CONGRESSO FLI VARESE: L’ALLEGATO AL TESTO DEL RICORSO RESPINTO DAI VERTICI DI FLI, NONOSTANTE EVIDENTI PROVE E TESTIMONIANZE
LA RICOSTRUZIONE INTERNA DI UN CONGRESSO TAROCCATO, CON FIRME FALSE E VERBALI NON FIRMATI
Alla Segreteria Generale dei Congressi
di Futuro e Libertà
Relazione accadimenti congresso provinciale di Varese del 3 dicembre 2011
In data odierna , si è tenuto in Varese il Congresso Provinciale di Futuro e Libertà .
Al fine di poter procedere regolarmente all’elezione del coordinatore per la Provincia di Varese, veniva nominata ed eletta a suffragio dei presenti la Commissione di verifica dei poteri, con il compito di appurare la corrispondenza tra i nominativi degli iscritti a Futuro e Libertà della Provincia di Varese e le liste di presentazione dei due candidati : Garavaglia Piero e Ferrazzi Luca .
La commissione, costituita da 4 membri e un Presidente, iniziava i lavori esaminando, dapprima, le liste di presentazione del candidato Garavaglia Piero.
Una volta controllati oltre la metà dei nominativi delle liste dei sostenitori di Piero Garavaglia, il Presidente della Commissione Liccata proponeva di proseguire la verifica dei nominativi secondo una modalità diversa da quella sino a quel momento utilizzata, e più precisamente, suggeriva di procedere con un controllo “a campione”.
I sigg.ri Marco Macchi e Barbara Zavaglia, entrambi membri della Commissione, dichiaravano apertamente di opporsi a tale modalità di verifica in quanto non ispirata nè a criteri di trasparenza nè di legittimità , poichè veniva proposta ad operazioni già in fase avanzata, creando, di fatto , una diversità di trattamento tra i due candidati.
A questo punto, preso atto del dissenso da parte dei suddetti membri, il Presidente della Commissione metteva ai voti la sua proposta.
Nonostante i dissensi palesati dalla sig.ra Zavaglia e dal sig. Macchi anche sulla validità di tale votazione ( alla quale lo stesso Presidente prendeva parte), la verifica sui nominativi proseguiva secondo la modalità “a campione” sulle sole liste del candidato Ferrazzi.
Nel corso delle operazioni veniva richiesto a più riprese da parte del sig. Macchi e dalla sig.ra Zavaglia di verificare la validità , ai fini della presentazione, di decine di nominativi, inseriti nelle liste dei sostenitori del candidato Ferrazzi, sui quali era sorto il fondato timore ( data la notorietà o la conoscenza personale ) che potessero essere stati iscritti a loro insaputa, poichè contemporaneamente iscritti in altre liste partitiche, nella fattispecie il PdL.
Inoltre, veniva contestata la firma di tale Valentina Testa, inserita sia nelle liste di presentazione del candidato Ferrazzi che nelle liste del candidato Garavaglia.
In merito veniva rilevato come Valentina Testa fosse persona conosciuta personalmente dal sig. Macchi e la cui firma era stata raccolta dallo stesso a favore di Garavaglia.
Sulla scorta di tali evidenti irregolarità , Macchi e Zavaglia reiteravano la propria richiesta di procedere al controllo integrale dei nominativi.
Il Presidente, noncurante di tutto ciò, non accoglieva la legittima richiesta dei Commissari, sulla base di giustificazioni del tutto prive di qualsivoglia fondamento.
Al riguardo, infatti, il Presidente e gli altri due membri ribadivano che, anche laddove fossero state provate dette circostanze ( sic!) ,nondimeno, i numeri dei rimanenti iscritti sarebbero stati sufficienti per procedere ad una regolare elezione.
Medio tempore, giunti al termine del controllo dei nominativi scelti a campione sulle liste del candidato Ferrazzi, il Presidente procedeva alla stesura del verbale della seduta al quale, tuttavia, i sigg.ri Zavaglia e Macchi si rifiutavano di apporre la propria sottoscrizione, in ragione dei gravi accadimenti meglio sopra descritti.
A questo punto, il Presidente e gli altri membri della Commissione, con notevoli ed incalzanti “pressioni,” tentavano di indurre Macchi e Zavaglia a sottoscrivere il verbale, per poter così procedere con le operazioni di voto.
Zavaglia e Macchi, fermi nella propria determinazione di non avallare un tale atteggiamente, del tutto avulso dai criteri di trasparenza e legittimità cui viceversa si dovrebbe essere ispirati, chiedevano di poter verbalizzare gli accadimenti in questione.
Per tutta risposta il Presidente della Commissione perseverava nella sua posizione, affermando la legittimità delle operazioni appena concluse.
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