUOVA MADONNA PELLEGRINA
SPUNTA OVUNQUE, MA LUI HA AVVERTITO CHE NON SI CANDIDA, AL MASSIMO PUO’ ACCETTARE DI ESSERE NOMINATO
Dove mandiamo oggi Calenda?
Nel mondo avvizzito della politica qualcuno che sappia tenersi in piedi da solo e farsi notare nella nebbia fitta delle idee è immediatamente trasformato in ambulanza.
Pronto soccorso quotidiano. Da qualche settimana Carlo Calenda, il ministro per le Attività produttive, dà un po’ di luce al buio del Pd.
E il suo nome sbuca ovunque sia possibile, per qualunque incarico.
Calenda ha fatto un figurone nella crisi dell’Ilva, ha bastonato a meraviglia Michele Emiliano, l’oppositore pugliese di Renzi.
Poi è passato ad assestare due sganascioni a Virginia Raggi, la sindaca grillina. Ottimo.
È stato avvistato dalle parti di Emma Bonino, impegnata a trovare una via di fuga e sottrarsi alle norme che le imponevano di raccogliere le firme di cittadini elettori per presentare il suo simbolo.
E si dice che Calenda sia stato l’artefice del soccorso Tabacci.
Due giorni fa era a Milano per lanciare la candidatura di Giorgio Gori.
Per il suo futuro non ha che da scegliere: ministro, o presidente del Consiglio o sindaco di Roma.
Oppure, e a prescindere, qualunque altra necessità : Rai, Lega Calcio, Monopoli di Stato? Lui c’è.
Calenda è oggi quel che ieri è stato Raffaele Cantone. Ricordate il presidente dell’Autorità anti corruzione?
Portato a braccio ovunque, come una madonna pellegrina.
Calenda, che è furbo, ha già avvertito che non si candida.
Al massimo può accettare di essere nominato.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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