CON UN EURO DI CAPITALE APRI UNA SRL MA LA TASSA DI REGISTRO SI PAGA
I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO: NOTAIO GRATIS, MA RIMANE L’IMPOSTA DI 168 EURO
«Sì, vabbè, a un euro, figurati!». Il popolo dei blog si scatenò contro il governo quando aveva annunciato, all’interno del decreto Crescitalia (siamo all’inizio dell’anno), che per agevolare l’imprenditoria giovanile, sarebbe stato possibile creare delle Srl con un solo euro di capitale (contro i 10 mila necessari fino ad allora) e senza neppure le spese notarili.
Ci fu, dunque, un affollamento sulle chat e sui siti degli studenti, con tanto di conteggi che dicevano che comunque «tra timbri e bolli» bisogna tirare fuori almeno 100 euro.
Ora, la notizia è vera: la società «semplificata» si può costituire con un solo euro. Ma quella storia di «timbri e bolli» lamentata dai ragazzi ha un fondamento.
Più avanti vi sveleremo perchè.
Il decreto, si diceva, è del gennaio scorso, convertito in legge a marzo.
Ma la norma applicativa si attendeva in queste settimane.
Ora sappiamo che c’è, perchè ne ha dato notizia il sottosegretario alla presidenza, Antonio Catricalà , con una twittata, il cui testo recita così: «E’ finalmente possibile per i giovani fino a 35 anni costituire una srl con un solo euro di capitale. Non ci sono spese notarili. Un’opportunità ».
Per fortuna c’è twitter che permette solo 140 caratteri, e così abbiamo capito tutto anche noi.
Perchè il testo del decreto, che pure abbiamo letto, è in burocratese tosto, ha un’ampia premessa e poi un solo articolo, corredato da «avvertenza», in cui sono contenute le specificazioni.
La legge si rivolge – dunque – ai giovani con meno di 35 anni che si vogliano associare con altri coetanei per costituire una società intorno ad una idea imprenditoriale.
La «società a responsabilità limitata semplificata» ha alcune caratteristiche proprie: è aperta esclusivamente a persone fisiche (e quindi non a società ) che abbiano meno di 35 anni.
Quando un socio compie 35 anni deve uscire dalla società , oppure bisogna trasformare la società in una forma differente.
Le quote societarie non possono essere cedute a chi ha più di 35 anni.
Il capitale deve essere di «almeno» un euro, e comunque non superiore ai 10 mila.
Quell’euro non va versato in banca ma nelle mani degli amministratori (che possono essere uno o più soci stessi).
La costituzione della società deve avvenire presso un notaio che per questo non deve essere pagato.
Sia l’atto costitutivo sia l’iscrizione al registro delle imprese sono esenti da diritto di bollo e di segreteria.
E per chi ha più di 35 anni? È prevista comunque la possibilità di avviare una srl (non semplificata) a capitale ridotto (meno di 10 mila euro).
E la storia dei cento euro e passa come nasce?
Dal fatto che è tutto vero quanto fin qui esposto, e che al notaio va mostrato un unico euro senza neppure darglielo, ma poi c’è la tassa di registro, e quella vai a capire perchè – non si può evitare: 168 euro. Svelato il mistero.
La nuova norma che dovrebbe ringalluzzire l’imprenditoria giovanile ha suscitato entusiasmi corali.
Plaudono i giovani di Confindustria Sud, tramite il leader Lorenzo Pagliuca, plaudono i deputati del Pd Francesco Boccia e Mario Adinolfi, e perfino l’ipercritico Codacons si arrende alla forza della novità .
Tutti questi soggetti, tuttavia, sottolineano un problema comune: una volta fatta la società che se ne fanno i giovani se l’accesso al credito è quello che è?
Giorgio Satini della Cisl pone, infine, un’ultima questione: vanno bene le srl a un euro, ma da sole dove vanno?
Senza lavoro lo start up può approdare solo al fallimento.
Raffaello Masci
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