DESTRA RAZZISTA E JIHAD, I DUE VOLTI DEL TERRORE IN GERMANIA
TENSIONE DOPO COLONIA E I RADUNI DEGLI ISLAMOFOBI DI PEGIDA
Che il rischio di azioni terroristiche fosse ai massimi livelli, le autorità tedesche lo sapevano da tempo.
Negli ultimi mesi la Germania si è trovata sempre più all’angolo, stretta tra due fuochi. Da una parte la minaccia jihadista, che nell’ultimo anno e mezzo ha procurato una serie di allarmi più o meno reali.
Dall’altro la crescita dell’estremismo di estrema destra, a sfondo razzista.
Quell’odio crescente verso gli stranieri, alimentato dalla crisi dei rifugiati esplosa nell’estate di un anno fa, che si è fatto sentire su due fronti. In modo «democratico», vale a dire nelle urne, con la crescita esponenziale del partito Afd.
E in modo violento assolutamente anti-democratico, nelle strade delle città tedesche. Dove, giorno dopo giorno, cresce la paura.
Anche per le azioni di «semplici» disturbati psichici che, come ha segnalato Europol nel suo rapporto diffuso due giorni fa, agiscono perchè condizionati dal clima alimentato dai predicatori di odio. Tutti i tipi di odio.
C’è un episodio che fotografa bene la Germania di questi tempi.
È il 19 gennaio del 2015 e, come accade da tre mesi, il lunedì i militanti del movimento di estrema destra Pegida si ritrovano a Dresda.
«Fuori gli immigrati» è il loro slogan. Ma questa volta però la manifestazione viene annullata: i servizi segreti captano una minaccia proveniente da ambienti jihadisti.
C’era l’ordine di colpire quella manifestazione. Rabbia, paura, tensione.
Per la Germania inizia un periodo nero. Fatto di allarmi, arresti, attentati sventati, polemiche.
Marco Bresolin
(da “La Stampa”)
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