COME REAGISCE L’ITALIA ALLE PALLOTTOLE DEGLI ISRAELIANI SUL QUARTIER GENERALE DELLA MISSIONE UNIFIL IN LIBANO? CON UN “FUOCO” DI DICHIARAZIONI
IL GENERALE PORTOLANO, CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA: “I NOSTRI SOLDATI IN LIBANO SONO COSTRETTI A RESTARE NEI BUNKER 5-6 ORE AL GIORNO. VIVONO CON FRUSTRAZIONE IL FATTO CHE LE LORO ATTIVITÀ OPERATIVE SONO LIMITATE DAGLI ISRAELIANI. HANNO REGOLE DI INGAGGIO INADEGUATE”
“La reazione dei nostri soldati in Libano, che io sento giornalmente attraverso i comandanti del contingente è estremamente professionale: sono a conoscenza dei rischi e delle regole d’ingaggio e vivono con una certa frustrazione il fatto che le loro attività operative sono limitate dalla presenza degli israeliani in un’area sotto la responsabilità dell’Onu”. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano al programma ‘In mezzora’ su Rai 3.
“Il mandato emanato per Unifil è adeguato. Ciò che non è adeguato e che mi ha creato spesso frustrazione anche nei confronti della popolazione locale sono le regole d’ingaggio che non sono proporzionali ai compiti assegnati alla forza, tra cui la capacità e la necessità di disarmo dei gruppi armati in Libano, nella fattispecie Hezbollah”.
La situazione critica nel sud del Libano dove opera il contingente Unifil “costringe i militari italiani a rimanere fino a 5-6 ore al giorno nei bunker predisposti nelle basi”
(da agenzie)
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