SEN. AIROLA (M5S): “SE SI FA LA TAV LE MIE DIMISSIONI SAREBBERO OBBLIGATE”
AIROLA SI E’ DIMESSO DALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI: “NON SERVE A NULLA E NON SONO MAI STATO INTERPELLATO SU NULLA”
Se la Tav dovesse andare in porto lascerebbe il Movimento? “Resterei a tutti gli effetti un 5 Stelle, perchè sono un 5 Stelle e ho portato avanti una battaglia 5 Stelle. E’ evidente che valuterò, anche riguardo a Beppe Grillo, che è garante e anche lui molto coinvolto nella battaglia dei No Tav.
Le dimissioni? C’è questa possibilità , sicuramente a casa mia non sarebbero contenti… le dimissioni sarebbero obbligate”.
Lo dice, interpellato dall’agenzia di stampa Adnkronos, il senatore grillino Alberto Airola.
Secondo Airola, il premier Giuseppe Conte “politicamente potrebbe essere in grado di uscire bene dalla ‘morsa’” della Torino-Lione, “faccio affidamento a una proposta elaborata dagli avvocati No Tav che da anni seguono il dossier e hanno individuato la soluzione nell’apertura di un tavolo, il Cig: questo tavolo ha potere normativo, amministrativo, tecnico, di ridiscussione anche alla luce dell’analisi costi-benefici che secondo me non è stata adeguatamente affrontata da Salvini e forse neanche da noi. Il primo ordine del giorno potrebbe essere la sospensione dei lavori e l’analisi delle ratifiche”, sottolinea il pentastellato.
Sempre sulla questione Tav, Airola ha aggiunto: “Ho scritto a Grillo. Gli ho mandato un messaggio, gli ho detto ‘Beppe, si avvicina l’ora X, dimmi tu cosa fare’. La risposta? Non c’è stata, era il suo compleanno, evidentemente non gli andava molto di occuparsi di queste cose…”.
Airola ha annunciato sempre all’Adnkronos di aver rassegnato le dimissioni dalla Commissione di Vigilanza Rai. Il senatore precisa che si tratta di “dimissioni ancora sospese perchè diversi miei colleghi mi chiedono di rimanere”.
La decisione, spiega il grillino, è dovuta a due motivi: “Il primo è che la Vigilanza non serve a nulla, altrimenti non avremmo più Fazio in tv, visto che in passato abbiamo fatto un atto di indirizzo per chiedere alla Rai di non comprare da agenti esterni. Ma queste indicazioni vengono interpretate e gestite come vogliono loro.
La seconda ragione è che, adesso che governiamo, pensavo di poter incidere maggiormente. Sicuramente con una legge sulla governance, che era da fare immediatamente, avrei potuto dare il mio contributo per proteggere l’ad dall’attacco dei partiti. Purtroppo non sono stato mai interpellato su nulla, evidentemente non servo”.
(da “Huffingtonpost”)
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