CEMENTIFICATI 2.000 CHILOMETRI DI COSTA NEGLI ULTIMI 50 ANNI
UN QUARTO DELLE COSTE RESISTE GRAZIE AL SISTEMA DEI PARCHI… URBANIZZAZIONE RADDOPPIATA SUI LITORALI… SONO 122 LE PIATTAFORME OFFSHORE ATTIVE
Quasi un quarto delle coste italiane resiste. Su un totale di circa 8 mila chilometri, 1.860 sono ancora liberi, mentre 2 mila sono stati cementificati negli ultimi 50 anni. Sono i dati contenuti nel dossier del Wwf L’ultima spiaggia
Lo screening dei mari e delle coste della Penisola che documenta la crescita dei fattori di pressione sui litorali: sono state installate 122 piattaforme offshore attive per l’estrazione degli idrocarburi e 36 richieste di nuovi impianti; siamo il terzo paese in Europa (dopo Olanda e Regno Unito) per movimento di container; il 45% dei turisti italiani e il 24% di quelli stranieri scelgono le nostre località costiere; gli impianti di acquacoltura in 10 anni sono aumentati del 70%.
In mezzo secolo la densità di urbanizzazione nel primo chilometro di territorio che si affaccia sulla costa è passata dal 10 al 21%, con punte del 25% in Sardegna e del 33% in Sicilia.
Una pressione che per il 95% è stata prodotta dall’espansione edilizia (per il 58,7% strutture turistiche, per il 19% case): tra il 2000 e il 2010 sono stati costruiti sui versanti tirrenico e adriatico 13.500 edifici, 40 per chilometro quadrato; più del doppio sulla costa jonica.
Nonostante questa crescita poco controllata, il sistema formato da 100 parchi e riserve e da oltre 200 siti costieri della Rete Natura 2000 ha fatto da argine limitando i danni, come emerge con chiarezza sul versante tirrenico dove i parchi del Pollino e del Cilento rappresentano un’oasi verde in una striscia di cemento.
Il 23% delle coste italiane è così rimasto con tratti in buono stato di salute ambientale superiori ai 5 chilometri.
Le aree più ricche dal punto di vista ecologico sono: il Mar Ligure e l’Arcipelago Toscano (con il Santuario internazionale dei Cetacei); il Canale di Sicilia (con cumuli di coralli bianchi e zone di deposizione delle uova per tonni, pesci spada e acciughe); il Mare Adriatico settentrionale (con una delle popolazioni più importanti di tursiopi del Mediterraneo); il Canale di Otranto (con cetacei, foca monaca e pesce spada).
Antonio Cianciullo
(da “La Stampa”)
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