CONSULTA E TRATTATIVE, RENZI QUERELA IL PORTAVOCE DI LA RUSSA
IL TENTATIVO DI CONVINCERE LA SENATRICE MUSOLINO (ITALIA VIVA) A VOTARE PER MARINI
Matteo Renzi non molla la presa. Ieri ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali di procedere «in sede civile» contro il portavoce di Ignazio La Russa «per le espressioni false e diffamatorie contenute nel comunicato sull’incontro tra il presidente del Senato e Dafne Musolino».
Il leader di Italia viva, quindi, non ha affatto intenzione di lasciar cadere le accuse che la senatrice di Iv ha mosso contro La Russa, reo, a suo dire, di averle offerto di passare in maggioranza per conquistare un voto in più per la votazione di Francesco Saverio Marini alla Corte costituzionale. Il portavoce del presidente del Senato aveva negato l’accaduto e l’altro ieri, dopo che Renzi aveva denunciato il fatto, aveva diffuso una nota durissima contro l’ex premier: «Mente, sapendo di mentire».
Non è nello stile di Renzi fare finta di niente, anche perché, spiega ai suoi, «si sta parlando della seconda carica dello Stato che fa campagna acquisti». E anche Musolino non demorde. Ieri, durante L’Aria che tira, su LA7, la senatrice di Italia viva ha ribadito la sua versione dei fatti: «Sono ancora sbalordita per aver ricevuto questa offerta irricevibile. C’è stato da parte di La Russa un approccio diretto per verificare la mia disponibilità a fare un passaggio a Fratelli d’Italia». E ancora: «Che questa offerta sia stata fatta è indiscutibile, poi è normale che quando si fanno queste proposte azzardate si cerchi di ridimensionarle, ma ci sono i testimoni». Ma al di là dello scontro tra l’ex premier e il presidente del Senato, resta sul tappeto, con tutti i suoi problemi, il tema dell’elezione dei membri della Corte Costituzionale.
Questa settimana il voto su Francesco Saverio Marini, consulente di palazzo Chigi sulla riforma del premierato, si è risolto in un buco nell’acqua. Il centrosinistra ha scelto l’Aventino, facendo mancare il numero legale, ma l’idea di continuare su questa strada non convince tutte le forze politiche di opposizione. Renzi si è schierato a favore dell’Aventino. I suoi, però, lo descrivono alquanto perplesso. Carlo Calenda, uno che dice pane al pane e vino al vino, osserva: «Non voteremo mai un nome senza accordo complessivo, ma è chiaro che l’Aventino non può essere un sistema di opposizione continuo. Ho visto rivendicarlo in giro con paradossali richieste di Aventino perenne contro i fascisti. Il che dimostra tra l’altro una scarsa conoscenza della storia, avendo l’Aventino favorito la definitiva transizione del fascismo verso un regime dittatoriale».
Le prossime votazioni per la Consulta non si terranno prima del 22 ottobre. Questo lasso di tempo potrebbe servire a superare lo stallo. Nel frattempo, infatti, c’è un lavorio sotterraneo di trattative, perché il rischio è che da dicembre la Corte non sia più in grado di funzionare. Per questa ragione, nelle ultimissime ore, nella maggioranza si fa strada l’ipotesi di insistere su Marini, mettendo però in votazione anche gli altri tre membri mancanti. E inserendo in questa terna un indipendente e un costituzionalista di vaglia, di area Pd, come Stefano Ceccanti.
(da agenzie)
Leave a Reply