COTA ORA RISCHIA DI DIVENTARE COTOLETTA: IL TAR ACCOGLIE DUE RICORSI E FA RICONTARE 14.980 SCHEDE
PER DUE LISTE DI APPOGGIO SARANNO CONSIDERATI VALIDI SOLO I VOTI DELLE SCHEDE IN CUI L’ELETTORE ABBIA ESPRESSO ANCHE LA PREFERENZA PER COTA CHE AVEVA VINTO PER 9.372 VOTI SULLA BRESSO…ACCOLTO MA RINVIATO IL CASO PIU’ SCABROSO, QUELLO DELLA LISTA “PENSIONATI PER COTA” CHE CONTIENE FIRME FALSE: SARA’ IL VERO AGO DELLA BILANCIA E LA SPADA DI DAMOCLE SULLA GIUNTA COTA PER QUALCHE ALTRO MESE
All’una e quindici della scorsa notte il Piemonte torna ad essere una regione in bilico.
Dopo sei ore di camera di consiglio, i giudici del Tar decidono per il riconteggio dei voti di due liste, consegnando una vittoria parziale ai ricorsi presentati dal centrosinistra.
L’Ufficio elettorale dovrà spulciare tra i 12.154 voti assegnati all’ex consigliere dell’Udc Deodato Scanderebech per vedere se l’elettore ha espresso anche la propria preferenza per il candidato presidente Roberto Cota.
E lo stesso verrà fatto con i 2.826 voti assegnati alla lista Forza Consumatori. Alla fine di una giornata estenuante tutti possono comunque cantare vittoria, anche il centrodestra.
Perchè la fetta più grande del primo ricorso, quella che riguardava le irregolarità nella presentazione della lista «Verdi Vvff» è stata tolta dalla tavola.
Ricorso bocciato, e 32.000 voti che non rischiano l’annullamento.
Tutto rimandato invece per il caso più scabroso, quello della Lista Pensionati di Michele Giovine. Anche questo ricorso è stato dichiarato ammissibile.
Manca però la querela per falso, ci sono 60 giorni di tempo per presentarla, poi si vedrà .
Il primo ricorso accolto è quello relativo alla lista personale di Deodato Scanderebech, macchina da voti ex Udc che girava intorno a una semplice questione.
Poteva o non poteva il consigliere, che pure il 16 febbraio era già stato espulso dal partito che lo aveva eletto in Consiglio regionale, l’Udc (in Piemonte schierato con il centrosinistra), rilasciare a se stesso, 9 giorni più tardi, una «dichiarazione di collegamento» con la quale si autorizzava a non raccogliere le firme di presentazione tra i cittadini per una lista con nome e orientamento politico diversi?
Per gli avvocati del centrodestra era tutto lecito, perchè la pur discussa leggina regionale che lo prevede è stata concepita anche per tutelare le minoranze all’interno dei partiti.
Di opposto parere i legali del centrosinistra: averlo fatto significa invece tradire sia la volontà dei suoi precedenti elettori sia lo spirito della legge.
I giudici hanno dato ragione ai ricorrenti.
Sullo stesso motivo è caduta la lista Forza Consumatori: i giudici hanno ritenuto illegittimo il suo cambio in corsa di ragione sociale.
Quello di Giovine è invece un caso scabroso per il centrodestra, forse il vero ago della bilancia.
Ad interessarsi della Lista Pensionati assemblata da Michele Giovine e dal padre Carlo infatti, è stata per prima la magistratura torinese, che ha disposto il giudizio immediato per il titolare, accusato di falso.
Gli avvocati del centrosinistra hanno usato le carte della Procura (560 pagine) per dimostrare non solo l’invalidità , ma le vera e propria inesistenza di questa lista.
Le firme dei candidati-Pensionati sono false (lo dice la perizia calligrafica della Procura) o comunque invalide perchè raccolte fuori dai due Comuni dove Carlo e Michele Giovine sono consiglieri comunali.
Tutto rimandato ora all’udienza del 18 novembre, con la sensazione che l’imminente sentenza della Procura possa costituire una spada di Damocle sospesa sul futuro della coalizione di centrodestra.
Il Tar del Piemonte ha scelto per ora di affidarsi al pallottoliere, in attesa che si sciolga il caso Giovine.
L’esito del riconteggio delle schede sarebbe quanto mai incerto.
In ogni caso i giudici vogliono sapere quante schede con il voto a Scaderebech hanno anche l’indicazione del candidato presidente Roberto Cota.
In questo caso infatti la volontà dell’elettore sarebbe inequivoca.
In caso contrario il voto non potrebbe essere automaticamente attribuito al candidato presidente della Lega. .
A Cota basterà che dei 15.000 voti in riconteggio almeno 6.000 abbiano l’indicazione del suo nome per rimanere in sella.
La vittoria del candidato leghista era stata ottenuta infatti con un distacco di soli 9.372 voti.
Entro Ferragosto si saprà dunque se il Piemonte cambierà segno politico tornando al centrosinistra (con la semplice proclamazione di Bresso Presidente e la sconfitta di Cota)o se Cota rimarrà al suo posto o se si dovrà tornare a votare in autunno.
In quest’ultimo caso è quasi certo che non sarà più Bresso a correre contro Cota, ma il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che è a fine mandato.
Se anche Cota dovesse rimanere in testa però, il 18 novembre si apre il processo penale ai presentatori della Lista Pensionati e gli sviluppi potrebbero portare lo stesso alla’annullamento delle elezioni di Cota.
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