CONTE DICE SI’ ALLA TAV, TAM TAM SULLE DIMISSIONI DI TONINELLI
SCOPPIA IL CAOS NEL M5S, IL SEN. AIROLA SE NE VA… L’ENNESIMO TRADIMENTO DI UN PARTITO DOVE ORMAI CONTANO SOLO POLTRONE E STIPENDI
Scritta dal premier Giuseppe Conte ma con la firma in calce di Danilo Toninelli. Ammesso che il ministro dei Trasporti abbia intenzione di condividere la lettera che dirà “Sì” alla Tav.
E non è un caso infatti se in queste ore si incorrono voci su possibili dimissioni del titolare del Mit.
Venerdì l’Italia invierà all’Inea, l’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti della Commissione Europea, la missiva decisiva sul futuro della Tav.
E infatti l’Alta velocità Torino-Lione, tra i 5Stelle, è già stata ribattezzata ironicamente la “Tav zero” per parafrasare l’ormai famoso “mandato zero”, cioè il primo mandato dei consiglieri comunali grillini che non sarà conteggiato. In sostanza, così come nelle ultime quarantotto ore è venuta meno la regola del doppio mandato, a breve cadrà anche il No alla Tav.
Il governo si appresta quindi a confermare i finanziamenti europei e comunicherà l’intenzione di rispettare gli impegni e le scadenze concordate con l’Europa sull’Alta velocità Torino-Lione.
Sul tavolo ci sono anche le ipotesi di accettare i fondi spiegando che il progetto sarà revisionato nella parte italiana e una parte dei fondi, formo restando la realizzazione dell’opera, sarà destina a altre infrastrutture.
In caso di risposta negativa l’Italia perderebbe invece non solo i fondi europei ma dovrebbe restituire anche quelli già ottenuti mettendo la parola fine all’Alta velocità . Nella dinamica internazionale il governo Conte non può permetterselo, ma anche sul fronte interno il premier Conte sa che la Lega non transige.
In cambio ha strappato un rallentamento della legge sull’Autonomia. “Con il sì all’Autonomia giovedì e il sì alla Tav venerdì saremmo scoppiati”, confessa un deputato grillino.
Il pallino è nelle mani del presidente del Consiglio, “la decisione ormai è politica”, viene spiegato. C’è però un cortocircuito.
La lettera la sta scrivendo Conte di suo pugno ma dovrà necessariamente essere firmata da Toninelli. Fonti del ministero dei Trasporti confermano che è un dossier interamente in mano al premier e con un “vediamo” il Mit attende di sapere cosa ci sarà scritto nella lettera.
Quindi tutto può succedere. “Vediamo cosa ci sarà scritto”, spiegano fonti dei Trasporti.
Il premier Conte dovrebbe chiedere la conferma dell’aumento dal 40% al 55% dei finanziamenti europei, un maggiore contributo da parte della Francia, ma quest’ultimo capitolo è tutto da negoziare e la negoziazione è in capo al ministero dei Trasporti. Infine dovrebbe mettere nero su bianco anche la richiesta di revisione dell’opera, in modo tale da far ingoiare il rospo a Toninelli.
Intanto però, nel Movimento 5 Stelle, cresce la tensione in vista di quello che nei fatti sarà un “sì” alla Tav.
Il capofila è proprio Toninelli, sotto attacco del vicepremier leghista ma colpito anche dal fuoco amico, non ultimo l’affondo di Max Bugani e il tweet sibillino di Stefano Buffagni, con tanto di plauso del viceministro leghista all’Economia Massimo Garavaglia.
Rumors interni alla squadra di governo – raccolti dall’Adnkronos – parlano di un possibile passo indietro del responsabile del Mit nel caso Conte dovesse dare il via libera alla Torino-Lione senza la richiesta di rivedere l’opera.
Per prendere il suo posto si starebbe già scaldando Mauro Coltorti, senatore M5S e ministro designato da Di Maio prima delle elezioni politiche.
C’è poi il fronte degli intransigenti guidato dal senatore Alberto Airola che si dimetterebbe in caso di Sì alla Tav.
Ma c’è anche quello che ormai ha preso atto che le reminiscenze del passato vanno abbandonate per lasciare spazio all’Alta velocità .
(da “Huffingtonpost“)
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