CHI SONO LE SEI DONNE DEL GOVERNO GIALLOROSSO
NEW ENTRY: LAMORGESE A PARTE, TRE SONO DEL PD E TRE DEL M5S
Sette donne, di cui una “tecnica”, tre nomi del Pd e tre del Movimento 5 Stelle.
Questa la geometria delle ministre del neonato governo Conte Bis, per un terzo composto da donne.
Vediamo chi sono nel dettaglio
De Micheli, prima donna ministro delle Infrastrutture
Paola De Micheli è il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo M5S-Pd, prendendo il posto del grillino Danilo Toninelli. La vice segretaria del Pd, 46 anni appena compiuti, passerà alla storia come la prima donna a guidare il dicastero di Porta Pia.
Nata a Piacenza il 1 settembre 1973, De Micheli consegue la laurea in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e si impegna in politica già dalla metà degli anni 90 con l’Ulivo di Romano Prodi. Con l’inizio della segreteria Pd di Pier Luigi Bersani entra a far parte del dipartimento Economia del Partito Democratico.
Nel 2008 viene eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati per la Circoscrizione Emilia Romagna. Ripeterà le vittorie anche nelle elezioni politiche di febbraio 2013 e marzo 2018. Tra i ruoli ricoperti, quello di sottosegretaria all’Economia con il governo Renzi e sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio col governo Gentiloni, con delega al terremoto del centro-Italia. Al di fuori della politica, spicca l’incarico della De Micheli come presidente della Lega Pallavolo Serie A.
Teresa Bellanova, in prima linea sul caporalato
Teresa Bellanova, del Pd, è il nuovo ministro dell’Agricoltura. Classe 1958 di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, è stata viceministro dello Sviluppo economico nei governi Gentiloni e Renzi. Ha iniziato giovanissima come sindacalista della Cgil in Puglia ed è stata in prima linea nella lotta al caporalato
Il percorso nel sindacato l’ha portata a ricoprire diverse funzioni: coordinatrice regionale delle donne di Federbraccianti in Puglia, segretaria generale provinciale della Flai (la Federazione dei lavoratori dell’agroindustria), componente della segreteria nazionale della Filtea, con delega alle politiche per il Mezzogiorno.
Nel 2006 si è candidata alle elezioni politiche per i Democratici di Sinistra e, una volta eletta alla Camera, ha assunto l’incarico di componente della commissione Lavoro. Attività svolta fino all’ultima legislatura. “Allora come oggi la rappresentanza del lavoro e la difesa dei diritti delle persone costituiscono il tratto caratteristico ed irrinunciabile del mio impegno politico e sindacale e la mia stessa dirittura di vita”, scrive la Bellanova sul suo sito.
Bonetti, scout e matematica a favore dei diritti gay
Matematica, professore associato di Analisi, mantovana, un passato come capo scout nell’Agesci, il neo ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti nel 2014 firmò un appello, insieme a don Gallo, per chiedere allo Stato di riconoscere le unioni gay e alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni “perchè tutti abbiamo il diritto di amare e di essere amati”. Un deciso cambio di passo rispetto alle posizioni del precedente ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana e Alessandra Locatelli.
Matteo Renzi, un passato nell’Agesci anche per lui, nel 2017 la volle nella segreteria nazionale del Pd. Una scelta che destò più di una sorpresa, considerato che Bonetti, oggi 45enne, era una docente universitaria e non una politica in senso stretto.
Iscritta da poco nel Pd, ammise che la scelta colpì anche lei: “Mi è sembrata una proposta sproporzionata, ma ha prevalso la voglia di provare”, commentò la nomina attribuendola ai suoi contatti col mondo giovanile: “Credo che stia a significare la volontà di aprire tutte le porte al mondo giovanile, alle associazioni che a questo mondo si rivolgono e ai valori di cui sono portatrici”.
Sulla sua biografia, che compare sul sito del Pd, Bonetti scrive: “Nella ricerca ho imparato che si cresce se si gioca in squadra. La passione educativa e il desiderio di accompagnare le giovani generazioni ad essere buoni cittadini, capaci di contribuire a scrivere una storia bella e generativa per la nostra comunità , trovano le radici nel mio cammino scout – aggiunge – Su questa strada ho imparato la bellezza del camminare insieme, la felicità e la pienezza che nascono dal servizio, il coraggio di dire sì, la chiamata a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.
