CRESCE LA RIVOLTA DEI PARLAMENTARI GRILLINI CONTRO DI MAIO
ALLIBITI DALLA PRETESA DI DI MAIO DI VOLERE IL VIMINALE: “VUOLE SOLO FAR SALTARE L’INTESA, TRADENDO IL MANDATO DEI GRUPPI”… “RIDICOLO PRETENDERE DI CONSIDERARE CONTE SUPER PARTES PER POTER RESTARE ANCHE VICE-PREMIER”
Il quadro della situazione a fine mattinata è molto chiaro: con poche eccezioni l’intera compagine parlamentare del M5s comincia a mostrare segni di insofferenza verso la linea, definita irragionevole, con la quale il capo politico Di Maio sta conducendo la trattativa col Pd di Zingaretti.
Come se- è il sospetto- il leader grillino sotto sotto puntasse a far saltare il banco alzando sempre l’asticella.
Il dato che sta lasciando più allibiti è la pretesa di Di Maio, la cui inesperienza politica è sotto gli occhi di tutti, di sostituire Salvini al Viminale, altro dicastero sul quale non ha alcuna competenza se non quella, semmai di aver acriticamente appoggiato tutte le scelte più nefaste di Salvini.
Il Pd ha proposto l’attuale capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli.
Ora se, come anche molti parlamentari M5s fanno notare, la stella polare del movimento dovrebbe essere quella della competenza perchè rifiutare in maniera così perentoria di affidare il Viminale a un servitore dello Stato di lunga data e insistere per metterci Di Maio, che tra l’altro dovrebbe saltare da un ministero all’altro non avendo alcuna esperienza?
Basterebbe mettere i due curricula in parallelo per vedere chi tra Gabrielli e Di Maio potrebbe gestire meglio una fase politica nella quale il ministero dell’Interno dovrebbe essere decisivo per mettere l’istituzione al riparo da strumentalizzazioni politiche e contribuire a non dare alibi a chi cavalca odio, rancore e razzismo.
Ma non solo: ciò che lascia sconcertati molti spettatori (anche nel M5s) e l’altra pretesa sempre di Di Maio di considerare Giuseppe Conte non espressione del M5s, ma una figura super partes. Da qui la richiesta- ultimatum di vedersi riconfermato come vicepremier.
La realtà è un’altra e anche in questo caso è sotto gli occhi di tutti: Giuseppe Conte era così interno al Movimento da essere stato indicato da Di Maio come possibile ministro di un monocolore grillino. Ed è altrettanto noto che il M5s punti tutto su Conte quale figura da utilizzare in una possibile campagna elettorale. E allora perchè insistere sul fatto che sia super partes?
Le ore passano e cresce il nervosismo soprattutto tra deputati e senatori grillini che vedono avvicinarsi le elezioni anticipate e sfumare un governo che rappresenti una svolta perchè il loro capo politico, reduce da clamorose sconfitte, senta il bisogno di alzare le penne quasi come riscatto per averle tenute abbassate per più di un anno.
Oltre gli umori della base quello che è certo è che la stragrande maggioranza della compagine parlamentare M5s ha sofferto e di molto l’alleanza con Salvini, compresi quelli che si sono tenuti dentro il magone votando a favore del decreto sicurezza, della legittima difesa e il salvatagio della Diciotti.
Però Di Maio e i Di Maio boys sono la minoranza che detiene la golden share. E tutti sperano che non faccia affondare ancora una volta la barca grillina anteponendo la sua poltrona alle sorti del Movimento.
(da Globalist)
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