DAI VIAGGI A MOSCA A VANNACCI FINO ALL’USCITA SU NAVALNY (“PREMATURO ADDITARE COLPEVOLI”), RITRATTO DEL LEGHISTA ANDREA CRIPPA, VENTRILOQUO DI SALVINI
ENTRÒ NEL PARTITO A 16 ANNI (“COLPA DEI PROFESSORI, TUTTI COMUNISTI”), È BALZATO AGLI ONORI DELLA CRONACA PER LE FRASI SU MATTARELLA “GENUFLESSO DAVANTI ALLE CANCELLERIE DI MEZZA EUROPA”, SU ILARIA SALIS (“OGNI PAESE PUNISCE COME VUOLE”) E PER LA RELAZIONE CON ANNA FALCHI – “È EVIDENTE CHE SONO ETEROSESSUALE” (QUESTI STANNO IN FISSA, EH)
Da via Solferino , stavolta, chiedono un ritrattino di Andrea Crippa: vorremmo insomma spiegare bene chi è e chi non è questo vicesegretario della Lega, un monzese di 37 anni considerato il più autorevole interprete del Salvini pensiero, quello che parla quando
L’altro giorno, purtroppo, è stato invece subito chiaro: perché quando arriva la notizia che Aleksei Navalny, il maggior oppositore di Vladimir Putin, già avvelenato dai servizi russi e poi per mesi costretto a torture fisiche e psicologiche, è morto durante l’ora d’aria (a meno 50 gradi) nel cortile del carcere di Kharp, colonia penale del regime con nome in codice IK-3, ma nota anche come «Lupo polare», perché siamo nel Nord della Siberia, vicino al Polo, ecco che Crippa invita ad andarci piano.
«È prematuro e inopportuno — dice — additare colpevoli». Mentre le cancellerie del mondo democratico sospettano con orrore di Putin, il criminale che si appresta alla solita farsa di nuove elezioni, Crippa non ci sta e ammonisce: «Bisogna aspettare si faccia chiarezza!» — anche perché magari poi si scopre che Navalny aveva il vizio di non mettere la sciarpa, e si sa che è un attimo e ti becchi una polmonite.
Per lunghi, tragici minuti, la sconcertante linea della Lega è quella di Crippa. Zaia e Giorgetti, Fedriga e Molinari: tutti e quattro leggono il lancio di agenzia contenente le sue parole con stupore e amarezza.
Però l’agenzia più interessante è un’altra. La trova il nostro Davide, archivista del Corriere Sentite.
È un’ Ansa del 17 novembre 2018. «L’ala giovanile della Lega ha firmato un accordo di collaborazione con la Giovane Guardia di Russia Unita, il partito di Putin. Lo riporta la Tass citando rappresentanti del Carroccio. A Mosca — fa sapere l’agenzia russa — si è recata una delegazione di giovani leghisti con a capo il parlamentare Andrea Crippa».
Non dovete stupirvi. Sono i giorni nebbiosi (eufemismo) del misterioso Gianluca Savoini e degli incontri all’hotel Metropol di Mosca, Salvini arriva davanti al Cremlino sfoggiando l’ormai mitica t-shirt con l’immagine di Putin e ripetendo frasi tipo: «Qui mi sento a casa», «Preferisco Putin all’Europa», «Putin è speranza», «Con Putin in Italia staremmo meglio». Crippa ascolta. E impara.
Crippa è entrato nel partito a 16 anni: «Un po’ per colpa dei professori, tutti comunisti», un po’ folgorato da Umberto Bossi (che, in queste settimane, come ha raccontato Francesco Verderami sul Corriere , soffre a vedere la sua Lega, «diventata di estrema destra»). Crippa comunque si laurea in Scienze politiche alla Cattolica di Milano e, dopo una breve esperienza da consigliere comunale a Lissone, diventa assistente parlamentare di Salvini a Strasburgo. Diciamola meglio: è il suo portaborse.
Insieme condividono lo stesso appartamento di 40 metri quadrati e va bene che Crippa è quasi sempre solo, perché il suo Matteo nel Parlamento europeo si rivela un formidabile assenteista (a più di 7 mila euro netti al mese), però qualche cenetta alla fine ci scappa. Fuori fa freddo, una chiacchiera tira l’altra. È la miccia. Salvini individua in Crippa il suo potenziale erede. Inizia a plasmarlo e la carriera dell’anonimo ragazzotto brianzolo diventa inarrestabile: nel 2015 assume la guida dei Giovani padani, tre anni dopo sbarca a Montecitorio grazie a un seggio blindato e, dodici mesi più tardi, è promosso vicesegretario. Dotazione principale: la libertà di parola. Che, però, è solo apparente.
La Lega, come si sa, è un partito rigido: decide Salvini, parla Salvini. Quindi, se non parla lui, bisogna sentirsi Crippa. Il tipo ha già assorbito molto dal capo. Alterna posture politicamente aggressive ad altre, di botto, francescane. Ma il più delle volte il suo incarico è di andare giù duro.
Sul capo della Stato: «Mattarella? È genuflesso davanti alle cancellerie di mezza Europa». Sul caso Salis: «Spiace, ma ogni Paese punisce come vuole». Con la Germania apre una crisi diplomatica: «Ottant’anni fa usava l’esercito, oggi usa i migranti». Quindi s’occupa di Roberto Vannacci, il generale della Folgore che pubblica quel libro pieno di robaccia dal gusto fascistoide, ondeggiando tra razzismo, negazionismo e omofobia («Cari omosessuali, normali non siete: fatevene una ragione»).
Crippa legge. E lo arruola (per conto di Salvini): «Comandante, le porte della Lega sono aperte». Però anche Crippa sa essere tenero. E infatti s’innamora. Di Anna Falchi. Poi, con eleganza, sobrietà e riservatezza, va a Radio Libertà, e da l’annuncio: «Confermo la frequentazione…». E precisa: «È evidente che sono eterosessuale» (questi stanno in fissa, eh).
(da Corriere della Sera)
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