Dadone alla Pa, un’altra donna per palazzo Vidoni
Ministra della Pubblica Amministrazione è la deputata pentastellata Fabiana Dadone. Il ministero cambia di nuovo bandiera, al timone c’era la leghista Giulia Bongiorno e prima ancora la ministra del Pd Marianna Madia, ma resta in ‘quota rosa’.
Dadone, classe 1984, sale a palazzo Vidoni a soli 35 anni, seconda solo a Di Maio nella graduatoria dei ministri più giovani. Piemontese, nata a Cuneo, arriva a guidare il ministero della P.a dopo l’esperienza svolta in commissione Affari Costituzionali della Camera, dove è stata anche capogruppo M5s. Dadone è al secondo mandato. È infatti entrata in Parlamento per la prima volta a seguito delle elezioni del 2013.
Allora aveva 29 anni, figurando tra le più giovani parlamentari del M5s elette. Faceva ingresso a palazzo Montecitorio con in tasca una laurea in giurisprudenza, forte dell’impegno come volontaria nel sociale.
“Non mi sono mai occupata di politica ma mi è piaciuta da subito l’idea di Grillo di riportare la politica attiva al popolo con un nuovo slogan 1=1”, furono le sue parole da esordiente. Compare anche alla guida del comitato ‘mafie, migranti e tratta di essere umani, nuove forme di schiavitù’ della commissione parlamentare antimafia.
Di recente Dadone è stata relatrice della legge per il referendum propositivo, uno dei mantra del movimento e del suo fondatore Beppe Grillo. È stata inoltre attiva in tema di conflitto d’interessi, materia su cui ha presentato un testo nella scorsa legislatura, riponendolo poi a luglio.
Catalfo al Lavoro, madre del Reddito e salario minimo
Nunzia Catalfo, senatrice M5s, è la nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali. Prende il posto, raccogliendone il testimone, finora assegnato al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio. Siciliana, classe 1967, nasce a Catania e professionalmente come orientatore e selezionatore del personale. Diploma di maturità scientifica.
È la madre del Reddito di cittadinanza (sua la prima firma del relativo disegno di legge nel 2013), misura bandiera del M5s approvata dal governo appena chiuso con la Lega, ma lo è anche del ddl targato 5 stelle per l’introduzione di un salario minimo orario (9 euro lordi la proposta). E’ stata, inoltre, prima firmataria del disegno di legge sull’equo indennizzo e sul riconoscimento delle cause di servizio per la polizia locale.
Attivista del Movimento fin dal 2008, viene eletta la prima volta nel 2013, rieletta poi nel 2018. In questa legislatura a Palazzo Madama è presidente della commissione della 11/ma Commissione permanente Lavoro pubblico e privato e previdenza sociale. A lei ora la guida del dicastero di via Veneto.
Pisano all’Innovazione, dalla giunta Appendino a Roma
Il ministero dell’Innovazione, una new entry nella compagine di governo, sarà guidato da Paola Pisano, assessora all’Innovazione nella giunta Appendino a Torino. Materia che ha anche insegnato nell’università della città . Nata nella capoluogo piemontese nel 1977, vanta un percorso accademico tutto dedicato all’innovazione.
Si è guadagnata il nomignolo affettuoso di “signora dei droni”, per i tanti progetti avviati in tal senso a Torino (ad esempio per monitorare le infrastrutture e per la sicurezza).
Di recente era stata protagonista delle cronache per la sua rinuncia alla candidatura come capolista M5s alle elezioni Europee, offerta che gli era arrivata dal capo politico del MoVimento Luigi Di Maio. Decisione per cui la sindaca di Torino Chiara Appendino l’aveva pubblicamente ringraziata, giudicando la sua fuoriuscita una “grave perdita per la città ”.
Pisano ha svolto un ruolo attivo nella giunta torinese, che punta a fare dell’innovazione il suo fiore all’occhiello. È stata tra l’altro la prima città metropolitana ad allacciarsi all’Anagrafe unica della popolazione. Pisano ha spinto pure per sperimentare le nuove frontiere della mobilità , lanciando Torino come laboratorio per la guida autonoma.
(da “Huffingtonpost”)
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