DA ITALIA VIVA ALLA LUCANIA: CALENDA IN GUERRA CONTRO SE STESSO
PRIMA ACCUSA I CINQUESTELLE POI GRIDA ALL’ESCLUSIONE MA DA SETTIMANE E’ PRONTO AD APPOGGIARE I SOVRANISTI IN BASILICATA
Dicono di lui che cambi idea con la stessa frequenza delle mutande – ossia almeno una volta al giorno – perché si ostina a misurare la temperatura del Paese prevalentemente sulla piazza social.
E lì, tra un tweet e un retweet, trova ispirazione per il menù politico di giornata. Sempre rigorosamente diverso dal giorno precedente. Epperò Carlo Calenda pare voler superare se stesso: ieri ha certificato la rottura con Pd e 5Stelle in Basilicata accusando Elly Schlein di avere un bidone al posto del cuore e Giuseppe Conte di ostracizzare Azione per la scelta di convergere sul nome di Domenico Lacerenza.
E pace se in fatto di veti Calenda non lo batte nessuno: in Sardegna pur di non appoggiare la pentastellata Alessandra Todde aveva sostenuto Renato Soru salvo poi sostenere “mai più senza” campo largo, ma solo alle regionali e comunque Conte resta un “putiniano e un populista”.
E che dire della corsa alla successione a Dario Nardella? “A Firenze il M5S serve come le buche a Roma”. Idem con patate per le Europee. Chiedere per conferma in questo caso al suo gemello diverso Matteo Renzi con cui si sono brevemente amati prima di divorziare: “Se la lista per gli Stati Uniti d’Europa va in porto noi ci siamo. Mi sembra però di capire che ci sia un veto da parte di Calenda…”.
Epperò il leader di Azione vede solo i veti altrui, quelli di cui denuncia di essere vittima. Come in terra di Lucania dove proprio non si capacita del perché non sia stato invitato al tavolo della coalizione: lui che da settimane ostenta rapporti di amorosi sensi con il candidato di centrodestra Vito Bardi. Che, a sentir Calenda, è il top di gamma: “un moderato e europeista, un uomo delle istituzioni”.
(da agenzie)
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