CASO BELSITO: “IL DENARO DELLA LEGA PER CENE, VIAGGI E LAVORI NELLA VILLA DI BOSSI”
BENEFICIARI I FIGLI DEL SENATUR E LA VICEPRESIDENTE DEL SENATO ROSI MAURO… UTILIZZATI I FONDI DEL PARTITO ANCHE PER LA CAMPAGNA ELETTORALE DI RENZO BOSSI E PER LA VILLA A GEMONIO
Secondo la Procura di Milano i conti della Lega sono falsi e il tesoriere Francesco Belsito ha distratto soldi pubblici per sostenere “i costi della famiglia” Bossi.
Proprio di questo si parla in alcune conversazioni telefoniche intercettate dal Noe.
Nel decreto di perquisizione, eseguito dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Milano, si legge che questi “costi” sono “esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Si tratta di esborsi in contante o con assegni circolari o attraverso contratti simulati”.
Di più: secondo un rapporto dei carabinieri con i soldi dei rimborsi elettorali sarebbero stati pagati viaggi, alberghi, cene dei figli di Umberto Bossi e della vicepresidente del Senato — bossiana di ferro – Rosy Mauro.
Parte dei fondi sottratti al partito inoltre sarebbero serviti, sempre secondo il Noe, anche per finanziare la campagna elettorale per le regionali del 2010 di Renzo Bossi e per alcuni lavori di ristrutturazione della villa di Bossi a Gemonio (in provincia di Varese).
Per i pm Robledo, Filippini e Pellicano, che hanno acquisito un rapporto della Gdf e uno del Noe (Nucleo operativo dei Carabinieri) di Napoli, il bilancio della Lega “è inveritiero, non dà conto della reale natura delle uscite, non dà conto della gestione in ‘nero’”.
Pertanto i magistrati oltre ai reati di appropriazione indebita, contestano a Belsito anche il reato di truffa ai danni dello Stato.
E i magistrati ricordano che alla Lega ogni anno vengono accreditate somme “significative” da Camera e Senato come rimborso per le spese elettorali. Nell’agosto del 2011 la Lega ha avuto “18 milioni di euro”.
Una somma che ha avuto come presupposto “la validazione del rendiconto del 2010 sul quale vi è prova della falsità ”.
Secondo l’accusa ci sono elementi “inequivocabili” che la gestione della tesoreria della Lega è “opaca” fin dal dal 2004. Il reato di appropriazione indebita aggravata è contestato oltre che a Belsito a Stefano Bonet e Paolo Scala “con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord”.
Belsito è accusato anche di truffa aggravata ai danni dello Stato “con riferimento alle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali e somme percepite dall’erario per la distribuzione del 4/1000 sulle imposte dirette”.
Infine la procura di Milano contesta a Belsito e Bonet il reato di truffa ai danni dello Stato per il contributo dello Stato sotto forma di credito di imposta a favore della società Siram di Milano.
Il 3 febbraio, il 5 e l’8 marzo 2012 i magistrati ricevono dalla Gdf delle relazioni su operazioni sospette.
La prima:il prelievo di 95 mila euro da parte di Belsito, nel dicembre 2010, per “alimentare la cassa del partito”.
Così il tesoriere leghista avrebbe detto alla Banca che ha fatto la segnalazione.
Seconda e terza operazione: si riferiscono agli investimenti della Lega in Tanzania e a Cipro per 6 milioni di euro.
L’investimento in Tanzania era stato effettuato da Bonet “soggetto già segnalato per una possibile truffa ai danni dello Stato”.
E proprio sugli investimenti sospetti in Tanzania e Cipro con fondi della Lega la procura di Milano aveva ricevuto anche un esposto di un militante del Carroccio.
Nel fascicolo dell’inchiesta ci sono intercettazioni della procura di Reggio Calabria che coinvolgono Belsito e alcuni indagati in un procedimento per riciclaggio e associazione a delinquere.
Antonella Mascali
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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