CONTE, UN DISCORSO DA GUARDIA BIANCA DEL SISTEMA SPACCIATO PER CAMBIAMENTO
IDEE CONFUSE, RETORICA OTTOCENTESCA, DATI SBALLATI, SCIVOLONE SULLA PENSIONE SOCIALE, NESSUNA COPERTURA ALLE SPESE ANNUNCIATE
Fluviale Giuseppe Conte. Ha parlato per un’ora e un quarto di fila, agitando la mano per dare più forza alle parole anche quando ha un po’ inciampato.
E’ stato interrotto da 60 ovazioni in totale, in due episodi è stato applaudito anche dall’opposizione.
Conte si è definito a capo di un governo “populista e anti-sistema” che procederà con “umiltà e con determinazione” lanciando il “daspo” e l’agente sotto copertura contro i corrotti, l’inasprimento delle pene per alcuni reati come la violenza sessuale, il carcere per i grandi evasori, la riforma della legittima difesa, i tagli alle pensioni d’oro, la riforma della prescrizione e tanto altro.
Un discorso molto generico, fin troppo. Più slogan che sostanza.
I numeri record sui migranti? Ma dove?
Quanto al tema immigrazione Giuseppe Conte ha usato l’esercizio della retorica.
Conte ha parlato anche di “numeri impressionanti” di migranti, mentre come è noto nel 2018 i flussi si sono ridotti del 70%.
Parole ricorrenti
Nel discorso pronunciato al Senato si segnalano diverse parole ricorrenti: termini ‘istituzionali’ (come “governo”, utilizzato 33 volte, e “Paese”, 25 volte) oppure piu’ ‘informali’ (“nostro” 30 volte, “cittadini” 27 volte). Da notare l’ampio utilizzo della parola “anche”, che ricorre ben 41 volte. Per ben 7 volte viene adoperata nell’espressione “ma anche”, a sottolineare la natura quanto piu’ possibile ‘inclusiva’ del programma di governo.
Non citata la questione dell’Iva e dell’incombere delle clausole di salvaguardia, nessun cenno alla delicata questione dell’Ilva di Taranto, mai menzionata neanche la parola “scuola”.
Non cita mai la legge Fornero, pur parlando di pensioni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso del suo intervento per la fiducia in Senato.
Tra le parole chiave del contratto di governo, che non compaiono nel discorso d’esordio, si nota anche l’assenza di “pace fiscale”, “Euro”, “Tav”, anche se i diversi temi, dal fisco all’Europa, agli appalti e opere pubbliche, dedica specifici passaggi del suo intervento.
Quanto ai temi, ci sono il terzo settore e lo sport, ma non la cultura e la scuola. Dell’università , il professore parla nel passaggio dedicato alla ricerca scientifica e ai cervelli in fuga: “Le nostre scuole e università sono in grado di formare eccellenze assolute in tutti i settori, ma non di mantenerli nel nostro Paese”, afferma. Infine, il Sud non viene citato come capitolo a sè, ma solo in riferimento alle autonomie territoriali “del Nord e del Sud”.
Cetto La qualunque.
Tra i primi a commentare il discorso del premier il governatore della Liguria, Giovanni Toti (fi) che ha detto: “Il discorso di Conte tra cose un po’ squinternate e un po’ esagerate mi sembra una via di mezzo tra la confusione programmatica e Cetto La Qualunque. Tra salario minimo, reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza, il programma di Governo costa almeno 110 miliardi di euro. Ricordo che tutto il sistema sanitario nazionale costa 113 miliardi di euro – continua Toti -. A me sembra un filo ambizioso. E inoltre la pensione di cittadinanza c’è già , si chiama pensione sociale, la flat tax alle imprese c’è già , c’è la cedolare sui risparmi, se non vai a toccare l’Irpef delle persone fisiche di cosa stanno parlando?”
(da Globalist)
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